Padre Botta: un prete moderno, solo nei modi
Tv2000, Youtube, social network: don Maurizio impazza in televisione e sul web. Approccio all'avanguardia, ma posizioni conservatrici. E tra i bimbi spopola. Ft.
Non ha nemmeno 40 anni, è sacerdote da nove e si divide tra l’altare della Chiesa Nuova di Roma e gli schermi televisivi.
Padre Maurizio Botta è uno dei volti forti di Tv2000, e nella Capitale e non solo lo conoscono praticamente tutti: tiene dei cicli di catechesi chiamati 'Cinque passi al mistero', cura diverse rubriche su Youtube, in cui i protagonisti sono i bambini, aveva una rubrica su La Croce, il quotidiano di Mario Adinolfi.
Padre Maurizio Botta è uno dei volti forti di Tv2000, e nella Capitale e non solo lo conoscono praticamente tutti: tiene dei cicli di catechesi chiamati 'Cinque passi al mistero', cura diverse rubriche su Youtube, in cui i protagonisti sono i bambini, aveva una rubrica su La Croce, il quotidiano di Mario Adinolfi.
Prima era attivissimo anche su Facebook e su Twitter poi, subissato di messaggi, ha deciso di lasciar perdere i social network. Senza veder diminuire il suo pubblico. A metà maggio ha organizzato una sorta di pellegrinaggio nella Capitale che ha visto la partecipazione di circa 500 persone, impegnate tutta la notte in un cammino lungo 24 chilometri di preghiera e catechesi, da una Chiesa all’altra.
A un certo punto però Maurizio, volto paffuto e voce allegra, ha mollato quella che sembrava una vita già stabilita nell’agiata middle class piemontese per abbracciare quella della fede, ben più insolita per un bocconiano. È una nuova vita.
Nel gennaio 2006 è stato ordinato sacerdote, fa parte della Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri ed è oggi prefetto dell'Oratorio della Chiesa Nuova di Roma.
«NON CAMBIEREI MAI LA MIA VITA». «Sono figlio di un imprenditore benestante, potevo tranquillamente occuparmi dell'azienda, vivere nelle agiatezze, avere una mia famiglia. Invece Gesù ha voluto che mi alzassi tutte le mattine prima delle sei, per pregare, per dire messa, per confessare e ascoltare per ore uomini e donne, per adempiere a tutti i doveri di un prete e per andare a dormire presto alle 22.30 nel cuore di Roma senza rimpianti», ha raccontato in un’intervista. «Non è evidente il miracolo compiuto da Cristo? Quando posso dire a tutti con piena sincerità che sento una gratitudine crescente ogni giorno e che non cambierei la mia vita con quella di nessuno?».
IL SUCCESSO DEI CICLI DI CATECHESI. La sua nuova vita è stata un successo. I cicli di catechesi sono frequentatissimi: conferenze a ritmo serrato e con tempi prestabiliti, quasi mediatici.
Prima mezz’ora sul tema dell’incontro della serata; un’altra mezz’ora per rispondere alle domande e un eventuale terzo tempo per chi vuol rimanere e sentire le risposte alle domande restanti, tutto condotto - con tanto di clessidra - da don Maurizio, in piedi con microfono e leggio.
- Don Maurizio Botta durante uno dei suoi incontri con i bambini.
La crociata contro il preservativo: «Introduce un principio innaturale»
Ci si aspetterebbe, con un profilo così giovane, a tratti amicale, una mentalità 'moderna'. E invece no. Perché quando si tratta di affrontare gli argomenti più spinosi, don Maurizio è ligio alla linea ufficiale del Vaticano. Anche se a parole sue.
Il condom rimane al bando. «Il piacere è una cosa naturale e bella, nel momento dell’amore penso che la cosa che uno meno vuole è bloccare tutto, mettersi il preservativo e andare avanti. Oltre al fatto che il preservativo toglie proprio il piacere», spiegò in un’intervista a Le Iene. «La Chiesa non può essere contro piacere. Quando la donna è feconda è anche più pronta fisicamente ad accogliere l'uomo; è il momento anche che c’è maggiore desiderio, maggiore voglia. Quindi il bloccare quel momento attraverso il preservativo significa introdurre un principio di qualcosa che non è naturale».
NO AI RAPPORTI PRE-MATRIMONIALI. I rapporti pre-matrimoniali sono peccato: «Io non mi immagino due fidanzati che vivono tranquillamente nella castità e stanno bene; se due stanno troppo bene nella castità evidentemente c’è qualcosa che non va», dice don Maurizio, «io mi immagino una battaglia, per alcuni magari con qualche caduta, la confessione che aiuta a rialzarsi. La sciocchezza più diffusa tra le ragazze oggi è quella che fa dire loro “Se io non faccio l’amore con lui, lui mi lascerà”. Mi sembra che invece sia vero proprio l’opposto, si arriva spesso al corso prematrimoniale con un sacco di esperienze alle spalle che non mi sembra abbiano garantito longevità nei rapporti».
E se la Chiesa non è di moda «deve preoccuparsi di piacere solo a Gesù Cristo e poi proseguire dritta per la sua strada».
«L'OMOSESSUALITÀ? UNA TENDENZA MISTERIOSA». Le sue posizioni l’hanno spesso esposto alle critiche delle associazioni gay e lesbiche. Botta, infatti, con lo stesso Adinolfi, la giornalista Rai Costanza Miriano e lo psicoterapeuta Marco Scicchitano ha assunto il ruolo di uno dei quattro moschettieri “Contro i falsi miti di progresso”, come hanno intitolato un incontro tenutosi a Milano e a Roma.
«Lo slogan “love is love” non basta. Perché nasca un figlio c’è bisogno di padre e madre», ha detto don Botta in uno di questi incontri. «La neo-lingua parla di “donatore” e di “maternità surrogata”. In realtà, tali termini nascondono lo sfruttamento del più debole. I bambini devono sapere da dove vengono, dove sono le proprie radici». Per poi concludere: «Da cattolici non possiamo mercanteggiare. La nostra fede è incompatibile con l’ideologia del gender».
In un’altra occasione, aveva detto che «l’omosessualità è una tendenza misteriosa, oggi c'è una specie di dogma moderno: accettati così come sei». Ce n’è abbastanza per non piacere a molti. Ma a don Maurizio questo non importa.
Il condom rimane al bando. «Il piacere è una cosa naturale e bella, nel momento dell’amore penso che la cosa che uno meno vuole è bloccare tutto, mettersi il preservativo e andare avanti. Oltre al fatto che il preservativo toglie proprio il piacere», spiegò in un’intervista a Le Iene. «La Chiesa non può essere contro piacere. Quando la donna è feconda è anche più pronta fisicamente ad accogliere l'uomo; è il momento anche che c’è maggiore desiderio, maggiore voglia. Quindi il bloccare quel momento attraverso il preservativo significa introdurre un principio di qualcosa che non è naturale».
NO AI RAPPORTI PRE-MATRIMONIALI. I rapporti pre-matrimoniali sono peccato: «Io non mi immagino due fidanzati che vivono tranquillamente nella castità e stanno bene; se due stanno troppo bene nella castità evidentemente c’è qualcosa che non va», dice don Maurizio, «io mi immagino una battaglia, per alcuni magari con qualche caduta, la confessione che aiuta a rialzarsi. La sciocchezza più diffusa tra le ragazze oggi è quella che fa dire loro “Se io non faccio l’amore con lui, lui mi lascerà”. Mi sembra che invece sia vero proprio l’opposto, si arriva spesso al corso prematrimoniale con un sacco di esperienze alle spalle che non mi sembra abbiano garantito longevità nei rapporti».
E se la Chiesa non è di moda «deve preoccuparsi di piacere solo a Gesù Cristo e poi proseguire dritta per la sua strada».
«L'OMOSESSUALITÀ? UNA TENDENZA MISTERIOSA». Le sue posizioni l’hanno spesso esposto alle critiche delle associazioni gay e lesbiche. Botta, infatti, con lo stesso Adinolfi, la giornalista Rai Costanza Miriano e lo psicoterapeuta Marco Scicchitano ha assunto il ruolo di uno dei quattro moschettieri “Contro i falsi miti di progresso”, come hanno intitolato un incontro tenutosi a Milano e a Roma.
«Lo slogan “love is love” non basta. Perché nasca un figlio c’è bisogno di padre e madre», ha detto don Botta in uno di questi incontri. «La neo-lingua parla di “donatore” e di “maternità surrogata”. In realtà, tali termini nascondono lo sfruttamento del più debole. I bambini devono sapere da dove vengono, dove sono le proprie radici». Per poi concludere: «Da cattolici non possiamo mercanteggiare. La nostra fede è incompatibile con l’ideologia del gender».
In un’altra occasione, aveva detto che «l’omosessualità è una tendenza misteriosa, oggi c'è una specie di dogma moderno: accettati così come sei». Ce n’è abbastanza per non piacere a molti. Ma a don Maurizio questo non importa.
|
Scusatemi, andrò controccorente, ma don Botta non mi piace un granchè . jane
RispondiEliminaNeanche a me. Io l'ho visto ieri per la prima (e ultima)volta..
EliminaL'ho pubblicato per vedere le periferie esistenziali di un supposto tradizionalismo (ehm, ehm) o di quello che forse vorranno farlo diventare..
Amico Brontolo, forse sarò retrograda ma credo che un sacerdote dovrebbe sapere profumo di Gesù, di quel buon Pane Eucaristico che santifica le anime , il parlare si si no no , meno chiasso , più riservatezza , meno visibilità e più nascondimento. C' è già tanto chiasso e chiacchere, un po' di silenzio e preghiera fa di più . Tipo il santo curato d' Ars, o don Dolindo Ruotolo per intenderci . jane
RispondiElimina