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mercoledì 19 novembre 2014

Pentecotti

Come Francesco si fa amici i pentecostali

In America latina strappano alla Chiesa cattolica milioni di fedeli. Ma il papa ha per loro soltanto parole di amicizia. È il suo modo di fare ecumenismo, qui svelato in due suoi videomessaggi

di Sandro Magister

ROMA, 19 novembre 2014 – Con la maestria che gli è riconosciuta in tutto il mondo, il Pew Research Center di Washington ha dato sostanza con un'indagine su vasta scala a un dato che nella sua generalità già si conosceva, l'impressionante caduta dell'appartenenza cattolica nel subcontinente latinoamericano:


> Religion in Latin America. Widespread Change in a Historically Catholic Region

Nell'area geografica che si usa indicare oggi come il nuovo baricentro mondiale della Chiesa cattolica, a metà del secolo scorso la quasi totalità della popolazione, il 94 per cento, era fatta di cattolici. E ancora nel 1970 i cattolici erano in prevalenza schiacciante, il 92 per cento.

Ma poi è arrivato il crollo. Oggi la quota dei cattolici è 23 punti più sotto. al 69 per cento della popolazione. Il record negativo appartiene all'Honduras, dove i cattolici sono precipitati sotto la metà, dal 94 al 46 per cento. Per avere un'idea di quanto il crollo sia stato repentino basti pensare che esso si è verificato nel solo arco di tempo del ministero episcopale del cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa e coordinatore degli otto cardinali chiamati da papa Francesco ad assisterlo nel governo della Chiesa universale.

Al crollo dei cattolici è corrisposta ovunque l'esuberante crescita dei cristiani "evangelical" e pentecostali, di ceppo protestante. Anche questo lo si sapeva, ma il Pew Research Center mette in evidenza che a passare dall'una appartenenza all'altra non sono di solito i più tiepidi di fede ma i più ferventi.

I convertiti alle comunità "evangelical" risultano infatti molto più dinamici nel propagare la fede cristiana. E anche nell'aiutare i poveri c'è differenza. Mentre i cattolici li soccorrono e basta, gli "evangelical" sono non soltanto più attivi nelle opere di carità ma non perdono occasione per predicare ai poveri la fede cristiana.

È molto forte il divario anche nella pratica religiosa. In Argentina, ad esempio, gli "evangelical" che danno una grande importanza alla religione nella loro vita, pregano ogni giorno e vanno in chiesa ogni settimana sono il 41 per cento di loro, mentre i cattolici sono appena il 9 per cento e occupano il fondo della classifica assieme al Cile e al laicizzato Uruguay.

L'indagine del Pew Research Center mostra inoltre che i convertiti dal cattolicesimo alle comunità "evangelical" non sono attratti da un maggiore lassismo in materia di aborto o di omosessualità.

La realtà è opposta. I più risoluti nell'opporsi all'aborto e ai matrimoni tra persone dello stesso sesso si trovano tra i neoprotestanti, non tra i cattolici

In Argentina, ad esempio, più della metà dei cattolici, il 53 per cento, si dicono s favore dei "matrimoni" omosessuali, che in quel paese sono già legge. Mentre tra i neoprotestanti i favorevoli sono il 32 per cento.

L'indagine del Pew Research Center è tutta da leggere, ricca com'è di dati su questo fenomeno epocale.

Ed è quindi comprensibile che un pastore come Jorge Mario Bergoglio – che da argentino ha vissuto in prima persona il crollo dell'appartenenza cattolica nel suo paese e nel continente – voglia agire di conseguenza.

Non si spiegherebbe altrimenti, infatti, lo sforzo incessante che papa Francesco va compiendo nei confronti dei leader mondiali di quei movimenti "evangelical" e pentecostali che in America latina sono i più temibili concorrenti della Chiesa cattolica. Non per combatterli, ma per farseli amici.

È uno sforzo che egli ha cominciato molto prima della sua elezione a papa e che da ultimo ha avuto il suo momento più appariscente nella visita che egli ha fatto a Caserta il 27 luglio scorso per incontrarvi il pastore pentecostale Giovanni Traettino, suo amico già da quando era arcivescovo di Buenos Aires:

> L'amico segreto di Francesco a Caserta


Nel discorso pronunciato in quella occasione, papa Francesco ha tratteggiato una sua visione dei rapporti ecumenici come "unità nella diversità": una sorta di Chiesa universale a forma di poliedro della quale la Chiesa cattolica sia una faccia, alla pari delle altre Chiese e denominazioni.

Non è chiaro come Francesco armonizzi questa sua visione con quanto affermato dal precedente magistero della Chiesa, in materia di ecumenismo. Sta di fatto che egli la ha molto a cuore, come risulta dai frequenti discorsi informali che rivolge all'uno o all'altro dei pastori "evangelical" che incontra.

Papa Bergoglio è solito riceverli a Santa Marta. Oppure li raggiunge in diversi luoghi del mondo con dei videomessaggi in diretta.

E le parole da lui dette in queste occasioni, che mai figurano sugli organi ufficiali vaticani, entrano in circuito grazie al rilancio che i destinatari ne fanno sul web, con manifesta soddisfazione.

Un recente incontro di questo tipo tra il papa e dei leader "evangelical" è avvenuto a Santa Marta durante il sinodo dello scorso ottobre. Francesco ha ricevuto la vedova e i collaboratori di un vescovo della Communion of Evangelical Episcopal Churches, Tony Palmer, sudafricano, suo amico da anni, morto in un incidente stradale lo scorso luglio.

Pochi mesi prima, Francesco aveva rivolto un videomessaggio di grande impatto a una riunione presieduta proprio da Palmer e da un'altra personalità "evangelical" di spicco, il pastore texano Kenneth Copeland, sostenitore della "teologia della prosperità", l'uno e l'altro ricevuti a Roma dal papa il 24 giugno.

Il messaggio del papa comincia al minuto 4 di questo video:

> Ecumenismo. Papa Francisco envía mensaje de unidad a cristianos evangélicos

Ma ecco il link al video dell'incontro di ottobre, dove il papa ha al suo fianco (vedi foto) la vedova di Palmer, Emiliana, e il vescovo "evangelical" che ne ha raccolto la successione, Robert Wise:

> The miracle of unity

Mentre qui di seguito c'è la trascrizione testuale, tradotta dall'originale spagnolo, delle parole dette da Francesco, con la sua visione dell'ecumenismo.

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"NON ASPETTIAMO CHE I TEOLOGI SI METTANO D'ACCORDO"

Papa Francesco ai leader della Communion of Evangelical Episcopal Churches



Anzitutto, mi congratulo per il vostro coraggio. Ieri all'ingresso dell'aula del sinodo mi sono imbattuto in un vescovo luterano e gli ho detto: "Lei qui? Che coraggio!". Perché in un'altra epoca i luterani li bruciavano vivi… [risate].

Ieri c'è stata una riunione organizzata da Tony [Palmer]. Lui ne era entusiasta, come anch'io, e sono grato all'arcivescovo Robert Wise e ad Emiliana che hanno voluto prendere la torcia, la "fiaccola" [in italiano], la torcia di questo sogno, questo sogno che aveva Tony. Il sogno di camminare in unità.

Stiamo peccando contro la volontà di Cristo, perché guardiamo soltanto alle differenze. Ma tutti abbiamo lo stesso battesimo ed il battesimo è più importante delle differenze. Tutti crediamo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Tutti abbiamo dentro lo Spirito Santo che prega, "ora" per noi, lo Spirito che prega in noi.

E tutti sappiano che c'e anche un padre della menzogna, il padre di tutte le divisioni, l'"anti-Padre", il demonio che si introduce e divide, divide… Di questo con Tony parlavamo molto, di questo andare avanti e camminare, camminare insieme in quello che ci unisce. E che il Signore Gesù con la sua forza ci aiuti affinché quanto ci divide non ci divida troppo.

Non so, è una pazzia… Avere un tesoro e preferire usare imitazioni del tesoro. Le imitazioni sono le differenze, quello che interessa è il tesoro. Padre, Figlio e Spirito Santo, la vocazione alla santità, lo stesso battesimo e la chiamata a predicare il Vangelo fino alla fine del mondo. La certezza è che Lui è con noi là dove andiamo… Non è con me soltanto perché sono cattolico; non è con me perché sono luterano; non è con me perché sono ortodosso… Un manicomio teologico! [risate].

Ognuno ha la sua identità propria ed io presuppongo che ognuno di noi cerca la verità. Intanto, camminiamo insieme. Preghiamo gli uni per gli altri e facciamo opere di carità insieme. Matteo 25, insieme. E le beatitudini, insieme. E tutti abbiamo nelle nostre chiese bravi teologi. Che loro facciamo il lavoro dello studio teologico. È anche questa un'altra forma di camminare. Ma non aspettiamo che loro si mettano d'accordo… [risate]. Questo è quello che io credo [applausi].

C'è un'altra cosa. Questo si chiama ecumenismo spirituale, ma c'è un'altra cosa. Oggi stiamo assistendo alla persecuzione dei cristiani e… Sono appena stato in Albania… Mi raccontavano che non gli chiedevano se erano cattolici o ortodossi… Sei cristiano? Pum! Attualmente in Medio Oriente, in Africa, in tanti luoghi, quanti cristiani sono morti! Non domandano loro se sono pentecostali, luterani, calvinisti, anglicani, cattolici, ortodossi… Sono cristiani? Li uccidono perché credono in Cristo. Questo è l'ecumenismo del sangue.

Ricordo: una volta che ero ad Amburgo, anni '86-'87, conobbi un parroco. E il parroco stava portando avanti la causa di beatificazione di un sacerdote cattolico che fu ghigliottinato dai nazisti perché insegnava il catechismo ai ragazzi.  Ma studiando aveva visto la lista dei condannati a morte di quel giorno e proprio dietro di lui c'era un pastore luterano che fu condannato per la stessa cosa. Così, il sangue del sacerdote si mischiò con quello del pastore. Il parroco andò dal vescovo e gli disse: "O porto avanti le due cause insieme o non faccio nulla". Ecumenismo del sangue.

Non so, non vorrei dire di più, non so… Ancora una cosa che Tony raccontava, quando era giovane, ragazzo. In Sudafrica, nelle scuole, bianchi e persone di colore andavano insieme, giocavano insieme ma all'ora di pranzo erano separati e dicevano: "Vogliamo mangiare insieme". Lui aveva dentro quel desiderio: camminiamo insieme per poter mangiare insieme nel banchetto del Signore [applausi]. Come il Signore voglia, come il Signore voglia.

Voglio ringraziare la presenza di padre Robert Wise, il padre spirituale di Tony. E la presenza di Emiliana, donna forte… Entrambi ereditano molte cose di Tony. Dobbiamo essere consapevoli che è stato lui che ci ha riuniti. Non so se questo desiderio di unità, di continuare in avanti facendo unità, pregando gli uni per gli altri, attuando le beatitudini insieme, attuando Matteo 25 insieme… Senza fare un'istituzione, liberamente, come fratelli.

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L'ecumenismo di papa Francesco nelle mire del monastero di Bose e della "scuola di Bologna":

> L'ecumenismo riscritto da Enzo Bianchi e Alberto Melloni (3.11.2014)

__________http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350924

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