ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 20 agosto 2014

Sicuro che sia solo Islam..?

Perché sono scandalizzato  

Chi sono io per scandalizzarmi? Sono un semplice cattolico, un peccatore, che però è ancora in grado di intendere e di volere e anche di raggiungere un limite di pazienza. Sia detto col più assoluto rispetto per il Vicario di Cristo, ma le parole di Bergoglio sugli aggressori e su come fermarli, sono inaccettabili.

di Paolo Deotto

zzpparCi sono riflessioni che è meglio fare “a freddo”, per evitare toni polemici, spesso inutili, se non dannosi. Altri amici ben più capaci di me sono già intervenuti sulle sconcertanti iniziative “di pace” a cui abbiamo di recente assistito e a cui assisteremo. Dal famoso incontro di preghiera nei giardini vaticani (ai quali è seguita, impossibile non notarlo, una furiosa ripresa di ostilità nella striscia di Gaza… ), alla programmata “partita di calcio per la pace” è difficile capire dove stia dirigendosi una politica vaticana che non riesce a far nulla di concreto per la pace, ma in compenso riesce a seminare dubbi ed equivoci.
Ma parliamo delle parole pronunciate ieri nell’intervista in aereo da Bergoglio. Le conosciamo tutti.
Perché mi dichiaro scandalizzato?

Perché abbiamo una situazione spaventosa: un mondo islamico che getta la maschera, almeno per chi ancora credeva ingenuamente in questa maschera da Biancaneve che nascondeva le fattezze del lupo, e si scatena in una strage spaventosa. Il lupo non ha più alcun freno per sfogare il suo sanguinario istinto contro i cristiani. Le efferatezze che si consumano ogni giorno sono note a tutti. È nota a tutti anche la “reazione” occidentale, che per ora si è concretizzata in qualche missione di bombardamento ordinata da quel signore che per masochismo degli americani siede alla Casa Bianca, e che con l’occasione ha reso di nuovo attuale il dubbio sulla sua appartenenza o meno all’islam.
I demoni, che per l’occasione si chiamano “Isis”, sono armati e organizzati militarmente. Sarebbe interessante anche capire come abbiano fatto a raggiungere questa potenza; ma siamo anche sicuri che, volendolo realmente, l’Occidente avrebbe i mezzi per spazzarli via rapidamente.
Già, signori. Perché i delinquenti vanno spazzati via, non c’è altra soluzione. Troppe teorie fanno sì che la virtù del “porgere l’altra guancia” sia spostata sulla condizione di porgere l’altra guancia, purché si tratti della guancia altrui.
Perché mi dichiaro scandalizzato? Perché quando leggo su La Stampa che il Vescovo di Roma dice che “dove c’è un’aggressione ingiusta, soltanto posso dire che è lecito “fermare” l’aggressore ingiusto. Sottolineo il verbo “fermare”, non dico bombardare, fare la guerra, ma fermarlo. I mezzi con i quali si può fermare dovranno essere valutati. Fermare l’aggressore ingiusto è lecito. Ma dobbiamo avere memoria, quante volte sotto questa scusa di fermare l’aggressore ingiusto le potenze si sono impadronite dei popoli e hanno fatto la vera guerra di conquista. Una sola nazione non può giudicare come si ferma un aggressore ingiusto. Dopo la Seconda Guerra mondiale c’è stata l’idea della Nazioni Unite, là si deve discutere e dire: c’è un aggressore ingiusto? Sembra di si, e allora come lo fermiamo? Soltanto questo, niente di più”; quando leggo queste affermazioni, mi chiedo davvero: ma sono parole dette dopo un minimo di riflessione su ciò che si dice, o sono parole buttate lì, a casaccio? Di sicuro molto ben inquadrate in quel pacifismo che propone inutili e inaccettabili festival di parole, magari seguiti dall’invio di qualche contingente di “Caschi blu”, la cui perfetta inutilità è stata sperimentata fin troppe volte.
Mi dichiaro scandalizzato perché leggo che il Papa, che non ha forze militari, ma ha un’enorme influenza morale anche sul mondo non cattolico, si rimette al giudizio dell’Onu, al tempio di quel mondialismo che sta distruggendo il mondo. Da quando in qua il Vicario di Cristo rinuncia a formulare un giudizio e un’indicazione morale su un problema di così spaventosa portata, e “delega” le Nazioni Unite?
Nessuno ama la guerra, ma ci sono casi in cui è inevitabile, e ci sono casi in cui è anche giusta e lecita.
Mentre in Iraq si consumano le stragi, la proposta è quella di istituire qualche bel “tavolo” per decidere se l’aggressione è più o meno ingiusta (c’è ancora qualche dubbio?) e poi decidere se e come agire per fermarla. Nel frattempo gli aggressori sanguinari potranno agire come vogliono. Gli altri, i fuggitivi, i cristiani, sono liberi di farsi sgozzare, crocefiggere, decapitare, seppellire vivi. Staremo a vedere se con queste impostazioni ci sarà ancora qualcuno vivo per gioire di una splendida iniziativa come la partita di calcio per la pace.
Non mi soffermo nemmeno su un seguito di altre affermazioni ad alta quota, intrise di quello strano ecumenismo che sempre più sembra scivolare nel sincretismo. Per scandalizzarmi mi basta questo atteggiamento assurdo verso una strage continua, queste affermazioni che suonano – mi sia consentito – come una mancanza di rispetto per le terribili sofferenze delle vittime.
Diamo dunque incarico all’Onu per aprire una bella discussione, magari preceduta da una seduta del Consiglio di sicurezza. Alla fine si potrà redigere un bel documento di condanna contro tutte le violenze. Ma a quel punto le violenze saranno cessate, perché saranno finite le vittime. Tutti morti. In attesa che la ferocia islamica si scateni in altre parti del mondo, rassicurata anche dal fatto che la Chiesa ha rinunciato al suo ruolo di guida morale e lo ha delegato all’Onu.
Scusate, ma a questo punto è così strano essere scandalizzati?

-  di Paolo Deotto


Redazione
http://www.riscossacristiana.it/perche-sono-scandalizzato-di-paolo-deotto/


CHE COS'E' QUESTA TERZA GUERRA MONDIALE...
Papa_Francesco
DI HS
comedonchisciotte.org
La premessa

"Il ritmo generale del cambiamento ci sommerge. In ogni paese coloro che non sono in grado di comprendere il nuovo mondo, di adattarsi alla sua dinamica, diverranno i nemici violenti dei loro governi, dei loro vicini più fortunati e, in ultima istanza, degli Stati Uniti. Stiamo entrando in un nuovo secolo americano nel corso del quale diverremo ancora più ricchi, ancora più preponderanti dal punto di vista culturale e sempre più potenti. Susciteremo odi senza precedenti Non ci sarà la pace. Il ruolo che dovranno svolgere le forze armate americane sarà quello di rendere il mondo un luogo sicuro per la nostra economia. Per ottenere simili risultati ci toccherà assumerci la responsabilità fi un certo numero di massacri. Stiamo costruendo un sistema militare in grado di realizzare questi massacri."
Generale Ralph Peters
in un articolo dell'estate 1997 su "Parameters", trimestrale dello US Army Ar College


Mille e non più mille... E quando si "sfora"...
Nonostante non sia propriamente devoto e, nel mio intimo, coltivi una sorta di sano agnosticismo, non posso nascondere la mia personale "simpatia" per il nuovo Pontefice che, chiamato all'arduo e difficile compito di rinnovare un'istituzione religiosa millenaria gravemente scossa da scandali come quello della diffusione della pedofilia nel clero e quello della disinvolta gestione dello IOR, la tristemente nota "Banca vaticana", sta tentando di riportare al Chiesa allo spirito originario, più compatibile all'orientamento conciliarista voluto da Papa Giovanni XXIII, sia con atti simbolici che concreti. Si diceva, un compito non invidiabile che, però, Papa Bergoglio, dopo appena un anno di pontificato, sta svolgendo in maniera eccelsa, cercando di depurare i precetti della Chiesa dal desueto dogmatismo in materia di vita privata e sessuale – si veda il mutato atteggiamento nei confronti dell'omosessualità – e riportando al centro le tematiche relative alla sfera sociale. Inoltre credo non si possa eccepire sulla sua sincerità nell'operato ancor più gravoso a favore della pace, come ha testimoniato l'appello e la chiamata delle maggiori autorità religiose in Terrasanta e dei vertici statuali e amministrativi di Israele e della ANP.

Devo quindi confessare che l'attuale intervento di Papa Bergoglio sulla proliferazione di guerre e conflitti in tutto il pianeta, mi ha lasciato un senso di amarezza e delusione, come se, il Pontefice avesse lasciato in sospeso un discorso che, nelle sue premesse, avrebbe meritato le ovvie e consequenziali conclusioni... Tuttavia bisogna tenere conto della sua delicata posizione che, oltre a incarnare un universo etico e morale, riveste anche una dimensione politica e diplomatica che non può non trascurare le implicazioni immediate e concrete di ogni gesto e di ogni parola.

Ma, vediamo quel che ha manifestato più o meno chiaramente Papa Bergoglio...

Innanzitutto ha esordito con quel che un pugno di analisti, giornalisti e commentatori suole ripetere da ben più lungo tempo, sostenendo che, sia pure "a pezzi", è in corso una "Terza Guerra Mondiale" senza tuttavia precisare chi sono i contendenti di questo conflitto che si sviluppa per "germinazione". E, infatti, a scorrere le carte geografiche, ci si avvede che i focolai di guerra e conflitto sono molteplici e presenti in pressochè tutti i continenti esistenti. La guerra è rientrata dalla porta principale in Europa con il conflitto ucraino, mentre in Medio Oriente non è mai cessata e, anzi, assume forme sempre più cruente e brutali... Gaza, Iraq, Siria, Libia, senza dimenticare l'instabilità dell'Egitto e la situazione a dir poco problematica di un paese devastato come l'Afghanistan. L'Africa è da sempre il teatro di "conflitti locali" di inaudita violenza – si pensi, innanzitutto, alla Nigeria, alla Somalia, al Congo, ecc... - mentre l'Estremo Oriente promette scintille da non sottovalutare per la presenza di un colosso economico e militare come la Cina e per l'annosa questione "coreana". Anche nei periodi più oscuri della "Guerra Fredda" – quando i conflitti delle superpotenze o grandi potenze venivano combattute per procura – non si è forse mai visto un tale florilegio assortito di bellicismo, inoltre i confini territoriali entro cui si affrontavano gli eserciti regolari o irregolari erano ben tracciati e definiti. Sicuramente i processi di "globalizzazione" – e, qui, bisognerebbe intendersi sul significato di questa parola – hanno accentuato anche la concatenazione dei conflitti, senza soluzione di continuità. Eppure, guardando più freddamente e in maniera distaccata i fatti più recenti, è veramente difficoltoso stabilire un nesso, una relazione fra i vari teatri di guerra. Che cosa li accomuna ? Che cosa li "avvicina" ?
Porto un grande rispetto per il clero e i dottori della Chiesa, perchè, aldi là dei consueti pregiudizi, sono ancora le persone più acculturate, molto più acculturate di leader politici e capi di Stato che, nella loro infinita ignoranza delle cose del mondo, si sono rifugiati nelle alchimie dell'economia e della finanza, lasciate alle cure di chi se ne intende. Se Papa Bergoglio ha usato quell'espressione – Terza Guerra Mondiale – lo ha fatto con cognizione di causa: operano soggetti presenti in tutti – o quasi tutti – i conflitti, forse anche per interposta persona.

Proseguiamo...

In quanto massima autorità della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana, il Pontefice non può chiudere gli occhi di fronte ai barbari eccidi, ai massacri e alle brutalità perpetrate nei confronti delle popolazioni cristiane, soprattutto in Medio Oriente e in Africa. La più recente tragedia nelle regioni Settentrionali dell'Iraq, con l'inarrestabile avanzata del sedicente Califfato Islamico dell'Iraq e del Levante, non poteva rimanere inosservata e non poteva essere taciuta dal Papa. Da giorni sono giunte notizie inenarrabili sulle conseguenze delle conquiste del Califfato e sulle persecuzioni e atrocità patite dai cristiani, dagli yazidi e dagli stessi musulmani che, evidentemente, non rispondono a determinati criteri di "purezza". Così Papa Bergoglio ha espresso il chiaro invito a fermare "l'aggressore brutale e ingiusto" con i mezzi più adeguati. Una giustificazione non molto ortodossa – secondo la dottrina cattolica – di un'eventuale "guerra giusta o umanitaria" ? La legittimazione morale di un nuovo conflitto che mal si concilia con il più volte sbandierato "pacifismo cattolico" ? Non sembra, perchè, immediatamente, affonda una stoccata agli americani e ai loro alleati – "non si ferma bombardando" – rivendicando l'utilità di altri più efficaci strumenti, presumibilmente diplomatici. Memore forse della posizione del sofferente Papa Giovanni Paolo II nei confronti dell'imminente intervento militare angloamericano in Iraq (2003), invoca ora un'azione e risoluzione dell'ONU. Sicuramente la posizione del Pontefice è dettata dalla dottrina e dai principi morali, ma rivela una certa debolezza e inconsistenza... Innanzitutto, se è vero che l'avanzata del Califfato non si arresta semplicemente con i bombardamenti, l'invocazione della diplomazia appare semplicistico e diffcilmente può essere risolutivo. Tanto più che i guerriglieri del Califfato non sono noti per le loro capacità di ascolto e di comunicazione, ma non si sa mai... Per quel che riguarda l'ONU – troppo spesso è stato evocato come il "feticcio" che può risolvere e comporre controversie internazionali e conflitti, ma questa istituzione transnazionale – lungi dall'essere il vero e proprio "governo del mondo" – come vorrebbero molti fautori di una "globalizzazione democratica" – non è che lo specchio degli interessi e delle volontà delle cancellerie delle principali potenze mondiali sul panorama della politica internazionale. E che, in ultima istanza, contino soprattutto le voci delle grandi potenze del globo, è dimostrato dalla conservazione di un autentico privilegio come il "diritto di veto" riservato ai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, ovvero USA, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, vincitori della Seconda Guerra Mondiale. Inoltre è anche successo che autentiche operazioni belliche in grade stile venissero avallate, approvate e ratificate – anche ex post – dagli organismi dell'ONU. Valga per tutte, la "guerra lampo" in Afghanistan a ridosso dell'11 settembre...

In definitiva si ha l'impressione che, nel discorso del Papa, permanga una coltre di "non detto", di "dichiarato anche allusivamente, ma poi lasciato cadere...

Allora ripartiamo dall'Iraq, l'autentica culla dell'umana civiltà...

Dove affonda la civiltà, la civiltà affonda...

Per amor di Dio sgombriamo...

Sgombriamo il campo della discussione da qualunque pregiudiziale antiamericana, antisionista o antieuopea, in modo da eludere le gratuite e interessate accuse di essere "traditori dell'Occidente" o, peggio, di antisemitismo e, addirittura, di nazismo più o meno dichiarato...

Per favore dimenticate le parole di quel generale citato in premessa e immergiamoci nel contesto di guerra "civile" iraqena...

Riprendiamo la trattazione in maniera socratica, da ignoranti in cerca di risposte alle domande più ovvie e sensate...

HS
20.08.2014

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