ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 9 ottobre 2014

Soffia il vento, infuria la bufera? Il clima è roncalliano..

Soffia il vento Giovanneo

Al Sinodo irrompono misericordia e unioni civili, si citano Roncalli e Concilio. Per il teologo di Francesco “la dottrina si può approfondire e sviluppare, non è chiusa”. Senza paura che Müller “vi salti addosso”

Foto LaPresse
Roma. Lo spirito soffia, e soffia forte in direzione della salvezza misericordiosa del naufrago andato incontro al fallimento matrimoniale. Nell’Aula nuova del Sinodo ieri si è iniziato a squadernare il cuore del problema: si discute delle situazioni difficili, dai matrimoni misti ai divorziati risposati, fino alla riflessione “sul riconoscimento civile delle unioni tra persone dello stesso sesso”. Anche ieri gli interventi sono stati una settantina. Qualche padre sinodale, citando passi del Gaudet Mater Ecclesia con cui Giovanni XXIII aprì il Concilio, ricorda che “la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore”.

 Il clima è roncalliano al punto che, come cinquant’anni fa, l’Osservatore Romano parla dell’evento di queste settimane solo a pagina 7, in una breve notarella che dà conto di chi ha preso la parola e dei temi trattati. Ma la rotta verso cui tende la chiesa di Francesco appare delineata, e lo ha fatto capire bene mons. Víctor Manuel Fernández, primo vescovo nominato da Bergoglio, rettore della Pontificia Università cattolica d’Argentina, teologo assai vicino al Pontefice regnante. E’ lui che nel briefing quotidiano in Sala stampa spiega come il dibattito su inscindibilità di dottrina e pastorale sia ormai superato, che l’esigenza è quella di “parlare delle realtà concrete con cui hanno a che fare le persone”. Nessuno, spiega, vuole indebolire il vincolo matrimoniale, che rimane indissolubile perché così l’ha voluto Gesù Cristo. Però, una buona parte dei padri sinodali “chiede realismo, anche a costo di sporcarsi”. Avvicinare i lontani, i sofferenti, adeguarsi alle mutate condizioni, ai tempi che cambiano. Perfino il cardinale Elio Sgreccia, già presidente dell’Accademia per la Vita, considerato uno degli allineati al fronte anti kasperiano, ha spiegato nel suo intervento che è venuto il momento di “trovare parole efficaci per comunicare in modo più comprensibile all’uomo di oggi l’ordine della creazione”. La dottrina non doveva essere sul tavolo della discussione, ma alla fine se ne è parlato abbondantemente. Dopotutto, ha chiarito il teologo Fernández, “la dottrina si può approfondire e sviluppare, mica è chiusa”. E di questo si parla liberamente, perché così vuole il Papa, “senza paura che il cardinale prefetto custode della fede, Gerhard Müller, vi salti addosso”, ha detto Francesco ai padri riuniti. E così è stato, all’insegna della parresìa invocata da Francesco. In aula si respira “un bel clima”, ha detto il cardinale brasiliano João Braz de Aviz, prefetto dei Religiosi, felice per il cambiamento di metodo inaugurato con questo Sinodo: “Negli altri c’era troppa dottrina”, ha detto prima di andare a pranzo e fare una pausa per il “breve sonnellino”.

ARTICOLI CORRELATI Il Papa: "Il demonio prova a dividere la Chiesa" Lo spirito soffia dalla parte dei novatori di dottrina, clima effervescenteProprio uno dei cavalli di battaglia di Müller – intervenuto martedì sera nell’ora riservata alla discussione libera – e dei contrari alle tesi di Kasper, e cioè che la misericordia aiuta a non sviarsi dalla verità, inizia a mostrare cedimenti. In assemblea si cercano ormai le strade per coniugare verità e misericordia, e ai dubbiosi viene ricordato che la soluzione c’è già ed è a portata di mano: basta riprendere in mano gli schemi conciliari usati per mettere insieme la verità con la libertà religiosa. E anche allora, si ricorda, c’erano vescovi cocciuti che dicevano che tutto ciò era impossibile. Fernández definisce il matrimonio un “bellissimo ideale”, ma poi alla teoria bisogna far seguire la pratica, e quindi si deve posare lo sguardo “sulle situazioni concrete della gente che quell’ideale non riesce a raggiungerlo”. Perdono e riconciliazione sono parole scandite in più di un intervento. Anche i vescovi africani, battaglieri e tra i più attivi nel dibattito, sottolineano la necessità di aggiornare la pastorale alle situazioni contemporanee.

Sui divorziati risposati, il fatto è che “oggi sembra che la legge si contrapponga al bene della persona. In realtà – spiega la Nota vaticana – la verità del legame coniugale e della sua stabilità è inscritta nella persona stessa, quindi non si tratta di contrapporre legge e persona, ma di comprendere come aiutare a non tradire la propria verità”. Il cardinale Raymond Leo Burke, schierato sul fronte opposto a quello novatore, promette ancora battaglia: “Io tengo duro”, dice. Così come il cardinale George Pell: “Ci piacerebbe pensare che Gesù sia stato morbido sul divorzio, ma non lo è stato. E io sto con lui”. Intanto, il presidente delegato della congregazione serale, spiega che “lungi dal chiuderci in uno sguardo legalista”, la volontà è quella di calarsi “nel profondo di queste situazioni difficili, per far sì che la chiesa sia la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”.

© FOGLIO QUOTIDIANO
http://www.ilfoglio.it/articoli/v/121724/rubriche/sinodo-papa-francesco-soffia-il-vento-giovanneo.htm%20%3Cbr/%3E

Si scrive sinodo, si legge concilio

Il dibattito è aperto e vivace e in generale il clima è cambiato. Per questo papa Francesco ha già vinto una prima battaglia. Anche il “sogno” del cardinale Carlo Maria Martini si sta avverando
Il cardinale Carlo Maria Martini sarebbe stato contento di questo sinodo. Lui, che già quindici anni fa aveva chiesto di tenere ogni tanto un concilio su temi particolari, e aveva messo proprio la famiglia e la morale sessuale fra gli argomenti più urgenti, vedrebbe oggi realizzarsi quello che allora aveva dovuto relegare nella categoria del “sogno”, venendo peraltro guardato con freddezza, se non con ostilità, dalla maggioranza dei padri sinodali.
Il confronto in corso in questi giorni in Vaticano assomiglia molto a un concilio ristretto. Conciliare è il metodo del confronto a viso aperto, dopo che Francesco ha esortato tutti a parlare con franchezza e libertà, senza farsi prendere da timori legati alla convenienza. E conciliare è l’atmosfera, perché davvero non c’è tema che non sia affrontato.
L’assemblea, è bene ricordarlo, non arriverà a conclusioni dottrinali. Prima di tutto perché è solo la prima tappa di un percorso che prevede un altro sinodo l’anno prossimo, e poi perché è un sinodo pastorale, non dottrinale. Francesco, infatti, ha chiamato a raccolta i vescovi, con un importante contributo di tredici coppie di sposi, perché dal sinodo escano linee che i pastori dovranno seguire, ciascuno nella propria realtà, per porgere meglio il Vangelo agli uomini e alle donne del nostro tempo.
Tuttavia i cambiamenti ci sono, e sono rilevanti. Quando si dice, come è stato detto, che anche nelle unioni di fatto ci sono elementi di santità, e che l’eucaristia non è il sacramento dei perfetti ma di coloro che sono in cammino, si lanciano segnali che se non sono di rottura poco ci manca. La Chiesa, nel segno del realismo chiesto e praticato da Francesco, guarda in faccia la situazione attuale e per prima cosa non fa calare dall’alto i suoi giudizi e le sue censure, ma valorizza gli elementi positivi. Anche in questo caso, viene alla mente Martini, che chiedeva di non cadere nell’atteggiamento farisaico e di rintracciare il bene e il buono che ci sono ovunque, per partire da lì in vista di un percorso di purificazione utile per tutti.
Si tratta di intollerabili cedimenti dottrinali, tuonano i custodi della tradizione e delle norme codificate, come se la dottrina fosse avulsa dalla storia. No, è solo un atteggiamento evangelico, rispondono il cardinale Kasper e quelli che difendono la linea della misericordia voluta da Francesco. Il dibattito c’è ed è vivace, ma è indubitabile che l’aria, in generale, è cambiata. Bisogna ascoltare il mondo, altrimenti il mondo non ci ascolterà: anche questo è stato detto al sinodo.
Una prima battaglia, da questo punto di vista, Francesco l’ha già vinta. La barca di Pietro ha preso il largo, per affrontare il mare aperto. Arriveranno le tempeste, certamente. Ma Francesco ha detto e ripetuto di preferire una Chiesa incidentata piuttosto che una Chiesa arroccata, incapace di parlare a tutti.
Ieri, secondo le sintesi fornite alla stampa, c’è stato chi ha tuonato contro «la dittatura del pensiero unico», mettendo in guardia dai «controvalori che distorcono la visione del matrimonio come unione tra uomo e donna», ma questa non è l’unica musica che viene suonata.
Nessuno vuole indebolire il vincolo matrimoniale e togliere l’indissolubilità, dice l’arcivescovo Victor Manuel Fernández, rettore della Pontificia università cattolica argentina. La bellezza del matrimonio cristiano va anzi mostrata sempre di più e sempre meglio, ma c’è un «realismo comprensivo» che deve accompagnare le sofferenze di tutti, «anche se ci sporchiamo un po’», perché «il maestro Gesù era vicino a tutti». «Se veniamo qui a ripetere quello che la Chiesa ha detto sempre – osserva Fernández –, la Chiesa non cresce. Non dimentichiamo che un tempo la Chiesa accettava la schiavitù».
All’uscita da una sessione del sinodo incontro il padre Adolfo Nicolás, superiore generale dei gesuiti di tutto il mondo, confratello e coetaneo di Francesco. Sorride e descrive una vignetta che ha visto in Spagna, con un monsignore che, disperato, esclama: «Abbiamo un papa che crede nel Vangelo!». Ma sono in tanti che ci credono, e forse in questo sinodo hanno preso coraggio.

3 commenti:

  1. qui altro che Spirito Santo sta soffiando.....è in atto un uragano che sta spazzando la sana dottrina x far posto allo spirito del mondo.....oggi a chi pecca rispondono non con le parole di Gesù vai e non peccare più ma vai cosi fan tutti x la gioia di satana che fa incetta di anime......o Signore che pianto..... soccorrici non tardare!!!!

    RispondiElimina
  2. con la scusa della medicina della misericordia ci stanno dando nascosto dentro il veleno di satana!!!!quindi più di 2000 anni di storia della chiesa dobbiamo credere che lo Spirito Santo non l'ha guidata?tutti i santi...i papi ....tutti nell'errore?questo è il frutto dell' inquinamento del fumo di satana che ha ottenebrato le menti facendo cadere anche gli eletti!preghiamo il Signore perchè si ravvedano e ci confermino nella vera fede!!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cerchiamo di rimanerci noi nella vera fede, caro amico, perché loro, sì loro, i neomodernisti (dai pretini al Vdr) ce la vogliono togliere, ci vogliono rendere in grado di digerire tutte le novità che sfornano a getto continuo, ma noi teniamo duro, "lotta dura, senza paura" al modernismo (tanto per mutuare uno slogan sessantottino), "Boia chi molla" la vera fede, le verità eterne e immutabili (altro che adattabili ai tempi, al capriccio umano!). Chi insegna cose diverse, e pretende che le accettiamo, stia lontano, fin dove non si oda più la sua voce. Amen

      Elimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.