Vittorio Casamonica è morto. Pace all’anima sua. Ma per favore, basta con le ipocrisie
Un’ammirevole gara di ipocrisia tra Chiesa e Stato, con l’aggravante che la Chiesa, ormai secolarizzata, non disse una parola quando si consumarono sacrilegi, oltraggiando il Corpo stesso di Nostro Signore, mentre ora ci tiene a proclamare la “radicale incompatibilità tra malavita e Vangelo”.
di Paolo Deotto
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Ci sono cose così palesemente stupide, per le quali non varrebbe neanche la pena sprecar parole o scritti. A Roma si è celebrato il funerale di Vittorio Casamonica, “pezzo grosso” – da quanto ci informa la stampa – della malavita. Peraltro era a piede libero, se non sbaglio, ma questo può essere un particolare senza importanza, perché in questo stravagante paese di nome Italia è sempre più difficile capire dove e come stia la “giustizia”. Glissons. Ci viene alla mente quanto scrisse un brillante umorista, Massimo Simili: “In Italia le festività sono molte e durano a lungo. Il Carnevale, ad esempio, dura 365 giorni all’anno”.
Ma torniamo a noi. I funerali di Vittorio Casamonica sono stati di un cattivo gusto senza pari, e su questo nessuno discute. E liquidiamo rapidamente l’aspetto “legale”: i miei trascorsi e giovanili studi di Giurisprudenza, che si conclusero addirittura con una laurea (un momento di disattenzione delle autorità accademiche), mi spingono a chiedermi quali reati si siano consumati a Roma in occasione di queste esequie. Atteso che il cattivo gusto non è un reato, al più è accaduto un fatto imbarazzante per le autorità, vere o presunte, che dovrebbero tutelare la sicurezza di tutti: si è avuta la prova sperimentale che nel cielo della Capitale può volteggiare un elicottero, pare in barba alle normative in materia, e gettare sulla folla ciò che vuole. In questo caso si trattava di petali di rosa, ma i terroristi & affini ringraziano, perché ora sanno che sono percorribilissime delle strade alle quali, forse, non avevano nemmeno pensato. Basta lanciare qualcosa di meno inoffensivo dei petali…
Insomma, le autorità, vere o presunte, hanno atto una figura da bischeri, e per ora l’unico che è rimasto scottato in tutto questo putiferio è il pilota dell’elicottero, al quale è stata ritirata la licenza di volo. Se al ministero degli Interni ci fosse un uomo, probabilmente il prefetto e il questore (ma le autorità per il controllo del volo, che facevano?) ora avrebbero la tremarella. Ma in quel delicato ministero c’è Alfano e tutto si risolverà in dichiarazioni e in gran spreco di aria fritta.
Parliamo piuttosto della nuova occasione persa dalla chiesa ufficiale per stare zitta. E invece l’Osservatore Romano si è accodato con disciplina allo sdegno ipocrita di un mondo corrotto fino al midollo e che cerca periodiche verginità con le “indignazioni” a comando. Sul quotidiano ufficiale della Santa Sede leggiamo, sotto il titolo «Lo scandalo di un funerale – Il Vangelo di fronte alla malavita» frasi di fuoco come «Non c’è spazio per zone d’ombra. E basterebbe ricordare solo alcuni pronunciamenti del Papa, vescovo di Roma, che con nettezza, insieme a non formali appelli alla conversione dei cuori, ha esplicitamente ribadito la radicale incompatibilità tra malavita e Vangelo». Tutto molto bello. Ora, a prescindere dal fatto che, salvo novità che ci siano sfuggite da Santa Marta, la Chiesa cattolica non ha certo scoperto oggi la “incompatibilità tra malavita e Vangelo” (i Dieci Comandamenti, tra cui “non rubare” e “non uccidere” sono, salvo errore, non ancora abrogati), è molto ipocrita che una chiesa ufficiale, anch’essa corrotta fino al midollo, perché sorvola su eresie e sacrilegi, che arrivano fin dagli alti vertici, scopra ora la sua anima candida e pura.
Se la cosiddetta “società civile”, che ogni giorno ammazza, senza nessun problema, circa 300 bambini col crimine dell’aborto, non ha alcuna legittimità per queste grottesche indignazioni, quale legittimità ha un’autorità ecclesiastica (forse è meglio dire così, piuttosto che “chiesa”) che ha taciuto di fronte a cose ben peggiori di un funerale di pessimo gusto? Vogliamo ricordarne una sola? Due anni fa, quando morì Don Gallo, il prete genovese che dedicò la propria vita alla propaganda di tutto ciò che di anticattolico si possa immaginare, le esequie si trasformarono in una gazzarra indegna (clicca qui), durante la quale si consumarono anche sacrilegi. Uno di questi lo ricordiamo con la foto a lato (cliccate sull’immagine per ingrandirla): tale Vladimiro Guadagno, che tra l’altro si dichiara buddista, affetto dalla malattia detta “travestitismo”, si presenta in abiti da lavoro per ricevere l’Eucarestia. Il celebrante, nientemeno che il presidente dei vescovi italiani, non batte ciglio e commette, e fa commettere al Guadagno, sacrilegio. Cosa scrisse al proposito a suo tempo l’Osservatore Romano? Nulla, assolutamente nulla.
Un’offesa a Nostro Signore Gesù Cristo è quanto di più grave si possa commettere. Ma l’autorità ecclesiastica non ebbe nulla da dire, come non ha nulla da dire con i sacrilegi che si compiono di continuo nelle tante, troppe parrocchie che hanno anticipato le follie sul matrimonio e ammettono tranquillamente ai sacramenti le coppie irregolari. Così come ha scordato del tutto parole come “anatema”, “peccato”, dannazione eterna”… È la stessa autorità ecclesiastica che ha di continuo la preoccupazione di essere in concorde e subalterna collaborazione col potere mondano. Lo scandalo di Padova, che abbiamo ampiamente in questi giorni documentato, non è che l’ultimo, per ora.
Allora, per favore, signori che vestite abiti vescovili e cardinalizi, tacete un po’ di più e fate tacere i vostri portavoce ufficiali. Restituiteci la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Se poi siete voi i primi a non crederci più, abbiate l’onestà di dirlo. Ma non venite ora a indignarvi per un funerale di pessimo gusto, quando tacete sullo strazio quotidiano che si fa della Fede e dei Diritti di Dio.
Certamente il parroco che ha celebrato le esequie può aver mancato di prudenza. La morte è una cosa seria, non certo l’occasione per sceneggiate di pessimo gusto. Il parroco aveva fatto il possibile per evitare tutto ciò? Non possiamo saperlo. Di sicuro possiamo dire che se il defunto, malavitoso o meno che fosse, era battezzato, non c’era ragione per rifiutare i funerali. Se poi il Casamonica fosse pentito, se sia morto in pace con Dio, avendo ricevuto i sacramenti, non lo possiamo sapere.
Un’ultima noterella, prima di chiudere. Quando morì Erich Priebke, l’ex capitano delle SS, i registi delle “indignazioni” a comando non esitarono a scatenare i malavitosi per inscenare una gazzarra vergognosa, con tanto di assalto al carro funebre. Allora non si correva alcun rischio. Priebke era un vecchio centenario, solo e dimenticato. In occasione della morte di Vittorio Casamonica, l’indignazione fremente e civile è partita a cose fatte, quando tutti erano a casa… i leoni della difesa della legalità e della democrazia non sono fessi, e confrontarsi con la folla che ha accompagnato il feretro poteva essere un po’ pericolosetto… Indignati sì, ma anche vili furbastri.
http://www.riscossacristiana.it/vittorio-casamonica-e-morto-pace-allanima-sua-ma-per-favore-basta-con-le-ipocrisie-di-paolo-deotto/
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Ci sono cose così palesemente stupide, per le quali non varrebbe neanche la pena sprecar parole o scritti. A Roma si è celebrato il funerale di Vittorio Casamonica, “pezzo grosso” – da quanto ci informa la stampa – della malavita. Peraltro era a piede libero, se non sbaglio, ma questo può essere un particolare senza importanza, perché in questo stravagante paese di nome Italia è sempre più difficile capire dove e come stia la “giustizia”. Glissons. Ci viene alla mente quanto scrisse un brillante umorista, Massimo Simili: “In Italia le festività sono molte e durano a lungo. Il Carnevale, ad esempio, dura 365 giorni all’anno”.
Ma torniamo a noi. I funerali di Vittorio Casamonica sono stati di un cattivo gusto senza pari, e su questo nessuno discute. E liquidiamo rapidamente l’aspetto “legale”: i miei trascorsi e giovanili studi di Giurisprudenza, che si conclusero addirittura con una laurea (un momento di disattenzione delle autorità accademiche), mi spingono a chiedermi quali reati si siano consumati a Roma in occasione di queste esequie. Atteso che il cattivo gusto non è un reato, al più è accaduto un fatto imbarazzante per le autorità, vere o presunte, che dovrebbero tutelare la sicurezza di tutti: si è avuta la prova sperimentale che nel cielo della Capitale può volteggiare un elicottero, pare in barba alle normative in materia, e gettare sulla folla ciò che vuole. In questo caso si trattava di petali di rosa, ma i terroristi & affini ringraziano, perché ora sanno che sono percorribilissime delle strade alle quali, forse, non avevano nemmeno pensato. Basta lanciare qualcosa di meno inoffensivo dei petali…
Insomma, le autorità, vere o presunte, hanno atto una figura da bischeri, e per ora l’unico che è rimasto scottato in tutto questo putiferio è il pilota dell’elicottero, al quale è stata ritirata la licenza di volo. Se al ministero degli Interni ci fosse un uomo, probabilmente il prefetto e il questore (ma le autorità per il controllo del volo, che facevano?) ora avrebbero la tremarella. Ma in quel delicato ministero c’è Alfano e tutto si risolverà in dichiarazioni e in gran spreco di aria fritta.
Parliamo piuttosto della nuova occasione persa dalla chiesa ufficiale per stare zitta. E invece l’Osservatore Romano si è accodato con disciplina allo sdegno ipocrita di un mondo corrotto fino al midollo e che cerca periodiche verginità con le “indignazioni” a comando. Sul quotidiano ufficiale della Santa Sede leggiamo, sotto il titolo «Lo scandalo di un funerale – Il Vangelo di fronte alla malavita» frasi di fuoco come «Non c’è spazio per zone d’ombra. E basterebbe ricordare solo alcuni pronunciamenti del Papa, vescovo di Roma, che con nettezza, insieme a non formali appelli alla conversione dei cuori, ha esplicitamente ribadito la radicale incompatibilità tra malavita e Vangelo». Tutto molto bello. Ora, a prescindere dal fatto che, salvo novità che ci siano sfuggite da Santa Marta, la Chiesa cattolica non ha certo scoperto oggi la “incompatibilità tra malavita e Vangelo” (i Dieci Comandamenti, tra cui “non rubare” e “non uccidere” sono, salvo errore, non ancora abrogati), è molto ipocrita che una chiesa ufficiale, anch’essa corrotta fino al midollo, perché sorvola su eresie e sacrilegi, che arrivano fin dagli alti vertici, scopra ora la sua anima candida e pura.
Se la cosiddetta “società civile”, che ogni giorno ammazza, senza nessun problema, circa 300 bambini col crimine dell’aborto, non ha alcuna legittimità per queste grottesche indignazioni, quale legittimità ha un’autorità ecclesiastica (forse è meglio dire così, piuttosto che “chiesa”) che ha taciuto di fronte a cose ben peggiori di un funerale di pessimo gusto? Vogliamo ricordarne una sola? Due anni fa, quando morì Don Gallo, il prete genovese che dedicò la propria vita alla propaganda di tutto ciò che di anticattolico si possa immaginare, le esequie si trasformarono in una gazzarra indegna (clicca qui), durante la quale si consumarono anche sacrilegi. Uno di questi lo ricordiamo con la foto a lato (cliccate sull’immagine per ingrandirla): tale Vladimiro Guadagno, che tra l’altro si dichiara buddista, affetto dalla malattia detta “travestitismo”, si presenta in abiti da lavoro per ricevere l’Eucarestia. Il celebrante, nientemeno che il presidente dei vescovi italiani, non batte ciglio e commette, e fa commettere al Guadagno, sacrilegio. Cosa scrisse al proposito a suo tempo l’Osservatore Romano? Nulla, assolutamente nulla.
Un’offesa a Nostro Signore Gesù Cristo è quanto di più grave si possa commettere. Ma l’autorità ecclesiastica non ebbe nulla da dire, come non ha nulla da dire con i sacrilegi che si compiono di continuo nelle tante, troppe parrocchie che hanno anticipato le follie sul matrimonio e ammettono tranquillamente ai sacramenti le coppie irregolari. Così come ha scordato del tutto parole come “anatema”, “peccato”, dannazione eterna”… È la stessa autorità ecclesiastica che ha di continuo la preoccupazione di essere in concorde e subalterna collaborazione col potere mondano. Lo scandalo di Padova, che abbiamo ampiamente in questi giorni documentato, non è che l’ultimo, per ora.
Allora, per favore, signori che vestite abiti vescovili e cardinalizi, tacete un po’ di più e fate tacere i vostri portavoce ufficiali. Restituiteci la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Se poi siete voi i primi a non crederci più, abbiate l’onestà di dirlo. Ma non venite ora a indignarvi per un funerale di pessimo gusto, quando tacete sullo strazio quotidiano che si fa della Fede e dei Diritti di Dio.
Certamente il parroco che ha celebrato le esequie può aver mancato di prudenza. La morte è una cosa seria, non certo l’occasione per sceneggiate di pessimo gusto. Il parroco aveva fatto il possibile per evitare tutto ciò? Non possiamo saperlo. Di sicuro possiamo dire che se il defunto, malavitoso o meno che fosse, era battezzato, non c’era ragione per rifiutare i funerali. Se poi il Casamonica fosse pentito, se sia morto in pace con Dio, avendo ricevuto i sacramenti, non lo possiamo sapere.
Un’ultima noterella, prima di chiudere. Quando morì Erich Priebke, l’ex capitano delle SS, i registi delle “indignazioni” a comando non esitarono a scatenare i malavitosi per inscenare una gazzarra vergognosa, con tanto di assalto al carro funebre. Allora non si correva alcun rischio. Priebke era un vecchio centenario, solo e dimenticato. In occasione della morte di Vittorio Casamonica, l’indignazione fremente e civile è partita a cose fatte, quando tutti erano a casa… i leoni della difesa della legalità e della democrazia non sono fessi, e confrontarsi con la folla che ha accompagnato il feretro poteva essere un po’ pericolosetto… Indignati sì, ma anche vili furbastri.
Casamonaca qui, Casamonaca là...Tanto, chi muore non in grazia di Dio, che ci vada in carrozza trainata da cavalli impennacchiati, come il Casamonaca, o su un carretto della nettezza urbana, come lo scomunicato prete di Salò don Tullio Calcagno, sempre nello stesso posto va a finire!
RispondiEliminaTommaso Pellegrino - Torino
www.tommasopellegrino.blogspot.com