ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 7 agosto 2014

Viva chi?

Papa volgare… decalogo volgare

In questo lungo tratto di pontificato del Papa venuto da (o per) la fine del mondo, abbiamo avuto modo di apprezzare la pochezza di questo gesuita che non fa onore al grande Santo di Loyola. Ma ciò che continua a colpire è il fatto che egli riesca sempre meglio a sorprendere, passando da un’affermazione scomposta e anticattolica ad un’altra sgangherata e sovversiva. Non che al peggio ci sia mai fine, ma quanto meno alla decenza ci dovrebbe essere un limite.


Il 7 luglio scorso, papa Bergoglio ha rilasciato un’intervista ad un giornale argentino, pubblicata sul n° del 27 luglio della rivista domenicale “Viva”, che fa parte del “Gruppo Clarin”.
Nessuna meraviglia che questo gruppo sia la versione argentina dell’italiano “Gruppo Editoriale L’Espresso” che pubblica La Repubblica. Evidentemente papa Bergoglio ci tiene ai suoi legami stretti con la stampa sovversiva e anticattolica.

In questa intervista, si trova un illuminante decalogo “per la felicità e la pace”, proposto da papa Bergoglio forse a complemento del “Decalogo” dettato da Dio. È inevitabile pensare che papa Bergoglio sia convinto che i Dieci Comandamenti non siano più sufficienti per l’evolutissimo uomo moderno, ed eccolo quindi pronto a “completarli”… bontà sua!

Questo esilarante e volgare decalogo è stato ripreso dai giornali cattolici con le lodi di prammatica, come se pochezze del genere non le avessimo mai ascoltare o lette fino alla stanchezza.

La prima raccomandazione è: “Vivi e lascia vivere è il primo passo per la felicità.
A sostegno della quale, come si può ascoltare dal video pubblicato da “Clarin”, papa Bergoglio cita un detto romanesco che presenta così: “Vai avanti e lascia che la gente vada avanti”.
In quanto a saggezza, non s’era mai sentito niente di così profondo e di così edificante! Meno male che oggi finalmente, dopo migliaia di anni, abbiamo papa Bergoglio che ci illumina!
Se non fosse tragico, ci sarebbe da ridere a crepapelle. Ma è tragico ed estremamente pericoloso: tragico lo stato in cui s’è ridotto l’insegnamento cattolico, e pericoloso un personaggio così che il Signore permette che sieda sul Soglio Pontificio per mettere alla prova i suoi veri fedeli.

A parte la battuta da quattro soldi, che non ha niente a che vedere con la religione cattolica, quello che colpisce è che ancora una volta si tratta della versione bergogliana degli anticattolici suggerimenti del mondo. Questa volta del noto adagio moderno che i Francesi esprimono così:laissez faire, laissez passer, cioè: lascia fare, lascia passare. Adagio tutto fondato sulla concezione immanentista di un mondo che comunque vada, andrebbe bene: soprattutto se a priori si prescinde da Dio. L’adagio di un’umanità ormai votata alla mera sopravvivenza, per se stessa supposta appagante, e che genera e giustifica il lassismo moderno e le moderne pretese di libertà di cattivo comportamento morale e di licenza del vizio.
Ecco il nuovo insegnamento di questo nuovo “papa” che prima di essere al servizio del mondo e della sovversione è succubo della sua incredibile incoscienza.
Ma chi lo ha fatto Papa?

Proprio su questa battuta da quattro soldi, l’amico Alejandro Sosa Laprida ci ha segnalato un racconto della beata Anna Caterina Emmerich (1774-1824) che descrive una delle sue visioni (AA. II. 488):


Vidi in una città, una riunione di ecclesiastici, di laici e di donne, che erano seduti insieme a mangiare e a fare scherzi frivoli, e sopra di loro una nuvola nera che scorreva su un piano immerso nell’oscurità. In mezzo a questa nebbia, vidi Satana seduto in una forma orribile e, intorno a lui tanti accompagnatori per quante persone c’erano nella riunione che si teneva sotto. Tutti questi spiriti malvagi erano continuamente in movimento e occupati a spingere il male in questa riunione di persone. Parlavano loro all’orecchio e agivano su di esse in tutti i modi possibili. Queste persone erano in uno stato di eccitazione sessuale molto pericoloso, e occupate in conversazioni oziose e provocanti. Gli ecclesiastici erano di quelli che avevano come principio: «Vivi e lascia vivere. Nella nostra epoca non bisogna restare da parte, né essere misantropi, bisogna gioire con chi gioisce».

A suo modo, e in maniera sintetica, il racconto di questa visione calza così perfettamente a papa Bergoglio e alle sue supposte raccomandazioni che ogni possibile accostamento tra ciò che lui dice e ciò che suggerisce il demonio è del tutto superfluo: chiunque capisce che ormai è tutto detto.

La seconda raccomandazione è: “Darsi agli altri per non fare addormentare il cuore. Perché è così che si evita di diventare egoisti e di ristagnare come l’acqua che alla fine diventa putrida.

Ora, quel “darsi agli altri” potrebbe indurre in errore qualcuno dei cattolici che ricordano il comando di Gesù di amare il prossimo, ma è proprio in relazione a quello che dice Nostro Signore: Amerai il prossimo tuo come te stesso (Mt. 22, 39), che questa raccomandazione di papa Bergoglio mostra tutta la sua perniciosità.
Amare il prossimo come se stessi, cioè volere per il prossimo ciò che si vuole per se stessi: la salvezza eterna, è cosa molto diversa dal “darsi agli altri”. Intanto perché è equivoco il verbo “darsi”, come se ogni cristiano dovesse consegnarsi ad un altro cristiano; poi perché è stolto darsi a chiunque in maniera indiscriminata, perché è proprio questo “darsi” senza discernimento che porta a dar valore all’uomo carnale com’esso è; infine perché non si può dare ad altri ciò che non si ha, tanto è vero che il fedele di Cristo può offrire al suo prossimo solo l’amore e l’ubbidienza a Cristo, ma prima deve averli per séAmerai il prossimo tuo come te stesso.
Il monito circa l’egoismo e l’acqua stagnante che imputridisce, è un motivo ricorrente in papa Bergoglio, basta ricordare la sua avversione per la vita contemplativa che secondo lui non sarebbe feconda. Questo aiuta a capire come questa sua pretesa raccomandazione, in realtà, guardi alla vita terrena e non alla vita eterna, ed è quindi ben distante dall’insegnamento di Gesù.

La terza raccomandazione è: “Muoversi con benevolenza e umiltà, lentamente, tra le persone e le situazioni”. 
Perla di saggezza che papa Bergoglio, che ama sfoggiare la sua preparazione “popolaresca”, fa scaturire da un riferimento ad un’opera “gaucha” di tale Güiraldes, dove si paragona la giovinezza al torrente in pieno movimento e la vecchiaia al suo scorrere quieto.
Stranamente, in questo caso, l’acqua ferma e stagnante della vecchiaia non sarebbe più foriera di putrefazione, ma di saggezza; e qui papa Bergoglio richiama la saggezza degli anziani, che sono “la saggezza e la memoria del popolo”. Richiamo che in fondo è fondato, ma che mal si concilia con la “benevolenza e umiltà” dell’inizio, perché è proprio della saggezza della vecchiaia consigliare e redarguire sulla base del discrimine tra il bene e il male, con dolcezza, certo, ma con la determinazione e la durezza necessarie a fuggire e a condannare ogni male, “tra le persone e le situazioni”.

La quarta raccomandazione è: “Salvaguardare il tempo libero, curando ‘una sana cultura dell’ozio’”.
Cosa ben detta, soprattutto con i richiami avanzati circa la deleteria diffusione del consumismo e della televisione e circa la necessità di curare la crescita e l’educazione dei figli. Cose che, però, non attengono tanto alla “sana cultura dell’ozio”, quanto alla “sana cultura cattolica”, di cui non si trova traccia in questa intervista.

La quinta raccomandazione è: “Trascorrere la domenica in famiglia, perché la Domenica è un giorno per la famiglia.

Anche qui, a fronte di un richiamo corretto, sta l’assenza del richiamo alla necessità di santificare la Domenica – il Dies Dominici – il giorno del Signore. È questo primario comandamento che regge il dovere di dedicare la Domenica alla famiglia, che è il prossimo più prossimo; in rinnovata aderenza al comandamento Amerai il prossimo tuo come te stesso. Senza il presupposto della santificazione della Domenica, resta solo la riunione in famiglia, magari per una scampagnata fuori porta o una scappata al mare, dove non c’è neanche una chiesa.

La sesta raccomandazione è: “Aiutare i giovani ad avere un lavoro, attivandoci in modo creativo. Pena il diffondersi tra loro del suicidio e della droga.

Non vogliamo infierire, ma ci chiediamo se questo è un discorso serio in bocca ad un papa. Non che non sia una raccomandazione opportuna, ma dimenticarsi di ricordare che dalla droga e dalla tentazione al suicidio si sta lontani non perché si ha un lavoro, ma perché si ha innanzi tutto timore di Dio, significa capovolgere la realtà oggettiva e mettere l’uomo con i suoi bisogni terreni al posto di Dio.

La settima raccomandazione è: “Prendersi cura della creazione, amare la natura.
Questa raccomandazione abbastanza alla moda, che, a quanto si vocifera, potrebbe essere l’oggetto di una prossima enciclica papale, fa pensare alla mania tutta moderna dell’ecologismo a tutti i costi, lo stesso che va di pari passo, col finanziamento dei centri di potere interessati, con l’eugenetica, l’aborto di massa e il controllo “scientifico” delle nascite.
Non v’è dubbio che qui papa Bergoglio non intenda riferirsi a queste cose connesse, ma non rendersi conto di collocarsi sulla stessa lunghezza d’onda dei fautori del Nuovo Ordine Mondiale, è cosa che si rivela tanto più colpevole per quanto più inavvertita o incosciente.
Papa Bergoglio dimentica che l’uomo preposto alla cura del creato, a suo tempo decise liberamente di rinunciarci, dandosi alla cura di se stesso e coinvolgendo nella sua colpa verso Dio tutta l’umanità futura, fino alla fine del mondo. Così come papa Bergoglio dimentica le parole di San Paolo che fa notare come sia la redenzione dell’uomo a riscattare con essa la stessa creazione che geme e soffre (Cfr. Rm. 8, 19-22).
Ancora una volta, qui ci si appella all’uomo, secondo le mode correnti, e ci si dimentica del primario ricorso a Dio, senza il quale l’uomo può fare solo disastri.

L’ottava raccomandazione è: “Dimenticare rapidamente le cose negative.
“La necessità di parlar male dell’altro indica una bassa autostima. Vale a dire: io mi sento così in basso che anziché salire abbasso l’altro.” – dice papa Bergoglio.

C’è un vecchio detto popolare che dice: “Fai bene e scórdalo, fai male e pénsaci”. Forse papa Bergoglio non lo conosce, perché altrimenti saprebbe che la tradizionale saggezza popolare cattolica ha cresciuto intere generazioni alla luce del perseguimento del bene e del rifiuto del male ovunque esso si annidi e comunque si presenti. Così che la necessità di combattere il male ha sempre comportato l’obbligo di indicarlo quand’esso si trova nell’“altro”, senza remore e senza ipocrisia, soprattutto per il bene dell’“altro”. Dimenticarsi di redarguire chi si comporta male, sia esso il figlio, o l’amico, o il prossimo, non significa rispettare l’“altro”, ma volere il male dell’“altro”.

La nona raccomandazione è: “Rispettare il pensiero degli altri, senza proselitismo religioso.”
E papa Bergoglio precisa: “Possiamo stimolare l’altro con la testimonianza, perché si cresca entrambi in quella comunicazione, ma la cosa peggiore che ci possa essere è il proselitismo religioso, che paralizza: ‘Io dialogo con te per convincerti’, no. Ciascuno dialoga partendo dalla propria identità. La Chiesa cresce per attrazione, non per proselitismo”.

Potremmo dilungarci su questa ridicola pretesa di papa Bergoglio, ma non lo facciamo perché in questi mesi abbiamo avuto modo di stigmatizzare, noi ed altri, l’evidente inconsistenza di questo suo convincimento. Ricordiamo solo che tale asserzione (‘Io dialogo con te per convincerti’, no!), prima di essere stupida dal punto di vista della semplice logica umana, è in aperto contrasto col comandamento di Dio (andate, predicare e battezzate! – Mt. 28, 19-20;Mc. 16, 15-16; Lc. 24, 47).
Qui, papa Bergoglio, non solo viene meno ad un altro comando di Nostro Signore (tu conferma i tuoi fratelli – Lc. 22, 32), ma lo contraddice, insegnando l’esatto contrario di quanto insegnato da Cristo e rendendo attuale, per la perdizione delle anime, un altro monito che Nostro Signore rivolse a Pietro, il primo Papa: “Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!”, Mt. 16, 23.

Quando ci si convincerà che oggi stiamo vivendo il dramma di un papa che ha ormai voltato le spalle al Vangelo, forse molti cattolici si decideranno ad ubbidire a Dio piuttosto che all’uomo Bergoglio, posto sul Soglio per mettere alla prova la Fede dei veri seguaci di Cristo.

La decima raccomandazione à: “Cercare attivamente la pace.
“Stiamo vivendo in un’epoca con molte guerre. … La guerra distrugge, e la richiesta della pace va gridata. La pace a volte dà l’idea di quiete, ma non è mai quiete, è sempre una pace attiva” – dice papa Bergoglio.

Confermando che anche qui la sua idea della pace è ben lungi da quella data da Cristo (Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi – Gv. 14, 27).
La ricerca della pace in terra, pur con la sua giustificazione umana, non può prescindere dalla preventiva adesione a Cristo, che è il Re della Pace. Questo significa che se una pace sarà possibile nel mondo è perché il mondo, preventivamente, ha aderito a Cristo. Ma di questo non v’è traccia nelle raccomandazioni di papa Bergoglio, anzi, alla luce della nona raccomandazione, l’unica cosa possibile, secondo i suoi auspici, è il trionfo della divisione e del rifiuto di Cristo.

Per finire, facciamo notare, se ce ne fosse bisogno, che, in questa sorta di complemento del “Decalogo di Dio”, che si distribuisce in un’intervista che dura 77 minuti, Dio è nominato solo tre volte: a proposito della natura e citando il titolo di un libro. Come dire che papa Bergoglio è passato dal Decalogo di Dio al decalogo senza Dio.

Potrebbe sembrare stupefacente, nella bocca di colui che dovrebbe essere il Vicario di Cristo, ma si dimostra del tutto coerente se ci si ricorda che è proprio papa Bergoglio a rifiutare questo appellativo. Evidentemente non per un vezzo estetico, ma per il profondo convincimento che lui è giunto a Roma dalla fine del mondo per condurre la Chiesa verso la fine del mondo; e il modo più sicuro per far questo è abbandonare la funzione di baluardo della Fede e assumere quella di esaltatore del mondo.

Verranno tempi! Ha detto il Signore. E forse i tempi sono già i nostri, dove verranno ingannati anche gli eletti, se possibile, e verranno meglio ingannati dai lupi travestiti da pastori della Chiesa, per mettere alla prova i veri seguaci di Cristo.
di Belvecchio

La papolatria che diventa blasfemia

di Fra' Girolamo
"Una Madonna sul carro, con magnifici ornamenti". Questa la visione che avrebbe avuto subito dopo l'elezione di Papa Bergoglio mons. Guillermo Karcher, il cerimoniere pontificio che ha porto il microfono al neoeletto in quel fatidico 13 marzo 2013. E' quanto egli stesso dichiara in un'intervista rilasciata per il settimanale "Il mio Papa" nel numero uscito il 6 agosto c.a. Il monsignore argentino continua affermando di aver subito capito "che attorno a Francesco c'è un'aura divina che m'impone il massimo rispetto, m'impedisce quasi di avvicinarmi, devo tenermi a distanza". Ovviamente questo è il pezzo forte del colloquio, che per il resto si dilunga nelle solite banalità adulatorie verso Papa Francesco che, pare di capire, è già santo senza bisogno di istruire alcun processo canonico: anzi, forse la canonizzazione avverrà già in vita. Del resto, è (quasi) normale che in una rivista nata proprio dall'adorazione personalistica verso il nuovo Vescovo di Roma, giunto dalla fine del mondo, si usino termini lusinghieri, sdolcinati e semplicistici. Non dimentichiamoci che la casalinga di Voghera, così come quella di Canicattì, vogliono sentirsi dire questo.
Però non si può giocare in tal modo con la fede dei semplici. Non si può abusare della credulità della gente. E' inaccettabile sostenere a mezzo stampa di aver avuto la visione di "una" Madonna (noi sapevamo peraltro che la Beata Vergine Maria fosse solo una e che non ce ne fossero diverse), per dare il sigillo dell'infallibilità ad ogni gesto, ogni azione e ogni iniziativa del Papa. Suvvia, questa è blasfemia! Anche qualora si fosse oggetto di apparizioni mistiche, non lo si andrebbe certo a riferire ad una rivistina ridicola come "Il mio Papa". Qui c'è di mezzo il sacro, non si scherza! Che poi il protagonista di simili scempiaggini sia un monsignore è ancora più grave. E' vero che oggi siamo abituati a tutto, che non ci stupiamo più di nulla e che sappiamo bene qual è il livello morale, culturale e umano di molti prelati, ma non si può tollerare ogni sciocchezza senza fiatare. La papolatria dilagante, già di per sé gravissima e senza dubbio non cattolica, deve fermarsi entro dati confini. Quando si arriva a strumentalizzare volutamente la Madonna per giustificare qualsiasi scelta pontificia, oppure per farsi pubblicità, allora vuol dire che la fede s'è persa. Se non si ha più rispetto per le res divinae, è meglio per tutti andarsene a casa. Ormai non se ne può più. Da un anno e mezzo, assistiamo da parte dei mass media e di buona parte degli intellettuali cattolici "irreggimentati" ad una vera e propria divinizzazione di Papa Francesco. Se si soffia il naso è simpatico, bravo e innovativo; se si gratta la testa, pure; se bacia un bambino, anche; se saluta la folla, idem. Fortunato Jorge Mario Bergoglio: tutto quel che fa è circondato da un'aura divina. Non quella che dovrebbe riguardare il Papato in quanto tale (il Papa è Vicario di Cristo e Successore di S. Pietro, noi cattolici antiquati ancora ci crediamo), bensì la stessa che avvolge i divi mondani del cinema o della musica. Con l'aggravante, lo ripetiamo, che a mettere in piedi questa sceneggiata sono proprio gli ecclesiastici, i quali a Dio non ci credono più e pertanto ripiegano su divinità umane.
Per sottolineare ancora di più l'eccezionalità sovrumana di Bergoglio, poi, mons. Karcher racconta anche un altro episodio. Ricordate quando il Papa, in una delle sue prime udienze, scese dalla macchina in Piazza S. Pietro per baciare un bambino paraplegico? Il veggente vaticano, ormai in visibilio e, come trafitto da un dardo infuocato, preso da una bruciante passione per il suo Papa argentino, così racconta: "Gli ho chiesto come facesse a sapere che quel malato fosse proprio lì, in mezzo a tutta quella gente: 'Lo sento', è stata la sua risposta". Non solo in Vaticano c'è un testimone di mariofanie, ma abbiamo anche un Papa sensitivo e carismatico! Avete capito bene a che punto siamo arrivati? Ovviamente i normalisti diranno che noi siamo offensivi nei confronti del Santo Padre, perché non lo rispettiamo. Ma la realtà è che noi siamo i migliori amici del Papa. Quel che occorre a Francesco, infatti, è il binomio preghiera e critica costruttiva. Se commette degli errori palesi, i veri amici glielo devono far notare, per il bene della Chiesa. Che poi lui ascolti o meno è un  altro paio di maniche.
 Noi preferiamo sempre la schiettezza amorevole e rispettosa, seppur dura, di S. Paolo o Girolamo Savonarola, alla piaggeria di un Introvigne o di un monsignore anonimo del Vaticano. Abbiamo più ammirazione per Dante Alighieri, che, in pieno Medioevo, non aveva paura (né fu mai punito per questo) di mettere Papi nel suo Inferno, ai bigotti fideisti di oggi. Preferiamo Santa Caterina da Siena ai cortigiani pontifici, quei cortigiani che, a quanto pare, non dovrebbero piacere nemmeno a Bergoglio, stando almeno alle sue interviste. Arrampicarsi sugli specchi per difendere l'indifendibile o inventarsi visioni per dare un'immagine sacrale che, purtroppo, non esiste sono peccati belli e buoni. Si ricordi, il caro Karcher che Deus non irrideturTra tutte le apparizioni della Madonna riconosciute dalla Chiesa, quelle di Fatima ci sembrano di particolare importanza per i nostri tempi. La Bella Donna mostratasi ai veggenti ha chiesto preghiera e penitenza anche per il Santo Padre. Di questo ha bisogno il Papa, non delle nostre visioni stravaganti.

3 commenti:

  1. no..purtroppo, ci sarà anche il dessert e poi l'indigestione!

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  2. Questo Papa è qui per confermarci nella fede vera, che deriva dal fatto di prendere atto dei suoi comportamenti bizzarri e sempre più verso la deriva protestante...dobbiamo resistere come piccolo gregge, pregare comunque per lui perchè il Signore lo porti verso la fede vera e noi tutti continuiamo a resistere saldi nella fede! Sursum corda!

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