"Per un ambientalista leggerel'enciclica di Papa Francescosull'ambiente dà uno strano senso di stupore e di soddisfazione". A parlare è Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale diLegambiente che insieme a quelli di WWF e Greenpeace ha fatto subito sentire la sua soddisfazione per questo testo in difesa della natura, della Terra e dell'ecologia. Le tre organizzazioni marceranno insieme verso piazza San Pietro domenica 28 a Roma, per salutare l'enciclica 'verde' di Bergoglio.

Nel testo di "Laudato sì', lettera sulla cura della casa comune" Papa Francesco narra la sua visione di sviluppo eco-sostenibile e non indulge sulle responsabilità di istituzioni e capi di Stato. Ha scritto un nuovo 'cantico delle creature' quasi ottocento anni dopo quello del santo di cui porta il nome. Un grido dall'allarme che tutti gli ambientalisti auspicano non resti inascoltato fuori dalle mura vaticane. Deve arrivare nei palazzi giusti, alle orecchie di chi ci governa.

"Tanti temi che abbiamo portato avanti con tante battaglie ambientaliste trovano un'autorevolissima conferma in questo testo, incastonata, per di più, in una ineludibile sollecitazione etica e spirituale, per i non credenti, e religiosa, per i credenti - continua Cogliati Dezza -. Un testo che si rivolge a tutti, credenti e non, e che obbliga a una riflessione sui grandi temi ambientali. Nessuno di noi può tirarsi fuori, neanche i grandi della Terra ai quali spetta una maggiore responsabilità e che da oggi, grazie a questa enciclica, avranno più difficoltà a eludere le istanze ambientali".

Un monito al quale i 'potenti della Terra' non potranno sfuggire. Come Russia e Stati Uniti, ad esempio, che non hanno ancora ratificato il Protocollo di Kyoto. Sull'approccio morale ed etico è intervenuto il WWF: "Il messaggio di Papa Francesco aggiunge un approccio morale, tanto necessario per il dibattito sul clima. Il cambiamento climatico non è più solo una questione scientifica; è sempre più una questione morale ed etica. Esso colpisce le vite, i mezzi di sussistenza e i diritti di tutti, in particolare delle comunità povere, emarginate e vulnerabili", afferma Yolanda Kakabadse, presidente del WWF internazionale. "Di fronte a questa sfida con la natura e la famiglia umana, solo riscoprendo la nostra solidarietà con l'altro, riducendo gli sprechi e adottando consumo e produzione sostenibili, possiamo salvare il pianeta, la sua vibrante diversità della vita e garantire un futuro prospero per tutti noi".

Il 2015 deve essere l'anno di soluzioni concrete, visto che la prossima conferenza Onu di Parigi è prevista per il 21 dicembre: "Abbiamo letto le parole del Papa con profonda emozione - ha detto Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia -. Già papa Giovanni Paolo II e, soprattutto, Papa Benedetto VI, avevano più volte richiamato alla salvaguardia della natura e dell'ambiente. Papa Francesco, dedicando un'intera enciclica alla cura della casa comune, indica l'ampiezza e l'urgenza dell'azione, esaminando nel dettaglio il legame tra la vita umana e i meccanismi biologici che la sostengono. Il cambiamento climatico, la distruzione della biodiversità, l'esaurimento delle risorse, gli sprechi non sono solo danni da motivare scientificamente, ma diventano con l'enciclica questione morale ed etica. A essere colpita è la vita, i mezzi di sussistenza e i diritti di tutti, in particolare delle comunità povere, emarginate e vulnerabili. Meccanismi biologici che si sono raffinati in milioni e milioni di anni vengono distrutti per appetiti a breve termine di pochi. Si lede il diritto a un pianeta prospero e abitabile per le future generazioni".

Secondo il direttore esecutivo di Greenpaeace International, Kumi Naidoo, "ognuno, religioso o laico, può e deve rispondere a questa chiamata con un'azione urgente e incisiva. L'ambiente è un patrimonio collettivo dell'umanità e la responsabilità della sua cura cade su noi tutti. Greenpeace ha sempre condiviso questa visione".
"Apprezziamo la chiarezza e il modo diretto con cui l'enciclica sottolinea la debole risposta della politica internazionale ai cambiamenti climatici, con troppi interessi particolari che prevalgono sul bene comune", dichiara anche Martin Kaiser, a capo dell'Unità sul Clima di Greenpeace International. "Le parole del Papa - conclude Kaiser - dovrebbero svegliare i capi di governo troppo compiacenti, incoraggiarli ad adottare leggi severe nei rispettivi Paesi per proteggere il clima".

Oggi, ha sostenuto lo scienziato Hans Joachim Schellnhuber, fondatore e direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Researchsiamo davanto a cambiamenti climatici che vanno di pari passo con un mondo diviso tra poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi. Solo che, ha rimarcato Schellnhuber, sono questi ultimi a produrre la crisi, con il loro cinico e sfrontato abuso di ricchezza e risorse comuni. Parole dure, ma in consonanza con un'Enciclica che lega la questione economica e la questione ecologica in maniera indistricabile. Non si affronta l'una, senza affrontare l'altra.

"Wow: il Papa si scaglia contro i carbon credit, perché incoraggiano la speculazione e il consumo eccessivo". La canadese Naomi Klein, autrice di "No Logo" e del recente "Una rivoluzione ci salvera. Perché il capitalismo non è sostenibile" dedicato proprio al rapporto ambiente-ingiustizia sociale, volerà in Vaticano il 1 luglio prossimo per discutere, insieme al cardinale
Peter Turkson e al professor Ottmar Edenhofer e Bernd Nilles, segretario generale del CIDSE, la nuova enciclica, giudicata "un segnale fortissimo anche per i laici".