ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 14 agosto 2015

La confraternita dei piazzisti


Negri e scafisti finanziati dagli Usa?

Sarebbero gli Stati Uniti a finanziare il traffico di migranti africani dalla Libia verso l’Italia.
 Lo afferma l’austriaco InfoDirekt, che dice di averlo appreso da un rapporto interno dello ’Österreichischen Abwehramts (i servizi d’intelligence militari di Vienna): ed InfoDirekt è un periodico notoriamente vicino alle forze armate.
l titolo dice: “Un Insider: gli Stati Uniti pagano i trafficanti (di immigrati) in Europa”. Il testo non dice molto di più. Dice che i servizi austriaci valutano il costo per ogni persona che arriva in Europa molto più dei 3 mila dollari o euro di cui parlano i media.

“I responsabili della tratta chiedono cifre esorbitanti per portare i profughi in Europa” Si va dai 7 ai 14 mila euro, secondo le aree di partenza e le diverse organizzzioni di trafficanti; e i fuggiaschi sono per lo più troppo poveri pewr poter pagare simili cifre. La polizia austriaca che tratta i richiedenti asilo sa questi dati da tempo; ma nessuno è disposto a parlare e fare dichirazioni su questo tema, nemmeno sotto anonimato.
Da parte dei servizi, “Si è intuito che organizzazioni provenienti dagli Stati Uniti hanno creato un modello di co-finanziamento e contribuiscono a gran parte dei costi dei trafficanti”. Sarebbero “le stesse organizzazioni che, con il loro lavoro incendiario, hanno gettato nel caos l’Ucraina un anno fa”. Chiara allusione alle “organizzazioni non governative” americane, cosiddette “umanitarie” e per i “diritti civili”, bracci del Dipartimento di Stato o di Georges Soros.
L’articolo termina con un appello “a giornalisti, funzionari di polizia e di intelligence”perché “partecipino attivamente nella ricerca di dati a sostegno delle accuse qui espresse. L’attuale situazione è estremamente pericolosa e il lavoro informativo può prevenire l’intensificarsi della crisi”.
In un successivo articolo, il giornale austriaco rivela che “anche in Austria c’è il “Business
dei profughi”, Una “azienda per i richiedenti asilo” ha ottenuto dallo stato 21 milioni  per assissterli nelle pratiche e nutrirli. E’ una vera e propria azienda a scopo di lucroi,   con sede in Svizzera, la ORS Service AG, ed è posseduta da una finanziaria, la British Equistone Partners Europa ( PEE) , che fa’ capo a Barclays Bank:  ossia alla potentissima multinazionale finanziaria nota anche come “La corazzata Rotschild”, che ha come principali azionisti la banca privata NM Rotschild e la loro finanziaria satelletite Lazard Brothers. “Presidente di Barclays è stato per anni il figlio Marcus Agius Rothschild . Questi ha sposato la figlia di Edmund de Rothschild : Katherine Juliette. Di conseguenza, ha il controllo anche della British Broadcasting Corporation (BBC), ed uno dei tre amministratori del comitato direttivo del gruppo Bilderberg”. I Rptschild non disdegnano nessun affare: e quello degli immigrati da “accogliere” e curare con denaro pubblico è certo l’industria di cui hanno previsto ( sanno) che crescerà in modo esponenziale.
Thierry Meyssan (Reseau Voltaire) rilancia l’informazione perché vi trova confermato un suo lungo e complesso articolo da lui postato quattro mesi fa, in cui fra l’altro sosteneva che l’ondata di rifugiati in Europa non è l’effetto collaterale accidentale dei conflitti in Medio Oriente, ma un obiettivo strategico degli Stati Uniti. Meyssan chiamava la strategia Usa “la teoria del Caos”, e la faceva risalire a Leo Strauss (1899-1973), il filosofo padre e guru dei neocon annidati nel potere istituzionale Usa.
Il principio di questa dottrina strategica può essere così riassunto: il modo più semplice per saccheggiare le risorse naturali di un Paese sul lungo periodo non è occuparlo, ma distruggere lo Stato. Senza Stato, niente esercito. Senza esercito nemico, nessun rischio di sconfitta. Da quel momento, l’obiettivo strategico delle forze armate USA e dell’alleanza che esse guidano, la NATO, consiste esclusivamente nel distruggere Stati. Ciò che accade alle popolazioni coinvolte non è un problema di Washington”.
“Le migrazioni nel Mediterraneo, che per il momento sono soltanto un problema umanitario (200.000 persone nel 2014), continueranno a crescere fino a divenire un grave problema economico. Le recenti decisioni della UE (…) non serviranno a bloccare le migrazioni, ma a giustificare nuove operazioni militari per mantenere il caos in Libia (e non per risolverlo)”.
http://www.voltairenet.org/article187426.html
E’ proprio così: la strategia americana sembra effettivamente quella di trascinare gli europei in avventure militari in Libia come in Siria e in Ucraina; una volta impantanati fino al collo in quelle paludi del caos, per cui non abbiamo alcuna preparazione militare, dovremo implorare l’aiuto della sola superpotenza rimasta, a cui ci legheremo più che mai perché “ci difende dal caos”.
Una sola ultima considerazione: la sinistra dell’accoglienza, come sempre la sinistra, “fà l’interesse del grande capitale, a volte perfino senza saperlo”: Ad essa s’è aggiunta, con Bergoglio, la Chiesa di Galantino.

     
I profughi arrivati in Sardegna “vogliono andare via dall’Italia. C’è un errore di fondo: mandare in Sardegna persone che non vogliono restare neanche in Italia”. Lo ha detto, il direttore della Caritas di Cagliari, don Marco Lai, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, in merito alla protesta dei profughi eritrei, somali e siriani, arrivati a Cagliari nei giorni scorsi, che chiedono di poter lasciare l’isola per raggiungere la Germania e altri paesi del Nord Europa.“Ci sono delle nazionalità – ha spiegato don Lai -, che vengono salvate a mare, che non vogliano stare non solo in Sardegna ma neanche in Italia. Del resto noi siamo un’isola e siamo quasi uno Stato estero: ci manca la continuità territoriale. Per cui i salvati a mare, eritrei, somali e siriani che arrivano in Sardegna non avendo intenzione neanche di restare in Italia non si fanno fotosegnalare. Questo comporta che privi d’identificazione non possono salire su aerei e navi. Sono prigionieri dentro un’isola”.
“La protesta dei profughi – ha aggiunto don Lai - sta nel fatto che vorrebbero lasciare l’isola ma per Dublino 1 e motivi di sicurezza se non si fanno fotosegnalare non possono partire. Le loro paure derivano dal fatto che Dublino 1 dice che chi viene accolto in uno Stato europeo, lì deve essere identificato e sostare”.
“Il nostro ruolo – ha concluso il direttore della Caritas di Cagliari - è di mediazione tra le istituzioni e gli immigrati. Offriamo loro i beni di prima necessità. In questo momento siamo a buon punto, credo che le istituzioni stiano trovando delle soluzioni. Speriamo di trovare loro un tetto in attesa di poter partire”.

CHI È E CHI SI CREDE DI ESSERE MONSIGNOR GALANTINO, IL TEOLOGO CHE BERGOGLIO HA VOLUTO COME SEGRETARIO GENERALE DELLA CEI - ABITA IN SEMINARIO, NON VUOLE ESSERE CHIAMATO ECCELLENZA E NON USA AUTO BLU

Galantino nella vita di tutti i giorni incarna il Bergoglio style - Nelle abitudini e nel linguaggio che Francesco vuole più vicino al popolo - Non ha segretari e al telefono risponde di persona - Uomo del Sud, di Cerignola, in provincia di Foggia, dove ha mosso i primi passi in abito talare… -

Gianluca Roselli per "il Fatto Quotidiano"

Sul suo sito campeggia ben visibile pure lo stemma della sua diocesi, quella di Cassano all'Ionio, località della piana di Sibari, Calabria del nord. Cui Nunzio Galantino, segretario generale della Cei dal 2013, protagonista in questi giorni della polemica contro Lega e governo sugli immigrati, è rimasto vescovo.

NUNZIO GALANTINO 3NUNZIO GALANTINO 3
Nel blasone c'è un'aquila con il simboli dell' alfa e l' omega, un giglio bianco e il motto latino Inclina cor meum in testimonia tua. "È entrato nel cuore della gente e ha lasciato un'impronta in tutti noi". Parole che sembrano cucite perfettamente per la figura di Papa Bergoglio. Di cui Galantino è il braccio operativo all' interno della Cei.

Lì Papa Francesco l'ha voluto per avere una figura di riferimento che indirizzasse la conferenza episcopale secondo la sua linea pauperista, terzomondista e, soprattutto, ostile alla mondanità della curia romana. Una nomina a sorpresa che da molti è stata vista come il primo passo verso la presidenza. Nel 2013 Angelo Bagnasco era scaduto e di lì a poco si sarebbe dovuto scegliere il successore.
NUNZIO GALANTINONUNZIO GALANTINO

Poi Bagnasco è rimasto e il passaggio di consegne è stato rimandato. Forse, raccontano, anche per un raffreddamento dei rapporti tra Bergoglio e Galantino. È accaduto, infatti, che il numero due della Cei abbia usato parole dure, quasi beffarde, nei confronti delle "sentinelle in piedi". Un'uscita improvvida che al Papa non è piaciuta.

"Chi si raduna per pregare non va mai preso in giro", la difesa della Santa Sede. Questo, però, non vuol dire che il rapporto tra i due non sia ancora ben saldo. "A volte la sensazione è che Papa Francesco faccia dire a Galantino quello che lui non può dire apertamente. Paradossalmente era quello che nella Lega faceva Bossi quando mandava avanti i suoi colonnelli", racconta una fonte molto addentro alle faccende vaticane.

NUNZIO GALANTINONUNZIO GALANTINO
Galantino, del resto, anche nella vita di tutti i giorni incarna perfettamente il Bergoglio style. Nelle abitudini e nel linguaggio. Che Francesco vuole più vicino al popolo. Non vuole essere chiamato "eccellenza", abita in seminario (come il Papa a Santa Marta) perché il palazzo vescovile "è troppo grande e vuoto", non usa l' auto blu, non ha segretari e al telefono risponde di persona. Uomo del Sud, in realtà non è calabrese, ma di Cerignola, in provincia di Foggia, dove ha mosso i primi passi in abito talare.

Appassionato di calcio e tifoso del Foggia, non si perderebbe per nulla al mondo il suo piatto preferito: riso con patate e cozze. Attenzione, però, pur battendosi da sempre in favore degli umili, Galantino è un teologo, con una formazione più vicina a quella di Ratzinger che di Bergoglio. Due lauree, in teologia e in filosofia, cui si è aggiunto, nel 1981, un dottorato in teologia dogmatica. Ha insegnato in diverse università religiose e, dal 2004, è responsabile del servizio per gli studi superiori di scienze religiose della Cei.

Una ventina i volumi al suo attivo. Lui, però, si schermisce. "Cosa me ne faccio delle mie lauree se non mi servono per poter leggere dentro il cuore delle persone?", gli piace chiedersi.
NUNZIO GALANTINO E BAGNASCO don nunzioNUNZIO GALANTINO E BAGNASCO DON NUNZIO

In questi anni ne ha avute un po' per tutti. Dai politici ai suoi colleghi di Chiesa. Dopo l' assoluzione di Silvio Berlusconi da parte della Cassazione su Ruby, per esempio, disse: "Se un fatto è legale non significa che sia anche moralmente accettabile". Alla politica ha spesso rimproverato la mancanza di idee.

"In Parlamento è pieno di mezzecalzette", sentenziò durante un' intervista a Tv2000, la televisione dei vescovi. Ma si è anche schierato contro "l' autoreferenzialità dei clericali che spesso si comportano come replicanti senz' anima". Non sperate, però, in aperture sui temi etici.

NUNZIO GALANTINO 5NUNZIO GALANTINO 5
Di unioni civili o educazione "gender" nelle scuole non vuole nemmeno sentir parlare. È a favore dell' impegno politico dei cattolici, "ma non per l' inciucio con questo o quel partito". E nella sua Chiesa, in Calabria, ha deciso di non far passare nessuno durante la Messa a ritirare le offerte. "Chi vuole donare può farlo al termine della funzione, senza esibizionismi...".

Hotel, palasport, caserme Dove finiscono i profughi

Dal Piemonte alla Puglia, dal Trentino-Alto Adige al Lazio, dalla Liguria alla Sardegna, dalla Toscana alla Sicilia, i profughi si sono riversati come una piena su tutta la Penisola, occupando tutto l'occupabile



Hotel a cinque stelle, palasport, caserme dismesse, ex colonie estive, istituti ecclesiastici, dimore storiche, residence. Dal Piemonte alla Puglia, dal Trentino-Alto Adige al Lazio, dalla Liguria alla Sardegna, dalla Toscana alla Sicilia, i profughi si sono riversati come una piena su tutta la Penisola, occupando tutto l'occupabile, secondo lo strampalato piano alfaniano del ministero dell'Interno.
Luoghi storici, in alcuni casi protetti dalle sovrintendenze, in barba a regole e leggi che per gli italiani sono severissime. Come quando il prefetto di Milano decise di mettere i migranti a dormire nelle strutture in plexiglas destinate ai negozi della stazione Centrale, in bella vista davanti ai milioni di turisti in visita all'Expo.
Milioni di metri quadrati di superficie che potrebbero essere riqualificati e adibiti ai più disparati utilizzi e che, invece, vengono lasciati all'abbandono in mano a persone che, in nove casi su dieci, li distruggono. In Toscana, ad esempio. Nella regione con più ricchezze artistiche d'Italia, i 7mila migranti accolti a braccia aperte dal governatore Pd, Enrico Rossi, sono stati destinati perlopiù a immobili di proprietà delle Asl. Quello di Arliano, Lucca , era stato messo all'asta a 3,5 milioni di euro per farci un nuovo ospedale. Ora ci sono i migranti accolti anche nel centro storico di Lucca, vicino alla Torre Guinigi. A Firenze , il federmaresciallo renziano, Dario Nardella, apre i portoni di Villa Basilewsky, storica dimora affrescata, oggi centro sanitario vicino ai giardini della Fortezza da Basso. Regalati a cento profughi anche dodici appartamenti nella zona di Novoli, area di nuova espansione della città. Alloggi per rifugiati nei centri storici di Livorno e Massa . E Pisa ha optato per la struttura di Piaggerta, nella tenuta di San Rossore, una delle aree naturalistiche più belle d'Italia. Tredici di loro sono alloggiati all'hotel «La Rosa dei venti», con piscina. Intervistati dal Tirreno confessano di non trovarsi bene: «Ci annoiamo». Nel senese, San Giovanni d'Asso , paesino di 900 anime della bellissima Val d'Orcia, deve sorbirsi un'altra decina di africani. A Montecatini Terme e Pescia , la città dei fiori, sono stati gli albergatori ad offrire i loro hotel.
A proposito di hotel. Qualche giorno fa trecento immigrati hanno devastato l'hotel Di Francia di Giugliano in Campania lamentando la mancanza di wi-fi e soldi in contanti. Una rivolta simile a Lampedusa nella Casa della Fraternità della Caritas: hanno rotto porte, finestre e bruciato i materassi al grido di «Allah Akbar». In Puglia, circa 200 africani vivono da 8 mesi nel capannone dell'ex fabbrica Set, spostati dal convento di Santa Chiara a Bari .
A Genova sono stati messi al Palasport nel quartiere della Foce e in un istituto della Caritas migrantes, in centro. E una Onlus romana ospita 120 immigrati in un parco pubblico adibito a scolaresche e famigliole. L'arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco ha, infine, aperto un ex seminario per sacerdoti a 40 profughi. Ben 93, inoltre, gli hotel messi a disposizione dalla Prefettura, da Santa Margherita a Ventimiglia , abbandonati o dismessi, che potevano diventare strutture turistiche.
Nella Riviera opposta, quella Romagnola, c'è l'imbarazzo della scelta. Sono sbarcati a decine tra gli alberghi di Miramare e Rimini Sud, occupando anche tante ex colonie estive risalenti all'epoca fascista, da Cattolica a Ravenna . Degna di nota è la storica discoteca «Paradiso» di Rimini che di storico ha ora solo il degrado: chiusa dal 2011 è rifugio di balordi e immigrati. Pensare che basterebbero 300mila euro per sistemarla.
Salendo al Nord lo sguardo si sofferma su Sulzano , 1.969 abitanti in provincia di Brescia: hotel Alpino, vista lago. Ospita 16 profughi, molti provengono dal Togo, paese che la guerra non l'ha quasi mai vista. Un disoccupato bresciano, con 5 figli a carico e senza casa, ha provato a chiedere se avevano una stanza anche per lui. Non l'hanno neppure fatto entrare.
Infine c'è lo strano caso di Salorno , ridente paesello di 3.500 abitanti in provincia di Bolzano (21% di immigrati). Nelle liste riservate a cittadini italiani e tedeschi, che hanno diritto per legge ad una quota di alloggi sociali maggiore rispetto agli stranieri, gli extracomunitari scavalcano gli autoctoni. Un letto e una minestra calda non la neghiamo mai a nessuno.

GRAND HOTEL VATICANO - OGNI QUATTRO ALBERGHI PRIVATI UNO È DELLA CHIESA E NEL 40% DEI CASI NON PAGA L' IMU - LE ORGANIZZAZIONI RELIGIOSE HANNO SOLO NELLA CITTÀ DI ROMA QUASI TRECENTO STRUTTURE RICETTIVE PER TREDICIMILA POSTI LETTO

Un elenco lunghissimo, che va dalla Casa dell' Aviatore all' Associazione Farnese, dalla Casa di Santa Brigida alla Cattedrale del Santo Cuore di Maria e Gesù, dalla Compagnia di Nostra Signora al Monastero russo Uspenskji, dalle Suore missionarie Pallottine alla Casa d' Accoglienza Trinità dei Monti...

Sergio Rizzo per "Corriere della Sera"

VATICANO - GIUBILEOVATICANO - GIUBILEO
«I conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare soldi...». Era il 10 settembre di due anni fa quando Francesco apriva così un altro fronte interno ai poteri del Vaticano.

Un fronte sempre più rovente guardando al Giubileo. All' interno delle Sacre mura, con il Papa che rivendica la missione caritatevole della Chiesa in contrapposizione alle tentazioni del business. E all' esterno, fra chi fa barriera alle rendite di posizione ecclesiastiche e chi vuole colpirle.


IL PAPA BERGOGLIO IN PULLMAN CON I CARDINALIIL PAPA BERGOGLIO IN PULLMAN CON I CARDINALI
Le organizzazioni religiose hanno soltanto nella città di Roma quasi trecento strutture ricettive. Per tredicimila posti letto. E siccome nella Capitale fra hotel, bed & breakfast e residence ce ne sono altre 1.041, significa che per ogni quattro alberghi privati ce n' è uno della Chiesa. Che spesso non paga nemmeno le tasse.

Gli uffici del Campidoglio hanno finalmente risposto alle domande del consigliere comunale Riccardo Magi, presidente dei radicali italiani, che da un anno e mezzo chiedeva chiarimenti sulla situazione paradossale delle cosiddette «Case per ferie»: quasi sempre alberghi a tutti gli effetti, che chiunque può prenotare su internet.

Subito, nel rapporto che gli uffici hanno recapitato a Magi, ecco una sorpresa. Il sito internet comunale ne riportava 299 (in realtà 297 considerando un paio di duplicazioni) ma agli uffici ne risultavano meno di 280. Per l' esattezza 273. I proprietari sono invece 246.

I PAPI SANTI - FEDELI E PELLEGRINI A PIAZZA SAN PIETROI PAPI SANTI - FEDELI E PELLEGRINI A PIAZZA SAN PIETRO
Un elenco lunghissimo, che va dalla Casa dell' Aviatore all' Associazione Farnese, dalla Casa di Santa Brigida alla Cattedrale del Santo Cuore di Maria e Gesù, dalla Compagnia di Nostra Signora al Monastero russo Uspenskji, dalle Suore missionarie Pallottine alla Casa d' Accoglienza Trinità dei Monti...

Dice il Comune che ben 93, cioè il 38 per cento, non ha mai pagato l' Imu, mentre altri 59, ossia il 24 per cento la versano a intermittenza. Pagano regolarmente l' Imu soltanto 94. Meno di quattro su dieci.

Così anche per la Tasi. Un terzo (80 su 246) non l' ha mai pagata. Nel caso della Tari, la tassa sui rifiuti, siamo invece al delirio totale. Perché delle 299 (o 297) strutture censite dal sito, soltanto 208 esistono nella banca dati della Tari, con una proprietà riferibile a 187 soggetti di cui, afferma il rapporto «purtroppo 30 privi di codice fiscale o partita Iva». Le altre 91 risultano del tutto sconosciute al fisco comunale.
trise tari tasi xTRISE TARI TASI X

Che questo sia un problema economico (oltre che politico) enorme, in una città dove si contano pure quattromila alberghetti abusivi, è noto da tempo. Ai tempi del sindaco Walter Veltroni si stimava per la sola Ici un' evasione di 25 milioni l' anno.

Ma lo scenario di guerra è sterminato. La battaglia infuria da oltre dieci anni. Afferma il Comune che fin dal 2004 sono state emesse ingiunzioni di pagamento per complessivi 19,1 milioni a carico di 133 dei 246 soggetti proprietari delle «Case per ferie». Solo 32 hanno accettato di pagare, mentre 101 hanno avviato un contenzioso. Per cifre anche più che rilevanti.

MARINO DELRIO 2MARINO DELRIO 2
Qualche caso? Le Piccole Ancelle del Cristo Re che offrono sul web «72 camere fra singole, doppie e triple a pochi passi dalla Basilica di San Pietro, con servizi privati, tv color e wifi... e ottimo ristorante» sono in causa per 320 mila euro. Alla Congregazione delle Mantellate Serve di Maria sono riusciti a far pagare finora 281 mila euro ma c' è ancora in ballo una pendenza di un milione 163 mila euro.

Con le Suore Oblate del Bambino Gesù c' è un contenzioso si 694 mila euro: finora ne hanno pagati 9.176. Insomma, un Vietnam. Tutto perché le regole sono fatte apposta per essere aggirate. Con il governo Berlusconi. Con quello Prodi. E con Monti. Nel 2012 Graziano Delrio, oggi ministro e allora presidente dell' Anci, rivela che l' Imu teoricamente dovuta al Fisco per gli immobili commerciali della Chiesa è di almeno 500 milioni l' anno.

MARIO MONTI E LA MOGLIE ELSA CON PAPA BERGOGLIO E BERTONE jpegMARIO MONTI E LA MOGLIE ELSA CON PAPA BERGOGLIO E BERTONE JPEG
 Si fa allora un decreto per fissare il principio che non si pagano le tasse per i locali in cui si svolge attività ricettiva «con modalità non commerciale». Rinviandone la traduzione pratica a un successivo regolamento. Che è però l' ennesimo pasticcio. La struttura ricettiva si deve autodenunciare e poi spetta all' amministrazione dimostrare che lì si svolge un' attività commerciale, non considerata tale se i prezzi non sono superiori a metà di quelli del quartiere.

Oggettivamente complicatissimo, come ammette anche lo stesso rapporto del Comune: «La particolare tipologia degli Enti religiosi, la classificazione catastale degli immobili (che rimane spesso ambigua e non aggiornata rispetto al loro utilizzo effettivo), la loro tendenza a percorrere quasi sempre la strada del contenzioso, e una normativa che solamente in tempi recenti ha cercato di chiarire e limitare le caratteristiche di esentabilità del loro patrimonio immobiliare, hanno reso incerto il possibile incasso...».Se questa non è una resa, poco ci manca.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.