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giovedì 11 giugno 2015

Il manovratore non va disturbato

La CEI si schiera con Alfano nell’ accettare l’invasione africana ed attacca i “fascio leghisti

di Luciano Lago
Il segretario generale dei vescovi (CEI), Nunzio Galantino, in un comunicato di ieri Mercoledì 10 Giugno, ha duramente condannato l’atteggiamento di rifiuto dell’invasione africana e dell’accoglienza dei migranti nelle regioni del nord espresso dai governatori regionali  Zaia,  Maroni da  Toti e da Matteo Salvini. In questo comunicato ufficiale della CEI, si fanno espressamente i nomi di Luca Zaia, Roberto Maroni e Giovanni Toti, si condanna l’atteggiamento di questi esponenti politici e si mettono all’indice i tre presidenti di Regione che hanno detto basta al buonismo dell’accoglienza.  Il comunicato, molto duro nei  contenuti,  afferma:  “Le parole dei governatori di alcune regioni italiani in tema di immigrazione – secondo l’opinione del vescovo Nunzio Galantino – danneggiano l’Italia”.
“Ora ci si è messo anche il presidente della Liguria, pare”, ha detto Galantino a margine di un incontro sui beni culturali al quale ha partecipato a Expo, commentando le posizioni di Toti, Maroni e Zaia, che si sono apposti al diktat del ministro dell’Interno Angelino Alfano che vuole riversare nel Nord Italia altri 5mila disperati da ospitare in edifici pubblici e con soldi pubblici. “Noi non pensiamo, noi facciamo – ha tuonato Galantino – mi sembra sia sotto gli occhi di tutti il tipo di lavoro che si sta facendo nelle periferie per accogliere gli immigrati, perchè molto spesso è con troppa superficialità che si mettono insieme immigrati con delinquenti, immigrati con clandestini”. Il segretario generale della Cei ha invitato i tre governatori a “chiamare le cose e le persone per nome”. “Bisogna cominciare anche a capire come da questi comportamenti esca fuori un’immagine dell’Italia che non è bella – ha, poi, concluso – penso che quello dei numeri degli immigrati sia un problema secondario, bisogna invece trovare un accordo sull’atteggiamento di fondo. Quando si comincia a dare i numeri, in tutti i sensi, vuol dire che c’è altro dietro”.  Vedi: Askanews
Non ci si deve meravigliare più di tanto di questa nuova uscita degli alti rappresentanti del clero in Italia: siamo già abituati alle loro  predicazioni etiche con gli sconfinamenti in politica e nelle problematiche attuali.  Conosciamo  a quale morale si attengono i Vescovi della CEI: la morale della Chiesa post conciliare. La morale conciliare è la solita che già ben conosciamo : per questa neo-Chiesa del “liberi-tutti”, tanto indulgente e dialogante con eretici, islamici, massoni e pagani di ogni risma, diventa intollerante  e bacchettatrice verso chi professa la fede cattolica integrale ed allo stesso modo verso coloro i quali vogliono opporsi all’invasione  africana dell’Italia in nome della salvaguardia dei diritti dei cittadini italiani.
I Vescovi , prima di proferire la loro condanna, avrebbero potuto almeno rispettare le prerogative dello Stato, quelle della difesa dei propri cittadini, del territorio e dell’interesse nazionale, che sono tipiche di uno Stato sovrano ma che diventano obsolete per uno Stato, come quello italiano, che ha ceduto ad altri la sua sovranità.
Questa assemblea dei Vescovi si era già fatta conoscere per le sue posizioni  critiche  verso quelle persone  che    vorrebbero  salvaguardare l’identità della Nazione  di fronte all’ondata globalista che tutto sommerge, identità e culture dei popoli incluse,  rifiutando l’idea della società cosmopolita e multiculturale imposta dalla sinistra mondialista ed accettata e predicata anche dal Vaticano.
Coloro che esprimono questi concetti di difesa dell’identità e sovranità della Nazione, di difesa dei diritti dei cittadini da considerare prioritari rispetto  alle masse dei migranti clandestini in arrivo con l’attuale ondata migratoria, vengono decisamente condannati ed emarginati come razzisti, “fascio leghisti” e comunque  estranei al nuovo corso del “pensiero unico” relativista e massonico a cui anche la Chiesa si è adeguata.  Da notare che i  sostenitori del relativismo etico e del  matrimonio omosessuale vengono invece accolti dall’alto vertice della Chiesa conciliare con il candido “chi sono io per giudicare?”
Nella sua “grande misericordia” la Chiesa post conciliare accetta tutti gli altri: dai massoni agli eretici pagani, dai sionisti ai mussulmani, ai clandestini  in arrivo in massa,  purchè siano in linea con il nuovo pensiero unico, universalista e relativista . Si tratta della nuova teologia in voga oggi nel Vaticano che consiste nell’ideologia del “progressismo storicistico”, quello che fa della modernità un pensiero unico ed omogeneo in una visione denominata anche come “neo modernismo”.
Non per niente il capo dei Vescovi, il Papa Francesco, ha dimostrato di intrattenere  un rapporto privilegiato con esponenti del relativismo laico come Eugenio Scalfari, il patron di Repubblica/ L’Espresso (fiduciario dell’ing. de Benedetti, rappresentante della grande finanza sovranazionale). Allo stesso modo  il  Papa Francesco, nella sua” infinita comprensione” ha accettato il dialogo anche  con l’ideologa radicale Emma Bonino, nota promotrice di aborti. Il medesimo  Papa che ha compianto i clandestini affogati nell’ultimo naufragio affermando che queste persone  “cercavano la felicità”, stabilendo quindi il principio del “diritto alla felicità” per tutti, come un diritto naturale, un concetto alquanto diverso (presente nella costituzione americana e di origine massonica?!) rispetto ai precetti evangelici tradizionali.
Non è neppure un caso che  il Papa Francesco, nel suo viaggio in Israele,  si sia inginocchiato sulla tomba di Theodor Hertzl, fondatore del sionismo,  che, nel suo viaggio in Turchia,  abbia voluto omaggiare  il Corano, pregare rivolto verso la Mecca ed abbracciato i fratelli islamici, nonostante questi abbiano  le mani macchiate del sangue dei cristiani d’Oriente.
La nuova teologia papale si astiene dal  giudicare  i teorici del relativismo e quelli che sostengono  la validità del matrimonio omosessuale ma procede senza esitazione al commissariamento dei tradizionalisti, come nel caso dei “Francescani dell’Immacolata”, sanzionati  con punizione e riduzione a domicilio coatto del Fondatore padre Manelli (considerato non in linea con la nuova teologia vaticana).  Il medesimo Papa che non giudica ma  ha compiuto una purga sistematica di prelati e teologi sgraditi a lui e alla sua scuola, da don Antonio Livi a padre Cavalcoli; ha agito d’autorità  rimuovendo brutalmente  ministri vaticani come monsignor Piacenza; Francesco ha rimosso vescovi che in Argentina detestava. Il Papa non giudica ma sanziona chi non condivide la sua linea post conciliare ed universalista, proiettata verso un nuovo ordine mondiale.
Sicuro quindi  che i Vescovi non gradiscono le posizioni anti immigrazione clandestina  espresse da esponenti politici italiani,  troppo in contrasto con le aperture mondialiste della Chiesa post conciliare.  Salvini e Maroni potrebbero aspettarsi anche un scomunica papale e sarebbe quindi una nuova pesante intromissione nella politica italiana, tanto per cambiare.
Se qualcuno ancora  aveva dei dubbi  su quanto influisca la presenza del Vaticano a Roma sull’assetto politico dell’Italia, questo episodio potrebbe essere rivelatore.

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