Una modesta proposta (pastorale)
Volete l’eucarestia? Volete educare i figli a Dio, amare il vostro secondo marito? Se è volontà autentica, ho la soluzione. Sessione penitenziale e castità: il matrimonio in coscienza e pratica è finito
Foto LaPresse
Io una “modesta proposta” ce l’avrei. Siccome Francesco mi piace, sebbene piaccia troppo a quelli che non mi piacciono, e vogliono un cristianesimo privo della benché minima conseguenza di vita e di pensiero, gliela passo con deferenza. La mia proposta piccolo-swiftiana risolve i seguenti problemi, a fil di logica e di spirito: non introduce il divorzio sacramentale nella chiesa (ciò che perfino il nostro amico cardinale Kasper ha escluso), consente – salva la dottrina e salva la parola evangelica – di disciplinare in modo ragionevole e cristiano il fenomeno moderno, indotto dal mondo secolare desiderante, della dissoluzione della famiglia e dei numerosi fallimenti del matrimonio cristiano, inoltre è un viatico anche per il governo pastorale di altri tipi di unione, per esempio quelle monosessuali. Il Cretino Teologico Collettivo dirà che si tratta di una proposta sessuofobica, e sia pure: il sesso mette paura, se scatenato e istituzionalizzato nei sacramenti, invece che praticato come trasgressione peccaminosa e confessato a un prete (sempre che si stia parlando di credenti o fedeli della santa madre chiesa). Sono sessuofobo.
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A meno che. Tutto il sinodo straordinario di questo ottobre e quello ordinario, fino (tra un anno e passa) all’esortazione apostolica di Francesco che deve fare da culmine alla discussione episcopale, quando Roma locuta, e non c’è più altro da aggiungere, la questione disputata è risolta per sempre, tutto si gioca su questo “a meno che”. Il tuo pastore indice una sessione penitenziale straordinaria per te e per il nuovo compagno di vita matrimoniale che ti sei scelto/a, fissando l’unione sacrilega con rito civile. Al termine della sessione, dopo audizioni con il vescovo diocesano, si stabilisce, in coscienza e pena il fulmine della giustizia sul peccato contro lo spirito e il sacramento della penitenza, che il matrimonio è cessato in quanto matrimonio. Si educano i figli. Si convive senza dare scandalo. Si è radicalmente casti. Quello che fu un matrimonio in peccato mortale diventa, per dirla con il cardinale Kasper, una piccola “chiesa domestica”. Un luogo di socializzazione in cui l’amore, se è amore illuminato dalla fede e dal bisogno della gratuita ma non innocua misericordia di Dio, si manifesta come pudore, come rinuncia carnale, come altare e pratica di socialità finché morte non ne separi.
Il sesso, per dirla con linguaggio scurrile, ché preferisco amore e piacere carnale, è strumento poderoso di vita e di coesione se e quando sia illuminato dalla fede, dalla fiducia nell’altro, dall’amore dei pargoli, da un principio del piacere che è anche principio di conoscenza (l’albero nel giardino edenico, la mela, il pasto di Eva, la caduta e la foglia di fico laddove c’erano nudità e unione non carnale). Del sesso siamo figli in stato di peccato. Salvo Gesù e sua Madre. Ma nella chiesa si deve esserne padroni, anche. Se no, che ci sta a fare la chiesa?
Affido deferente alla riflessione di chiunque, e di padre Francesco in particolare, queste parole pastorali insane ma umanamente e laicamente molto sentite. Ricordo che fui battezzato e che sono monogamo. E attesto che, sebbene i gesuiti siano pronti a una trasformazione dottrinale come conseguenza dell’innovazione pastorale, il loro potere non arriva a tanto. C’è una soluzione che richiama uomini e donne, e forse anche maschi e maschi e femmine con femmine, a una prassi matrimoniale ecclesiale fondata sulla fede e non sulla pretesa di piegare i sacramenti al desiderio umano.
di Giuliano Ferrara | 19 Settembre 2014 ore 06:30
© FOGLIO QUOTIDIANO
Il divorzio nella chiesa. Una soluzione swiftiana
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Deus non irridetur!
RispondiEliminasolo quando ho letto l'autore ho capito tutto!
Eh dove sarebbe che la Chiesa accetta la separazione e la incoraggerebbe (Sic!) (non osi separare.....)
Sessione penitenziaria?
Caro dott. Ferrara un pò di catechismo no?