Questionario spinoso
Avrei preferito nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, per non alimentare la canea di chi forse non aspetta altro. Ma è un comportamento che aborro. E, allora, parliamone seriamente e virilmente, prendendo come base questa icastica ed esaustiva sintesi di Esistenzialmente Periferico, densa di interrogativi calzanti e incalzanti, che non ci vedono ripiegati in difesa e messi all'angolo come tentano di fare da cinquant'anni; ma diventano un Questionario spinoso e ineludibile, redatto dal punto di vista dei fedeli, pecore che vogliono avere il profumo di Cristo Signore. È un Questionario che non riguarda solo realtà marginali o marginalizzate, ma tutta la Chiesa. (M.G.)
Mentre l'esercito di cani di Pavlov si affanna sorridente e compiaciuto a condannare il Nuovo Scisma, vorrei proporre alcuni semplici spunti di riflessione su questa nuova ordinazione di vescovo senza mandato pontificio.
Insisto: propongo solo domande asciutte, senza inutile polemica e senza buonismo da sagrestia, al solo scopo di riflettere per capire come mai ci siamo ritrovati prevedibilmente questo caso. Evito di proposito questioni dottrinali, disciplinari, Concilio, etc., perché intendo evidenziare la questione liturgica, specialmente dal punto di vista dei fedeli.
Mi scuso per la lunghezza, ma è necessario partire da lontano per chiarire la dinamica senza cortocircuitare tutto a slogan preconfezionati.
Punto 1: la liturgia tradizionale ("tridentina") non è mai stata abolita. Lo ha confermato perfino un successore di Pietro. Benedetto XVI ha anche anche stabilito che per celebrarla non c'è bisogno neppure del permesso. La necessità di dover continuamente ricordare ciò fa capire quanto sia ossessiva e furiosa ancor oggi la guerra contro la liturgia tradizionale, «tesoro prezioso da conservare» che non può essere «improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso». Chiediamoci dunque:
- Benedetto XVI ha contraddetto Paolo VI?
- Paolo VI aveva sbagliato ad imporre la liturgia Novus Ordo anziché proporla ai fedeli?
- da allora ad oggi, chi l'ha subìta piuttosto che sceglierla, ha subìto un torto da parte delle autorità della Chiesa?
- Benedetto XVI, col Summorum Pontificum, è stato nemico del Vaticano II e della riforma liturgica?
Punto 2: la liturgia tradizionale riguarda tutti e sette i sacramenti. Cioè la questione non riguarda solo la Messa: è perfettamente legittimo desiderare che la propria vita spirituale sia sostenuta dai sacramenti nella forma tradizionale (cfr. motu proprio Summorum Pontificum ed istruzione applicativa Universae Ecclesiae [vedi anche]). Dunque sorgono altre domande:
- cosa si sente rispondere chi chiede di celebrare -per esempio- un battesimo o matrimonio in rito tradizionale? cosa fanno vescovi e sacerdoti per «garantire e assicurare realmente a quanti lo domandano, l’uso della forma extraordinaria»?
- come mai tanti preti, pur disponibili a celebrare, temono le reazioni dei confratelli, dei superiori, del vescovo? (ho conosciuto tanti che celebrano di nascosto, senza fedeli, uno addirittura nello sgabuzzino della canonica: come mai si vedono costretti nelle catacombe?)
- cosa si sentirà rispondere un giovane chiamato al sacerdozio (diocesano o religioso), nel momento in cui davanti al responsabile delle vocazioni ammettesse candidamente di preferire la liturgia tradizionale?
- quali strade oggi può concretamente percorrere chi desidera i sacramenti nella forma tradizionale permanendo nella Chiesa?
- esiste qualche ragione teologicamente fondata per ghettizzare in una "riserva indiana" per di più silenziata i fedeli (e le vocazioni) legati al rito tradizionale?
Punto 3: la liturgia tradizionale riguarda anche il sacramento dell'ordine. È del tutto naturale che una vocazione che cresce preferendo il rito tradizionale venga portata al sacerdozio proprio attraverso quello stesso rito. Domandiamo:
- cosa si sentirà rispondere dal suo vescovo o dal suo superiore un seminarista che ha riscoperto la liturgia tridentina e che chiede l'ordinazione in rito tradizionale?
- i tantissimi seminaristi osteggiati e addirittura espulsi per simpatie verso la liturgia tradizionale, hanno subìto un torto?
- per quale motivo il Summorum Pontificum menziona sei sacramenti e non l'ordine sacro?
- quali strade oggi può concretamente percorrere una vocazione al sacerdozio che preferisca la liturgia tridentina permanendo nella Chiesa?
- come mai ancor oggi i pastori della Chiesa sono incapaci di coltivare vocazioni al sacerdozio diocesano nel rito tradizionale che non è stato "mai abrogato"?
- il sacerdozio è un incarico principalmente pastorale? (si viene ordinati in funzione delle esigenze pastorali diocesane?)
Punto 4: i pochi istituti tradizionali sono ostacolati e non vengono considerati per la pastorale diocesana. La pubblicazione del Summorum Pontificum ha fatto uscire dalle catacombe un crescente popolo di fedeli legati alla liturgia tradizionale. E da un popolo che prega fioriscono vocazioni. Dato che la forma "ordinaria" e la forma "straordinaria" sono «due espressioni dello stesso rito», c'è da chiedersi con onestà:
- come mai nelle diocesi e negli ordini religiosi - salvo rari "ghetti" - è così difficile dare spazio al rito tradizionale? (il rito tradizionale serve solo ad accontentare i "tradizionalisti", oppure - essendo una delle «due espressioni dello stesso rito» - può essere incoraggiato anche senza aspettare insistenti richieste dai "tradizionalisti"?)
- quante diocesi hanno invitato istituti tradizionali a fondare una propria casa? quanti vescovi sono stati finora disposti ad integrare nella propria linea pastorale i sacerdoti impegnati principalmente col rito tradizionale "mai abrogato"?
- quante parrocchie nell'orbe cattolico garantiscono quotidianamente la liturgia tradizionale? (esempio: nella vasta e popolosa diocesi di Roma, una sola parrocchia)
- una comunità di fedeli cosa può pensare dell'autorità della Chiesa quando questa non è disposta ad accoglierne le vocazioni che legittimamente si nutrono della liturgia "mai abrogata"?
Punto 5: anche i fedeli di liturgia tradizionale necessitano di "operai per la messe".Una Chiesa che smette di ordinare sacerdoti è una chiesa castrata e spenta. Le richieste di Messe "tridentine" costantemente aumentano, e tipicamente la notizia di qualche celebrazione "tridentina" attira devoti fedeli anche da parecchi chilometri. Dunque:
- alla luce del fatto che le vocazioni "tradizionali" cominciano a rappresentare una percentuale consistente (esempio: un quarto dei seminaristi dell'intera Francia è legato esclusivamente al rito tradizionale), in che modo i vescovi stanno assicurando "operai per la messe" anche ai fedeli del rito "mai abrogato"?
- nella storia della Chiesa risultano occasioni in cui le autorità ecclesiastiche abbiano rifiutato di ordinare sacerdoti per un qualsiasi rito "mai abrogato"?
- cosa fanno concretamente i vescovi per evitare di lasciare che i fedeli "tradizionali" restino senza sacerdoti?
- per esempio: cosa hanno fatto i vescovi per garantire continuità ai fedeli che seguivano le liturgie tradizionali dei Francescani dell'Immacolata?
Punto 6: c'è lì fuori un crescente popolo di fedeli "non in comunione" con la Chiesa anche a causa dell'incessante, accurata, documentata ostilità degli uomini di Chiesa a tutto ciò che sa di "tridentino". Domandiamo infatti:
- cosa fanno i vescovi, premurosi nel pascere ogni singola pecorella del loro gregge, per evitare di abbandonare i fedeli legati al rito tradizionale ad un tale stato di necessità da considerare realtà "alternative"?
- il «favorire la riconciliazione in seno alla Chiesa» esige l'imposizione del Novus Ordo a chiunque domandi il Vetus?
- quanto spesso sacerdoti e vescovi sotto sotto etichettano come "lefebvriani" coloro che sono sinceramente attaccati alla liturgia tridentina? quanto spesso hanno sottilmente invitato tali fedeli a togliersi dai piedi dalla pastorale diocesana? quante volte avviene di sentirsi insinuare che "qui si celebra solo il Novus Ordo e chi vuole la Messa Tridentina può andarsene dai lefebvriani"? quanti don Abbondio hanno trovato improvvisamente cumuli di "impedimenti" per frustrare le speranze dei fedeli "tradizionali" e sotto sotto indurli ad andarsene?
- quanta fatica occorre per dei fedeli in buona fede per ottenere la semplice celebrazione di un sacramento in rito tradizionale?
Punto 7: anziano e prossimo alla fine dei suoi giorni, di fronte ai continui "impedimenti" e rinvii sollevati dalle autorità vaticane, mons. Lefebvre scelse di ordinare quattro vescovi illecitamente, senza il mandato di Roma, per garantire ai fedeli "tradizionali" la continuità ditutti e sette i sacramenti, che entro le debite condizioni sono un loro diritto (non un premio, non un lusso, ma un diritto, una necessità: «pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle»). Insieme alla scomunica, il 2 luglio 1988 Giovanni Paolo II invitò tutti i vescovi della Chiesa ad «un'ampia e generosa applicazione delle direttive, già da tempo emanate dalla Sede Apostolica», direttive puntualmente rimaste lettera morta fino al motu proprio Summorum Pontificum, quando è stato chiarito che non c'è nemmeno bisogno di autorizzazioni del vescovo. Perciò chiediamo:
- al di là delle questioni dottrinali, era davvero infondato il sospetto di mons. Lefebvre che un suo successore scelto da Roma fosse il cavallo di troia per imporre ai fedeli "tradizionali" una lenta ma inesorabile commistione con la liturgia Novus Ordo?
- cosa hanno concretamente fatto le autorità della Chiesa per convincere i fedeli legati alla liturgia tradizionale che non era necessario seguire mons. Lefebvre?
- alla luce degli eventi degli ultimi 50 anni e di tutti gli ostacoli che incontra chi desidera dalla Chiesa i sacramenti nella forma tradizionale, risultava davvero così imprevedibile per le autorità della Chiesa qualche altra ordinazione illecita di vescovi "tradizionali"?
- la dovuta ubbidienza ai successori di Pietro e degli Apostoli implica umilianti ingiustizie come il dover rinunciare alla liturgia che ha santificato i cattolici di tutti i tempi fino a padre Pio?
- se per ipotesi fossero state solo questioni dottrinali, avremmo ugualmente assistito a ordinazioni episcopali illecite?
- insomma, siamo davvero sicuri che tutte le colpe delle ordinazioni illecite stiano in mons. Lefebvre prima e in mons. Williamson oggi?
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