Cl, Meeting coi fichi secchi
Renzi non va a Rimini. E gli organizzatori si riciclano con i temi internazionali. Da Gaza all'Iraq. Attesi Squinzi, Marchionne e Guidi. Non Padoan. Lupi presenta l'intesa con Fs per le tratte negli aeroporti.
Cl
Quel poco che c'è di politica riguarda l'attività concreta del governo. Ci saranno alcuni ministri (Maurizio Martina, Stefania Giannini, Beatrice Lorenzin, Giuliano Poletti, Gianluca Galletti) i sindaci Pisapia, Nardella, Fassino e Tosi, il governatore della Lombardia Maroni. E qui ci si ferma. Il meeting mantiene invece una forte impronta «economica» (del resto Comunione e Liberazione ha una sua forte presenza nell'economia sociale) e il parterre, in questo caso, è di prima grandezza.
Hanno assicurato la loro presenze il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, l'ad di Enel Francesco Starace, il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. Ma la star dell'appuntamento sarà Sergio Marchionne, che chiuderà la sette giorni riminese con una lezione su «globalizzazione e competitività». In assenza dei leader politici avrà lui il compito di scaldare i cuori della platea ciellina. Nel 2011 c'era Napolitano, nel 2012 Monti, l'anno scorso Letta. Quest'anno il meeting di Cl, che comincia domenica prossima a Rimini, non ha più star della politica da offrire al suo pubblico. Per trovare un ministro o un parlamentare nel programma della kermesse di Comunione e Liberazione questa volta bisogna cercare con attenzione. La decisione del premier Renzi di non prendere parte all'incontro ciellino ha tolto al meeting un'importante attrazione ed ha posto il suggello a una scelta di tenere basso il profilo politico della manifestazione. Ai sette giorni riminesi non si farà vedere nessun leader politico, nemmeno quelli di area cattolica come Angelino Alfano o Pier Ferdinando Casini. Non ci saranno nemmeno figure di spicco del Pd e di Forza Italia. Eppure è passato solo un anno da quando Enrico letta inaugurava la manifestazione con accanto i ministri ciellini Maurizio Lupi e Mario Mauro tra gli applausi e i «vai Enrico, non mollare!» provenienti dal pubblico ciellino. Evidentemente il nuovo clima di netta separazione tra Chiesa e politica imposto dall'arrivo di Papa Francesco in Vaticano ha orientato anche il programma di Cl. Ma è anche evidente che la nuova classe dirigente renziana intende marcare la distanza dal mondo dei nipotini di Don Giussani. Si parlerà delle periferie del mondo (raccogliendo una sollecitazione del Papa ai fedeli), ci sarà un'attenzione particolare al tema del medio oriente (l'inaugurazione è affidata al Custode di Terrasanta Pizzaballa) ma la politica in senso stretto è ridotta all'osso. Persino il ministri ciellino Lupi non figura nel programma dei dibattiti: il ministro si limiterà a fare una conferenza stampa nel corso della settimana.
Giacomo Galeazzi |
VATICANISTA DE LA STAMPA
Cl, Renzi diserta: il Meeting vira sugli esteri
Renzi non va a Rimini. E gli organizzatori si riciclano con i temi internazionali. Da Gaza all'Iraq. Attesi Squinzi, Marchionne e Guidi. Non Padoan. Lupi presenta l'intesa con Fs per le tratte negli aeroporti.
APPUNTAMENTO
Senza premier è un Meeting un po' sottotono. Impossibile negarlo. Comunione liberazione ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco davanti al no di Matteo Renzi. Per il governo, a Rimini, è prevista la presenza di Giuliano Poletti e Federica Guidi, di Stefania Giannini, Maurizio Martina e Beatrice Lorenzin. C'è pure, immancabile, quello di Maurizio Lupi, pronto a presentare l'accordo tra governo e Ferrovie delle Stato per le nuove tratte negli aeroporti italiani. I nomi dei ministri di Lavoro, Sviluppo economico, Istruzione, Politiche agricole, Salute e Trasporti sono tutti nel cartellone dell'edizione 2014. Non quelli del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, né quello del Tesoro Pier Carlo Padoan.
APERTURA SULLA TERRA SANTA. Il governo manda una delegazione fortemente rappresentativa, ma lascia i pezzi più grossi a casa. E così, forse suo malgrado, Comunione liberazione allontana lo sguardo dall'Italia, e lo punta verso l'estero.
I grandi conflitti che stanno sconvolgendo il mondo sono al centro dei temi previsti dall'edizione 2014 del Meeting di Rimini (la 35esima nella storia del movimento di don Giussani), una rassegna decisamente meno incline alla politica interna rispetto al passato.
L'apertura del 24 agosto è assegnata al Custode di Terra Santa. Un chiaro segno dell'attenzione alla situazione in Medio Oriente e una rottura con la tradizione che voleva il primo intervento affidato a un esponente di vertice delle Istituzioni italiane.
GLI ORGANIZZATORI: «INTERESSATI ALL'ESTERO». Ma il popolo di Comunione liberazione difende la scelta «internazionale» del Meeting, dedicato quest'anno alle periferie del mondo. Nessuna polemica, nessun ripiegamento dalla politica, è stato spiegato: solo il desiderio di guardare al di fuori dell'orticello di casa.
«Non possiamo non guardare a quanto accade fuori dal nostro Paese ma non lontano dai nostri confini, dove si consumano tragedie rispetto alle quali non abbiamo il diritto di restare soltanto spettatori», ha detto Bernard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, riferendosi alla presenza meno rilevante rispetto alle precedenti edizioni della kermesse riminese di esponenti politici italiani.
«La politica? Mah, sarà pure importante. Ma a noi qui interessa fare più un'esperienza di vita. E la vita oggi mi pare più quello che succede in Medio Oriente o in Iraq che non le dichiarazioni e le promesse dei politici», ha detto Gregorio, un volontario di Genova.
ATTESE MIGLIAIA DI PERSONE. E il maltempo non sembra poter scoraggiare il popolo di Cl che anche nel 2014, come accade da 35 anni, si è dato appuntamento a Rimini, con migliaia di persone che, partecipando a una manifestazione che costa 7.157.400 euro, danno ossigeno alla stagione turistica falcidiata dal maltempo.
E prima dell'inizio del Meeting, con la Santa Messa del 24 mattina, la città ha in programma il proprio omaggio a don Luigi Giussani, il sacerdote fondatore di Comunione e liberazione, intitolandogli una rotonda nei pressi del nuovo Palacongressi. «Noi non relativizziamo i problemi e le grandi questioni del Paese», ha spiegato Scholz. «Tuttavia sono contento della particolare attenzione che il Meeting 2014 dedica alle emergenze del mondo. In ogni caso nella settimana riminese sono previsti diversi incontri su temi economici, sociali e ambientali con presenze qualificate e anche di esponenti delle Istituzioni» e della politica: oltre al gotha dell'economia italiana, protagonista delle fasi finali della kermesse riminese, con il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne.
APERTURA SULLA TERRA SANTA. Il governo manda una delegazione fortemente rappresentativa, ma lascia i pezzi più grossi a casa. E così, forse suo malgrado, Comunione liberazione allontana lo sguardo dall'Italia, e lo punta verso l'estero.
I grandi conflitti che stanno sconvolgendo il mondo sono al centro dei temi previsti dall'edizione 2014 del Meeting di Rimini (la 35esima nella storia del movimento di don Giussani), una rassegna decisamente meno incline alla politica interna rispetto al passato.
L'apertura del 24 agosto è assegnata al Custode di Terra Santa. Un chiaro segno dell'attenzione alla situazione in Medio Oriente e una rottura con la tradizione che voleva il primo intervento affidato a un esponente di vertice delle Istituzioni italiane.
GLI ORGANIZZATORI: «INTERESSATI ALL'ESTERO». Ma il popolo di Comunione liberazione difende la scelta «internazionale» del Meeting, dedicato quest'anno alle periferie del mondo. Nessuna polemica, nessun ripiegamento dalla politica, è stato spiegato: solo il desiderio di guardare al di fuori dell'orticello di casa.
«Non possiamo non guardare a quanto accade fuori dal nostro Paese ma non lontano dai nostri confini, dove si consumano tragedie rispetto alle quali non abbiamo il diritto di restare soltanto spettatori», ha detto Bernard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, riferendosi alla presenza meno rilevante rispetto alle precedenti edizioni della kermesse riminese di esponenti politici italiani.
«La politica? Mah, sarà pure importante. Ma a noi qui interessa fare più un'esperienza di vita. E la vita oggi mi pare più quello che succede in Medio Oriente o in Iraq che non le dichiarazioni e le promesse dei politici», ha detto Gregorio, un volontario di Genova.
ATTESE MIGLIAIA DI PERSONE. E il maltempo non sembra poter scoraggiare il popolo di Cl che anche nel 2014, come accade da 35 anni, si è dato appuntamento a Rimini, con migliaia di persone che, partecipando a una manifestazione che costa 7.157.400 euro, danno ossigeno alla stagione turistica falcidiata dal maltempo.
E prima dell'inizio del Meeting, con la Santa Messa del 24 mattina, la città ha in programma il proprio omaggio a don Luigi Giussani, il sacerdote fondatore di Comunione e liberazione, intitolandogli una rotonda nei pressi del nuovo Palacongressi. «Noi non relativizziamo i problemi e le grandi questioni del Paese», ha spiegato Scholz. «Tuttavia sono contento della particolare attenzione che il Meeting 2014 dedica alle emergenze del mondo. In ogni caso nella settimana riminese sono previsti diversi incontri su temi economici, sociali e ambientali con presenze qualificate e anche di esponenti delle Istituzioni» e della politica: oltre al gotha dell'economia italiana, protagonista delle fasi finali della kermesse riminese, con il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne.
RENZI NON VA AL MEETING DI RIMINI MA RILASCIA UNA MEGA INTERVISTA A ‘’TEMPI’’ IL GIORNALE DEI CIELLINI, QUINDI È COME SE CI FOSSERO ANDATO - E GLI ANNUNCIA PURE LA RIFORMA DELLA SCUOLA, DA SEMPRE A CUORE DI CL (E MENO MALE CHE DICE PURE DI ODIARE LE LOBBIES E I POTERI FORTI: E CIELLE ALLORA COS'È?)
“Bisogna togliere il paese dalle mani dei soliti noti, quelli che vanno in tutti i salotti buoni a concludere gli affari di un capitalismo di relazione ormai trito e ritrito. Questa è la rivoluzione culturale che serve all’Italia: spalancare le finestre e fare entrare aria nuova”…
«Bisogna togliere il paese dalle mani dei soliti noti, quelli che vanno in tutti i salotti buoni a concludere gli affari di un capitalismo di relazione ormai trito e ritrito. Questa è la rivoluzione culturale che serve all’Italia: spalancare le finestre e fare entrare aria nuova». Sono le parole di Matteo Renzi in una intervista a “Tempi”, di cui sono state diffuse alcune anticipazioni.
Capitolo 80 euro. Renzi conferma che il bonus resterà: «E spero di allargare la platea». «Vedo che ancora c’è chi ritiene che gli 80 euro mensili e per sempre a 11 milioni di persone non siano utili. Così come chi dice che tagliare l’Irap del 10 per cento alle imprese è troppo poco. Il solito vizio italiano. Certo, si può sempre fare di più, ma noi siamo i primi ad aver fatto il più imponente taglio strutturale delle tasse e la più grande operazione di redistribuzione della ricchezza e che sarà confermata anche nei prossimi anni. E spero allargata».
In tema economico il premier conferma l’impegno dell’Italia: «Noi manteniamo l’obiettivo del 3 per cento. E ciò accadrà anche se altri fossero costretti ad allontanarvisi. Tutto il resto mi pare forzato e prematuro. Quando poi sento parlare di aiuto esterno mi scappa da ridere. L’Italia - aggiunge - dà all’Europa più soldi di quelli che l’Europa dà all’Italia». Lo «Sblocca Italia» ha poi aggiunto il premier, mobilitando circa 43 miliardi di risorse, si occuperà anche «di efficienza energetica, reti digitali e semplificazioni burocratiche».
Sul futuro ruolo italiano all’interno dell’Ue: «Ci vuole lo spirito del maratoneta. Chiarezza sull’obiettivo finale e passo dopo passo si va avanti a viso aperto. Alla fine di questo percorso sono certo che l’Italia, grazie alle straordinarie qualità dei suoi cittadini, tornerà ad essere la guida, non il problema, dell’Europa».
Altro nodo da affrontare, la riforma della scuola: «Sulla scuola stiamo lavorando, e seriamente, con il ministro Giannini e con la sua squadra. E il 29 agosto presenteremo una riforma complessiva che, a differenza di altre occasioni, intende andare in direzione dei ragazzi, delle famiglie e del personale docente che è la negletta spina dorsale del nostro sistema educativo».
L’istruzione non è un problema, ribadisce il premier, ma «un asset strategico del nostro Paese, che va valorizzato e messo in sicurezza. In ogni caso - aggiunge Renzi - la sfida educativa è la mia priorità. Tra dieci anni l’Italia non sarà come l’avranno fatta i funzionari degli uffici studi delle banche o i politici di Montecitorio; l’Italia sarà come l’avranno fatta le maestre, i maestri, gli insegnanti».
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.