In favore è in favore.
In favore non è contro.
Stiamo assistendo a queste sofferenze, che sono diventate le nostre sofferenze.
Stiamo assistendo ai toni, ai sistemi ed alle modalità di attuazione del Commissariamento.
In paziente attesa.
Non in silenzio.
Non contro.
C’è chi invece ci ha voluto catalogare come avversari.
Nulla in contrario, anzi ci lusinga avere emuli.
Stiamo assistendo a queste iniziative a noi rivolte.
Stiamo assistendo ai toni ed alle modalità di queste iniziative.
Baluardi certi ed indiscutibili di chiunque voglia essere dei nostri.
In corde Matris,
In favore non è contro.
Le parole hanno un proprio peso specifico ed un proprio significato
preciso per chi non è avvezzo a giocarci. Con le parole come con le
persone.
Questione di punti di vista. E anche di buona o mala fede.
Intendiamoci, non siamo tipi da lasciarci impressionare, ma colpisce il
dispendio di intelletto ed energia investito a scavare e scovare errori,
a suscitare illazioni e congegnare ipotesi, a fare processi alle
intenzioni e alle persone. Non è impegno costruttivo e soprattutto non è
sano. È patologico.
Tale atteggiamento costituisce in se stesso una denuncia di paura e di
limitatezza. Dà prova di fallimenti personali, di situazioni che
sfuggono di mano, di desiderio di controllo, di senso di inadeguatezza
che impedisce di argomentare, di confutare, di sostenere tesi, di
riscontrare fatti. Dimostra paura di misurarsi e di mettersi veramente
in gioco. È già in se stesso una rinuncia e, dunque, una sconfitta.
Oltretutto costituisce una disfatta ed una umiliazione per l’intelletto, ridotto a stratagemma anziché a conoscenza e di comprensione.
Oltretutto costituisce una disfatta ed una umiliazione per l’intelletto, ridotto a stratagemma anziché a conoscenza e di comprensione.
La lotta richiede coraggio, abnegazione, perseveranza, impegno.
Ma tutto questo si può aggirare. O meglio, i furbi, credendosi tali, si
inventano strade alternative per evitare il vero e buon e leale
confronto ed invece di affrontare colui che individuano e catalogano
quale avversario, preferiscono colpire alle spalle, evitandone lo
sguardo.
Appunto.
In favore è in favore.
In favore non è contro.
In favore è in favore.
In favore non è contro.
Siamo “IN FAVORE DEI FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA”, gruppo Facebook,
costituito da persone che, FEDELI AL CARISMA ORIGINARIO ED AI FONDATORI
DELL’ISTITUTO, stanno seguendo il Commissariamento in atto. Oltre a
cattolici e persone che per diritto di cronaca vogliono informarsi sulla
vicenda, il gruppo è costituito da persone che, con tempi e modalità
diverse, sono venute in contatto con l’Istituto e con i Francescani
dell’Immacolata e che da essi hanno ricevuto doni di straordinaria
ricchezza spirituale. Questi doni non sono stati dimenticati da nessuno e
non c’è nessuna intenzione di dimenticarli. Una grande riconoscenza e
senso di devota filiazione sono i legami che ci uniscono ai Francescani
dell’Immacolata ed in particolare ai Fondatori. Oltre ad una
partecipazione vera e reale, con il cuore e con la preghiera, alle
sofferenze e prove che i provvedimenti del Commissariamento
innegabilmente hanno comportato a ciascuno di loro. A tutti.
Stiamo assistendo a queste sofferenze, che sono diventate le nostre sofferenze.
Stiamo assistendo ai toni, ai sistemi ed alle modalità di attuazione del Commissariamento.
In paziente attesa.
Non in silenzio.
Non contro.
Ma in Favore dei Francescani dell’Immacolata ed in attesa che si
concretizzino quei frutti del provvedimento di Commissariamento,
decretato “al fine di tutelare e promuovere l'unità interna degli
Istituti religiosi e la comunione fraterna” (Decreto di Commissariamento
PROT. N. 52741/2012 dell’11/07/2013).
C’è chi invece ci ha voluto catalogare come avversari.
Chi ha voluto premeditatamente ed immotivatamente attribuire al nostro
gruppo l’etichetta di esser “contro”: “di attaccare l’autorità del
Commissario, di scrivere post contro il Santo Padre ed il suo
Magistero”.
Bene.
C’è chi, grondando mala fede da tutti i pori, consegna al nostro gruppo,
in modo gratuito ma non disinteressato, la veste di “piattaforma di
agitazione e detrazione che non rende servizio nemmeno a coloro che
presume di difendere”. Queste le parole usate. Parole taglienti e
giudizio tranchant che colpisce, oltre che per il contenuto, per le
modalità comunicative.
Bene.
C’è poi chi, ha detto, sempre in riferimento al nostro gruppo, che esso
“è amministrato da un gruppo di laici che con toni volgari e aggressivi
attaccano l’autorità del Commissario e dei suoi collaboratori inserendo
nei post qualche preghierina per far credere di essere “cattolici
devoti”.
Bene.
E poi c’è chi da appena due giorni ha aperto una pagina FB con lo stesso
nome del nostro gruppo “In Favore dei Francescani dell’Immacolata”,
appunto.
Bene anche questo.Nulla in contrario, anzi ci lusinga avere emuli.
Non possiamo, però, fare a meno di notare come, per una strana e
simpatica coincidenza, le iniziative in favore del nostro gruppo si
siano negli ultimi giorni, moltiplicate.
Le invettive e gli attacchi, dunque, condotti in modo così sfacciato e
maldestro, si stanno rivelando controproducenti per chi li ha intrapresi
e non minano, ma rafforzano, il nostro desiderio di ricerca della
verità, quella verità che altri, evidentemente, ritengono di avere già
in tasca.
Sarebbe stato auspicabile il confronto, ma comprendiamo, che il dialogo sia prerogativa di chi vuole costruire.
Invece ci hanno reso oggetto di un processo sommario su web con verdetto
di condanna. Non senza un obbiettivo. Certamente senza buona fede. E
soprattutto senza vere prove.
Tra le righe di queste iniziative non è possibile non leggere una
certezza che deriva da un equivoco di base. La certezza di chi,
confondendo il giudice con il boia, ha fondato tutte le proprie
aspettative, valutazioni e scelte di posizione personali su una condanna
dei Fondatori, ritenuta certa quanto inevitabile. Come se il
Commissariamento in atto non potesse che attuare un giustizialismo
rapido e sommario Da questo malinteso di base sono scaturiti tutti i
linciaggi mediatici ai Fondatori, al carisma dell’Istituto e, tutto
sommato, è scaturita anche la condanna del nostro gruppo. Storie
parallele, stessi sistemi, stesso concetto di giustizialismo sostituito
alla giustizia che dovrebbe contraddistinguere un provvedimento di
commissariamento. Tutto documentato e riscontrabile, purtroppo, proprio
su quei gruppi FB e social network che con ingenuità ed eccessiva
leggerezza i siti web ufficiali dei FFI (Frati Francescani
dell’Immacolata e immacolata . com) hanno salutato e definito “degni di
nostra conferma”.
La nostra posizione è di attesa e di osservazione attenta e puntuale dei fatti legati al Commissariamento dei FFI.
Stiamo assistendo a queste iniziative a noi rivolte.
Stiamo assistendo ai toni ed alle modalità di queste iniziative.
Stiamo proseguendo la nostra opera in silenzio. E scegliamo di non
difenderci dalle accuse e dai marchi. Lo riteniamo superfluo. Il nostro è
un gruppo aperto. Aperto significa che, chiunque ne abbia voglia, può
leggere e verificare quanto è postato e commentato. Tutti possono
vedere. Conoscere. Capire. Scegliere.
I circa 2500 membri e tutti coloro che ci leggono sono testimoni dei
contenuti e del codice comunicativo da noi adottato, mai in
contraddizione con il nostro essere cattolici operanti alla luce della
Verità, nell’amore per Cristo, per l’Immacolata, per la Rivelazione, per
il Papa e per la Santa Madre Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Baluardi certi ed indiscutibili di chiunque voglia essere dei nostri.
In corde Matris,
Maddalena
Mi sia permesso di allargare la riflessione.
Maddalena scive:
"Chi ha voluto premeditatamente ed immotivatamente attribuire al nostro gruppo l’etichetta di esser “contro”: “di attaccare l’autorità del Commissario, di scrivere post contro il Santo Padre ed il suo Magistero”."
Bene.
È quella una diabolica ma non nuova strategia, gli esempi di persecutori che si presentano in vittime abbondano, chi difende la verità, descrive una realtà innegabile, se, facendolo, tocca persone, gruppi, lobby, diventati "intoccabili", viene automaticamente etichettato come "contro", c`è il politicamente, socialmente, religiosamente corretto, guai a chi lo infrange.
- In Francia se osi dire la verità su quel che succede in certi quartieri dove la polizia non osa più mettere i piedi, se osi dire che le moschee ( e non solo le prigioni) sono diventate luoghi di radicalizzazione con i loro imam arrivati e pagati dalle ricche potenze arabe, se osi dire che gli attentati sono commessi da musulmani, se ti spingi a dire che questa ondata di violenza è causata da musulmani, e non da cristiani, se dici che l`islam è diventato un vero problema, non solo a causa dell`immigrazione incontrollata e incontrollabile, ma delle seconde e terze generazioni di immigrati che si radicalizzano, se lo fai diventi ISLAMOFOBO e devi scusarti.
Non uno che osi dire a chi pretende che l`islam è solo pace e amore che l`islam è quello ma non solo quello, che nell`islam c`è il germe della violenza, basta aprire il Corano, non uno che suggerisca ai responsabili musulmani di fare la loro autocritica.
-Se osi dire che l`unione fra due uomini e due donne è contro natura, sterile per essenza, e un ribaltamento della verità, se osi difendere la famiglia naturale, diventi un OMOFOBO, passibile di condanna.
-Se ti permetti di dire che se è giusto fare un dovere di memoria affinché mai si dimentichi le vittime della Shoah, di quel che l`uomo è capace di fare nel male, ma aggiungi che tante altre (millioni) sono le vittime di carnefici che restano nell`oblio, che nessuno ricorda , diventi ANTISEMITA.
-Se, oggi, nella CHIESA difendi la Verità diventi un dissenziente, sei contro il papa, sei addirittura accusato di fomentare un complotto contro le sue riforme,
se difendi e riaffermi la Dottrina, sei presentato come un ribelle all`autorità del papa, come un ribelle tout court.
È allucinante ma è quel che sta succedendo sotto i nostri occhi, difficile non vederlo salvo ad avere delle doppie fette di prosciutto.
Quel che sta succedendo ai FFI è un ben triste esempio.
I responsabili del nuovo corso dei Francescani dell`Immacolata sanno di avere dalla loro parte papa Bergoglio, non si privano di dirlo, quella protezione li rende arroganti nella loro sicurezza. Osi descrivere la realtà di una situazione aberrante dove, dopo averlo decapitato, allontanato i responsabili, chiuso il seminario, si sta sabotando-distruggendo un Ordine che era fiorente in vocazioni, il tutto a causa della ribellione di cinque frati e senza fornire le prove delle accuse formulate, senza dare l parola alla difesa, osi dirlo sei CONTRO il papa!
Ribaltamento della verità, perversione di un certo tipo di comunicazione, di strategia comunicativa, potenza di lobby varie che tirano i fili per difendere i loro interessi, pensiero e coscienze deboli, una realtà che non può più sfuggire anche agli afflitti di angelismo patologico, ed in effetti la gente si sta svegliando e reagendo. Dove ci porterà questa polveriera lo sa solo il Signore.