BERGOGLIO IN PREGHIERA AD ARICCIA
Due anni dopo l’elezione al soglio di Pietro, il 13 marzo 2013, Francesco domina i palinsesti della tv italiana, pubblica o privata che sia. È il paradosso di un Papa che ama la semplicità e il nascondimento, ma ha i riflettori sempre puntati su di sé. Il primato di Bergoglio emerge ora da un dossier di Critica liberale, che mette in luce come in pochi mesi si sia passati dall’attenzione morbosa per gli scandali del Vaticano a quella per il vescovo di Roma.
Una figura raccontata, come scrive la rivista diretta da Enzo Marzo, «attraverso le scarpe ortopediche, l’amore per il tango, la passione per il calcio, le telefonate ad atei e (ex) mangia-preti. E i suoi moniti, amplificati e magnificati con compiacimento, forse politicamente scorretti, ma pieni di senso comune. Ecco, il miracolo è dunque avvenuto: abbiamo un Papa della porta accanto».
ANGELA MERKEL CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
L’“argomento Francesco” è il primo di quelli religiosi in tv (34,4%), davanti alle questioni della fede in generale (13,1%), alla canonizzazione di Giovanni Paolo II e di Giovanni XXIII (16,9%), seguiti a loro volta da temi come miracoli, persecuzioni religiose e solidarietà. Anche nelle singole trasmissioni Francesco è centrale. Porta a porta, per esempio, ha dedicato fra il 2013 e il 2014 due puntate soltanto a lui. Sicché una domanda è d’obbligo: perché tutto questo?
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Secondo Gianfranco Svidercoschi, ex vicedirettore dell’ Osservatore Romano e fresco autore di Un papa solo al comando ( Tau), «lo stile di governo di Francesco, costretto a riformare la Chiesa da solo, unica possibilità perché una vera riforma avvenga, favorisce il fatto che tutti guardino principalmente a lui. È il prezzo che paga chi davvero vuole agire e non essere soltanto di passaggio. Nello stesso tempo - aggiunge Svidercoschi - credo che Francesco non si aspettasse tutta questa popolarità, ma resosi conto di essa, non l’ha rifuggita, accettandola e permettendo che in qualche modo si perpetrasse».
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Dal Papa alla religione cattolica il passo è breve. È il cattolicesimo, per Critica liberale non senza una certa mancanza di pluralismo, il re incontrastato dell’informazione televisiva religiosa. Il 95,5% dell’approfondimento religioso in tv, infatti, ha avuto dal primo settembre 2013 al 31 agosto 2014 temi e soggetti inerenti la fede cattolica. E anche quando si parla di altre religioni lo si fa sempre attraverso la lente cattolica. La religione cattolica vince nei palinsesti con il 74,7% fra numero e durata di trasmissioni. Segue il protestantesimo con il 12,4%, l’ebraismo con l’11,8% e tutte le altre, dal buddismo al’Islam, che oscillano fra lo 0,2 e lo 0,3%.
BERGOGLIO CORNA
I programmi specificatamente religiosi sono le dirette domenicali delle messe, la recita dell’Angelus papale, le celebrazioni di eventi importanti di culto, le rubriche fisse dedicate alle confessioni religiose come - per il cattolicesimo - A Sua immagine, Tg1 Dialogo, Sulla via di Damasco e Le frontiere dello spirito.
Mentre ai protestanti e agli ebrei si rivolge una sola rubrica di trenta minuti a settimane alterne in onda la domenica notte (all’1.30 circa) su Raidue. Quanto a numero e durata delle trasmissioni religiose, la fede cattolica è in testa con il 78,6%. Seguono i protestanti (11,4%) gli ebrei (9,8%) e poi tutti gli altri. La tv con più trasmissioni religiose è Raiuno (357 in totale), poi Raidue (215), Rete 4 (54) e Canale 5 (37).
PAPA BERGOGLIO TELEFONA ALLA GENTE
Per Critica liberale, il tutto, evidenziato anche da un esposto dell’Uaar, l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e alla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, si tratta di «violazione del pluralismo informativo in materia di religione».
«Il potere cattolico - spiega Raffaele Carcano, segretario dell’Uaar, ripreso in fondo al dossier di Critica liberale è veramente enorme, se si pensa che i partiti politici riconoscono, più o meno a malincuore, che è necessario porre limiti alla propria presenza in video, ma che non è indispensabile porli alla Chiesa».
LA RENAULT QUATTRO DI DON ZOCCA REGALATA AL PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
Commenta invece Luca Diotallevi, sociologo e docente a Roma Tre: «Se osserviamo la presenza reale di altri culti nella società italiana, la quota che viene data complessivamente nella comunicazione radio televisiva a queste altre confessioni è uguale se non superiore alla loro presenza nel Paese. Se quasi tutti gli italiani si dicono cattolici, è normale che in tv siano preminenti».
PAPA FRANCESCO BENEDICE UN BAMBINO DALLA PAPAMOBILE MENTRE SI FA SPAZIO TRA LA FOLLA DI PERSONE ACCORSE DA TUTTA LAMERICA LATINAhttp://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/tele-miracolo-bergoglio-due-anni-dopo-sua-elezione-papa-si-96382.htm
Papa Francesco, intervista choc: il mio sarà un pontificato breve
Città del Messico - Papa Francesco festeggia i due anni del suo pontificato, ma pensa che non resterà in carica ancora per molto. E’ un’intervista choc, quella rilasciata a Valentina Alazraki, storica vaticanista dell’emittente messicana Televisa, in cui tra l’altro definisce la Curia Romana «l’ultima corte d’Europa» e ribadisce che la Riforma in preparazione vuole favorire «una conversione che coinvolge la stessa figura del Pontefice».
All’intervistatrice che accenna all’eventualità di un ritiro per limiti di età, come avviene per i vescovi, il Papa risponde di non condividere una simile evenienza per la figura del Pontefice - definisce il Papato una grazia speciale - ma dice anche di apprezzare la strada aperta da Benedetto XVI riguardo alla figura del Papa emerito. Una scelta coraggiosa la definisce, come coraggiosa fu la decisione di avere reso pubblica la gravità degli abusi commessi da alcuni membri della Chiesa contro i bambini e la necessità di prendersi cura delle vittime. Francesco ammette di avere la sensazione che il suo sarà un Pontificato breve, ma aggiunge di potersi sbagliare.
Più nel privato, il Papa ammette che gli manca il fatto di poter girare liberamente, magari per poter andare in pizzeria senza essere riconosciuto. Spiega perché non è capace di girarsi dall’altra parte di fronte ai mali del mondo. Indica nelle migrazioni e nel narcotraffico i problemi del Messico che non sono solo del Messico. Definisce smisurate le aspettative su temi complessi e delicati come quello della comunione ai divorziati risposati o in materia di omosessualità.
Papa Francesco critica l’incapacità del clero di coinvolgere i laici a causa di un eccessivo clericalismo. Anche per la curia, dice, ogni cambiamento inizia dal cuore - spiega il Papa - e comporta una conversione nel modo di vivere. Una conversione che coinvolge la stessa figura del Pontefice e che è alla base dei fuori protocollo che tanto entusiasmano il popolo di Dio.
Papa Francesco ha ricordato anche i 43 ragazzi trucidati dai narcos a Iguala e svela di aver voluto rendere omaggio alla loro memoria anche nominando cardinale l’arcivescovo di Morelia, «un uomo - dice Francesco - che si trova in una zona molto calda ed è un testimone di vita cristiana».
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