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giovedì 3 settembre 2015

Il rebelotto

GENDER: UNA CHIESA "AMBIGUA"

    Gender. Da Venezia un ottimo esempio di disinformazione, mentre il Consiglio regionale fa una figura migliore di una chiesa ambigua. E' interessante la reazione della consigliera Moretti capogruppo Pd allevata in una scuola stalinista

Gender. Da Venezia un ottimo esempio di disinformazione, mentre il Consiglio regionale fa una figura migliore di una chiesa ambigua  

Il Gazzettino, edizione di oggi, 2 settembre 2015. Un ottimo esempio di come non informare correttamente il pubblico. Sullo sfondo, un vescovo che dice e non dice e un consiglio regionale che è per ora l’unico a mostrar buon senso 

di 

Paolo Deotto


Il Gazzettino di oggi è lapidario, non lascia spazio a dubbi. Chi teme (anche se esprime i propri timori non sulla base di fantasia, ma avendo fatto un’analisi ragionata del testo di legge della c.d. “buona scuola”) l’indottrinamento omosessualista dei giovani, continua lanciare allarmi “totalmente infondati”. Capito? Ipse dixit, non se ne discute neanche.
Poi passa al sindaco di Venezia, Brugnaro, che, ritirando alcuni libretti “istruttivi”, si è attirato anche le ire di un nume della cultura, un vero specchiato esempio di vita come il canzonettista Elton John. A seguire, è il turno del Patriarca di Venezia, ma qui in verità il discorso si aggroviglia un po’, perché Il Gazzettino, riprendendo il titolo (nel quale perentoriamente si afferma: “Moraglia, appello ai genitori: sui libri gender valutate voi”), deve poi ammettere che il patriarca era però intervenuto a difesa del sindaco Brugnaro.
A completare il minestrone si parla poi del “caso” dei libri inviati dalla signora Francesca Pardi & compagna, con toccante lettera di accompagnamento, a Bergoglio (a cui è seguito il pasticcio informativo che i nostri lettori conoscono), giusto per ribadire che i libri dell’officina intellettuale Pardi & C. sono quanto di meglio si possa trovare per l’infanzia, nonché la notizia che la benedizione apostolica non era impartita a eventuali insegnamenti, ideologie, eccetera, bensì a persone. Rivelazione strabiliante.
Dulcis in fundo, si dà notizia di una mozione approvata ieri dal consiglio regionale veneto (24 sì, 9 no), presentata da FdI, nella quale si chiede che “la scuola non introduca ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti”. A proposito di questa mozione approvata a larga maggioranza da consiglieri che, da quanto ci risulta, sono stati liberamente scelti dai cittadini veneti, è interessante la reazione della consigliera Moretti, capogruppo PD, che, allevata a una scuola stalinista che non muore mai, se ne frega della maggioranza e si arrabbia perché – frase che vuol dire poco o nulla, ma è tanto suggestiva – è un “attacco strumentale alla riforma”.

Da tutto questo rebelotto possiamo trarre alcune considerazioni, in verità non molto consolanti:

  • Il Gazzettino, secondo un criterio assai discutibile di “informazione”, spara il titolo ad effetto, dal quale si può capire che comunque ci sia un contrasto tra la diocesi e i cattivi consiglieri regionali, che vogliono attaccare la meravigliosa riforma della scuola. In calce all’articolo mette in bella mostra l’attacco (quello sì che c’è) della Moretti contro una decisione della maggioranza, senza sprecare un parola per questo bell’esempio di disprezzo delle regole democratiche. E comunque Il Gazzettino aveva già stabilito in apertura dell’articolo che l’allarme delle famiglie è “totalmente” infondato. Amen.
  • Il patriarca di Venezia non fa davvero la figura del leone. Tutt’altro. L’appello ai genitori a conoscere i libri che potrebbero essere somministrati ai figli rientra abbastanza nell’ovvio (almeno non abbiamo letto la sperticata lode delle politiche governative, già fatta da altre diocesi). Peccato che il pastore della chiesa veneziana si guardi bene dal parlare dell’educazione cattolica della gioventù, né tantomeno del dovere della Chiesa cattolica di educare i giovani. Non sia mai. Ormai viviamo nei tempi dell’ecumenismo, e da Roma ci è stato detto più volte che tutte le religioni sono belle e buone. In questo quadro leonino naturalmente non si pronuncia una parola su un fatto che sembra ormai non interessare più nessuno, ossia che i governanti dovrebbero lavorare per il bene dei cittadini e che questo bene non può mai essere in contrasto con le verità di Fede. Dalla “polemica politica” è meglio tenersi fuori, anche quando è in ballo la moralità e l’educazione dei giovani, e così si risolve il tutto con un generico appello ai genitori a leggere i libri che potrebbero indottrinare i loro figli. Insomma, fate un po’ voi, cari genitori… sconsolante, se consideriamo che un pastore dovrebbe essere la guida per il gregge che gli è stato affidato.
  • E in conclusione gli unici a uscirne bene sono i consiglieri che hanno votato la mozione di cui sopra. Non sappiamo se siano cattolici, però possiamo affermare che sono persone che non hanno ancora gettato il cervello all’ammasso, il che di questi tempi non è poco. È vero che la mozione non ha un valore pratico sulla legge già approvata, ma è il segno che esistono politici, almeno a livello locale che hanno ancora coscienza delle gravi responsabilità del loro ruolo. Grazie quindi a quei ventiquattro consiglieri regionali veneti. In questi tempi di caos mentale e morale hanno mostrato un coraggio che, speriamo, potrà essere d’esempio per altri. Laici o religiosi…

Paolo Deotto

Vedi anche:
Congregazione per la Dottrina della Fede. Due documenti “dimenticati” da chi oggi nella chiesa parla di gender, omosessualità, famiglie di vario tipo…





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