LA S. COMUNIONE IN MANO: STORIA DI UN ABUSO
La Madonna ci chiede di ricevere l' Eucaristia in ginocchio,
direttamente dalle mani del sacerdote, perché solo i sacerdoti possono
prendere l' Ostia in mano: solo loro hanno le mani consacrate come i 12
apostoli, i primi 12 sacerdoti consacrati da Gesù.
P. Pellegrino Ernetti descrive nel suo libro “La Catechesi di satana”
ciò che piace a lucifero, ...come si sa da alcuni esorcismi: “la
particola alla mano, così posso calpestare il vostro Dio, quel Dio che
io ho ucciso, e posso celebrare le mie messe (le messe nere) con i miei
sacerdoti che ho strappato a Lui …
Ma perché allora la Chiesa permette che i fedeli ricevano l' Eucaristia direttamente sulla mano e non sulla lingua?
L’origine di una simile prassi
Nel 16° secolo i riformatori protestanti, nel loro nuovo culto,
introdussero la Comunione sulla mano per affermare due loro eresie
fondamentali:
1) Essi non credevano nella transustanziazione ed affermavano che il
pane usato era semplicemente pane comune. In altre parole sostenevano
che la reale presenza di Cristo nell’Eucaristia fosse solo una
superstizione papista ed il pane fosse semplice pane che chiunque poteva
maneggiare.
2) Inoltre affermavano che il ministro della Comunione non era affatto
diverso, per natura, dai laici. Questo contro l’insegnamento cattolico
che il Sacramento dell’Ordine Sacro dona al sacerdote un potere
spirituale e sacramentale, imprime cioè un segno indelebile nella sua
anima e lo rende sostanzialmente diverso dai laici. AI contrario invece
il ministro protestante è un uomo comune che guida gli inni, fa sermoni
per sostenere le convinzioni dei credenti. Egli non può trasformare il
pane e il vino nel Corpo e nel Sangue di Nostro Signore, non può
benedire, non può perdonare i peccati, non può, in una parola, fare
niente che non possa fare un qualsiasi semplice laico. Egli, dunque, non
è veicolo di Grazia soprannaturale.
Il ristabilimento protestante della Comunione nella mano fu un modo
immediato per manifestare il rifiuto di credere nella reale presenza di
Cristo nell’Eucaristia e il rifiuto del Sacerdozio Sacramentale: in
breve fu il loro modo di rifiutare I‘intero Cattolicesimo. Da quel
momento, la Comunione sulla mano acquistò un significato chiaramente
anticattolico. Era una pratica palesemente anticattolica, fondata sulla
negazione della reale presenza di Cristo nell‘Eucaristia e del
Sacerdozio.
Interpretazioni erronee del Concilio Vaticano II
Dopo il Vaticano II, in Olanda, alcuni preti cattolici di mentalità
protestante cominciarono a dare la Comunione sulla mano, scimmiottando
la pratica protestante. Purtroppo alcuni Vescovi olandesi, anziché fare
il loro dovere e condannare l’abuso, lo tollerarono, e in tal modo
permisero che l’abuso si diffondesse incontrollato. La pratica si
diffuse dunque in Germania, Belgio, Francia. Ma se alcuni Vescovi
parvero indifferenti a questo scandalo, gran parte del laicato di allora
rimase oltraggiato. Fu proprio l‘indignazione di un gran numero di
fedeli che spinse papa Paolo VI a prendere l’iniziativa di sondare
l’opinione dei Vescovi del mondo su questa questione, ed essi votarono
unanimamente per MANTENERE la pratica tradizionale di ricevere la Santa
Comunione sulla lingua. È anche doveroso notare che, in quel periodo,
l’abuso era limitato a pochi Paesi Europei. Non era ancora iniziato
negli Stati Uniti e in America Latina. Papa Paolo VI promulgò allora, il
28 maggio 1969, il documento Memoriale Domini in cui affermava
testualmente:
1) I Vescovi del mondo sono unanimemente contrari alla Comunione sulla mano.
2) Deve essere osservato il modo consueto di distribuire la Comunione,
ossia il sacerdote deve porre l’Ostia sulla lingua dei comunicandi.
3) La Comunione sulla lingua non toglie dignità in alcun modo a chi si comunica.
4) Ogni innovazione può portare all’irriverenza ed alla profanazione
dell‘Eucaristia, così come può progressivamente intaccare la corretta
dottrina.
Il documento afferma inoltre: il Supremo Pontefice giudica che il modo
tradizionale ed antico di amministrare Ia Comunione ai fedeli non deve
essere cambiato. La Sede Apostolica invita perciò fortemente i Vescovi, i
preti ed il popolo ad osservare con zelo questa legge.
Ma questa era l’epoca del compromesso, e il documento conteneva in sé il
germe della sua stessa distruzione affermando che, dove l’abuso si era
già fortemente consolidato, poteva essere legalizzato dalle Conferenze
Episcopali Nazionali con Ia maggioranza dei due terzi, in un
ballottaggio segreto (a patto che Ia Santa Sede confermasse Ia
decisione). Questa eccezione andò alla fine a vantaggio dei sostenitori
della Comunione nella mano. Si deve sottolineare che l’Istruzione diceva
“dove l’abuso si é già consolidato”, per cui i Paesi ove Ia pratica non
si era sviluppata restavano esclusi dalla concessione, quindi anche i
Paesi anglofoni e gli Stati Uniti. Ma il clero di mentalità protestante
in altri Paesi (compreso il nostro) concluse che, se questa ribellione
veniva legalizzata in Olanda, allora poteva essere legalizzata ovunque.
Ignorando il Memoriale Domini e sfidando la legge liturgica della
Chiesa, pensavano che questa ribellione non solo sarebbe stata
tollerata, ma alla fine legalizzata.
Questo fu esattamente ciò che accadde, ed ecco perché abbiamo oggi Ia pratica della Comunione sulla mano.
Disobbedienza e inganno
La Comunione sulla mano, quindi, non solo fu avviata nella disobbedienza ma fu perpetuata con l’inganno.
Negli anni '70 una diffusa propaganda fu usata per proporre Ia Comunione
sulla mano ad un popolo ingenuo, con una campagna dl mezze verità che:
1) Davano al cattolici Ia falsa impressione che il Vaticano II avesse
approvato una disposizione per tale abuso, mentre dl fatto non vi si
accenna in alcun documento del Concilio.
2) Si taceva il fatto che Ia pratica fu avviata da un clero di mentalità
filoprotestante e filomassone, in spregio alla legge liturgica
stabilita, facendola apparire come una richiesta da parte del laicato.
3) Si taceva il fatto che i Vescovi di tutto il mondo, quando fu sondata
Ia loro opinione, votarono unanimemente contro Ia Comunione nella mano.
4) Non si faceva alcun riferimento al fatto che il permesso era solo una
tolleranza dell'abuso, laddove si fosse già instaurato e consolidato
nel 1969. Non vi era affatto un “via libera” perché si diffondesse ad
altri Paesi come l’Italia e gli Stati Uniti.
La visione distorta attuale
Siamo ora arrivati al punto in cui Ia Comunione sulla mano è addirittura
presentata come il modo migliore dl ricevere l’Eucaristia; Ia maggior
parte del nostri fanciulli cattolici è stata male istruita a ricevere Ia
Prima Comunione sulla mano. Al fedeli si dice che è una pratica
facoltativa e, se a loro non piace, possono riceverLa sulla lingua. La
tragedia dl tutto questo è che, se questo è facoltativo per il laicato,
non Io è per il clero. I preti sono chiaramente istruiti ad amministrare
Ia Comunione sulla mano, che a loro piaccia o no, gettando così
moltissimi preti in una agonizzante crisi dl coscienza.
In base al Magistero della Chiesa nessun prete può essere legittimamente
forzato ad amministrare Ia Comunione sulla mano. Dobbiamo pregare
affinché il maggior numero di preti abbia il coraggio dl salvaguardare
Ia riverenza dovuta a questo Sacramento e non venga intrappolato in una
falsa ubbidienza che fa sì che essi collaborino alla perdita dl
sacralità dl Cristo nell’Eucaristia. I preti devono trovare il coraggio
dl combattere questa nuova pratica che fa parte dell‘occulta strategia
dl protestantizzazione del Cattolicesimo. Ricordiamo infatti che Papa
Paolo VI, giustamente, predisse che Ia Comunione sulla mano avrebbe
portato all’irriverenza e alla profanazione dell’Eucaristia e ad una
graduale erosione della dottrina ortodossa.
Questo abuso illegittimo si è nel tempo ben radicato come “tradizione
locale”, così che anche Papa Giovanni Paolo II non ebbe successo nel suo
tentativo di frenare |’abuso. Nella sua Lettera Dominicae Cenae del 24
febbraio 1980, il Papa riaffermò infatti l’insegnamento della Chiesa che
toccare le Sacre Specie e amministrarLe con le proprie mani è
privilegio del consacrati. Ma, non si sa per quali motivi, questo
documento del 1980 non conteneva alcuna sanzione contro laici, sacerdoti
o vescovi che avessero ignorato Ia difesa dell’uso della Comunione
sulla lingua come voleva il Papa. Una legge senza una pena non è una
legge, diventa un mero suggerimento. Così iI documento dl Giovanni Paolo
II fu accolto da diversi membri del clero del paesi dell’Occidente come
un suggerimento, per lo più non apprezzato e purtroppo trascurato...
I contenuti di questa pagina sono tratti da:
LA STORIA DELLA COMUNIONE SULLA MANO
Cronistoria di un abuso liturgico filo-protestante: ecco come il nuovo modo della Comunione nelle mani si fece largo nella Chiesa
Don Marcello Stanzione, Presidente dell’Associazione ‘Milizia di San Michele Arcangelo
Cronistoria di un abuso liturgico filo-protestante: ecco come il nuovo modo della Comunione nelle mani si fece largo nella Chiesa
Don Marcello Stanzione, Presidente dell’Associazione ‘Milizia di San Michele Arcangelo
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