ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 7 maggio 2015

E continuano a scherzare..: la Consacrazione della Russia non c'é stata! *

(Card. Angelo Amato) Tra carisma e profezia.  «Quando ero segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede ho avuto il privilegio di avere tra mano e di leggere i manoscritti originali riguardanti i segreti di Fátima e il loro messaggio. Li ho meditati a lungo perché gettano una luce di fede e di speranza sui tristissimi eventi del secolo scorso e non solo». È la premessa della prolusione, di cui pubblichiamo ampi stralci, con la quale il cardinale prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi ha aperto oggi, giovedì, all’Antonianun di Roma il convegno su «Il messaggio di Fátima tra carisma e profezia». 
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1. Quando ero Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede ho avuto il privilegio di avere tra mano e di leggere i manoscritti originali riguardanti i segreti di Fatima e il loro messaggio. Li ho meditati a lungo perché gettano una luce di fede e di speranza sui tristissimi eventi del secolo scorso e non solo.
Ricordiamo che il Novecento, pronosticato come tempo dominato dalla ragione e dalla fraternità tra i popoli, in realtà è stato un periodo tragico per il cristianesimo, perseguitato e oppresso in molte parti del mondo. Senza considerare le due guerre mondiali, le stazioni più tragiche di questa Via Crucis evangelica sono state in sequenza il genocidio armeno, la repressione messicana, la persecuzione spagnola, le stragi naziste, lo sterminio comunista, e, in questa prima parte del terzo millennio, la persecuzione islamista. Sono milioni le vittime di ideologie maligne, che hanno generato e generano ancora conflitti, odi e divisioni. .
Come ripete spesso Papa Francesco, la Chiesa oggi è chiesa di martiri, di quei cristiani che, inermi, vengono quotidianamente uccisi solo per odio alla loro incrollabile fede in Nostro Signore Gesù Cristo.
Il messaggio di Fatima in modo visionario evoca questo dramma, sollevando il velo sulle concrete vicende storiche, dove, alla benevola Provvidenza di Dio si oppone la malefica volontà di male da parte del nemico del bene, che, come osò tentare Gesù, così continua ancora oggi a tentare la sua chiesa santa, istillando nel cuore degli uomini sentimenti di inimicizia e di morte.
Fatima, con il suo famoso segreto, è senza dubbio la più profetica delle apparizioni moderne, con le concrete allusioni a guerre, divisioni, tragedie.
2. Il segreto si compone di tre parti.[1] Dico subito che non c’è un quarto segreto né ci sono altri segreti nascosti.[2] Le prime due parti furono scritte da Suor Lucia, uno dei tre veggenti di Fatima nel 1941 (con alcune aggiunte fatte nel 1951). Queste parti sono state pubblicate e conosciute.
Di che si tratta? Queste prime parti contengono la visione dell'inferno, descritto come un grande mare sotterraneo di fuoco, nel quale erano immersi i demoni e le anime che alzavano grida e gemiti di dolore e di disperazione, che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura.
La visione è accompagnata dalle parole della Madonna che, per salvare le anime dei peccatori, invita a stabilire nel mondo la devozione al suo Cuore Immacolato.
C'è anche l'accenno alla seconda guerra mondiale, la richiesta della consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato e la comunione riparatrice dei primi sabati: «Se accetteranno le Mie richieste - dice la Beata Vergine - la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà e sarà concesso al mondo un periodo di pace».[3]
3. La terza parte del segreto, scritta sempre da Suor Lucia, il 3 gennaio 1944, «per ordine del Vescovo di Leiria e della Santissima Madre», non fu pubblicata. Per volere di Suor Lucia essa poteva essere aperta solo dopo il 1960, perché allora si sarebbe potuto capire meglio. Per questo questa parte fu custodita prima presso il Vescovo di Leiria e poi, dal 4 aprile del 1957, presso l'Archivio Segreto dell'allora Sant'Uffizio. Nel 1959, la busta contenente la terza parte del segreto fu portata a Papa Giovanni XXIII, che decise di non rivelarne il contenuto. Qualche anno dopo, il 27 marzo 1965, Papa Paolo VI lesse il contenuto, decidendo anch'egli di non palesarne il testo e rinviando la busta all'Archivio del Sant'Uffizio.
4. Papa Giovanni Paolo II, dopo l'attentato del 13 maggio 1981, richiese e lesse la terza parte del segreto. Per il Papa polacco fu la svolta decisiva del suo pontificato. Egli infatti fece dell'accompagnamento mariano la bussola del pellegrinaggio della Chiesa nella storia. È stato lo straordinario realismo delle profetiche apparizioni di Fatima a colpire Papa Wojtyła, il quale, nel 1994, riflettendo ad esempio sul crollo inaspettato del marxismo nell’Europa dell’Est, affermava:
«E che cosa dire dei tre fanciulli portoghesi di Fatima, i quali all’improvviso, nel 1917, alla vigilia dello scoppio della Rivoluzione di ottobre, udirono: “La Russia si convertirà” e, “Infine, il mio Cuore trionferà”...? Non possono essere stati loro a inventare tali predizioni. Non conoscevano la storia e la geografia, e ancor meno si orientavano in fatto di movimenti sociali e di sviluppo delle ideologie. E tuttavia è successo esattamente quanto avevano annunciato».[4]
E per confermare questa sua convinzione il Papa aggiungeva che «bisognava che ci fosse l’attentato in piazza San Pietro proprio il 13 maggio 1981, anniversario della prima apparizione a Fatima, affinché tutto ciò diventasse più trasparente e comprensibile, affinché la voce di Dio che parla nella storia dell’uomo mediante i “segni dei tempi” potesse essere più facilmente udita e compresa».[5]
4. Dopo la lettura della terza parte Papa Giovanni Paolo II pensò subito alla consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria, redigendo egli stesso un atto di affidamento, che si celebrò il 7 giugno 1981 nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Questo atto fu da lui ripetuto a Fatima il 13 maggio 1982. Il 25 marzo 1984, in piazza San Pietro, il Papa in unione spirituale con tutti i Vescovi del mondo, precedentemente convocati, affidò nuovamente al Cuore Immacolato di Maria gli uomini e i popoli. Questo atto solenne e universale di consacrazione fu da Suor Lucia, in una lettera dell'8 novembre 1989, considerato corrispondente al volere di Nostra Signora.
5. Il 13 maggio 2000 Papa Giovanni Paolo II, per bocca del Cardinale Angelo Sodano, manifestava la volontà di rendere pubblica la terza parte del segreto, affidando il contenuto e una prima interpretazione alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Questa parte fu rivelata ai pastorelli il 13 luglio 1917 nella Cova di Iria-Fatima. Eccone il contenuto, così come fu scritto da Suor Lucia il 3 gennaio 1944 e reso pubblico dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nell'anno 2000:
«Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio».[6]
6. In un colloquio voluto e autorizzato dal Papa nell'aprile del 2000, Mons. Tarcisio Bertone, allora Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, chiese a Suor Lucia alcuni chiarimenti.
Il primo riguarda il genere letterario della visione. Anzitutto la veggente «condivide l'interpretazione secondo cui la terza parte del segreto consiste in una visione profetica, paragonabile a quelle della storia sacra».[7] Aggiunge anche che la visione di Fatima riguarda la lotta del comunismo ateo contro la Chiesa e i cristiani descrivendo l'immane sofferenza della fede nel XX° secolo.
Alla domanda poi se il personaggio principale della visione è il Papa, Suor Lucia annuisce prontamente, aggiungendo: «Noi non sapevamo il nome del Papa, non sapevamo se era Benedetto XV o Pio XII o Paolo VI o Giovanni Paolo II, però era il Papa che soffriva e faceva soffrire anche noi».[8]
A proposito poi del Papa che, colpito a morte cade a terra, Suor Lucia, riferendosi alla protezione di Maria nei confronti di Giovanni Paolo II, condivide pienamente l'affermazione che «fu una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola e il Papa agonizzante si fermò sulla soglia della morte».[9]
7. In un commento a ciò, l’allora Cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, affermava che Fatima ci aiuta «a comprendere i segni del tempo e a trovare per essi la giusta risposta nella fede».[10] Lo stesso Cardinale offriva poi alcune linee interpretative del “segreto”.
Per quanto riguarda la prima parte fa notare che i bambini hanno la visione dell’inferno. Tale loro esposizione a questo terribile scenario avviene per salvare le anime, mediante la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Con ciò la Signora intende invitare ad avere un atteggiamento di fede e di obbedienza a Dio.[11]
Il Cardinale ritiene poi che la sua parola chiave del segreto sia il grido “Penitenza, Penitenza, Penitenza!”.
Passando poi ad illustrare le singole immagini, afferma che l’angelo con la spada di fuoco rappresenta la minaccia del giudizio incombente sul mondo, che potrebbe essere incenerito in un mare di fuoco preparato dall’uomo stesso con le sue invenzioni di morte.
La seconda immagine, in contrasto con la prima, mostra che la forza che si oppone alla distruzione è lo splendore della Madre di Dio. Lo scenario, quindi, è la libera scelta dell’uomo tra il bene e il male: «Il futuro non è affatto determinato in modo immutabile, e l’immagine, che i bambini videro, non è affatto un film anticipato del futuro, del quale nulla potrebbe più essere cambiato».[12]
Il significato della visione è, quindi, quello di suscitare le forze del bene che sono sempre in tempo per contrastare le potenze del male.
La visione, poi, della città in rovina, delle persone che camminano in mezzo ai cadaveri avviandosi verso la croce, del Vescovo vestito di bianco – “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre” – descrive la Via Crucis della Chiesa nel secolo XX, un periodo di persecuzione, di sofferenze estreme, di martirio. Inoltre, il Vescovo vestito di bianco può richiamare diversi Papi, a cominciare da Pio X fino a Giovanni Paolo II.
A proposito della visione del Papa che viene ucciso sulla strada dei martiri, il Cardinale Ratzinger si domanda: «Non doveva il Santo Padre, quando dopo l’attentato del 13 maggio 1981, si fece portare il testo della terza parte del “segreto”, riconoscervi il suo proprio destino?».[13]
La mano materna, che sviò la pallottola senza uccidere il Papa, sta a indicare che non esiste un destino immutabile e che la potenza della fede e della preghiera può influire nella storia: la preghiera è più forte dei proiettili di una pistola.
La visione si conclude con gli Angeli, che irrigano le anime col sangue di Cristo Crocifisso, a indicare che il martirio dei testimoni della fede si compie in solidarietà con la passione di Cristo e diventa una cosa sola con essa. Il sangue dei martiri, così come il sangue di Cristo, feconda la Chiesa. Sono accenti di speranza. Dal sangue di Cristo e dalla testimonianza dei martiri proviene una forza rinnovatrice che ringiovanisce continuamente la Chiesa.
8. Due considerazioni sulla visione. Anzitutto il segreto di Fatima apre il sipario sulla reale contrapposizione, sul piano dell’essere e dell’agire, tra Maria, tuttasanta e cooperatrice efficace di Cristo, e il nemico del bene, il serpente (Gn 3,14-15), il drago rosso, Satana, il diavolo (Ap 12,1-9), l’anticristo (1Gv 2,18; 2Gv 1,7).
Nella storia bisogna riconoscere, infatti, la presenza dell’azione del maligno sulle persone e sui popoli. L’umanità è continuamente sedotta dall’avversario del bene, sempre pronto a farla precipitare nel baratro della perdizione. Ma il Figlio di Dio è apparso proprio per distruggere le opere del diavolo (cf. 1Gv 3,8).
Il compianto Stefano De Fiores, in un suo scritto postumo sul mistero del male in relazione a Maria, affermava: «C’è poco da scherzare: nel tempo favorevole agli idoli occorre vigilanza, sobrietà, fortezza […] e insieme ai primi cristiani combattere Satana in tutte le forme in cui si manifesta».[14] E in questo combattimento, Maria, pienamente associata all’opera salvifica di Cristo, coopera efficacemente con il suo Figlio divino contro Satana. Nel suo agire ella combatte il principe delle tenebre, «schierandosi dalla parte di Cristo come Nuova Eva nella battaglia contro il male, il peccato, la morte».[15] Ella partecipa all’esito vittorioso della redenzione di Cristo, vincitore del peccato e del Maligno: «Tutta la vicenda storica, di fede e di missione di Maria di Nazaret, è perenne testimonianza della potenza e della concretezza salvifica della grazia effusa, sine fine dicentes, della Santa Trinità».[16]
Maria è la stella maris, che accompagna la Chiesa e l’umanità nella tempestosa attraversata della storia, suscitando nei cuori dei fedeli energie di bene, che neutralizzano e vincono gli assalti devastanti di uomini e di ideologie perverse.
Risiede in ciò il carisma di Fatima, che è un dono di Dio Trinità affinché l’umanità e la Chiesa si rendano sempre più consapevoli della lotta del bene contro il male e della inevitabile vittoria della grazia sul peccato.
9. La seconda considerazione riguarda gli appelli contenuti nel messaggio di Fatima. Suor Lucia ci aiuta offrendocene un elenco. Ella, infatti, vede nella visione di Fatima una pluralità di appelli, tutti convergenti ad operare il bene. C’è quindi l’appello alla fede, all’adorazione di Dio, alla speranza, all’amore di Dio, al perdono, alla preghiera, al sacrificio, alla partecipazione all’Eucaristia, all’intimità con Dio Trinità, alla recita quotidiana del rosario, alla devozione al Cuore Immacolato di Maria, alla meditazione sulla vita eterna, all’apostolato, alla perseveranza nel bene, a smettere di offendere Dio, alla santificazione della famiglia, alla perfezione della vita cristiana, alla vita di piena consacrazione a Dio, alla santità, a seguire il cammino del cielo.[17]
Scelgo due appelli, che sembrano di attualità e che riguardano il perdono e la santità. «Il perdono – dice Suor Lucia – ci porta a chiedere a Dio il perdono per i nostri fratelli e anche per noi; per coloro che non hanno fede e per coloro che credono; per coloro che non adorano e per coloro che si chinano davanti a Dio; per coloro che non sperano e per coloro che confidano; per coloro che non amano e per coloro che praticano la carità».[18] La veggente sa che il perdono richiede sacrificio e mortificazione continua. Per questo esorta a far tacere il grido di ribellione dell’amor proprio ferito e offeso, ricordando la parola che Gesù disse a Pietro, di perdonare, cioè, non fino a sette, ma fino a settanta volte sette (cf. Mt 18,21-22). È questa la migliore preparazione all’imminente giubileo della misericordia.
Il secondo appello, valido per tutti i battezzati ma soprattutto per i consacrati, riguarda la santità. Nelle apparizioni mariane c’è sempre un appello non solo alla penitenza, alla preghiera, alla misericordia, ma anche alla santità. La Tuttasanta, infatti, chiama i cristiani alla santità. Il dovere di essere santi impegna «a rivestirci della vita soprannaturale, a dare a tutte le nostre azioni un carattere soprannaturale, cioè a essere santi perché Dio lo vuole e perché Dio è santo. Il suddetto dovere ci obbliga a vivere all’ombra della santità di Dio, ossia secondo la via che Dio ha tracciato per essere santi e stare con lui».[19]
Suor Lucia aggiunge che questo vale in modo particolare per le persone consacrate che «devono innalzarsi ad un livello più alto a causa della santità dello stato di vita che abbracciano. Con il distacco dalle cose della terra, si sono poste in un grado di particolare disponibilità per corrispondere all’azione della grazia di Dio in loro. Nel consegnarsi a Dio per amore, gli hanno offerto una volta per tutte il sacrificio di tutto e di se stesse. Ora, questo atto di per se stesso è capace di innalzare ad una vita di costante intimità con Dio e di perfetto amore, se da parte della persona consacrata c’è una dedizione piena, senza riserve né restrizioni».[20]
10. La visione di Fatima solleva il velo sull’inferno che esiste sulla terra, ma offre anche la consolante profezia della patria celeste. Infatti, quando i pastorelli chiesero alla bella Signora di dove fosse, ella rispose: «Sono del cielo». E quando chiesero ancora se anch’essi sarebbero andati in cielo, la Madonna rispose che anch’essi sarebbeo andati in cielo. Suor Lucia commenta al riguardo: «Se Dio ci avesse creato solo per vivere sulla terra questi pochi giorni o anni, che passiamo qui tra lavoro, dolori e afflizioni, che a tutti chi più chi meno tocca sopportare, allora potremmo dire che la nostra vita non ha ragione d’essere, poiché ben presto finisce nella polvere della terra da dove siamo tratti. Dio, nella sua grandezza, doveva avere fini più elevati, e il suo amore non poteva accontentarsi di questo. Noi siamo l’opera prima del suo amore, dato che ci ha creati per renderci partecipi dell’immensità della sua vita».[21]
di Angelo Card. Amato
[1] Per il suo contenuto e commento si veda Congregazione per la Dottrina della Fede, Il Messaggio di Fatima, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2000.
[2] Cf. Christopher A. Ferrara, Il segreto ancora nascosto, Associazione Madonna di Fatima, Roma 2011.
[3] Congregazione per la Dottrina della Fede, Il Messaggio di Fatima, p. 16.
[4] Giovanni Paolo II, Varcare la soglia della speranza, Mondadori (Oscar Bestsellers), Milano 2004, p. 145.
[5] Ib. p. 146.
[6] Congregazione per la Dottrina della Fede, Il Messaggio di Fatima, p. 21.
[7] Ib. p. 28.
[8] Ib.
[9] Ib. p. 29.
[10] J. Ratzinger, Commento teologico, ib. p. 36.
[11] Ib. p. 39.
[12] Ib. p. 40.
[13] Ib. p. 42.
[14] Stefano De Fiores, Maria e il mistero del male, Ancora, Milano 2013, p. 132.
[15] Ib. p. 133.
[16] Ib. p. 137.
[17] Suor Lucia, Gli appelli del Messaggio di Fatima, Fatima 2002.
[18] Ib. p. 88.
[19] Ib. p. 197.
[20] Ib. p. 197-198.
[21] Ib. p. 205.

L'Osservatore Romano, 7 maggio 2015.

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Consacrare solennemente la Russia al Cuore Immacolato di Maria  

«Fatima, Roma, Mosca»: una raccolta di scritti di Don Ennio Innocenti, stampata nel sessantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, ci aiuta a comprendere a fondo il significato delle apparizioni della Madonna ai tre bambini alla Cova da Iria, e a capire se sia finalmente giunto il momento di realizzare l’esortazione della Vergine Maria nel corso dell’apparizione del 13 luglio 1917

di Luciano Garibaldi
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zznnncntDon Ennio Innocenti, fondatore dell’Ente ecclesiastico «Sacra Fraternitas Aurigarum Urbis», ha dato alle stampe la decima edizione di un suo testo classico, «Fatima, Roma, Mosca», dedicato alle apparizioni di Fatima, e lo ha fatto alla vigilia del sessantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, portando così a termine un itinerario che iniziò nel 1949, quando egli, allora sedicenne, scrisse “L’ora di Maria nel disegno di Dio”, il suo primo articolo, pubblicato su “La Voce di Fatima”. Don Innocenti ha aggiornato il suo lavoro con una serie di considerazioni legate all’attualità che inducono a profonde riflessioni.
Com’è noto, le apparizioni di Fatima si verificarono nel 1917, quando era in pieno svolgimento la Grande Guerra. La Madonna comparve sei volte, ogni 13 del mese, a partire dal 13 maggio e fino al 13 ottobre di quell’anno, ai tre pastorelli Lucia dos Santos, di 10 anni, e ai suoi due cuginetti Francisco e Giacinta Marto, di 9 e 7 anni. La notizia si sparse velocemente e migliaia di fedeli accorsero a Fatima da ogni parte del Portogallo, ma anche da tutta Europa. Nella terza delle sei apparizioni, quella del 13 luglio 1917, i tre bambini ebbero la visione dell’Inferno e la Madonna annunciò loro che sarebbe scoppiata la seconda guerra mondiale (in quel momento era in pieno svolgimento la prima) e che «la Russia si convertirà» (in quel momento, Lenin e il comunismo non erano neppure ancora al potere). Ma, prima, il Papa avrebbe dovuto consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria.
Ma ecco la cronaca più completa (e definitiva) dell’apparizione e del dialogo con Maria relativo al segreto, contenuta in una relazione scritta da suor Lucia l’8 dicembre 1941 e consegnata al vescovo di Leiria e Fatima, monsignor José Alves Correia da Silva, oggi sepolto nel santuario. Il vescovo aveva ordinato alla veggente di «dire tutto, salvo la parte del segreto che non le era permesso rivelare».
zzGiacinta e Lucia«… Quindi la Signora disse: “Avete visto l’inferno, dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che io vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire. Ma, se non smetteranno di offendere Dio, nel pontificato di Pio XI, ne incomincerà una peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà, che punirà il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato, e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e ci sarà pace. Se no, spargerà i suoi errori nel mondo, suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto a soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un tempo di pace. In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede… [seguono altre frasi]… Questo però non ditelo a nessuno“».
Era il mitico “terzo segreto di Fatima”, che oggi non è più un segreto, in quanto fu rivelato il 27 aprile dell’anno 2000 nell’incontro tra suor Lucia e il cardinale Tarcisio Bertone, inviato nel convento di Santa Teresa di Coimbra da Papa Wojtyla. I tre veggenti avevano visto un Papa vestito di bianco arrancare tra rovine, distruzioni e cadaveri e infine cadere trafitto da colpi di arma da fuoco. E’ noto che Papa Giovanni Paolo II individuò se stesso in quella drammatica figura e ritenne sempre di essere stato risparmiato proprio dalla Vergine Santa che deviò il colpo di pistola sparatogli dall’agente del KGB Alì Agca quel 13 maggio 1981, giorno anniversario della prima apparizione di Fatima.
Ma la frase pronunciata dalla Madonna sulla quale continua il dibattito è: «…la Russia si convertirà». Un numero infinito di interpretazioni ha ritenuto che la promessa mariana si riferisse al comunismo, sovvertitore di ogni fede religiosa e detentore del potere assoluto in Russia per oltre 70 anni (dal 1918, assassinio dei Romanov, al 1989, crollo del muro di Berlino). Ma quando la Vergine Maria pronunciò quella frase, il 13 luglio 1917, Lenin non aveva ancora preso il potere. Non esisteva dunque una Russia da convertire dall’ateismo marxista alla fede cristiana. Esisteva invece una Russia profondamente cristiana sì, ma assolutamente estranea, se non ostile al cattolicesimo. Vediamone brevemente la storia.
La Russia è cristiana da circa un millennio. La Russia di mille anni fa era il territorio attorno a Kiev, l’attuale capitale dell’Ucraina. Si chiamava “Rosìa” perché era dominata dai normanni provenienti da Rosslag, in Svezia. I regnanti di Kiev si avvicinarono al cristianesimo, abbandonando il paganesimo, per una serie di vicende sentimentali. Molti di essi si erano innamorati, ed avevano poi sposato, principesse cristiane. La fede cristiana si rinsaldò, nei secoli seguenti, a fronte delle invasioni dei mongoli e dei tartari. Essa ha resistito anche ai 70 anni di oppressione comunista e atea. Mai, però, richiamandosi al magistero di Roma, ma continuando a proclamarsi Chiesa russo-ortodossa, con a capo il Patriarca di Mosca. Nel 1988 fu celebrato il millenario del cristianesimo russo. In quell’occasione, Gorbaciov si recò a Roma per incontrare Giovanni Paolo II. Fu un evento di grande significato storico, perché gli ultimi epigoni del marx-leninismo si inchinavano di fronte a colui che solo sette anni prima avevano ordinato di uccidere. Neppure in quell’occasione, il Pontefice ritenne di dover consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria. Così pure i suoi successori.
Ora al vertice della Russia c’è Vladimir Putin, che ha fatto aperta professione di fede cristiana. Leggiamo, a questo punto, una illuminante lezione di storia di Don Ennio Innocenti, tratta da una delle sue mitiche rubriche radiofoniche “Ascolta, si fa sera”:
«Dal secolo decimo al secolo dodicesimo, la Chiesa dei popoli russi, riunita sotto la giurisdizione dell’arcivescovo metropolita di Kiev, è in comunione con la Chiesa Romana. Nel secolo dodicesimo, un metropolita di Kiev rompe i rapporti con Roma. Nel seguente, il tredicesimo, Kiev viene distrutta dai tartari di Gengis Kan, e successivamente, il metropolita di Kiev si trasferisce a Mosca. Kiev fu ricostruita nel secolo quattordicesimo, ma senza ottenere il prestigio della prima sede, trasferito ormai nel centro politico del nuovo impero. Nel secolo quindicesimo, i rappresentanti della gerarchia ecclesiastica russa firmarono, durante il Concilio di Firenze, il patto di piena comunione con la Chiesa di Roma, ma – nei fatti – la pace non fu ristabilita. A questo punto si registra una novità: Ucraina e Bielorussia si staccano da Mosca ed entrano nel Regno di Polonia, restandovi per tre secoli: in questo periodo l’unione con Roma è effettiva in quelle regioni. Poi, gli Zar di Mosca riprendono il dominio su quelle regioni. Anche il Patriarcato di Mosca fa valere il suo primato in Ucraina, ma la gerarchia cattolica orientale resta sul campo fino al tempo di Stalin. Costui sopprimerà i vescovi cattolici imponendo l’assorbimento delle strutture cattoliche nelle strutture ecclesiastiche di Mosca».
zzvlptnE’ un fatto che le chiese trasformate in stalle per buoi con i tabernacoli profanati furono soltanto quelle cattoliche, e nessun comunista si permise di profanare le chiese russo-ortodosse. Riuscirono in qualche modo a sopravvivere soltanto le chiese cattoliche ucraine e bielorusse, ma in clandestinità. Dopo la fine del comunismo, l’ostilità è venuta meno, ma permane la incomunicabilità tra le due confessioni. E veniamo a Putin.
Putin si è più volte apertamente proclamato cristiano. Il 25 novembre 2013 ha incontrato Papa Francesco e gli ha fatto dono di una preziosa icona della Madonna. Due mesi prima, in  occasione di un Forum internazionale, aveva duramente stigmatizzato la perdita di fede dell’Occidente: «I Paesi euro-atlantici», aveva detto, «stanno ripudiando le radici cristiane che costituiscono la base della civiltà occidentale. Essi rinnegano i principi morali e tutte le identità tradizionali: culturali, religiose e financo sessuali. Stanno applicando direttive che parificano le famiglie a convivenze di partners dello stesso sesso. Registrano partiti politici che promuovono la pedofilia. In molti Paesi europei, la gente ha ritegno a manifestare la propria fede. Le festività sono abolite o chiamate con altri nomi. La loro essenza religiosa viene nascosta. Sono convinto che tutto ciò apre una strada verso il degrado che sboccherà in una profondissima crisi morale».
Parole di un leader mondiale in continua ed inarrestabile ascesa. Come concludere? Con le parole di Don Ennio Innocenti: «La Vergine Santa non ha chiesto di consacrare gli atei, bensì i sinceri credenti, come, appunto, i popoli russi, costantemente devoti di Maria Santissima, perché quella consacrazione li avrebbe incoraggiati, fortificati, e resi potente fermento di conversione collettiva, facendoli diventare decisivo fattore di pace per il mondo. La consacrazione papale della Russia alla Vergine Santa significherebbe altresì che la Russia è sodale con i popoli cristiani sulla base della fede che rende questi popoli autenticamente fraterni, nel Corpo mistico di Cristo».
 .
Ennio Innocenti, «Fatima, Roma, Mosca», edizione fuori commercio, Sacra Fraternitas Aurigarum Urbis, Via Capitan Bavastro 136, 00154 Roma. www.fraternitasaurigarum.it. E-mail: fraternitasaurigarum@gmail.com

Cronologia di quattro campagne d'occultamento:

La disinformazione sulla Consacrazione della Russia

Consacrazione e Conversione

Nella terza delle Sue sei apparizioni di Fatima, avvenuta il 13 luglio 1917, la Beata Vergine Maria disse ai tre pastorelli che Ella sarebbe tornata successivamente per chiedere la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato. La Madonna enfatizzò l’importanza di questa richiesta, che si accompagnava ad un avvertimento davvero terrificante:
Se le Mie richieste saranno ascoltate, la Russia si convertirà e vi sarà la pace; altrimenti, essa diffonderà i suoi errori in tutto il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate; infine il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace.
Queste furono le parole della Madre di Dio, come riportate da Suor Lucia nelle sue memorie delle apparizioni, che furono pubblicate per la prima volta negli anni ’40.

Viene fatta la richiesta

Nel giugno 1929, la Madonna apparve a Suor Lucia nel suo convento di Tuy, in Spagna. Come aveva promesso, la Beata Vergine chiese la consacrazione che aveva menzionato 12 anni prima a Fatima. Le parole della Madonna sono contenute nelle memorie di Suor Lucia:
È giunto il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con tutti i vescovi del mondo, la Consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato, promettendo in questo modo di salvarla. Sono tante le anime che la Giustizia di Dio condanna per i peccati commessi contro di Me, e per questo vengo a chiedere riparazione: sacrificati per questa intenzione e prega.

Nostro Signore aggiunge un avvertimento

Due anni dopo, nell’estate del 1931, l’urgenza della richiesta venne sottolineata da un’altra apparizione. Questa volta, fu Nostro Signore a parlare a Suor Lucia, e a darle un ammonimento in merito alla Consacrazione della Russia:
Fai sapere ai Miei ministri, dato che seguono l'esempio del Re di Francia nel ritardare l'esecuzione della Mia richiesta, che lo seguiranno nella sciagura.
Si tratta di un riferimento a Luigi XVI, che non consacrò la Francia al Sacro Cuore di Gesù e fu successivamente spodestato durante la Rivoluzione Francese, e decapitato nel 1793.

Suor Lucia ci esorta ad agire

All’inizio del 1935, Suor Lucia scrisse al proprio confessore, Padre Bernardo Gonçalves, affinché gli rispondesse su alcune questioni in merito alla consacrazione della Russia: “Riguardo all’argomento della Russia, penso che farebbe tanto piacere a Nostro Signore se lei agisse affinché il Santo Padre esaudisse i Suoi desideri… Io penso che [la consacrazione] dovrebbe avvenire esattamente come chiesto da Nostro Signore…” È chiaro che la consacrazione della Russia era un argomento di notevole urgenza per Suor Lucia, ma all'epoca non v'erano molte indicazioni di un'eventuale risposta da parte della gerarchia ecclesiastica.

Un altro ammonimento

Nella primavera del 1936, Nostro Signore disse a Suor Lucia che la conversione della Russia sarebbe avvenuta solamente se quest'ultima fosse stata consacrata al Cuore Immacolato di Maria da parte del Papa e di tutti i vescovi cattolici, in una cerimonia pubblica e solenne . La Madonna disse a Suor Lucia che, a meno che quella “povera nazione” non fosse stata consacrata come richiesto, la Russia sarebbe diventata lo strumento del castigo mondiale.

Avviene una consacrazione –
ma non quella richiesta

Nell’ottobre 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale, Papa Pio XII compì una consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria. Egli non fece alcuna menzione della Russia, né alcun vescovo del mondo partecipò a quella cerimonia. La primavera seguente, mentre infuriava ancora la guerra, Nostro Signore disse a Suor Lucia che la pace nel mondo non sarebbe arrivata grazie alla consacrazione del Papa, ma che la guerra si sarebbe accorciata.

Le richieste non vengono soddisfatte:


Suor Lucia

Il 15 luglio 1946, Suor Lucia rispose ad alcune domande sulla Consacrazione, postele dal Professor William T. Walsh, di New York, autore di uno dei libri più popolari su Fatima. Lucia affermò che la Madonna non aveva chiesto la consacrazione del mondo, ma solo ed unicamente della Russia. La consacrazione del Papa avvenuta nel 1942, pertanto, non aveva adempiuto alla richiesta della Madonna.

Un’altra consacrazione inadeguata

A metà del 1952, mentre infuriava la Guerra in Corea, Papa Pio XII compì un’altra consacrazione. In questo caso, egli nominò esplicitamente la Russia, ma non chiese ad alcun vescovo di unirsi a lui a quella consacrazione (avvenuta via radio, e non durante una cerimonia pubblica e solenne). Senza la partecipazione dei vescovi, anche quella consacrazione non poté soddisfare la richiesta della Madonna.

Sorge un nuovo ostacolo

Dieci anni più tardi, verso la fine del 1962, l’apertura del Concilio Vaticano Secondo creò un nuovo ostacolo per il compimento della consacrazione. Per ottenere da Mosca la partecipazione al Concilio di due osservatori della Chiesa Russo Ortodossa, il Vaticano acconsentì formalmente a non condannare la Russia Sovietica, o il comunismo in generale, durante i lavori di quel Concilio. Tale decisione diede inizio alla cosiddetta politica dell’“Ostpolitik”, con la quale il Vaticano si auto impose di non denunciare più apertamente il comunismo, né di condannare i regimi comunisti che perseguitavano i Cattolici in tutto il mondo. Al contrario, la chiesa si sarebbe impegnata nel dialogo e nei negoziati con questi governi. Questa politica determinò un allontanamento radicale dall'atteggiamento di forte opposizione che la Chiesa aveva da sempre mantenuto nei confronti del comunismo ateo e delle sue feroci repressioni ai danni dei Cattolici, all’interno del blocco Sovietico. Per i successivi venti anni, il problema della consacrazione fu messo in un cassetto e scomparve dall’agenda del Vaticano.

Una supplica dei fedeli viene ignorata

Alla fine degli anni 70, il Cardinale Josyf Slipyj, lanciò una petizione pubblica per ottenere la consacrazione della Russia, come richiesto dalla Madonna di Fatima. In soli tre anni, la petizione fu firmata da più di tre milioni di persone. Quest'appello dei fedeli, così importante a livello numerico, fu consegnato in Vaticano nel 1980, ma venne completamente ignorato dalle autorità ecclesiastiche e non fu presa alcuna iniziativa in tal senso.

Un’altra consacrazione non menziona la Russia

Mentre si stava ancora riprendendo dalle ferite subite durante l'attentato di Piazza San Pietro, Papa Giovanni Paolo II compì un’altra consacrazione al Cuore Immacolato, nel giugno del 1981. Tuttavia, ad essere consacrato fu il mondo, e non la Russia, che non venne menzionata specificamente; inoltre, non venne chiesto a tutti i vescovi del mondo di partecipare a quella consacrazione. Anche questa, quindi, non esaudì la richiesta della Madonna di Fatima, malgrado il Santo Padre avesse dato a quest'ultima il merito di averlo salvato dai proiettili di Ali Agca.

Suor Lucia parla nuovamente

Un anno dopo, nel maggio 1982, L’Osservatore Romano pubblicò un articolo su Suor Lucia, scritto da Padre Umberto Maria Pasquale, un sacerdote Salesiano che la conosceva sin dal 1939. Padre Pasquale riporta che Suor Lucia gli aveva detto, enfaticamente, che la Madonna non aveva mai chiesto la consacrazione del mondo, ma solo della Russia. Egli pubblicò inoltre una riproduzione fotografica di una nota manoscritta di Suor Lucia, nella quale la religiosa confermava questo punto specifico.

Papa Giovanni Paolo II fa un'ammissione molto importante

Il giorno dopo la pubblicazione di quest’articolo, Papa Giovanni Paolo II si recò a Fatima, dove consacrò ancora una volta il mondo al Cuore Immacolato di Maria. Pochi giorni dopo, in un articolo de L’Osservatore Romano, il Papa spiegava il motivo per cui non aveva nominato specificamente la Russia, affermando di aver “provato a fare tutto ciò che era possibile, secondo le circostanze”. Quest’affermazione venne interpretata nell’ottica di una continuazione della politica del Vaticano incentrata nel non offendere la Russia.

La Madonna sta “ancora aspettando la nostra consacrazione”

Quest'approccio così evasivo venne mantenuto ancora una volta, due anni dopo, quando il Santo Padre consacrò per l’ennesima volta il mondo al Cuore Immacolato di Maria, in una cerimonia tenutasi a Roma, dinanzi a 250.000 persone, nel marzo del 1984. Ma questa volta, il Papa rese più chiara la sua posizione. Deviando dal testo che era stato preparato per l'occasione, Giovanni Paolo II chiese questo alla Madonna di Fatima: “illumina specialmente i popoli di cui tu aspetti la nostra consacrazione e il nostro affidamento”. Il Papa, in questo modo, riconobbe pubblicamente che la consacrazione richiesta dalla Madonna andava ancora compiuta. Quelle parole vennero incluse nel rapporto ufficiale dell’evento, pubblicato da L’Osservatore Romano il 26 marzo 1984. Un resoconto simile apparve il giorno dopo nel quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana,Avvenire, il quale riportò la preghiera pronunciata dal Papa all'interno della Basilica di San Pietro, alcune ore dopo la cerimonia di consacrazione della mattina; in quell'occasione, Papa Wojtyla chiese alla Madonna di benedire “quei popoli per i quali Tu aspetti il nostro atto di consacrazione e di affidamento”.

Parla uno studioso di Fatima

Nel 1984, Padre Messias Coelho, un famoso studioso di Fatima, insistette pubblicamente sul fatto che la consacrazione richiesta dalla Madonna non era stata ancora fatta. Cinque anni dopo, Padre Coelho rivelò che dei funzionari del Vaticano avevano diramato un ordine a Suor Lucia e ad altre persone, affinché venisse contraddetta una tale affermazione, e di cominciare a dichiarare, al contrario, che la consacrazione era stata compiuta come voluto dalla Madonna.

Un Cardinale concorda con Suor Lucia

Nel settembre 1985, in un’intervista alla rivista Sol de Fatima (pubblicata in Spagna dall’Armata Azzurra), Suor Lucia dichiarò esplicitamente che la consacrazione non era ancora stata compiuta come richiesto dalla Madonna, poiché nella cerimonia del 1984 non era stata nominata la Russia e non vi avevano partecipato i vescovi Cattolici di tutto il mondo. Più tardi, nel corso dell’anno, il Cardinale Edouard Gagnon riconobbe, in un’altra intervista, che la consacrazione non era stata ancora compiuta come richiesto. Successivamente, il Cardinale si lamentò del fatto che le sue parole erano state pubblicate, ma non negò mai di averle pronunciate. 

La conferma arriva da una cugina di Lucia

Per molti anni, la cugina di Suor Lucia, Maria do Fetal, affermò pubblicamente che Suor Lucia non riteneva che la consacrazione fosse avvenuta. Maria do Fetal ha continuato a pensarla alla stessa maniera fino alla metà del 1989, quando cambiò improvvisamente idea, in accordo con “l’ordine” imposto dalle autorità del Vaticano e che venne rivelato da Padre Coelho.

Altre informazioni ci provengono da alcuni Cardinali

In una breve intervista al di fuori del suo convento, mentre si recava a votare per le elezioni dell’estate del 1987, Suor Lucia confermò al giornalista Enrico Romero che la consacrazione non era stata ancora compiuta. La sua opinione fu confermata pochi mesi dopo dal Cardinale Paul Augustin Mayer, durante un’udienza con una decina di personalità Cattoliche, tra le quali il giornalista Cattolico Victor Kulanday; anche il Cardinale Alfons Stickler, un mese dopo, affermò che il Papa non aveva effettuato una vera consacrazione della Russia, come richiesto dalla Madonna, perché gli mancava il sostegno dei vescovi del mondo. “Essi non gli obbediscono”, spiegò.

I vescovi alzano la voce

Dato che il Vaticano aveva ignorato più di tre milioni di suppliche firmate da laici, Padre Nicholas Gruner, il “Sacerdote di Fatima”, si rivolse ad un gruppo più piccolo, ma assai più influente. Nel 1989 egli ottenne la conferma scritta da parte di 350 vescovi Cattolici in merito ala loro volontà di compiere la consacrazione della Russia, come richiesto specificamente dalla Madonna. In quello stesso anno furono consegnate un altro milione di suppliche, firmate dai fedeli, che chiedevano la consacrazione.

Si rafforza la Linea del Partito su Fatima

Nell’estate del 1989, all’Hotel Solar da Marta, a Fatima, l’amico di lunga data di Suor Lucia, Padre Coelho, fece una rivelazione sorprendente. Egli affermò davanti a diverse persone che Suor Lucia, ed i suoi amici religiosi, avevano ricevuto dal Vaticano l’ordine di affermare che la richiesta di Fatima era stata soddisfatta per mezzo della consacrazione compiuta nel 1984. In evidente obbedienza a quest’ordine, la cugina di Suor Lucia, Maria do Fetal, rinnegò immediatamente le sue precedenti affermazioni ed affermò che la consacrazione era stata compiuta. Quest’affermazione, tuttavia, contraddice totalmente le parole pronunciate dal Papa, sia durante sia dopo la cerimonia del 1984.
Maria do Fetal si dimostrò una testimone totalmente inattendibile quando, in obbedienza alla Linea del Partito, affermò di “aver inventato” le dichiarazioni di Suor Lucia riguardo al fatto che la consacrazione del 1984 non aveva soddisfatto la richiesta della Madonna.

Si perde un’opportunità

Dopo un altro decennio d'immobilismo, il Vaticano si preparò ancora una volta a compiere una consacrazione. Con oltre 76 Cardinali e 1400 vescovi riuniti a Roma per il “Giubileo dei Vescovi”, nell’ottobre del 2000, si presentava un’opportunità eccezionale per poter celebrare finalmente la cerimonia di consacrazione come richiesta dalla Madonna. Alcuni vescovi credettero realmente che l’evento tanto atteso sarebbe finalmente avvenuto, ma erano destinati ad essere delusi. Quando fu pubblicato il testo della consacrazione, il giorno prima della cerimonia, esso non faceva menzione alcuna della Russia, ma conteneva solo un generico “affidamento” di vari gruppi di persone, tra i quali i disoccupati e i “giovani in cerca di un significato”.

Viene confermata “l’Ostpolitik”

Un mese dopo, la rivista Inside the Vatican, riportò che un Cardinale, definito uno dei “consiglieri più vicini al Papa”, aveva ammesso che al Santo Padre era stato consigliato di non nominare la Russia per paura di offendere la Chiesa Russo Ortodossa. Questo conferma che, ai più alti livelli, l’“Ostpolitik” e l’“Ecumenismo” stanno realmente impedendo la specifica consacrazione della Russia.

Nessuna conversione in vista

Se la consacrazione fosse stata effettuata nel 1984, come affermano alcuni funzionari del Vaticano, allora la conversione della Russia, promessa dalla Madonna, sarebbe ormai già avvenuta, ma così non è stato. Al contrario, in Russia attualmente avvengono due aborti per ogni nascita e la Chiesa Cattolica viene tuttora ingabbiata da pesantissime restrizioni legali. Ai Vescovi e ai sacerdoti Cattolici non viene neanche permesso di ottenere un permesso di soggiorno permanente: essi possono visitare il paese solamente per tre mesi alla volta. Inoltre, negli ultimi anni, il Presidente Russo Vladimir Putin ha portato alla creazione di un vero e proprio stato autoritario e Neo-Stalinista, ottenendo il controllo di tutti i media principali, riducendo al silenzio quelli a lui ostili e perseguitando i propri nemici politici con minacce e denunce penali. L’opinionista del New York Times, William Safire, lo ha definito “Lo strisciante golpe di Putin”. Nello stesso tempo, la Russia sta sviluppando tutta una serie di nuovi missili nucleari, del tutto inarrestabili da qualsiasi difesa missilistica, come affermato dallo stesso Putin.
Già alla fine del 2003 Il Washington Post faceva notare che: “A Mosca i diritti umani sono stati pesantemente ridotti e l'amministrazione Putin, de facto, sta cercando una nuova guerra fredda.” In una dichiarazione al Congresso degli Stati Uniti, il Repubblicano Christopher Cox ha affermato una verità che i tanti sostenitori della linea del partito su Fatima ( quelli cioè che pretendono che la Russia si sia convertita dopo il 1984) non dicono mai: “La Russia non gode di un sistema politico aperto e competitivo che possa difendere la libertà di associazione e di parola; il suo governo non rispetta assolutamente gli standard universali dei diritti umani.” L’analista Russo Nikolai Zlobin, del Centro Informazioni della Difesa, lo ha detto in maniera ancora più chiara: “Stiamo combattendo una nuova Guerra Fredda.”
È ovvio che la Russia sta ancora “diffondendo i suoi errori in tutto il mondo”, come predetto dalla Madonna di Fatima. Coloro che affermano che la consacrazione è stata fatta quasi due decenni fa dovrebbero spiegarci come mai essa non abbia portato ai risultati che aveva promesso la Madre di Dio. La Madonna ci ha forse ingannati? O è stato forse il Vaticano a non aver rispettato i Suoi desideri? Queste sono domande che milioni di Cattolici si stanno ponendo con insistenza, malgrado le menzogne e le manipolazioni ufficiali che da decenni vengono portate avanti dal Vaticano proprio per non dover rispondere a simili donande. Papa Giovanni Paolo II ha affermato pubblicamente che la Chiesa si sente "impegnata" dal Messaggio di Fatima. Fino ad ora, tuttavia, proprio l'elemento umano della Chiesa non ha compiuto il suo dovere nei confronti di quell’obbligo, ed il mondo intero ne sta soffrendo le conseguenze. È giunta l'ora di rispondere - adesso! - alla richiesta della Madonna e consacrare finalmente la Russia al Cuore Immacolato di Maria!

Fatima – Roma – Mosca – 

di don Ennio Innocenti

Putin in Italia: vede il Papa e Napolitano, poi a cena da BerlusconiSecondo il messaggio di Fatima, Mosca è destinata ad avere un peso determinante nella crisi mondiale contemporanea, crisi che ha il suo perno in Roma.
In un primo tempo (in cui Roma non obbedisce alla richiesta Celeste), Mosca scatena errori e persecuzioni; in un secondo tempo (in cui Roma aderisce gradualmente anche se inadeguatamente) Mosca opererà una conversione spirituale che avrà il risultato di condurre a un periodo di pace.
Roma cominciò ad obbedire alla signora di Fatima nel 1942 (cui seguì, l’anno dopo, la sconfitta nazista di Stalingrado), obbedienza rinforzata nel 1952 (cui seguì, l’anno dopo, la morte di Stalin) e – sia pure parzialmente – nel 1984 (cui seguì il progressivo crollo dell’Unione Sovietica: 1989). Da allora la persecuzione violenta voluta dalla Russia, cessò, ma le conseguenze politiche e ideologiche mondiali dello scontro continuano (e con esse le persecuzioni).
Dal 1989 la nuova Russia sta gradualmente riprendendo la sua tradizionale fisionomia cristiana e anche la gerarchia ortodossa russa sta incrementando colloqui di chiarimento con la Roma Cattolica.
Ultimamente Papa Francesco (che, appena eletto, disse di voler obbedire pienamente al messaggio di Fatima) ha preso una iniziativa che ha ottenuto un successo mondiale, tale da far sperare in ulteriore miglioramento.
Nel mezzo della crisi siriana, mentre il bellicista governo statunitense stava per scatenare la sua mortifera potenza aerea a favore dei persecutori anticristiani, i venti stati più potenti del mondo (G20) si riunirono sotto la presidenza del Capo russo Putin.
A lui Papa Francesco ha rivolto l’esortazione a farsi mediatore di pace, ottenendo subito la rinuncia al minacciato intervento statunitense e – a seguire – il progredire della calma nella devastata area siriana.
Successivamente Putin, il 27 novembre 2013, ha fatto visita a Papa Francesco, il quale gli ha chiesto ancora di influire “pro posse” per far cessare la violenza nella vasta area del Medio Oriente.
La televisione ha trasmesso quel giorno alcune sequenze del film dell’incontro vaticano. Si videro i due Alti Personaggi avvicinarsi ad un tavolo per scambiarsi alcuni doni simbolici.
Si vide che Putin parlò al Papa indicando l’icona che egli gli aveva portato, l’icona che è la bandiera della rinascita civile e religiosa dei popoli russi, la famosa “Madonna di Vladimir”. Si vide il Papa che ascoltò con deferente e grata partecipazione e poi si mosse per andare nella stanza del previsto colloquio, ma Putin lo fermò chiedendogli qualcosa … il Papa, sorpreso mostrò immediato consenso … Putin ritornò, dunque, al tavolo dei doni e si chinò sull’icona per baciarla con riverenza … dopo di lui anche il Papa la baciò.
Io ebbi l’impressione che Putin avrebbe gradito che fosse stato il Papa a baciare per primo l’icona sacra della Santa Russia.
Questo fatto, oltre a confermare la fede cristiana di Putin, mi è sembrato simboleggiare il possibile ruolo avanguardista della nuova Russia sulla via della pace, sia all’interno della propria compagine sociale sia nel rapporto con Roma sia nei rapporti geopolitici.
E infatti la nuova Russia si difende dal veleno liberale, accetta l’influsso della Chiesa, intesse rapporti di positiva collaborazione con altri grandi popoli asiatici, proclama la sua avversione alla preponderanza della grande finanza che schiavizza e sfrutta i popoli togliendo loro non solo il sangue, ma perfino l’anima, avvilendoli col falso idolo d’una libertà priva di fini, ignara del bene e della gerarchia dei beni.
Questo ravviva la mia speranza che quando Papa Francesco romperà gli indugi e obbedirà pienamente a ciò che il Cielo ha chiesto (dovere che fu riconosciuto dal vecchio Benedetto XVI) allora sarà concesso proprio a noi di vedere l’inizio del promesso periodo di pace.
Senza questa obbedienza, il tempo opportuno scadrà e avremo l’alternativa tragica del famoso terzo segreto ormai pubblicato, ultima conseguenza dell’anarchia anticristiana sbandierata nel 1917 coi finanziamenti dei soliti padroni del mondo.

Una presentazione di "Fatima Roma Mosca", recente libro di don Ennio Innocenti

mar072015
PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI DON ENNIO INNOCENTI “FATIMA ROMA MOSCA”
NELLA SEDE DEL SINDACATO LIBERO SCRITTORI ITALIANI
ROMA, AULA MAGNA DI PALAZZO SORA – 19 FEBBRAIO 2015
Intervento del dottor Pietro Giubilo
Mi perdonerete se apro questo mio intervento con una breve digressione rispetto agli specifici contenuti del libro in esame, ma essa potrà contribuire all’inquadramento politico e culturale del tema trattato, secondo il mio punto di vista.
Nel riflettere in questi giorni sulle stimolanti indicazioni di questa opera di don Ennio, giunta alla decima edizione, mi sono imbattuto in un articolo a firma di Luigi Ippolito, pubblicato sul Corriere della Sera di domenica 8 febbraio dal titolo eloquente: “Morire per Kiev ?”, dove il punto interrogativo è solo un finto dubbio sulle reali intenzioni belliche che agiscono intorno alla vicenda ucraina.
L’incipit dell’articolo è chiaro: “In Ucraina ne va dell’Europa stessa” e spiega : essa “è la faglia sismica dove cozzano le placche tettoniche della civiltà europea e di quella russo asiatica”.
Io, personalmente , resto dell’idea – peraltro contenuta nella Enciclopedia Cattolica – che, cito, “la Russia quasi fin dai primi momenti in cui esce dalle nebulosità della preistoria, si presenta … come estremo baluardo dell’Europa , contro le orde nomadi dell’Asia”, anche se, viene aggiunto“organismo antagonistico delle formazioni statali europee che confinavano con essa ad Occidente”.
Oggi, invece, siamo, addirittura, ad una spicciativa teorizzazione dello scontro di civiltà, con il solo ed evidente scopo di giustificare la politica occidentalista, ispirata da Washington e Londra e finalizzata a dimensionare la Russia a scala regionale per schiacciare l’Europa dell’Ovest sul versante euro atlantico, allontanando lo spettro di una integrazione economica con Mosca, al fine di aggregare l’Europa dell’euro a quel trattato transatlantico, che costituisce la carta economico politica del declinante unilateralismo americano.
Per comprendere l’attuale ottusa politica americana c’è da rilevare che lo stesso Kissinger – che, a dir poco, non è mai stato un pacifista – ha, recentemente, criticato il progetto di integrare Kiev nella Nato, definendola invece un “ponte” tra Oriente e Occidente.
La strumentale ricostruzione storica del giornalista arriva al ridicolo quando dice, a conforto delle sue elucubrazioni guerrafondaie, che “è all’interno dell’Ucraina che passa la frattura fra Oriente ed Occidente, fra Cattolicesimo e Ortodossia, fra democrazia e dispotismo”.
L’obbiettivo di questa analisi è quello di giustificare l’adesione alla NATO, come certezza di sviluppo democratico: “Un Paese integrato nelle strutture occidentali – si legge – troverebbe la garanzia di uno sviluppo pacifico e democratico” ed, in secondo luogo, la possibilità di “cambio di regime“: “Il successo della democrazia a Kiev metterebbe in questione l’autocrazia a Mosca”.
Mentre leggevo queste argomentazioni mi ritornava in mente quell’ammirevole saggio di Augusto del Noce (“La morte del sacro”), pubblicato sull’Europa nel settembre del 1970 e riedito nella raccolta curata da Francesco Mercadante per l’editore Giuffrè nel 1993.
Partendo da una riflessione sul mito di “Mosca terza Roma” , così scriveva il professor Del Noce:“Siamo davanti al massimo dei paradossi della storia presente: mentre l’ateismo ufficiale russo ‘custodisce’ un mito espressamente sacrale che non può, quali che siano le intenzioni dei governanti, non portare le tracce delle sue origini e non esercitare un’azione che sia loro conforme, l’Occidente, ufficialmente almeno, non ateo, non sa contrapporglisi che nella forma di democrazia ‘vuota del sacro’ “. Aggiungendo poi, a proposito delle “ragioni del rifiorire … della religiosità in Russia” come “la Chiesa ortodossa sia stata la meno (o per nulla affatto ) incrinata dal nuovo modernismo; che teologia della secolarizzazione e della morte di Dio non vi abbiano avuto eco; che le facoltà di teologia russe siano le più tradizionali”. E su questo mi piacerebbe ascoltare qualche parola di conferma da parte di don Ennio.
Del Noce faceva derivare la “scomparsa del sacro” in Occidente, anche da quella che definiva l’ “americanizzazione” dell’Europa, già denunciata da Simon Weil, della quale il filosofo riportava una frase nota: “Noi sappiamo benissimo che dopo la guerra l’americanizzazione dell’Europa è un pericolo molto grave, e noi sappiamo benissimo quel che perderemmo se avvenisse. Ora, quel che perderemmo, è la parte di noi stessi che è prossima all’Oriente … sembra che l’Europa abbia periodicamente bisogno di contatti reali con l’Oriente, per restare spiritualmente viva. E’ esatto che c’è in Europa qualcosa che si oppone allo spirito orientale, qualcosa di specificamente occidentale. Ma questo qualcosa si trova allo stato puro e alla seconda potenza in America e minaccia di divorarci … un’americanizzazione dell’Europa preparerebbe senza dubbio un’americanizzazione del globo terrestre”.
L’articolo di Del Noce terminava con una considerazione critica sulle “due linee opposte tenute dall’Occidente rispetto alla Russia”: la prima “l’idea del primato dell’Occidente, che in America avrebbe trovato il suo culmine nel senso della piena opposizione ai caratteri dell’Oriente”, la seconda “l’idea delle distensione cercata attraverso l’occidentalizzazione della Russia, formula che culturalmente si esprimeva nella continuità illuministica tra liberalismo e comunismo; l’illuminismo avendo rappresentato la teorizzazione dell’inizio della frattura fra Oriente e Occidente”.
Ora queste considerazione di Del Noce – svolte quasi 45 anni fa’ – delineano il senso complessivo della critica che oggi si abbatte sulla Russia di Putin e che appunto si basa sulla “rottura“ tra Oriente e Occidente, che assimila l’Ortodossia al dispotismo e che intenderebbe equiparare democrazia e occidentalismo, con il vero obbiettivo che non è la difesa dell’Ucraina, ma l’intenzione, per interessi politici globali, di far cadere un Presidente che gode del pieno appoggio popolare.
Un cambio di regime, cioè, che, secondo l’intellighenzia obamiana, dovrebbe porre fine all’esperimento di democrazia sovrana e identitaria, che ha messo solide radici in Russia, che quindi va isolata e a cui va impedito, in tutti i modi, di cercare le vie di un collegamento e di una integrazione economica con l’Europa occidentale, a motivo anche della possibile influenza verso un ritorno a società e sistemi legislativi rispettosi del diritto naturale. Non a caso la critica occidentalista alla Russia di Putin si indirizza sulle restrizioni all’intervento dell’oligarchia finanziaria in politica, sulla sovranità della classe politica e, soprattutto, sulla mancata attuazione dei nuovi diritti civili, come quello della propaganda del modello familiare gay, della sua equiparazione e della mancata concessione delle adozioni ai Paesi che ne riconoscono il diritto .
Sull’intensificazione dei rapporti tra Chiesa e Stato nella Russia d’oggi ed in particolare sulla “sintonia” tra Putin ed il Patriarca di Mosca, sulle politiche demografiche, sui diritti e sugli interessi delle famiglie, sulla maternità e sull’infanzia e sul quadro geopolitico complessivo, rimando a quanto ha scritto un bravo ricercatore dell’ISAG (Istituto di Alti Studi di Geopolitica), componente del Consiglio Direttivo della Fraternitas Aurigarum, il dottor Filippo Romeo, che ha recentemente curato uno studio che evidenzia l’interesse di Putin per il naturale partenariato con l’Europa incrinato adesso dalla vicenda ucraina .
E veniamo al libro di don Ennio.
Il valore assolutamente originale di questa opera è quello di far emergere, sul piano della teologia e della visone mistica di suor Lucia di Fatima, la profezia di una conversione della Russia , che avrebbe fatto seguito a quella consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, più volte richiesta alla massima autorità cattolica.
Il libro descrive con accuratezza l’insistenza – suggerita dalla Vergine – di suor Lucia per una consacrazione dei popoli della Russia, che avrebbe dovuto avvenire con la partecipazione di tutti i Vescovi, elemento fondamentale per l’efficacia della stessa conversione.
Cosa significa per don Ennio questa “consacrazione” ? La Vergine, precisa don Ennio nel capitolo V, che riporta il testo di una esortazione del dicembre 1989, è stata “sempre stimata [come] il modello della vera devozione cristiana”, la consacrazione consentirà “ai popoli della Russia [di] dar loro una voce, una voce religiosa, autenticamente cristiana, garantita dal Cielo e non dagli uomini!, per confortarli nella fedeltà e nello slancio devoto e così salvati, sicché diventino strumenti di salvezza anche per gli altri popoli”.
Nel successivo capitolo, redatto a cura di Marco Sambruna, vi è una interessante cronologia della mancata o troppo parziale consacrazione della Russia .
Vengono riferiti i comportamenti dei diversi Pontefici in relazione alla questione: quelli di Pio XII andati nella “direzione giusta”; Giovanni XXIII rimasto silente; Paolo VI, che preferisce la diplomazia; la consacrazione del marzo 1984 in Piazza San Pietro di Papa Giovanni Paolo II con esitazioni, forse indotte da aspetti di convenienza politica, registrate nei comportamenti di alcuni Segretari di Stato. Ci si domanda quindi se tale Consacrazione sia compiutamente avvenuta, e se da essa abbia avuto origine la fine del regime comunista.
Il libro di don Ennio – che definisce “scandaloso ritardo [quello] con il quale la Chiesa ha mostrato di accogliere il pressante invito del Cielo” pone, in sintesi, una questione: “o la consacrazione di Giovanni Paolo II del 1984 era conforme ai desideri di Maria, come dimostra anche la coincidenza delle date fra eventi e festività mariane, oppure non lo era, è stata fatta troppo tardi e quindi l’impero comunista si è dissolto per morte naturale”.
Per seguire don Ennio nel suo ragionamento, mi permetterò di aggiungere un’altra ipotesi.
Pio XII il 7 ottobre del 1952, giorno della festa dei santi Cirillo e Metodio, che hanno evangelizzato i popoli slavi e, quindi, come ricorda don Ennio, “una data particolarmente significativa per la spiritualità Russa”, pubblica la lettera apostolica ”Sacro vergente anno” , nella quale è detto in maniera chiara dal Papa: “Così come pochi anni or sono abbiamo consacrato tutto il genere umano all’immacolato Cuore della Vergine Madre di Dio , così ora, in modo speciale, dedichiamo e consacriamo tutti i popoli della Russia al medesimo Cuore Immacolato, nella sicura fiducia che, con il poderoso patrocinio della Vergine Maria, si vengano a realizzare nel più breve tempo possibile, i voti che Noi, come tutte le anime buone, facciamo per la vera pace, per la fraterna concordia e per la libertà dovuta a tutti e in primo luogo per la Chiesa”. Parole chiare, tuttavia senza la “presenza di tutti i vescovi”, come invece aveva richiesto la Vergine attraverso suor Lucia.
Ora il Papa pronuncia queste parole esattamente tre mesi prima della nascita di Putin . E’ assai probabile che questa lettera apostolica, dedicata agli evangelizzatori dei popoli slavi, sia stata, clandestinamente, portata a conoscenza dei fedeli cristiani della Russia, particolarmente a quelli di San Pietroburgo; è possibile, quindi, che la madre del futuro premier russo, quando lo fece battezzare, scelse il nome di Vladimir, la cui conversione è particolarmente significativa per i Russi, in piena sintonia con l’appello di Papa Pacelli.
Vorrei che fosse chiaro il senso di quanto affermo. La diffusa religiosità in senso tradizionale, che rimase preservata nella Russia comunista, nonostante il regime, come anche sostiene il saggio di Del Noce, e che ispirò la scelta della madre di Putin, anche sotto la possibile influenza della parole di Pio XII, determinò un abito culturale e di valori che indirizzò le scelte di colui che ebbe, dopo la fine del comunismo, la massima responsabilità del governo di Mosca. La fine del regime comunista trovò una guida che si è espressa nel solco della tradizione cristiana della Russia .
Del resto in tutta la Russia è noto che proprio con la conversione del principe Vladimir nel 988, venerato come santo dalla Chiesa Cattolica e da quella Ortodossa russa, come spiega l’Enciclopedia Cattolica, “il popolo russo usci dall’indeterminatezza opaca ed anonima delle tribù primitive”.
Forse sono solo congetture, ma significative sono anche le parole di Putin, pronunciate nel giorno del Natale ortodosso del 2012, nella cattedrale di san Pietroburgo, con le quali affermò, tra lo stupore e il disappunto di tanti “nemici”, che “proprio in questa Cattedrale sono stato battezzato da mia madre segretamente, temendo la disapprovazione di mio padre, membro del partito comunista che aveva promosso l’ateismo come ideologia ufficiale dello Stato”.
Putin ha fatto compiere un passo ulteriore al percorso della “conversione della Russia” anche rispetto a Gorbaciov che, comunque , aveva avviato la strada della “casa comune europea” . Questi, infatti – come osserva don Ennio – pur parlando di “pietà, di misericordia, di solidarietà, di libertà e di spiritualitàsi è definito pubblicamente ateo non praticante““Ma ora – aggiunge – c’è Putin al vertice, voluto dalla grande maggioranza del popolo russo, e Putin fa aperta professione di fede cristiana. Chi tarda ad aprire la porta della Casa Comune?“. Le vicende ucraine sono la più evidente risposta.
Tra l’altro, e a quest’ultimo proposito, non va dimenticato che Putin nel suo viaggio a Kiev alla fine di luglio del 2013, nella cerimonia svoltasi nel monastero delle grotte di Kiev, uno dei luoghi più santi dell’ortodossia, ricordando la conversione del principe Vladimir, avvenuta nel 988, spiegò che “russi e ucraini sono gli eredi di quel che è avvenuto a Kiev 1025 anni fa” e che questo in un certo senso fa di loro “un solo popolo”.
Per ritornare al significato di quella richiesta della Vergine espressa attraverso suor Lucia ed alle analisi storiche e culturali di Del Noce, non possiamo che ritenere come “la conversione” della Russia non significava che il popolo russo dovesse essere convertito perché, esso, nel profondo, pur vivendo in uno Stato che praticava l’ateismo, aveva mantenuto la sua fede; aveva solo bisogno di essere liberato, doveva essergli tolta la cappa ideologica del comunismo e del suo regime oppressivo, per tornare ad esprimere la sua funzione storica confacente alla sua identità.
Lo scrive don Ennio nel libro al capitolo XIII sulla “casa comune”: “La rivoluzione comunista non è riuscita ad eliminare il cristianesimo in Russia: dopo cinquanta anni di ateismo di Stato, la Chiesa “Ortodossa” Russa si è presentata al consiglio mondiale delle chiese con un numero di fedeli pari a quello preesistente la rivoluzione del 1917”.
In fondo e a ben vedere la conversione dei popoli slavi è stata in Europa quella più significativa nella storia del cristianesimo, perché penetrò in aree lontane e difficili per la presenza di un paganesimo animista; riuscì a ricreare una unità pur sotto il profilo della diversità delle Chiese, tanto è vero che il più importante sviluppo verso l’ecumenismo, portato avanti dagli ultimi Pontefici romani, si dimostra essere quello verso l’Ortodossia piuttosto che verso l’Anglicanesimo, troppo distante dal Cattolicesimo .
A proposito della conversione, in un capitolo del libro, scritto nell’agosto dello scorso anno, leggendo alcuni fatti, si tenta di rispondere alla domanda se essa sia avvenuta o meno .
E si indicano alcuni fatti che non ci dispiace riferire:
  • l’incontro con Papa Francesco del novembre 2013 al quale il premier russo ha donato “una preziosa icona russa raffigurante la Madonna di Vladimir” baciata da entrambi alla maniera ortodossa;
  • il discorso di Putin nel settembre dello stesso anno al Valdai International Club, nel quale ha avuto affermazioni addirittura clamorose come “i Paesi euroatlantici stanno ripudiando le loro radici, persino le radici cristiane che costituiscono la base della civiltà occidentale; essi rinnegano i principi morali e tutte le identità tradizionali: nazionali, culturali, religiose e financo sessuali. Stanno applicando direttive che parificano le famiglie a convivenze di partner dello steso sesso, la fede in Dio con la credenza in Satana”;
  • la veemenza con la quale i media del sistema occidentale si scagliano contro Putin sia nelle vicende geopolitiche, sia tentando di farlo passare come un oscurantista intollerante, ad esempio nella penosa vicenda delle pussy riot .
Un’ ultima considerazione a proposito di come oggi la Russia di Putin si ponga nei riguardi di Papa Francesco e della Chiesa di Roma. Anche questo ci aiuta a capire come profondamente sia cambiata la Russia di Putin rispetto al regime che lo aveva preceduto.
Ci aiuta in questo qualche pagina di un interessante libro su Papa Francesco scritto recentemente da Massimo Franco: “Il Vaticano secondo Francesco” Modadori, Milano 2014.
In esso vengono descritte alcune positività emerse negli incontri tra il Cardinale Scola e il Patriarca Kirill, nei quali il Patriarca aveva avvertito che in Russia il pericolo non era più l’ateismo di Stato del comunismo, ma “un male più sottile: l’indifferenza al tema religioso diffusa dall’azione dei media e delle tendenze culturali imperanti”. Emergeva anche la posizione di Putin a favore della “famiglia normale”, dei “valori normali” e della repressione nei confronti di qualunque “deviazione sessuale” .
Nella visita del Presidente russo al Papa il 25 novembre 2013, scrive Franco, “i rapporti sono apparsi amichevoli dopo anni di gelo”, mentre nel comunicato finale affiorava un accenno alle questioni dei principi “la dove si diceva che fra i temi di interesse comune c’erano la difesa e la promozione dei valori riguardanti la dignità della persona, e la tutela della vita umana e della famiglia”.
Sempre Franco sottolineava, in un articolo del 4 dicembre 2014, che “la Russia di oggi è percepita dal Vaticano come una delle pochissime nazioni in grado di arginare militarmente il fondamentalismo islamico in Siria “.
Non vorrei essere andato fuori tema, ma mi sembrava opportuno fornire elementi che chiariscono alcuni aspetti della polemica e dello scontra tra alcuni Paesi occidentali (e alcuni dei loro potentimedia) e la Russia di Putin, che costituisce uno dei più rilevanti problemi di oggi.
Debbo ringraziare don Ennio per questo suo libro, che proprio su tale questione reca un suo fondamentale contributo alla verità storica e di fede.
Fatima e Papa Francesco

papa-francesco-e-madonna-di-fatima-predazzo-blog(di Roberto de Mattei) C’è stata molta attesa, ma anche grande delusione per la cerimonia svoltasi in San Pietro domenica 13 ottobre. L’attesa nasceva dalla notizia che circolava: Papa Francesco avrebbe consacrato il mondo al Cuore Immacolato di Maria, davanti alla statua della Madonna di Fatima giunta dal Portogallo. Le speranze sembravano avere conferma dal fatto che il Papa aveva chiesto al cardinale José Policarpo, patriarca di Lisbona, di consacrare il suo ministero petrino alla Madonna di Fatima.
L’afflusso dei fedeli è iniziato il sabato, quando la statua della Madonna, giunta in elicottero, è stata venerata dalla folla e poi è stata trasferita al santuario mariano del Divino Amore. La domenica sono stati oltre centomila i fedeli che hanno gremito la piazza antistante la Basilica, per assistere alla cerimonia. Molti speravano che la consacrazione di Papa Francesco comprendesse una menzione specifica della Russia. A Fatima infatti la Madonna ha chiesto un atto solenne e pubblico di riparazione e consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, compiuto dal Papa in unione con i vescovi del mondo. Pio XII nel Radiomessaggio al Portogallo del 31 ottobre 1942, consacrò al Cuore Immacolato di Maria la Chiesa e il genere umano.
Lo stesso Papa Pacelli, il 7 luglio 1952, con la lettera apostolica Sacro Vergente Anno, consacrò tutti i popoli della Russia alla Madre di Dio. La Russia venne esplicitamente nominata, ma mancò l’unione solenne con i vescovi cattolici di tutto il mondo.
Il Concilio Ecumenico Vaticano II sarebbe stata un’occasione straordinaria per adempiere alla richiesta della Madonna. Nel 1965, ben 510 arcivescovi e vescovi di 78 paesi sottoscrissero una petizione in cui si chiedeva che il Papa, in unione con i Padri conciliari, consacrasse al Cuore Immacolato di Maria il mondo intero, ed in modo speciale la Russia e le altre nazioni dominate dal comunismo.
Paolo VI non accolse però la richiesta. Giovanni Paolo II, dopo essere stato drammaticamente ferito nell’attentato del 13 maggio 1981, attribuì alla Madonna di Fatima una miracolosa protezione e il 13 maggio 1982 si recò pellegrino al suo santuario, dove affidò e consacrò alla Madonna «quegli uomini e quelle nazioni che di questo affidamento e di questa consacrazione hanno particolarmente bisogno». Un’analoga consacrazione fu da lui ripetuta il 25 marzo 1984, in piazza San Pietro, alla presenza della statua della Vergine giunta appositamente dal Portogallo. Il Papa aveva scritto ai vescovi di tutto il mondo chiedendo di unirsi a lui, ma non tutti ricevettero l’invito e pochi lo fecero proprio. Neanche in questa occasione fu espressamente nominata la Russia, ma ci fu solo un riferimento «ai popoli di cui tu ti aspetti la nostra consacrazione e il nostro affidamento».
Un terzo atto di affidamento della Chiesa e dell’umanità alla Vergine Maria, fu pronunciato l’8 ottobre 2000, davanti alla statua della Madonna di Fatima, da Giovanni Paolo, insieme ad oltre 1500 vescovi rappresentanti dell’episcopato mondiale. Benedetto XVI fece divulgare il Terzo segreto di Fatima (il cui testo viene però da molti giudicato incompleto) e il 12 maggio 2010, inginocchiandosi davanti all’immagine della Madonna nella cappella delle Apparizioni di Fatima, elevò a Lei una preghiera di affidamento, chiedendo la liberazione «da ogni pericolo che incombe su di noi».
I devoti di Fatima attendevano da Papa Francesco un passo avanti, rispetto ai suoi predecessori, ma sono stati profondamente delusi. Il Papa ha pronunciato in tono stanco una formula più debole di quelle precedenti, senza usare la parola consacrazione, e senza citare né Fatima, né il Cuore Immacolato, né il mondo, né la Chiesa, e tantomeno la Russia. Il Papa, in una parola, contrariamente a quanto era stato annunciato (cfr. ad esempio http://www.zenit.org/it/articles/l-importanza-di-consacrare-il-mondo-al-cuore-immacolato-di-maria), non ha consacrato il mondo al Cuore Immacolato di Maria. C’è stato un generico accenno a «Dio, che mai si stanca di chinarsi con misericordia sull’umanità, afflitta dal male e ferita dal peccato, per guarirla e per salvarla», ma senza richiamare i pericoli che oggi incombono sull’umanità impenitente.
La Beata Vergine Maria non fu una donna verbosa e sentimentale, e i suoi messaggi, quando sono autentici, vanno dritto all’essenziale. Le sue parole sono un dono del Cielo per confermare gli uomini nella fede o per dar loro orientamento e conforto nelle difficoltà. A Lourdes, nel 1858, Maria suggellò il dogma dell’Immacolata Concezione, promulgato quattro anni prima da Pio IX. A Fatima, nel 1917, annunziò un grande castigo per il mondo, se non si fosse pentito per i propri peccati. In questa profezia che Benedetto XVI ha definito «incompiuta», la Madonna ha voluto farci comprendere come il mondo vive un’ora tragica della sua storia, richiamando ognuno alle proprie responsabilità.
Un insegnamento forte, sulla stessa linea di quello di Fatima, ci viene da un altro messaggio mariano, poco conosciuto, di cui proprio il 13 ottobre 2013 è caduto il quarantesimo anniversario: quello di Akita. Akita è il nome del luogo, in Giappone, in cui avvennero le apparizioni della Madonna alla suora Agnese Katsuko Sasagawa, dell’ordine delle Serve dell’Eucarestia.
Il 13 ottobre 1973, la religiosa ricevette l’ultimo e più importante messaggio nel quale la Madonna descrive il castigo che attende l’umanità con queste parole: «Se gli uomini non si pentiranno e non miglioreranno se stessi, il Padre infliggerà un terribile castigo su tutta l’umanità. Sarà un castigo più grande del Diluvio, tale come non se ne è mai visto prima. Il fuoco cadrà dal cielo e spazzerà via una grande parte dell’umanità, i buoni come i cattivi, senza risparmiare né preti né fedeli. I sopravvissuti si troveranno così afflitti che invidieranno i morti. Le sole armi che vi resteranno sono il Rosario e il Segno lasciato da Mio Figlio. Recitate ogni giorno le preghiere del Rosario. Con il Rosario pregate per il Papa, i vescovi e i preti. L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli … chiese ed altari saccheggiati; la Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi e il Demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore. Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio. Il pensiero della perdita di tante anime è la causa della mia tristezza. Se i peccati aumenteranno in numero e gravità, non ci sarà perdono per loro».
Nell’aprile del 1984 monsignor John Shojiro Ito, vescovo di Niigata in Giappone, dopo un’approfondita investigazione dichiarò che le rivelazioni di Akita sono da considerarsi di origine soprannaturale e autorizzò nella diocesi la venerazione della Santa Madre di Akita.Nel giugno del 1988 il cardinale Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, definì attendibili gli eventi di Akita. L’ambasciatore filippino presso la Santa Sede, Howard Dee, ha testimoniato pubblicamente che in una conversazione con il cardinale Ratzinger, quest’ultimo gli avrebbe confermato che i messaggi, di Fatima e di Akita hanno lo stesso contenuto.
Le profezie di Fatima e di Akita prevedono castighi per l’umanità e per la Chiesa sul piano naturale, politico e soprattutto spirituale, e ci ricordano che Dio è infinitamente misericordioso perché è, prima, infinitamente giusto. Non è l’ora delle illusioni, dell’ottimismo, dei sorrisi superficiali, ma della serietà e della lotta. E l’Immacolata ha promesso di assisterci fino al suo trionfo finale. (Roberto de Mattei)
LA RICHIESTA DELLA NOSTRA SANTISSIMA MADRE A FATIMA NON SI E’ COMPIUTA !
Ignorare questa richiesta è stato un grave errore.






"IO VENGO A CHIEDERE LA CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA AL MIO CUORE IMMACOLATO. SE ADEMPIRETE I MIEI DESIDERI, LA RUSSIA SI CONVERTIRA’ E AVRETE PACE"
FÁTIMA 1917

"SPERO ANCORA LA CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA AL MIO CUORE IMMACOLATO PER EVITARE LA TERZA GUERRA MONDIALE"
LA SANTISSIMA VERGINE MARIA A LUZ DE MARÍA IL 12.05.2010


AL TERMINE DI QUANTO ACCADRÀ IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERÀ. Se non avrete portato a termine né rispettato le richieste che vi ho rivolto a Fatima, trionferò sul dolore del Popolo fedele. Se esse saranno state rispettate, ciò che sta per accadere cambierà.
LA SANTISSIMA VERGINE MARIA A LUZ DE MARÍA IL 6.08.2012


La Terra è sommersa dal dolore, la Chiesa di Mio Figlio soffrirà. Io continuerò ad apparire per il bene dell’umanità, per dimostrare ai Miei figli che non desidero che si perdano. La Mia Parola è benedizione, è avvertimento amoroso che avete raggiunto l’abominio. Le Mie lacrime sgorgano a causa della corruzione umana che è penetrata perfino all'interno della Chiesa fondata da Mio Figlio. Nel Terzo Segreto di Fatima ho esternato il Mio dolore per la corruzione e la desolazione della Chiesa, e non è stato divulgato.
LA SANTISSIMA VERGINE MARIA A LUZ DE MARÍA IL 15.08.2012


Gli istanti che attendevate hanno accelerato il passaggio e il corso delle Profezie, eppure in Russia ancora non si consacra il Cuore Immacolato di Mia Madre, anche se coloro che hanno posto la loro vita al Mio Servizio conoscono bene l'importanza di questa Consacrazione per cambiare il destino dell'umanità.

Essi conoscono il Terzo Segreto che Mia Madre rivelò a Fatima, ma l’hanno trascurato per evitare di creare controversie nel Mio Popolo, che cammina alla cieca. Se conoscesse ciò che Mia Madre ha annunciato, il cuore dell'uomo rimarrebbe vigile e attento a ogni cosa che proviene dall'alto e cercherebbe rifugio nella santità dell'istituzione della Mia Chiesa.

NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO A LUZ DE MARIA IL 24.02.2013

Il 13 Maggio 1917, e nei mesi seguenti (il giorno 13), la Santissima Vergine Maria apparve a tre pastorelli nella zona di Iría, vicino Fátima, Portogallo. Diede loro tre segreti, e fece una richiesta molto speciale , Consacrare la Russia al Suo Cuore Immacolato.


LA CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA,
CONDIZIONE INDISPENSABILE PER LA PACE MONDIALE


1.- RICHIESTA DELLA SANTISSIMA VERGINE

La richiesta della Madonna, espressa nel Secondo Segreto, portato a conoscenza dal Vaticano, era la consacrazione della Russia.

“Verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolterete i miei desideri la Russia si convertirà e ci sarà pace, se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre ... varie nazioni saranno distrutte “.

Il 13 Giugno 1929 apparve di nuovo a Suor Lucia a Tuy, in Spagna, insieme alla visione della Santissima Trinità, e disse: "Ora è il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con i vescovi del mondo, la Consacrazione della Russia. "

(E’ Dio stesso che chiede la Consacrazione della Russia, promettendo la pace e salvezza, se accade, come era stato ordinato.)


Nell’ Agosto del 1931, vedendo che non si dava compimento alla richiesta di Dio, Nostro Signore Gesù Cristo disse a Suor Lucia: "Di ai miei ministri che, dato che seguono l'esempio del Re di Francia nel ritardare di adempiere la mia richiesta, così lo seguiranno nella tribolazione".

(Il Re si rifiutò di consacrare la Francia al Sacro Cuore di Gesù, come richiesto dal Signore, dovendo così sopportare molte disgrazie.)


2.- SI E’ PROVATO VARIE VOLTE

- Pío XII consacrò la Russia al Cuore Immacolato (il 7 luglio 1952), ma non parteciparono tutti i vescovi del mondo. (Questa era una condizione indispensabile, secondo la richiesta. Partecipando TUTTI chi consacra è la Chiesa Universale, senza la partecipazione totale si consacra in nome della Chiesa)

Poi si cercò altre volte, ma senza successo. Non si consacrò la Russia ma il mondo. Nel 1967 furono pubblicate le “Memorie di Suor Lucia”, nelle quali ci ricorda l’urgenza della richiesta: la consacrazione della Russia.

- Giovanni Paolo II provò il 13 maggio 1982. Ma non consacrò la Russia, ma il mondo. Dichiara nell'Osservatore Romano (19.5.1982), che "abbiamo cercato di fare tutto il possibile, visto le circostanze."

- “L’atto di consacrazione” del mondo, del 1982 non soddisfò la richiesta, sia perché non fu presente la totalità dei vescovi, sia perché non fu menzionata la Russia.

- Giovanni Paolo II provò di nuovo il 25 Marzo 1984, ma fu consacrato un’altra volta il mondo . Non parteciparono tutti i vescovi e la Russia non fu menzionata esplicitamente in questo atto di consacrazione.


Dopo la cerimonia, il Papa recitò: "illumina in special modo i popoli dai quali Tu stessa stai aspettando la nostra consacrazione e intesa."


Il giorno seguente, il 26 Marzo 1984, L'Osservatore Romano, citó queste parole, esattamente come erano state pronunciate: « illumina in special modo i popoli dai quali Tu stessa stai aspettando la nostra consacrazione e intesa...»

- L’atto di consacrazione del mondo, nel 1984, non soddisfò la richiesta, di Fátima. Non fu valido in riferimento a quello che era stato richiesto.

Il Papa sapeva che questo Atto non soddisfò la richiesta della Madonna, la quale "ancora spera” la consacrazione di alcuni popoli (Russia).


3.- INVALIDITA’ DELL’ATTO


Suor Lucia affermò ("Sole di Fátima", Settembre 1985): "la consacrazione tuttavia non è stata effettuata, perché la Russia non fu chiaro oggetto della consacrazione, ma il mondo." (il 25 Marzo 1984.)

Il 20 luglio 1987, intervistata velocemente mentre andava a votare, Suor Lucia confermo al giornalista Enrico Romero che la consacrazione della Russia tuttavia non è stata realizzata, “perché la Russia non fu nominata esplicitamente in questo atto di consacrazione del mondo, nel 1984".

E’ stato consacrato il mondo, ma non la Russia.

Il 25 ottobre 1987, il Cardinale Mayer riconobbe pubblicamente che la consacrazione della Russia non fu realizzata secondo la richiesta: "Non fu nominata specificatamente la Russia, né parteciparono tutti i vescovi del mondo".

Il 26 novembre 1987 il Cardinale Stickler conferma in una riunione privata, che la consacrazione della Russia non fu compiuta perché al Papa mancò l’appoggio di tutti i vescovi. "Questi non gli obbedirono", disse.



4.- UNA GRANDE CONFUSIONE


La confusione è tanta e molto grande: Alcuni, sapendo che la Russia non è stata consacrata, dicono che con la consacrazione del mondo è sufficiente. Altri dicono che la Russia è già stata consacrata tre volte. La verità è un’altra:

Nè Suor Lucia, nè Giovanni Paolo II hanno detto pubblicamente che gli atti della consacrazione del mondo (13 maggio 1982; e 25 Marzo 1984), hanno soddisfatto la richiesta di Fatima.

Quasta confusione si è alimentata attraverso una politica di informazione vaticana molto ambigua. Il Cardinale Sodano disse, nella conferenza stampa del 26 giugno 2.000, che la Russia "fu già consacrata nel 1981; consacrazione confermata nel 1982, e ancora ratificata nel 1984."

Possiamo ipotizzare che se fossero stati validi gli atti del 1981 e del 1982, non sarebbe stato necessario tentarlo di nuovo nel 1984.


Alla fine di questo scritto leggiamo:

Suor Lucia confermò personalmente che questo atto solenne e universale di consacrazione corrispondeva ai desideri della Madonna: "Si, è compiuta, come la Madonna ha richiesto, il 25 marzo 1984"» -scritto dell’8 Novembre 1989.

Suor Lucia avrebbe confermato la validità di questo “atto universale”, uno scritto dell’8 novembre 1989. pertanto non fu personale.

E non si dice che la consacrazione della Russia (come richiesto), era già compiuta, ma che fu compiuto “un atto solenne e universale”


In verità è molto ambiguo, non chiarisce nulla. Non si afferma, in alcuna maniera, che la consacrazione della Russia è gia stata effettuata (che è ciò che è stato richiesto), ma che fu compiuto “un atto solenne e universale”

A Fatima non fu richiesto “un atto solenne e universale”, (valido per tutto, potremo pensare) Nel 1917, e confermato a Tuy nel 1929, è richiesto di consacrare la Russia al cuore Immacolato di Maria, da realizzarsi attraverso il Papa unito a tutti i vescovi del mondo.

E questo, lo sappiamo tutti, non è ancora stato realizzato. Così come si conosce da molto tempo con certezza, che questi scritti ai quale allude il Cardinal Sodano, sono falsi.

In verità, c’è una grande confusione: se Suor Lucia avesse creduto che la richiesta di Fatima fosse già stata realizzata, l’avremmo visto e ascoltato in televisione. Ma si cita uno scritto di dubbia provenienza, della quale oggi si afferma con certezza che non la scrisse ella.

E Suor Lucia già aveva dichiarato nel 1987, al giornalista Enrico Romero:"L’atto di consacrazione del mondo, del 25 marzo 1984, non corrispose alla richiesta della Madonna".


5.- NON E’ STATO COMPIUTO

La richiesta di Fatima viene rivelata nel Secondo segreto, portato a conoscenza ufficialmente dal Vaticano alla metà del secolo XX:


«Dio ... punirà il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e della persecuzione alla Chiesa... Per impedirlo, verrò a chiedere la Consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato, e la comunione riparatrice nei primi sabati.»

Il 13 giugno 1929, in Tuy, Nostra Signora disse a Suor Lucia: " Ora è il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con i vescovi del mondo, la Consacrazione della Russia”

- La consacrazione del mondo del 25 marzo 1984 non può soddisfare la richiesta divina perché, come Suor Lucia ha dichiarato personalmente, non si nominò la Russia e non parteciparono tutti i vescovi del mondo.

6.- NON E’ MOLTO DIFFICILE.


Ciò che fu chiesto a Fatima, il13 luglio 1917, ratificato il 13 giugno 1929 a Tuy, fu di consacrare la Russia al cuore Immacolato di Maria,"il Papa unito a tutti i vescovi del mondo".

E questo tutti lo sappiamo dic erto, che per una ragione o l’altra, non è stato ancora realizzata. Stiamo disobbedendo alla richiesta del cielo. E’ Dio che lo chiede. Ignorare questa richiesta è un grave errore.

Eppure alcuni (Card. Sodano), insistono nel dire che Suor Lucia avrebbe testimoniato che la consacrazione del mondo sarebbe sufficiente.
Esaminando queste fonti, vediamo cosa dicono “alla lettera”.

O ciò che disse un presidente filippino. Dal 1989 iniziano a comparire delle lettere scritte a macchina o con il personal computer, presumibilmente firmate da Suor Lucia, dove si afferma che la consacrazione della Russia è già stata realizzata.

Suor Lucia non ha mai confermato. Di più, si dimostrò con una perizia che la firma di suor Lucia, in queste lettere, fu falsificata: "Essa non scrive a macchina, e molto meno al personal computer.", ha affermato un cugino. Una falsificazione!

- Giovanni Paolo II del resto non ha mai affermato che la consacrazione della Russia sia già stata realizzata, secondo la specifica richiesta di Fatima.

Nè Giovanni Paolo II, nè Suor Lucia hanno mai detto pubblicamente che la consacrazione del mondo del 1982 e del 1984 hanno soddisfatto la richiesta.

Si parla, si dice, e si confonde. Ma ciò che è certo è che, né il Papa, nè Suor Lucia, hanno mai ammesso che la consacrazione della Russia è stata realizzata validamente, secondo ciò che era stato richiesto a Fatima.

12 DOMANDE SULLA CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA


1.- Che cos’è una “Consacrazione”?
Risposta: La Consacrazione è una cerimonia attraverso la quale una persona, o un gruppo di persone, o cose, sono scelte e dedicate al servizio di Dio o ad un altro scopo. C.f. Consacrazione della Russia

2- Cosa significa "Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria”?
R: Il 13 luglio 1917 Nostra Signore disse a Suor Lucia a Fatima:
« Dio ... punirà il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e della persecuzione alla Chiesa... Per impedirlo, verrò a chiedere la Consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato.»

La richiesta della Madonna è molto semplice: "La Russia, la causa di molto dolore nel XX secolo, deve essere scelta e resa sacra attraverso la sua consacrazione alla Madre del Figlio di Dio". Non si è chiesto di consacrare il mondo, ma la Russia.

3.- Perchè è necessario consacrare la Russia in particolare?
R: Perché "la Russia sarà lo strumento scelto dal Cielo per castigare il mondo", se non otteniamo la grazia della sua conversione. Nostro Signore confidò a Suor Lucia che la Russia non si convertirà a meno che non sia consacrata:

"Perché voglio che tutta la Mia Chiesa consideri la consacrazione come un trionfo del Cuore Immacolato di Maria, per poi estendere il suo culto e mettere accanto alla devozione al Mio Cuore Divino, la devozione a questo Cuore Immacolato. "E perché è la volontà di Dio.

4.- E se non sia vrà la Consacrazione della Russia?
R: La Madonna dice che se la Consacrazione non verrà fatta, come fu richiesto a Fatima, allora:

«La Russia spargerà i suoi errori nel mondo promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno annientate.»

Alla stessa maniera, la conversione miracolosa della Russia dopo la sua Consacrazione, e la pace che sarà concessa al mondo, sarà un segno della potenza della grazia di Dio che opera attraverso i ministri della Sua Chiesa, e della intercessione del Cuore Immacolato di Maria.

5.- Come si suppone debba essere compiuta esattamente questa Consacrazione?
R: La Madonna apparve a Suor Lucia a Tuy, Spagna, il 13 giungo 1929 per dirle:

" Ora è il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con i vescovi del mondo, la Consacrazione della Russia”

E promise di salvarla attraverso questo mezzo. L’espressione "attraverso questo mezzo", è esaustiva, significa che la Consacrazione non è solamente un simbolo, ma è il mezzo attraverso il quale la consacrazione sarà compiuta.

Senza l’atto di consacrazione non si avrà la conversione della Russia, e senza la conversione, gli errori della Russia continueranno infestando il mondo, producendo persecuzioni alla Chiesa, il martirio dei buoni, l’annientamento di varie nazioni, come fu annunciato

Suor Lucia ha spiegato molte volte "che l’atto di consacrazione richiede che il Papa scelga una data nella quale chiede a tutti i vescovi del mondo intero di fare, ognuno dentro la propria cattedrale e allo stesso tempo con il Papa, una cerimonia solenne e pubblica di Riparazione e di Consacrazione della Russia."

6.- Ma..., Non è fatima una semplice apparizione privata alla quale nessun cattolico è tenuto a credere?
R:Assolutamente no. Le apparizioni di Fatima furono confermate da un miracolo pubblico, testimoniato da 70.000 persone: il Miracolo del Sole.

Sua Santità Giovanni Paolo II dichiarò a Fatima, nel 1982, che il messaggio di Fatima “impone un obbligo alla Chiesa.»

Giovanni Paolo II tentò due volte di consacrare la Russia, (13 Maggio 1982, 25 Marzo 1984), ma ne la Russia non fu menzionata, ne parteciparono tutti i vescovi del mondo. Fu consacrato il mondo, ma non la Russia.


7.- Riuscì il Papa a compiere la Consacrazione della Russia, il 25 Marzo 1984?
R: No! Suor Lucia affermò in una intervista alla rivista "Sole di Fátima", nel Settembre 1985) che: "l’atto del 25 Marzo 1984 non soddisfò la richiesta della Madonna, perché non ebbe la partecipazione di tutti i vescovi, ne una menzione specifica della Russia."


Il 20 luglio 1987, intervistata rapidamente mentre andava a votare, Suor Lucia confermò al giornalista Enrico Romero che tuttavia la consacrazione della Russia non era stata compiuta, perché la Russia non fu nominata esplicitamente in questo atto di consacrazione".

E Giovanni Paolo II riconobbe dopo la cerimonia del 1984, che la Santissima Vergine tuttavia aspetta la consacrazione di altri popoli (Russia): "illumina in special modo i popoli dai quali Tu stessa stai aspettando la nostra consacrazione e intesa."-C.f. L´Osservatore Romano.
(Pubblicato dall’Avvenire, rivista ufficiale dei Vescovi Italiani.)

8.- Non era sufficiente la Consacrazione del mondo, nel 1984 per adempiere la richiesta della Madonna?
R: No! Fin dal principio Suor Lucia insistette: «La Russia deve essere menzionata esplicitamente, in questo atto di consacrazione.»

Nel 1929 a Tuy -Spagna-, la Santissima Vergine viene a dire: "E’ giunto il momento di chiedere al Santo Padre la Consacrazione di quel paese."

Nel 1978, in una intervista con il Padre Umberto Pasquale le chiese:
«¿Ha mai parlato la Madonna della consacrazione del mondo?»

Suor Lucía disse: «No, Padre Umberto, mai! A Cova di Iria, la madonna promise: "Verrò a chiedere la consacrazione della Russia".»

9.- La caduta del comunismo, non dimostra che la Russia si è convertita, e che la cerimonia sia stata compiuta?
R: No! Nel 1997 la Russia emano una legge che discrimina la Chiesa cattolica. Ai sacerdoti e ai religiosi davano visti per 3 mesi, non rinnovabili. Il Vaticano condannò questa legge come una battura d’arresto.

Non c’è stata alcuna conversione!

I musulmani sono dieci volte più numerosi dei cattolici in Russia , e la rivoluzione Russa, esportata in varie forme e maniere conferma la profezia: «La Russia spargerà i suoi errori in tutto il mondo.»

10.- E’ troppo tardi per la Consacrazione della Russia, visto che i suoi errori sono già stati diffusi?
R: No! Nostro Signore disse a Suor Lucia a Rianjo, nell’agosto del 1931:
«Non vogliono ascoltare la mia richiesta! ... Come il Re di Francia, si pentiranno, e lo faranno, ma sarà tardi. La Russia avrà già sparso i suoi errori nel mondo.»

Nostro Signore confidò a Suor Lucia, sulla Consacrazione: «Non è mai troppo tardi per tornare a Gesù e Maria.»

E la Madonna profetizzò: «Ala fine il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia e sarà concesso al mondo un periodo di pace.»

11.- Perché è così urgente la Consacrazione della Russia?
R: La Madonna avvertì a Fatima, nel Secondo Segreto:
«Se non esaudiranno i miei desideri la Russia spargerà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa I Buoni saranno martirizzati, il Santo Padre soffrirà molto, varie nazioni saranno annientate.»

Tuttavia con abbiamo assistito all’annientamento delle nazioni, anche se gli avvenimenti già lo prefigurano. Vogliamo aspettare che questo accada, per compiere esattamente ciò che ci ha richiesto la Madonna?


12.- Ma se il Papa crede di aver compiuto la Consacrazione, che pretesa può avere qualcuno a richiederla?
R: Il Papa non ha MAI dichiarato pubblicamente che la Consacrazione è stata compiuta correttamente. Al contrario, le parole di Giovanni Paolo II, citane dall’Osservatore Romano, dimostrano che egli sapeva, che dovevano essere consacrati alcuni popoli (Russia).

Suor Lucia confermó al giornalista Enrico Romero, il 20 luglio 1987: «La Consacrazione della Russia,tuttavia non è stata compiuta, perché la Russia non fu menzionata esplicitamente.»

A far data del 1989 apparvero sospette lettere di Suor Lucia, scritte a macchina e al personal computer, che affermavano che il Cielo accetto la consacrazione del mondo fatta nel 1984. (Suor Lucia non sa scrivere a macchina, ne al computer). Sono false.

P.s.
I fedeli hanno il diritto, dato da Dio, per pregare il pontefice in questioni che riguardano il bene de la Chiesa. Questo fu stabilito come Dottrina Cattolica da due concili: Vaticano I (1870), e il secondo Concilio di Lione (1274); e garantito dalla Legge Canonica. (Canone 212).

– Il benessere della Chiesa e la sicurezza del mondo lo richiedono.

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