Prega rivolto alla Mecca, benedice i centri sociali, abbraccia un prete comunista e un sindaco irresponsabile, si fa benedire da protestanti fondamentalisti, dichiara resa incondizionata ad un ateo incallito, sospende ogni giudizio sulle peggiori perversioni sessuali, tace nei momenti cruciali sulle questioni non negoziabili… La lista potrebbe continuare, ma ciò sarebbe preso per accanimento. Basta e avanza, d’altra parte, per porsi qualche domanda mettendosi nei panni di quei cattolici che non solo si vedono bersaglio di continue reprimende, ma rimangono quanto meno attóniti di fronte a certi gesti e dichiarazioni.Come dovranno sentirsi, per esempio, quei cristiani mediorientali che hanno avuto figli decapitati dagli islamisti?… o quei sacerdoti e laici che da una vita si spendono per strappare i giovani alla droga?… o quelle associazioni benefiche costrette a battersi senza posa per non essere schiacciate dal monopolio mafioso dei cosiddetti “preti di strada”, assidui frequentatori di studi televisivi e di salotti che contano?… o quei vescovi e parroci che, in ogni parte del mondo, assistono impotenti alla fuga in massa dei loro fedeli, ipnotizzati dal luccichio delle ricchissime free churches nord-americane?… o quei cattolici che, senza aver commesso alcun reato, sono discriminati sul posto di lavoro o diffamati in modo irreparabile da certi quotidiani?… o quei milioni di manifestanti francesi, di fatto ripudiati con un silenzio complice di un regime totalitario camuffato da democrazia?… o quei genitori che non sanno come impedire che i loro bambini vengano indottrinati dalla scuola e in tal modo esposti all’adescamento da parte di gente rotta ai vizi più ignobili?…
Visto che la società moderna è ormai irrimediabilmente alla deriva, l’ultima speranza di molti (anche non cristiani) si appuntava sulla Chiesa Cattolica. Sappiamo per fede – e non ne dubiteremo mai – che la barca di Pietro non può affondare: i cieli e la terra passeranno, ma non le parole di Cristo. Quando però si ha una sensazione sempre più netta di trovarsi a bordo del Titanic avvolto dalla nebbia e in rotta di collisione con una montagna di ghiaccio, è naturale mettersi a urlare verso il Cielo perché mandi qualcun altro a prendere il timone e a correggere la rotta… Siamo assolutamente certi che l’inviato arriverà in tempo (dovesse trattarsi del Signore stesso), ma intanto non possiamo non tremare. In simili frangenti, si può essere fortemente tentati di calare in mare una scialuppa per mettersi in salvo da soli, ma, oltre a tradire una forma di estremo egoismo, questo non è certo lecito: la nave che ci conduce al porto della salvezza eterna è una sola; quale sicurezza può dare, oltretutto, una barchetta in mezzo alla tempesta?
Un’altra domanda si affaccia imperiosa alla mente di quanti ancora riflettono: il timoniere è veramente tale? è stato collocato validamente al suo posto? dispone quindi della grazia necessaria per adempiere il suo compito? Non sono interrogativi oziosi, soprattutto quando i fattori di dubbio si moltiplicano: irregolarità procedurali nell’elezione; accordi previi fra elettori e relative pressioni sugli altri, cose tutte proibite sotto pena di scomunica; ambiguità, incertezze e sbavature dottrinali che sfiorano l’eterodossia, se non la denunciano palesemente; sospetti circa l’affiliazione o la contiguità con società segrete, che rende automaticamente inabili all’assunzione di qualsiasi ufficio ecclesiastico; per non parlare del rifiuto, fin dai primissimi istanti, di indossare le insegne della propria stessa carica, qualificate una carnevalata…
Siamo ben consapevoli che su nessuno di questi problemi – almeno per ora – si può trarre una conclusione definitiva; ma l’accumulo di elementi potenzialmente invalidanti può giustificare almeno una certezza morale, tale da liberare la coscienza di un cattolico fedele dal lacerante dilemma che l’attanaglia. Che dire poi del conflitto interiore che dilania quella di un pastore d’anime, obbligato a pregare ogni giorno, nel cuore della santa Messa, per il supposto supremo Pastore, manifestando così pubblicamente una comunione ecclesiale che di fatto non sente, dato che altrimenti gli sembrerebbe di tradire il suo crocifisso Signore?
Per complicare ancor più la situazione, la permanenza dell’anziano Nocchiero dimissionario, non più alla barra, ma pur sempre nello stesso luogo, con lo stesso nome, lo stesso abito, lo stesso titolo, lo stesso stemma… la stessa lucida e penetrante ragione. A ben guardare, è una complicazione o un elemento della soluzione? Difficile a dirsi in questa congiuntura assolutamente inedita, mai verificatasi in duemila anni di storia cristiana… Dio ci ha scelti, del resto, per farci vivere proprio in quest’epoca così travagliata – non semplicemente per il male che la devasta in forme prima sconosciute e a livelli fino a poco fa inimmaginabili, ma per la frequente negazione del male stesso, presentato come progresso e liberazione. Come insegnava un Padre del deserto ai suoi discepoli, «quelli che vivranno alla fine dei tempi, anche se non saranno in grado di praticare la nostra ascesi, saranno più forti di noi, perché dovranno combattere con l’Anticristo».
Attendiamo con coraggio e determinazione ciò che ci riserva il nuovo anno: i ministri della menzogna, in vista dell’autunno, mostreranno più chiaramente il loro vero volto, così da poter essere più facilmente smascherati; la Provvidenza, al tempo stesso, ci darà segni della sua costante azione per indicarci la direzione da seguire. Avvicinandoci al 2017, prepariamoci a parare i colpi di chi celebrerà un duplice trionfo: il quinto centenario della rivoluzione luterana e il terzo della fondazione della massoneria; ma non dimentichiamo che saranno pure cento anni dalla mariofania di Fatima: vi pare casuale? Come recita il proverbio, il diavolo fa le pentole, ma non fa i coperchi. Sotto lo stendardo del Cuore Immacolato di Maria, non possiamo dubitare di vincere: sarà Lei a guidarci e a porre alla nostra testa – quando ne saremo degni – il timoniere da Lei scelto (magari americano), che finalmente Le consacrerà la Russia secondo la Sua richiesta, oggi più che mai attuale e urgente. Nel frattempo, una sola è la parola d’ordine: resistere.
Visto che la società moderna è ormai irrimediabilmente alla deriva, l’ultima speranza di molti (anche non cristiani) si appuntava sulla Chiesa Cattolica. Sappiamo per fede – e non ne dubiteremo mai – che la barca di Pietro non può affondare: i cieli e la terra passeranno, ma non le parole di Cristo. Quando però si ha una sensazione sempre più netta di trovarsi a bordo del Titanic avvolto dalla nebbia e in rotta di collisione con una montagna di ghiaccio, è naturale mettersi a urlare verso il Cielo perché mandi qualcun altro a prendere il timone e a correggere la rotta… Siamo assolutamente certi che l’inviato arriverà in tempo (dovesse trattarsi del Signore stesso), ma intanto non possiamo non tremare. In simili frangenti, si può essere fortemente tentati di calare in mare una scialuppa per mettersi in salvo da soli, ma, oltre a tradire una forma di estremo egoismo, questo non è certo lecito: la nave che ci conduce al porto della salvezza eterna è una sola; quale sicurezza può dare, oltretutto, una barchetta in mezzo alla tempesta?
Un’altra domanda si affaccia imperiosa alla mente di quanti ancora riflettono: il timoniere è veramente tale? è stato collocato validamente al suo posto? dispone quindi della grazia necessaria per adempiere il suo compito? Non sono interrogativi oziosi, soprattutto quando i fattori di dubbio si moltiplicano: irregolarità procedurali nell’elezione; accordi previi fra elettori e relative pressioni sugli altri, cose tutte proibite sotto pena di scomunica; ambiguità, incertezze e sbavature dottrinali che sfiorano l’eterodossia, se non la denunciano palesemente; sospetti circa l’affiliazione o la contiguità con società segrete, che rende automaticamente inabili all’assunzione di qualsiasi ufficio ecclesiastico; per non parlare del rifiuto, fin dai primissimi istanti, di indossare le insegne della propria stessa carica, qualificate una carnevalata…
Siamo ben consapevoli che su nessuno di questi problemi – almeno per ora – si può trarre una conclusione definitiva; ma l’accumulo di elementi potenzialmente invalidanti può giustificare almeno una certezza morale, tale da liberare la coscienza di un cattolico fedele dal lacerante dilemma che l’attanaglia. Che dire poi del conflitto interiore che dilania quella di un pastore d’anime, obbligato a pregare ogni giorno, nel cuore della santa Messa, per il supposto supremo Pastore, manifestando così pubblicamente una comunione ecclesiale che di fatto non sente, dato che altrimenti gli sembrerebbe di tradire il suo crocifisso Signore?
Per complicare ancor più la situazione, la permanenza dell’anziano Nocchiero dimissionario, non più alla barra, ma pur sempre nello stesso luogo, con lo stesso nome, lo stesso abito, lo stesso titolo, lo stesso stemma… la stessa lucida e penetrante ragione. A ben guardare, è una complicazione o un elemento della soluzione? Difficile a dirsi in questa congiuntura assolutamente inedita, mai verificatasi in duemila anni di storia cristiana… Dio ci ha scelti, del resto, per farci vivere proprio in quest’epoca così travagliata – non semplicemente per il male che la devasta in forme prima sconosciute e a livelli fino a poco fa inimmaginabili, ma per la frequente negazione del male stesso, presentato come progresso e liberazione. Come insegnava un Padre del deserto ai suoi discepoli, «quelli che vivranno alla fine dei tempi, anche se non saranno in grado di praticare la nostra ascesi, saranno più forti di noi, perché dovranno combattere con l’Anticristo».
Attendiamo con coraggio e determinazione ciò che ci riserva il nuovo anno: i ministri della menzogna, in vista dell’autunno, mostreranno più chiaramente il loro vero volto, così da poter essere più facilmente smascherati; la Provvidenza, al tempo stesso, ci darà segni della sua costante azione per indicarci la direzione da seguire. Avvicinandoci al 2017, prepariamoci a parare i colpi di chi celebrerà un duplice trionfo: il quinto centenario della rivoluzione luterana e il terzo della fondazione della massoneria; ma non dimentichiamo che saranno pure cento anni dalla mariofania di Fatima: vi pare casuale? Come recita il proverbio, il diavolo fa le pentole, ma non fa i coperchi. Sotto lo stendardo del Cuore Immacolato di Maria, non possiamo dubitare di vincere: sarà Lei a guidarci e a porre alla nostra testa – quando ne saremo degni – il timoniere da Lei scelto (magari americano), che finalmente Le consacrerà la Russia secondo la Sua richiesta, oggi più che mai attuale e urgente. Nel frattempo, una sola è la parola d’ordine: resistere.
"la nave che ci conduce al porto della salvezza eterna è una sola; quale sicurezza può dare, oltretutto, una barchetta in mezzo alla tempesta?" ma negli ultimii tempi la Chiesa non dovrebbe ridursi ad un "piccolo gregge"? quindi non è più il Titanic del adunate oceaniche in P.za S. Pietro, tipo Piazza Rossa, ma è proprio quella barchetta che tutti cercano di affondare, Bergoglio per primo (mi riferisco ai tradizionalisti: FSSPX, all' Istituto Mater Boni Consili, et similia). Non sono certo Cattolici Braz de Aviz, Madariaga, Marx, Bergoglio, ecc. (tra l'altro lui stesso si è voluto tirar fuori dalla cattolicità, tirandone fuori anche Nostro Signore). va i papi fino a Pio XII incluso !
RispondiEliminaBergoglio è il falso profeta di cui si parla nell'Apocalisse,è il servo dell'anticristo che a breve apparirà sulla scena mondiale
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