ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 12 dicembre 2014

Animalogia vaticanseconda

Gli animali hanno un’anima e vanno in Paradiso? Cosa dicevano santi e Papi

papa-francesco 3
Gli animali hanno un’anima (dal latino anima, connesso col greco ànemos, “soffio”, “vento”)? E, se ne sono provvisti, vanno in Paradiso?
Gli animali sono esseri senzienti, questo è ormai appurato, alcuni studi scientifici ne confermano le attitudini all’apprendimento, altri affermano che sono in grado di provare emozioni e sentimenti, le persone che vivono accanto ai propri animali domestici ne sono certi e non hanno bisogno di prove per sapere di quanti e quali sentimenti siano capaci.
La separazione, al momento della morte, è quindi un dolore grande e sentito per chi li ama e, se il Paradiso è concesso a noi, sarà possibile condividerlo con gli animali che abbiamo amato?

Papa Francesco, durante l’udienza generale del 26 novembre scorso, dedicata al tema della vita e della morte, ha pronunciato parole di speranza in merito: “il paradiso è aperto a tutte le creature”, in proposito il Pontefice ha citato Paolo VI che, in una parrocchia romana, durante una catechesi affermò: “Un giorno rivedremo i nostri animali nell’eternità di Cristo” perché pur essendo “la parte più piccola della creazione divina, noi un giorno la rivedremo nel mistero di Cristo”.
Il pensiero di Papa Francesco è in linea con il pensiero di Paolo VI e di Giovanni Paolo II che affermava: “La Genesi ci mostra Dio che soffia sull’uomo il suo alito di vita. C’è dunque un soffio, uno spirito che assomiglia al soffio e allo spirito di Dio. Gli animali non ne sono privi”.
Recentemente in una Chiesa a La Loggia (Torino), durante la messa dedicata ad umani e animali, il parroco, Don Ruggero Marini, ha citato San Francesco, Giovanni Paolo II e Papa Francesco dichiarando: “I vostri animali sono attesi dalla vita eterna. Anche dopo la morte li incontrerete ancora. Oggi la nostra parrocchia è una piccola arca di Noè. E io sono convinto che un giorno ci rivedremo tutti assieme”. E spiega: “Non usate il concetto di anima, ma il concetto amoroso di memoria di Dio”.giovanni paolo ii

Benedetto XVI, invece, aveva dichiarato: “Per le altre creature, che non sono chiamate all’eternità, la morte significa soltanto la fine dell’esistenza sulla terra”.
Avere un’anima è quindi una prerogativa dell’essere umano? Il soffio divino presente in tutto il Creato è Uno e dovrebbe, di conseguenza, donare anche agli animali un’anima simile a quella umana. Forse esiste una differenza di grado ma non di sostanza?
A prescindere dal dilemma, Madre Teresa di Calcutta, spiegava semplicemente: “Perché amare gli animali
Perché amare gli animali?
Perché ti danno tutto, senza chiedere niente.
Perché contro il potere dell’uomo con le armi, sono indifesi.
Perché sono eterni bambini, perché non sanno cosa è l’odio nè la guerra.
Perché non conoscono il denaro e si consolano solamente con un posto dove rifugiarsi dal freddo.
Perché si fanno capire senza proferire parola, perché il loro sguardo è puro come la loro anima.
Perché non conoscono l’invidia né il rancore, perché il perdono è ancora naturale in loro.
Perché sanno amare con lealtà e fedeltà. Perché vivono senza avere una lussuosa dimora.
Perché non comprano l’amore,
semplicemente lo aspettano e perché sono nostri compagni, eterni amici,
che niente potrà separare.
Perché sono vivi.
Per questo e altre mille cose meritano il nostro amore.
Se imparassimo ad amarli come meritano, saremmo molto vicini a Dio.”


Orietta Giorgio

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.