Famiglia, aborto, eutanasia, figli prodotti: settimana cattolica di un Papa
Papa Francesco (foto LaPresse)
Roma. “Occorre insistere sui pilastri fondamentali che reggono una nazione, i suoi beni immateriali. La famiglia rimane al fondamento della convivenza e la garanzia contro lo sfaldamento sociale. I bambini hanno il diritto di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma, capaci di creare un ambiente idoneo al loro sviluppo e alla loro maturazione affettiva”.
Apre così, Papa Francesco, il convegno sulla complementarietà tra uomo e donna, organizzato dalla congregazione per la Dottrina della fede – il Pontefice ha preso posto accanto al prefetto, il cardinale Gerhard Ludwig Müller – che chiuderà i lavori domani a Roma. Di vedere bambini adottati da coppie formate da persone dello stesso sesso non se ne parla, fa sapere Bergoglio, che ricorda ai presenti – anche a quanti al Sinodo d’ottobre avevano messo per iscritto in relazioni intermedie disconosciute dagli stessi padri aperture innovative poi eliminate dal testo finale – “che non dobbiamo cadere nella trappola di essere qualificati con concetti ideologici”. La famiglia, dice, “è un fatto antropologico, e conseguentemente un fatto sociale, di cultura. Noi non possiamo qualificarla con concetti di natura ideologica, che hanno forza soltanto in un momento della storia, e poi decadono. Non si può parlare oggi di famiglia conservatrice o progressista: la famiglia è la famiglia! Non lasciatevi qualificare da questo o da altri conetti di natura ideologica. La famiglia ha una forza in sé”. Certo, è in crisi, come in crisi è il matrimonio tradizionale: “Viviamo in una cultura del provvisorio, in cui sempre più persone rinunciano al matrimonio come impegno pubblico. Questa rivoluzione nei costumi e nella morale ha spesso sventolato la bandiera della libertà, ma in realtà ha portato devastazione spirituale e materiale a innumerevoli esseri umani”. E’ la seconda volta in tre giorni che il Papa parla delle grandi questioni sulle quali aveva invitato ripetutamente, a mezzo stampa, a non insistere troppo, a non “ossessionare” la gente, come disse al confratello gesuita padre Antonio Spadaro nell’intervista concessa lo scorso anno alla Civiltà Cattolica. “Io non ho parlato molto di queste cose, e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto”, chiariva Bergoglio.
ARTICOLI CORRELATI "Bastonano la famiglia da tutte le parti, mai era stata così attaccata", dice il Papa Il Papa: "Aborto ed eutanasia false compassioni. I medici cattolici facciano obiezione"E le condizioni per il contesto adeguato si sono venute a determinare anche sabato mattina, quando Francesco ha preso la parola davanti all’Associazione dei medici cattolici italiani, nell’Aula Paolo VI. Un intervento lungo in cui ha tuonato contro l’aborto, l’eutanasia e la presunta conquista scientifica secondo cui “produrre un figlio” è considerato come un diritto invece che un dono: tutti esempi di quella “falsa compassione” proposta dal “pensiero dominante” oggi tanto di moda. In quell’occasione, Francesco ha anche ricordato ai presenti che “la fedeltà al Vangelo della vita e al rispetto di essa a volte richiede scelte coraggiose e controcorrente che, in particolari circostanze, possono giungere all’obiezione di coscienza”. Ieri, intanto, il Papa ha confermato che il prossimo settembre, un mese prima del Sinodo ordinario (e decisivo) si recherà in viaggio a Philadelphia, primo viaggio negli Stati Uniti, paese dove Bergoglio mai ha messo piede. Interverrà all’Incontro mondiale delle famiglie, organizzato da mons. Charles Chaput, l’arcivescovo pellerossa che per primo, nell’estate del 2013, disse in un’intervista pubblicata dal National Catholic Reporter nel bel mezzo della Giornata mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro di “non poter immaginare che il Papa non sia così pro life e a favore del matrimonio tradizionale come i suoi predecessori”, aggiungendo che fino a quel momento il Papa s’era dimostrato “poco combattivo” sul tema.
di Matteo Matzuzzi | 18 Novembre 2014 ore 06:30
http://www.ilfoglio.it/articoli/v/122957/rubriche/papa-francesco-famiglia-aborto-eutanasia-figli-prodotti-settimana-cattolica-di-un-papa.htm
"Sventolare la bandiera della libertà sulla morale ha portato devastazione". Parola di Papa
di Matteo Matzuzzi | 17 Novembre 2014 ore 19:03
Papa Francesco
Altro importante discorso del Papa sul significato della famiglia, "che non è né conservatrice né progressita", e sul valore della complementarietà tra uomo e donna nel matrimonio. Di seguito, il testo completo.
Cari fratelli e sorelle,
vi saluto cordialmente e ringrazio il Cardinale Müller per le parole con cui ha introdotto questo nostro incontro.
1. Vorrei anzitutto condividere una riflessione sul titolo del vostro colloquio. “Complementarietà”: è una parola preziosa, con molteplici valenze. Si può riferire a diverse situazioni in cui un elemento completa l’altro o supplisce a una sua carenza. Tuttavia, complementarietà è molto più di questo. I cristiani ne trovano il significato nella Prima Lettera di san Paolo ai Corinzi, dove l’apostolo dice che lo Spirito ha dato a ciascuno doni diversi in modo che, come le membra del corpo umano si completano per il bene dell’intero organismo, i doni di ognuno possono contribuire al bene di tutti (cfr 1 Cor 12). Riflettere sulla complementarietà non è altro che meditare sulle armonie dinamiche che stanno al centro di tutta la Creazione. Questa è la parola chiave: armonia. Tutte le complementarietà il Creatore le ha fatte perché lo Spirito Santo, che è l’autore dell’armonia, faccia questa armonia.
Opportunamente vi siete riuniti in questo colloquio internazionale per approfondire il tema della complementarietà tra uomo e donna. In effetti, questa complementarietà sta alla base del matrimonio e della famiglia, che è la prima scuola dove impariamo ad apprezzare i nostri doni e quelli degli altri e dove cominciamo ad apprendere l’arte del vivere insieme. Per la maggior parte di noi, la famiglia costituisce il luogo principale in cui incominciamo a “respirare” valori e ideali, come pure a realizzare il nostro potenziale di virtù e di carità. Allo stesso tempo, come sappiamo, le famiglie sono luogo di tensioni: tra egoismo e altruismo, tra ragione e passione, tra desideri immediati e obiettivi a lungo termine, ecc. Ma le famiglie forniscono anche l’ambito in cui risolvere tali tensioni: e questo è importante. Quando parliamo di complementarietà tra uomo e donna in questo contesto, non dobbiamo confondere tale termine con l’idea semplicistica che tutti i ruoli e le relazioni di entrambi i sessi sono rinchiusi in un modello unico e statico. La complementarietà assume molte forme, poiché ogni uomo e ogni donna apporta il proprio contributo personale al matrimonio e all’educazione dei figli. La propria ricchezza personale, il proprio carisma personale, e la complementarietà diviene così di una grande ricchezza. E non solo è un bene, ma è anche bellezza.
2. Nel nostro tempo il matrimonio e la famiglia sono in crisi. Viviamo in una cultura del provvisorio, in cui sempre più persone rinunciano al matrimonio come impegno pubblico. Questa rivoluzione nei costumi e nella morale ha spesso sventolato la “bandiera della libertà”, ma in realtà ha portato devastazione spirituale e materiale a innumerevoli esseri umani, specialmente ai più vulnerabili. È sempre più evidente che il declino della cultura del matrimonio è associato a un aumento di povertà e a una serie di numerosi altri problemi sociali che colpiscono in misura sproporzionata le donne, i bambini e gli anziani. E sono sempre loro a soffrire di più, in questa crisi.
La crisi della famiglia ha dato origine a una crisi di ecologia umana, poiché gli ambienti sociali, come gli ambienti naturali, hanno bisogno di essere protetti. Anche se l’umanità ha ora compreso la necessità di affrontare ciò che costituisce una minaccia per i nostri ambienti naturali, siamo lenti – siamo lenti nella nostra cultura, anche nella nostra cultura cattolica – siamo lenti nel riconoscere che anche i nostri ambienti sociali sono a rischio. È quindi indispensabile promuovere una nuova ecologia umana e farla andare avanti.
3. Occorre insistere sui pilastri fondamentali che reggono una nazione: i suoi beni immateriali. La famiglia rimane al fondamento della convivenza e la garanzia contro lo sfaldamento sociale. I bambini hanno il diritto di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma, capaci di creare un ambiente idoneo al loro sviluppo e alla loro maturazione affettiva. Per questa ragione, nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, ho posto l’accento sul contributo «indispensabile» del matrimonio alla società, contributo che «supera il livello dell’emotività e delle necessità contingenti della coppia» (n. 66). È per questo che vi sono grato per l’enfasi posta dal vostro colloquio sui benefici che il matrimonio può portare ai figli, ai coniugi stessi e alla società.
In questi giorni, mentre rifletterete sulla complementarietà tra uomo e donna, vi esorto a dare risalto ad un’altra verità riguardante il matrimonio: che cioè l’impegno definitivo nei confronti della solidarietà, della fedeltà e dell’amore fecondo risponde ai desideri più profondi del cuore umano. Pensiamo soprattutto ai giovani che rappresentano il futuro: è importante che essi non si lascino coinvolgere dalla mentalità dannosa del provvisorio e siano rivoluzionari per il coraggio di cercare un amore forte e duraturo, cioè di andare controcorrente: si deve fare questo. Su questo vorrei dire una cosa: non dobbiamo cadere nella trappola di essere qualificati con concetti ideologici. La famiglia è un fatto antropologico, e conseguentemente un fatto sociale, di cultura, ecc. Noi non possiamo qualificarla con concetti di natura ideologica, che hanno forza soltanto in un momento della storia, e poi decadono. Non si può parlare oggi di famiglia conservatrice o famiglia progressista: la famiglia è famiglia! Non lasciatevi qualificare da questo o da altri concetti di natura ideologica. La famiglia ha una forza in sé.
Possa questo colloquio essere fonte d’ispirazione per tutti coloro che cercano di sostenere e rafforzare l’unione dell’uomo e della donna nel matrimonio come un bene unico, naturale, fondamentale e bello per le persone, le famiglie, le comunità e le società. In questo contesto mi piace confermare che, a Dio piacendo, nel settembre 2015 mi recherò a Philadelphia per l’ottavo Incontro Mondiale delle Famiglie.
Vi ringrazio delle preghiere con cui accompagnate il mio servizio alla Chiesa. Anch’io prego per voi e vi benedico di cuore. Grazie tante.
Mamma e papà per il Papa, Adinolfi: “Da sempre sue posizioni cristalline, ora c’è anche risposta del popolo”
Papa Francesco nell’intervento di apertura al Colloquio internazionale sulla complementarietà tra uomo e donna, promosso dall’associazione Humanum in collaborazione con la Congregazione della Dottrina della Fede, ha lanciato un chiaro messaggio in difesa della famiglia tradizionale, sottolineando come essa non debba essere qualificata con concetti di natura ideologica.
IntelligoNews ne ha parlato con il giornalista Mario Adinolfi…
Il Papa ha appena rivendicato il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre, sottolineando come la famiglia sia un fatto antropologico. Parole che ricordano quelle di chi, come lei, si sta battendo da tempo su simili questioni: che effetto le ha fatto ascoltarle? Nota un cambiamento nella comunicazione che sta arrivando dal Vaticano, oppure Francesco sta ribadendo concetti già espressi?
«Il Papa ha sempre detto le stesse cose. Ad aprile ha fatto un intervento estremamente netto sulle stesse identiche cose di cui ha parlato oggi, affermando addirittura che certe volte si va nelle scuole e si rischia di portare i bambini in un campo di rieducazione.
Semplicemente forse adesso c’è una sensibilità in più perché hanno voluto raccontarci alcuni giornali che il Sinodo dei vescovi avesse aperto al matrimonio gay. Una responsabilità che secondo me si è assunta il quotidiano La Repubblica travisando alcuni colloqui di Scalfari con Papa Francesco, avvenuti senza registratore e senza prendere appunti, che hanno portato poi Padre Lombardi a fare precisazioni importanti».
Iniziative come quella “Noi non ci scusiamo” de Il Foglio possono incidere, e se sì in che misura, su un cambiamento di comunicazione? Non mi riferisco evidentemente a Papa Francesco, ma al mondo dei media…
«Lei sa che il giorno in cui hanno invitato Luxuria alla televisione dei vescovi noi come associazione “Voglio la mamma” abbiamo inviato un mailbombing (cospicuo numero di email di protesta, ndr) che nel giro di 12 ore ha poi provocato il ritiro dell’invito a Luxuria».
Quindi la risposta è si?
«Credo che è stato evidente a tutti, alla democrazia italiana la presenza di un popolo che non accetta la riduzione delle persone a costo. Sulla battaglia che riguarda il matrimonio omosessuale, gli uteri in affitto, la compravendita dei bambini non siamo dinanzi a una battaglia omofoba, ma in difesa della dignità della persona, dei più deboli, dei bambini e delle mamme.
Come potevano pensare che la Chiesa cattolica avesse cambiato posizione su questi argomenti? Attenzione, non hanno cambiato posizione gli italiani anche grazie all’azione che abbiamo svolto in tanti, penso alle “Sentinelle in piedi”, alla Manif, ai nostri circoli di “Voglio la mamma” sul territorio. C’è una risposta prima di tutto del popolo italiano: i provvedimenti che vogliono essere presi sono antipopolari.
Ovviamente la Chiesa italiana non ha mai modificato la sua posizione, il Vaticano e Francesco la hanno sempre avuta in modo netto. Noi non abbiamo mai avuto la tentazione di dire che il Papa stava modificando qualcosa perché semplicemente non stava avvenendo! Veniva raccontata una cosa che non c’era».
In che modo?
«Il giorno dopo che è stato descritto il Sinodo in quella maniera, ‘La Repubblica’ ha aperto il giornale e fatto due pagine successive in cui si diceva in sostanza che c’era già l’accordo con la Chiesa italiana per fare la legge sulle unioni gay. Un racconto che, per essere credibile, necessitava di uno scenario di modifica dottrinaria da parte della Chiesa cattolica.
L’editoriale che io ho scritto su ‘La Croce quotidiano’, giornale che uscirà dal 13 gennaio e già online, si intitolava “Io non ci credo” e se non ci credevo allora, quando era molto difficile non crederci secondo tanti, non ci credo ovviamente oggi quando tutto si conferma».
Sabato nell’incontro con i medici cattolici, il Papa spesso accusato dai suoi detrattori di non difendere i cosiddetti valori non negoziabili, ha puntato il dito contro aborto, eutanasia e fecondazione eterologa ricordando che “i bambini sono un dono” e che “uccidere” ha lo stesso significato oggi come per la Chiesa antica. Parole che, a ben vedere, ricordano quelle pronunciate dallo stesso nel settembre 2013: oggi c’è ancora più chiarezza e se sì perché?
«Da aprile vado ripetendo la stessa cosa: non tirate il Papa per la mantellina perché dice cose cristalline e non potrebbe essere altrimenti. Non fatevi tentare dalla volontà di prenderlo come esempio negativo perché è una cosa che non può esistere, e questo lo dico anche a tanti cattolici italiani…».
mah... Che Bergoglio sia rimasto folgorato dal Nostro Signore?! Roba da non credere. Solo un tatticismo, in vista della spallata finale (un po' come roncalli che magnificò la Tradizione nel sinodo romano e nel mentre organizzava la sovversione del vat2)? Che sia stato drogato con lsd?
RispondiEliminaBeh comunque sia, godiamoci un raro momento di "normalità" nell'attuale follia vaticana.
Mah...lupi travestiti da agnelli...
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