ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 3 ottobre 2014

Chi scisma?

Il libro “Non è Francesco” di Antonio Socci oggi in libreria. Ma la Chiesa è vicina a uno scisma?

socciLa Chiesa cattolica è prossima ad un nuovo scisma? Il terzo millennio, dopo i due papi, dovrà sobbarcarsi anche la nascita di una seconda Chiesa, una Chiesa cattolica di rito anti-bergogliano? 
Detta così sembrerebbe pura fantascienza, ma in realtà questa ipotesi, per quanto incredibile, secondo voci attendibili dentro e fuori i sacri palazzi, sarebbe tutt’altro che peregrina, anzi risulterebbe addirittura molto probabile. E’ oggi in libreria presso Mondadori il nuovo libro del giornalista cattolico Antonio Socci, dal titolo emblematico “Non è Francesco” nel quale lo scrittore, discepolo di don Luigi Giussani, avanza una pesante ipotesi; l’elezione di Francesco sarebbe nulla e questo per ben due ordini di motivi.

Innanzitutto Ratzinger non ha mai abbandonato il Vaticano, ma secondo il giornalista ha soltanto rinunciato all’esercizio attivo, perché a quello petrino non si può rinunciare. Tant’è vero che, argomenta sempre Socci, Benedetto XVIcontinua a firmarsi come Pontefice. Ma non è finita qui. A detta dello scrittore cattolico, Bergoglio non sarebbe un Papa legittimo anche in virtù di un’altra sconcertante rivelazione: nell’ultimo conclave infatti sarebbero stati fatti cinque scrutini in un giorno invece che quattro e nell’urna sarebbe stata depositata una scheda in più.
L’elezione pertanto sarebbe da considerare nulla”. Francesco dunque, in base a questa tesi, sarebbe un papa “abusivo” che svolgerebbe il ministero petrino senza una vera legittimazione. Attenzione però, Socci per mettere nero su bianco certe accuse, deve avere avuto delle informazioni certe ed attendibili che soltanto all’interno del Vaticano, chi ha preso parte all’ultimo conclave, può sapere. E allora nasce il sospetto più che legittimo che all’interno della Chiesa questo pontefice cominci ad avere davvero tanti, troppi nemici. Le prime avvisaglie di uno scontro si stanno avendo in occasione dell’ormai imminente Sinodo sulla famiglia, convocato per affrontare tante questioni aperte.
Sempre nei prossimi giorni è infatti attesa l’uscita di un altro libro destinato a fare rumore intitolato: “Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica”. Stavolta a scriverlo non è un giornalista di stampo tradizionalista, bensì cinque cardinali di peso di Santa Romana Chiesa; Gerhard Ludwig Müller, il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, nominato da Papa Benedetto XVI nel 2012 e fatto cardinale nel Concistoro di febbraio; Raymond Leo Burke, prefetto della Segnatura apostolica; Walter Brandmüller, presidente emerito del Pontificio Comitato di scienze storiche; Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna e uno dei teologi più vicini a san Giovanni Paolo II sui temi della famiglia e Velasio De Paolis, presidente emerito della Prefettura degli affari economici.
Il libro esce in risposta alla relazione tenuta dal cardinale Walter Kasper nel Concistoro straordinario del 20 e 21 febbraio scorso, su incarico di Francesco. In quella sede Kasper aveva in pratica delineato il “Bergoglio pensiero”, in riferimento alla possibilità di riammettere alla comunione i divorziati risposati con rito civile. Ebbene, i cinque cardinali autori del testo in uscita, sostengono una tesi diametralmente opposta, secondo la quale non può esservi misericordia a scapito della dottrina. Non si possono riammettere i divorziati risposati ai sacramenti nel momento in cui gli stessi hanno commesso adulterio e hanno così infranto un comandamento dettato da Gesù stesso nel Vangelo. La posizione di Muller e degli altri firmatari del documento anti Kasper, è la stessa ribadita in passato da Benedetto XVI. Nessuna condanna per i divorziati risposati, la Chiesa è aperta e accogliente anche con loro, ma concedere la comunione è impossibile nel momento in cui si è infranta una prescrizione che Gesù stesso ha voluto tramandare, affinché fosse preservato in eterno il principio dell’indissolubilità del matrimonio. Proprio il Sinodo sulla famiglia potrebbe rappresentare il terreno dello scontro finale fra i sostenitori di Bergoglio da una parte, decisi ad anteporre le ragioni della misericordia alla dottrina e quanti invece considerano impossibile venir meno ai precetti evangelici per soddisfare i desideri di quanti permangono nel peccato di adulterio.
La storia della Chiesa è ricca di scismi che si sono consumati maggiormente intorno alle questioni dottrinali (l’ultimo in ordine di tempo è quello avvenuto in occasione del Concilio Vaticano II ad opera del vescovo francese Marcele Lefebvre) e le condizioni perché, intorno al tema della comunione ai divorziati risposati ed altre materie che hanno attinenza con l’etica si possa arrivare ad una rottura insanabile, ci sarebbero tutte. Incredibilmente la più dolorosa lacerazione che la Chiesa cattolica ha conosciuto, quella promossa nel 500 da Enrico VIII che originò la Chiesa anglicana, è nata e si è sviluppata intorno ad una questione prettamente matrimoniale. Il papa dell’epoca Clemente VII rifiutò infatti di annullare le nozze fra il re d’Inghilterra e la moglie Caterina d’Aragona, dopo che una commissione di teologi aveva stabilito che non sussistevano i presupposti per infrangere la dottrina della Chiesa esaudendo il desiderio del sovrano di ripudiare la legittima consorte per sposare Anna BolenaCome giustificare oggi una soluzione diversa da allora “sdoganando” il peccato di adulterio?
Questioni quelle che il prossimo Sinodo sulla famiglia si troverà ad affrontare e che potrebbero non essere risolvibili all’interno della Chiesa preservandone l’unità, nel momento in cui una parte di cardinali considera già in partenza incompatibile con il Vangelo qualsiasi soluzione in grado di esaudire le richieste dei divorziati. Una soluzione favorevole farebbe la gioia di Eugenio Scalfari ma non certamente quella dei cattolici più tradizionalisti. In più c’è chi fa notare come sia incongruente beatificare Paolo VI proprio nell’ambito di un Sinodo che a detta di molti dovrebbe “modernizzare”, o demolire secondo i più conservatori la dottrina della Chiesa, ricordando come proprio Montini sul tema dell’uso dei contraccettivi chiuse le porte ad ogni possibile cedimento della dottrina rispetto alle richieste del mondo moderno, bocciando anche il parere della commissione consultiva da lui stesso voluta che si era invece pronunciata a favore dell’uso della pillola.
Molti leggono nel libro di Socci i presagi di un rischio scisma, con una parte della Chiesa pronta, qualora lo scontro all’interno del Sinodo dovesse volgere a vantaggio dei riformatori, a contestare addirittura l’elezione di Francesco fino a decretarne l’illegittimità papale.
Fantascienza? Può darsi, ma se il buongiorno si vede dal mattino, non è un bel mattino.
http://www.intelligonews.it/il-libro-non-e-francesco-di-antonio-socci-oggi-in-libreria-ma-la-chiesa-e-vicina-a-uno-scisma/


BERSAGLIATO PER IL LIBRO IN CUI SOSTIENE CHE L’ELEZIONE A PAPA DI BERGOGLIO E’ NULLA, SOCCI RILANCIA: “SENZA NEANCHE AVER LETTO IL LIBRO SONO STATO COPERTO DI VOLGARITÀ. MA IL CORAGGIO E LA LIBERTÀ NON TUTTI SE LA POSSONO PERMETTERE”

“Jorge Mario Bergoglio fu eletto alla quinta votazione, si disse. Ma dopo qualche tempo si è saputo che in realtà fu eletto alla sesta, che non doveva essere fatta in quel pomeriggio. La quinta votazione, che fu annullata perché fu trovata una scheda in più, non andava invece annullata e la sesta, in cui fu eletto Bergoglio, si doveva svolgere il giorno dopo”…

Dalla pagina facebook di Antonio Socci

L’ANTICIPAZIONE DELLE PRIME PAGINE DEL CAPITOLO SUL CONCLAVE DEL 2013
non è francesco LIBRO SOCCINON È FRANCESCO LIBRO SOCCI
Nel 2006 col libro “Il quarto segreto di Fatima” posi un problema che attirò su di me insulti, invettive e anatemi (da ecclesiastici e annessi). Passarono quattro anni e il 13 maggio 2010, a Fatima, papa Benedetto XVI in persona confermò i punti più importanti delle mie ipotesi, smentendo addirittura il suo Segretario di Stato.

Nel settembre 2011 su “Libero” detti la notizia che Benedetto XVI si sarebbe dimesso dopo il suo 85° compleanno. Anche quella volta mi riempirono di cattiverie e volgarità. Ma, nel febbraio 2013 (cioè due mesi prima di compiere 86 anni) Benedetto XVI ha fatto proprio la rinuncia che avevo annunciato.

antonio socciANTONIO SOCCI
Stavolta, senza neanche aver letto il mio libro “Non è Francesco”, che esce domani, sono stato coperto di biliose volgarità. Non gliene voglio. Il coraggio e la libertà intellettuale non tutti se li possono permettere e - come diceva Mario Hrvat – “l’invidia è la consapevolezza della propria mediocrità”.

Qua sotto anticipo le prime tre pagine del capitolo del mio libro che riguarda il Conclave del 2013 (anticipate oggi anche da "Libero"). I fatti che fanno ipotizzare la nullità dell’elezione di papa Francesco.

IL PAPOCCHIO
Estratto dal libro di Antonio Socci, "Non è Francesco" (Mondadori)

Quel pomeriggio del 13 marzo 2013 a Roma pioveva. Non tanti si aspettavano una fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina perché il Conclave era solo al secondo giorno. Invece fu annunciato l’«Habemus papam». Era stato eletto il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio. Alla quinta votazione, si disse. Ma dopo qualche tempo si è saputo che in realtà fu eletto alla sesta, che non doveva essere fatta in quel pomeriggio.
argentina germania finale anticipata bergoglio ratzingerARGENTINA GERMANIA FINALE ANTICIPATA BERGOGLIO RATZINGER

Cosa era accaduto? Elisabetta Piqué è una brava giornalista argentina, lavora per il quotidiano «La Nación» di Buenos Aires occupandosi del Vaticano (e dell’Italia) ed è collaboratrice della Cnn in lingua spagnola e di Deutsche Welle. È molto amica, da anni, di Bergoglio, è addirittura la sua biografa.

Anzi, a leggere il libro “Francesco. Vita e rivoluzione” si nota un tono decisamente apologetico. Nelle pagine dedicate alle fatali ore del Conclave, la Piqué descrive l’andamento delle votazioni, delle diverse candidature, le reazioni e alle pagine 39 e 40 – fra l’altro – riferisce in poche righe un fatterello curioso relativo proprio alla quinta votazione: “Dopo la votazione e prima della lettura dei foglietti, il cardinale scrutatore, che per prima cosa mescola i foglietti deposti nell’urna, si accorge che ce n’è uno in più: sono 116 e non 115 come dovrebbero essere.

BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTOROBERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO
Sembra che, per errore, un porporato abbia deposto due foglietti nell’urna: uno con il nome del suo prescelto e uno in bianco, che era rimasto attaccato al primo. Cose che succedono. Niente da fare, questa votazione viene subito annullata, i foglietti verranno bruciati più tardi senza essere stati visti, e si procede a una sesta votazione”.

È precisamente da questa sesta votazione che uscirà eletto Bergoglio. Il fatterello è una semplice curiosità, a prima vista sembra far parte dell’aneddotica. Un vaticanista amico della giornalista argentina e molto vicino, anch’egli, a papa Bergoglio, alle cui stanze ha accesso, Andrea Tornielli, su «Vatican Insider», il 16 novembre 2013, all’uscita del libro della Piqué, firma un’anticipazione dove illustra tutti i pregi del volume e fra l’altro riporta (come un piccolo scoop) l’episodio inedito rivelato dall’autrice. Il libro ha un «lancio» in pompa magna sui media vaticani, quasi da biografia ufficiale. Infatti il 19 novembre 2013 la Piqué viene intervistata dalla Radio Vaticana, diretta da padre Federico Lombardi.
BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTOROBERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO

Mentre il 16 novembre già «L’Osservatore Romano» aveva esaltato il volume lasciando pensare che lo stesso Bergoglio ne fosse la fonte privilegiata: “È un Bergoglio raccontato di prima mano, diretto e vero, quello che esce dalle pagine di Elisabetta Piqué, nel libro Francisco, vida y revolución (in libreria in Italia dal 21 novembre per le edizioni Lindau con il titolo Francesco. Vita e rivoluzione).

Sette mesi d’inchiesta «vecchio stile», cercando conferme e incrociando fonti in 373 pagine ricche di dettagli inediti sul Conclave e sulla vita di Jorge Bergoglio. Pagine per capire Francesco, il Papa che telefona, scrive e parla chiaro.” È un po’ curioso l’elogio dei dettagli inediti sul Conclave fatto dall’«Osservatore» (dal momento che vigerebbe il segreto pontificio e sarebbe peccato grave, anche da scomunica, il divulgarli all’esterno della Sistina), ma se davvero, come si lascia immaginare nelle righe precedenti, a svelarli è stato proprio Bergoglio non c’è violazione perché lui, in quanto Papa, non ha bisogno di autorizzazioni per parlarne.
BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTOROBERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO

In ogni caso nessuno ha avuto nulla da ridire su quei dettagli del Conclave, che anzi sono stati tutti accreditati da queste incontestabili fonti. C’è solo un – per così dire – «piccolo» problema di cui nessuno finora sembra essersi accorto: stando ai fatti riferiti dalla Piqué – e così autorevolmente confermati – l’elezione di Bergoglio è nulla.

Infatti l’articolo 69 della Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis che regola il Conclave recita testualmente: «Qualora nello spoglio dei voti gli Scrutatori trovassero due schede piegate in modo da sembrare compilate da un solo elettore, se esse portano lo stesso nome vanno conteggiate per un solo voto, se invece portano due nomi diversi, nessuno dei due voti sarà valido; tuttavia, in nessuno dei due casi viene annullata la votazione».

La prima violazione delle norme che si può intravedere è quindi l’aver annullato una votazione che doveva essere ritenuta valida e scrutinata. Ma come se non bastasse si può ravvisare una seconda violazione, perché si è proceduto con una nuova votazione – la quinta di quel giorno (proprio quella che ha eletto Bergoglio) – laddove la stessa Costituzione apostolica prescrive invece che si debbano fare quattro votazioni al giorno, due al mattino e due al pomeriggio (articolo 63).

BERGOGLIO SALUTA RATZINGER AL SUO ARRIVO AL CONVENTO MATER ECCLESIAE DIETRO GEORG GANSWEINBERGOGLIO SALUTA RATZINGER AL SUO ARRIVO AL CONVENTO MATER ECCLESIAE DIETRO GEORG GANSWEIN
Perché si tratterebbe di violazioni che comportano la nullità dell’elezione? Perché l’articolo 76 della Universi Dominici Gregis afferma: «Se l’elezione fosse avvenuta altrimenti da come è prescritto nella presente Costituzione o non fossero state osservate le condizioni qui stabilite, l’elezione è per ciò stesso nulla e invalida, senza che intervenga alcuna dichiarazione in proposito e, quindi, essa non conferisce alcun diritto alla persona eletta».

Né è possibile che il Conclave abbia potuto cambiare «in corsa» quelle norme perché Giovanni Paolo II, in quella Costituzione apostolica, ricorda più volte che il Conclave non ha assolutamente il potere di modificare le regole. Nemmeno votando all’unanimità.

HANS HERMANN GROER CON PAPA WOJTYLAHANS HERMANN GROER CON PAPA WOJTYLA
Quindi – se così si sono svolti i fatti – mi pare si possa concludere che l’elezione al Papato di Bergoglio semplicemente non è mai esistita. Non è nemmeno un problema sanabile a posteriori perché non si può sanare ciò che non è mai esistito. Che la regolarità canonica dell’elezione sia «conditio sine qua non» della sua validità, del resto lo dice la stessa formula rituale dell’«accettazione e proclamazione» dell’eletto. Infatti l’articolo 87 della Universi Dominici Gregis recita testualmente: “Avvenuta canonicamente [sic] l’elezione, l’ultimo dei Cardinali Diaconi chiama nell’aula dell’elezione il Segretario del Collegio dei Cardinali e il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie; quindi, il Cardinale Decano, o il primo dei Cardinali per Ordine e anzianità, a nome di tutto il Collegio degli elettori chiede il consenso dell’eletto con le seguenti parole: Accetti la tua elezione canonica [sic] a Sommo Pontefice?
WALESA BACIA L\'ANELLO DI WOJTYLAWALESA BACIA L\'ANELLO DI WOJTYLA

E appena ricevuto il consenso, gli chiede: Come vuoi essere chiamato? Allora il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, con funzione di notaio e avendo per testimoni due Cerimonieri che saranno chiamati in quel momento, redige un documento circa l’accettazione del nuovo Pontefice e il nome da lui assunto”. Se non c’è la regolarità canonica non c’è stata nessuna elezione. Come già ho precisato, l’invalidità delle procedure seguite al Conclave e della conseguente elezione non implica nessuna colpa da parte di Bergoglio. E la nullità dell’elezione non rappresenta assolutamente un giudizio di valore sulla persona. 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.