ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 4 marzo 2015

Un altro biglietto per Malta?

BERGOGLIO GLI HA FATTO LA PELL - CAPITO L'ERRORE, IL PAPA SFILA POTERE AL POCO AMATO CARDINALE PELL: NON AVRÀ LA GESTIONE DEGLI IMMOBILI APSA E PROPAGANDA FIDE

La segreteria per l’Economia, e quindi Pell, vigilerà, ma non gestirà i beni del Vaticano e della Santa Sede, a cominciare dagli immobili dell’Apsa e di Propaganda Fide e il Fondo pensioni di competenza della Segreteria di Stato - Il Papa risponde così al malumore della Curia per il centralismo del cardinale australiano…

Maria Antonietta Calabrò per il “Corriere della Sera”

Adesso forse il cardinale George Pell non sarà più chiamato zar. Zar delle finanze vaticane, un appellativo che da solo bastava ad evocare un potere assoluto di vita e di morte su tutte le attività economiche del Vaticano.

george pellGEORGE PELL
A un anno esatto dalla creazione dei nuovi organismi economici per la riforma del settore finanziario della Santa Sede, Papa Francesco ha firmato nella forma di Motu Proprio (una legge) i tre Statuti che definiscono per la prima volta i poteri di Segreteria per l’Economia, del Consiglio per l’Economia e dell’Ufficio del Revisore generale. Fissando però dei paletti ben precisi.

LE NUOVE REGOLE
In sostanza, la segreteria per l’Economia, e quindi Pell, vigilerà, ma non gestirà i beni del Vaticano e della Santa Sede, a cominciare dagli immobili dell’Apsa e di Propaganda Fide e il Fondo pensioni di competenza della Segreteria di Stato. I documenti approvati dal Papa sono entrati in vigore «ad experimentum» a partire dal 1° marzo.

La formula utilizzata, trattandosi di istituzioni nuove, permetterà di fare aggiustamenti ed eventuali correzioni nei prossimi mesi. «La Segreteria per l’Economia - si legge nel primo articolo dello statuto - è il dicastero della Curia Romana competente per il controllo e la vigilanza in materia amministrativa e finanziaria sui dicasteri della Curia Romana, sulle istituzioni collegate alla Santa Sede o che fanno riferimento ad essa e sulle amministrazioni del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano».
george pellGEORGE PELL

LA DIVISIONE DEI POTERI
«La Segreteria agisce in collaborazione con la Segreteria di Stato, la quale ha competenza esclusiva sulle materie afferenti alle relazioni con gli Stati e con gli altri soggetti di diritto pubblico internazionale», precisa la nuova legge. Aggiungendo: «La Segreteria per l Economia garantisce che le materie riguardanti gli enti e amministrazioni di cui all’art. 1 siano trattati tenendo nel debito conto l’autonomia e le competenze di ciascuno di essi». Il dicastero guidato da Pell avrà due sezioni, «la sezione per il controllo e la vigilanza» e «la sezione amministrativa».

Ci saranno due prelati segretari (il primo con il titolo di «segretario generale»), per sovrintendere le due sezioni. La prima sezione si occupa di controllare e vigilare le attività riguardanti la pianificazione, la spesa, i bilanci di previsione e consuntivi, gli investimenti, la gestione delle risorse umane, finanziarie e materiali degli enti controllati: si tratta, un qualche modo, di un rafforzamento dei poteri fino ad oggi affidati alla Prefettura degli Affari economici, istituita nel 1967 da Paolo VI con il compito di verificare i bilanci.
JEAN BAPTISTE DE FRANSSUJEAN BAPTISTE DE FRANSSU

CONTROLLI PREVENTIVI
Il lavoro di controllo e vigilanza ora sarà anche preventivo e il dicastero avrà molta più libertà di movimento e di intervento, promuovendo ispezioni. «Quando questa Sezione viene a conoscenza di possibili danni al patrimonio degli enti e amministrazioni di cui all’art. 1, essa assicura che siano adottate misure correttive ivi incluse, ove opportuno, azioni civili o penali e sanzioni amministrative».

Joseph ZahraJOSEPH ZAHRA
La seconda sezione, quella amministrativa, si occupa invece di offrire «indirizzi, modelli procedure in materia di appalti volti ad assicurare che tutti i beni e i servizi richiesti dai dicasteri della Curia romana e dalle istituzioni collegate alla Santa Sede o che fanno riferimento ad essa siano acquisiti nel modo più prudente, efficiente ed economicamente vantaggioso, in conformità a controlli e procedure interne appropriati».

Darà dunque delle direttive per ottimizzare la gestione delle risorse, per evitare gli sprechi, per razionalizzare le spese. Questa sezione si occuperà anche di seguire l’elaborazione degli stipendi e delle nuove assunzioni, «fermo restando che spetta alla Segreteria di Stato l’accertamento dei requisiti di idoneità dei candidati all’assunzione». Una sottolineatura, quest’ultima che attesta come la Segreteria di Stato conservi una sua influenza.

I NUOVI REVISORI
Il torrione Niccolò V, sede dello Ior niccolovIL TORRIONE NICCOLÒ V, SEDE DELLO IOR NICCOLOV
BERGOGLIO IN PREGHIERA AD ARICCIAOltre al nuovo statuto del Consiglio per l Economia presieduto dal cardinale Reinhard Marx , Papa Francesco ha approvato lo Statuto del Revisore generale che - come suggerito dal Pontificio consiglio per i testi legislativi - sarà «coadiuvato da due revisori aggiunti». I revisori dunque saranno tre, per garantire maggiore autonomia e una maggiore indipendenza da influenze esterne. Si occuperanno di fare la verifica contabile e amministrativa sugli enti. Riceveranno segnalazioni sulle anomalie, faranno revisioni specifiche in presenza di attività che si discostino «in modo sostanziale» rispetto agli «indirizzi» e ai «bilanci preventivi approvati». Si occuperanno delle eventuali irregolarità nella concessione di appalti o di contratti.


















(Maria Antonietta Calabrò) «Questo decido e stabilisco, nonostante qualsiasi disposizione in contrario». Così termina, il Motu Proprio con il quale Papa Francesco, in italiano, ha promulgato il 22 febbraio gli Statuti, cioè le leggi che regolano i nuovi organismi economici vaticani, nati esattamente un anno fa, come parte sostanziale della riforma della Curia.
E cioè: la Segreteria dell’Economia, guidata dal «superprefetto» George Pell, il Consiglio per l’Economia, guidato dal cardinale Reinhard Marx, e l’Ufficio del Revisore generale. La pubblicazione degli Statuti era molto attesa perché da quanto scritto, nero su bianco, si sarebbe potuto valutare se Pell sarebbe stato o no, come lo ha subito soprannominato la stampa anglosassone, lo «zar» delle finanze vaticane. Un appellativo che da solo basta a evocare un potere assoluto di vita e di morte su tutte le attività economiche del piccolo Stato e della Santa Sede. Non sarà così. Gli statuti affidano alla Segreteria per l’Economia funzioni di controllo e vigilanza sulle attività economiche di dicasteri e uffici vaticani (con poteri rinforzati rispetto a quelli finora esercitati dalla Prefettura degli Affari economici). Ma quelle di amministrazione si limiteranno ad appalti e forniture (acquisti di beni e servizi) e alla gestione del personale (le assunzioni rimangono sotto il controllo della Segreteria di Stato). La segreteria per l’Economia, soprattutto, non gestirà i beni di proprietà del Vaticano in particolare gli immobili, come invece veniva indicato dal Motu Proprio dell’ 8 luglio 2014 con cui Francesco trasferiva al nuovo superdicastero guidato da Pell la «sezione ordinaria» (cioè quella immobiliare) dell’Apsa, lasciando a quest’ultima le funzioni di «banca centrale» del Vaticano e di Tesoreria dello Stato. Di tutto questo non c’è più traccia nei nuovi Statuti. Né la Segreteria di Pell amministrerà il patrimonio inestimabile di Propaganda Fide. E neppure il Fondo pensioni dei dipendenti e dei cardinali (cui fornirà solo assistenza tecnica) che continuerà a essere in carico alla Segreteria di Stato. Un segno, questo, che le obiezioni (formali e sostanziali) ai «superpoteri» affidati a luglio al «Ranger» hanno convinto Francesco, che peraltro ha coniato il soprannome. La formula: «Questo decido e stabilisco, nonostante qualsiasi disposizione in contrario», abroga, infatti, quanto deciso precedentemente, sia pure ad experimentum, cioè in prova.
Corriere della Sera, 4 marzo 2015
http://ilsismografo.blogspot.com/2015/03/vaticano-meno-potere-al-cardinale-pell.html

Ecco come è stato ridimensionato il cardinale Pell

04 - 03 - 2015Matteo Matzuzzi
Ecco come è stato ridimensionato il cardinale Pell
Attesi come il sole in un agosto piovoso, a un anno dall’istituzione della Segreteria per l’Economia, del Consiglio per l’economia e dell’Ufficio del Revisore generale, sono finalmente arrivati gli statuti. Promulgati dal Papa lo scorso 22 febbraio, sono entrati in vigore (ad experimentum) a partire dal 1° marzo. E da una prima lettura non pare che a vincere la partita sia stato il cardinale australiano George Pell, anzi.
“NON SARA’ PIU’ CHIAMATO ZAR”
Scrive Maria Antonietta Calabrò sul Corriere della Sera che “adesso forse il cardinale George Pell non sarà più chiamato zar. Zar delle finanze vaticane, un appellativo che da solo bastava ad evocare un potere assoluto di vita e di morte su tutte le attività economiche del Vaticano”. Alla Segreteria per l’Economia, lo statuto riconosce un compito di vigilanza ma non di gestione. Proprio come aveva proposto il Pontificio consiglio per i Testi legislativi, il dicastero guidato dal cardinale Francesco Coccopalmerio. Ma anche come avevano auspicato i membri del Consiglio cardinalizio dell’Apsa, l’amministrazione per il patrimonio della Sede apostolica, stando ai verbali pubblicati venerdì scorso dall’Espresso: “E’ pericoloso che la Segreteria dell’Economia prenda in mano tutto, così l’Apsa non ha più senso”, aveva detto il cardinale Giovanni Battista Re, già prefetto della congregazione per i Vescovi.
VIGILANZA SEPARATA DALLA GESTIONE
Il cardinale prefetto dell’Economia “vigilerà ma non gestirà i beni del Vaticano e della Santa Sede, a cominciare dagli immobili dell’Apsa e di Propaganda Fide e il Fondo pensioni di competenza della Segreteria di stato”. Niente di definitivo, comunque, proprio perché si tratta di un’entrata in vigore “ad experimentum”: La formula “permetterà di fare aggiustamenti ed eventuali correzioni nei prossimi mesi”.
POTERI LIMITATI
L’articolo 1 dello Statuto chiarisce che “la Segreteria per l’Economia è il dicastero della curia romana competente per il controllo e la vigilanza in materia amministrativa e finanziaria sui dicasteri della curia romana, sulle istituzioni collegate alla Santa Sede o che fanno riferimento a essa e sulle amministrazioni del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano”. All’articolo 3, la limitazione dei poteri: “La Segreteria agisce in collaborazione con la Segreteria di Stato” e “garantisce che le materie riguardanti gli enti e amministratori di cui all’articolo 1 siano trattati tenendo nel debito conto l’autonomia e le competenze di ciascuno di essi”.
CONFERMA POSITIVA DELL’OPERATO SVOLTO
La Segreteria avrà due distinte sezioni, una “per il controllo e la vigilanza” e quella “amministrativa”. La Segreteria, si legge, “adotta tutte le misure e procedure necessarie a garantire la piena distinzione e separazione operativa tra le due sezioni”. Nessuna traccia, insomma, di quel “superdicastero” di cui pure tanto s’era parlato. “Per Pell si tratta di un ridimensionamento, ma pur sempre di una conferma positiva dell’operato svolto”, ha scritto il Messaggero: “L’orientamento è quello di tenere separate la vigilanza e la gestione, con un aumento dei revisori. Insomma, più garanti in un sistema di pesi e contrappesi”.
LAVORO COLLEGIALE DURATO NOVE MESI
“Dalla lettura dei tre documenti, ormai da alcuni giorni appesi alla bacheca nel cortile di San Damaso – scrive su Vatican Insider Andrea Tornielli – si comprende come il lavoro della Segreteria dell’Economia per la loro preparazione, durato nove mesi, sia stato integrato con altre proposte e osservazioni. Appare dunque frutto di un lavoro collegiale che ha tenuto conto delle sensibilità diverse per cercare di creare un sistema in grado di funzionare bene”. Sempre Tornielli sottolinea che “viene revocato il passaggio alla Segreteria per l’Economia, stabilito lo scorso luglio, della gestione degli immobili vaticani dell’Apsa”.
GLI SCONTRI TRA CARDINALI
Stando a quanto pubblicato venerdì scorso dall’Espresso, una parte consistente della curia romana nutriva da tempo più di una perplessità sul possibile accentramento di funzioni e competenze nelle mani della Segreteria per l’Economia. Il cardinale Jean-Louis Tauran, ad esempio, aveva paventato il rischio di “sovietizzazione”: C’è uno che fa tutto e gli altri no”.







Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.