Un esorcismo sotto gli occhi del Papa
Una donna urla e bestemmia mentre Francesco celebra. Inutile l'intervento dei medici, solo l'esorcista vaticano riesce a calmarla
Una donna urla e bestemmia mentre Francesco celebra. Inutile l'intervento dei medici, solo l'esorcista vaticano riesce a calmarla
Torino - Si è sentita male quando i ministri della fede hanno iniziato a dispensare l'Eucarestia, quasi al termine della Funzione celebrata dal Santo Padre.
Occhi riversi vero l'alto, parole sconnesse, pugni e calci contro chi le stava accanto. Poco dopo il Padre nostro intonato da Papa Francesco in una piazza gremita da 50mila persone, a pochi metri dal palco una signora di 50 anni, torinese, si è sentita male rivolgendo insulti contro chiunque la toccasse. Parlava con Satana. Lo invocava. Bestemmiava contro Gesù e contro la croce. Proprio a 10 metri dall'altare papale.
Inutile l'intervento dei medici che hanno subito capito che non avrebbero potuto fare nulla con gli strumenti delle medicina per curare il suo corpo. Così come è stato inutile l'intervento delle forze dell'ordine che non sono riusciti a ricondurla sui binari della normalità. Una forza misteriosa e fuori dal normale fuoriusciva da gambe e braccia. Una donna inavvicinabile. I sanitari del 118 a quel punto hanno allertato i religiosi presenti numerosi alla funzione, i quali hanno subito capito costa stava succedendo. È stato così che soltanto l'intervento di un esorcista, l'unico per altro autorizzato ufficialmente dalla Diocesi e dal cardinale Cesare Nosiglia in Piemonte, ha riportato la signora alla calma dopo essere salito con lei sulla lettiga del Pronto Soccorso.
«La conosciamo da almeno due anni – ha detto il sacerdote che non ha voluto rivelare il suo nome – si tratta di un caso molto serio, che seguiamo con attenzione da mesi».
Di origini siciliane, torinese di adozione, la signora, è madre di un figlio e fino a quest'anno non aveva mai ricevuto il battesimo. «Questo però è un particolare che non ha niente a che vedere con quello che le succede, tant'è vero che le possessioni continuano anche dopo aver ricevuto i Sacramenti». Per la Chiesa torinese non si tratta di un disturbo della personalità riconducibile a patologie di origine psichiatriche. «Purtroppo è un caso di autentica possessione maligna, sono pochi casi ma questo è uno di quelli che riconosciamo come tali».
L'esorcista ormai ha confidenza con la donna: «Ci incontriamo almeno una volta alla settimana per cacciare la presenza maligna dalla sua anima. Da due anni abbiamo fatto passi avanti notevoli ma non possiamo dire di aver risolto il caso». Per il sacerdote risolvere il caso significa strappare al diavolo l'anima di cui vorrebbe impossessarsi.
Durante gli episodi di possessione la donna appare trasfigurata, irriconoscibile perfino alla vista del figlio: occhi sgranati, lessico incomprensibile, voce cavernosa come provenisse dall'inferno. «In realtà parla una lingua sconosciuta, come se avesse una grammatica. Quando la incontro, con me dimostra un'aggressività mostruosa, quasi disumana. Poi però improvvisamente dopo le preghiere si riprende. Ma non ricorda nulla». Quando si trova in presenza di forze spirituali non comuni, puntualmente scattano le crisi: sputi sul crocifisso o icone sacre e insulti a Cristo e alla Madonna. Come ieri quando si è trovata a pochi metri dal Santo Padre. Non è chiaro cosa abbia fatto scattare la fuoriuscita del maligno. «Quando sono arrivato era al culmine della crisi, difficile spiegare l'origine della manifestazione». In ogni caso Torino fa anche questi scherzi. Si dice Torino città magica e misteriosa, bella e affascinante. Ma anche crocevia di un percorso esoterico che con Praga e San Francisco la mettono al centro di uno dei tanti triangoli del male. Forse non è un caso che due settimane fa, si sia verificato davanti alla Sacra Sindone un caso analogo. Una possessione satanica di fronte all'immagine di Dio fatto persona, Gesù.
Padre Pio: Satana è un potente nemico
La debolezza del mio essere mi fa temere e mi fa sudar freddo. Satana con le sue arti maligne non si stanca di muovermi guerra e di espugnare la piccola fortezza col prenderla d’assalto per ogni dove. Insomma, satana è per me un potente nemico, che risoluto di espugnare una piazza, non si contenta di assalirla in una cortina o in un bastione, ma tutta per ogni parte la circonda, in ogni parte la assalta, in ogni parte la tormenta. padre mio, le arti del maligne di satana m’incutono spavento; ma da Dio solo, per Gesù Cristo, spero la grazia di ottenerne sempre la vittoria e giammai la disfatta. (San Giovanni Rotondo, 4 agosto 1917, Ep. I, p. 924)
Le lotte spirituali, in paragone di ciò che vado soffrendo nel corpo, sono assai superiori, sebbene anche le sofferenze corporali si vanno rendendo sempre maggiori. Desidererei, caro padre, non dico assai, almeno un’ora al giorno di riposo. Ma si faccia sempre di me ed intorno a me in tutto e per tutto la santissima e l’amabilissima volontà di Dio, poiché questo è quello che mi ha retto. (Pietrelcina, 10 gennaio 1911, Ep. I, p. 212)
L’apostolo san Giacomo esorta le anime a gioire quando si veggono bersagliate da varie procelle e numerose contraddizioni: “Voi, fratelli miei, dovete stimare vero gaudio le diverse prove alle quali vi troverete esposti”(Giac. 1,2). La ragione si è perché nella lotta vi è la corona, e più l’anima combatte e più si moltiplicano le palme. E sapendo che ad ogni vittoria che si riporta corrisponde un grado di gloria eterna, come, o padre, non gioire nel vedersi impegnati a riportarne molte durante il corso della vita? (San Giovanni Rotondo, 25 marzo 1918, Ep. I, p. 1011)
Ci sono poi certi momenti che vengo assalito da violente tentazioni contro la fede. La volontà son certo che non ci si posa, ma la fantasia è si accesa e presenta a sì chiari colori la tentazione, che nella mente si aggira, che presenta il peccato come una cosa non solo indifferente, ma dilettevole. Di qui nascono ancora quei pensieri di sconforto, di diffidenza, di disperazione e persino, non inorridite padre, per carità, pensieri di bestemmie. Io mi spavento di fronte a tanta lotta, tremo e mi violento sempre, e sono certo che, per grazia di Dio, non ci cado. (San Giovanni Rotondo, 16 luglio 1917, Ep. I, p. 910)
Padre Pio
(Tratto dall’Epistolario I, II edizione, anno 1973 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni)
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