ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 23 settembre 2015

Lupo&pastori,Pastori&lupo?

Pastorale americana di Francesco

Scontro aperto. Il Papa che finora ha eluso i “valori non negoziabili” parla oggi alla battagliera chiesa statunitense. Le critiche dei prelati a Bergoglio e quei fedeli cattolici più “francescani” dei loro pastori

Papa Francesco con il presidente americano Barack Obama (foto LaPresse)
Washington, dal nostro inviato. Oltre ai raduni di massa con le famiglie e i grandi discorsi istituzionali, nell’agenda del viaggio di Francesco tra Caraibi e Stati Uniti c’è un altro appuntamento che va segnato in rosso: l’incontro con i vescovi statunitensi, in programma oggi nella cattedrale di San Matteo, a Washington.
Il Papa latinoamericano si troverà per la prima volta davanti alla grande e ricca conferenza episcopale che più di ogni altra ha fatto capire di seguire obtorto collo le priorità indicate, fin dall’atto della sua ascesa al soglio petrino, da Francesco. Due mondi agli antipodi: da una parte la chiesa militante, delle marce pro life e della battaglia per la conquista dello spazio pubblico; dall’altra il Papa che dice di non “capire bene” cosa si intenda dire quando si parla di “valori non negoziabili”. Da una parte le diocesi con investimenti nel settore petrolifero, dall’altra il Pontefice che mediante enciclica chiede di salvaguardare il creato. Il tutto poggiato su uno scenario in cui i semplici cattolici americani, probabilmente, sono più “francescani” di quanto lo siano, oggi, le alte gerarchie. Lo stesso arcivescovo Charles Chaput, cerimoniere dell’Incontro mondiale delle famiglie che culminerà con la messa celebrata domenica prossima dal Papa a Philadelphia, tempo fa sottolineava a mezzo stampa i silenzi del vescovo di Roma su tutte quelle questioni su cui la chiesa americana era stata in prima fila negli ultimi tre decenni. Il cardinale Francis George, per quasi un ventennio arcivescovo a Chicago, prima di morire lo scorso aprile esprimeva tutta la sua difficoltà a capire dove stesse andando la chiesa spinta dagli impetuosi venti di riforma liberati da Bergoglio.

ARTICOLI CORRELATI Che cosa dirà (o dovrebbe dire) Papa Francesco? Speranze, critiche e analisi della stampa americana Come sta la religione Il Papa conteso al Congresso che lotta sui finanziamenti all’aborto L’America sale sul carro del Papa dal lato sinistro (ma occhio alle sorprese)“Vorrei chiederglielo di persona”, confessava. Tre anni fa, nei conciliaboli del pre Conclave e nella mera vulgata giornalistica, si metteva sul piatto l’ipotesi di vedere eletto al papato un americano yankee. Uno dal profilo manageriale, di chiudere con le storiacce di Vatileaks e di rinnovare l’anima della chiesa battagliera sul terreno dei valori cosiddetti non negoziabili. I candidati, di certo, non mancavano. Facevano conferenze stampa per conto loro, viaggiavano tutti insieme su pulmini separati, per far capire il “peso” della chiesa americana. Poi lo Spirito s’è posato altrove e a Santa Marta c’è andato un gesuita che alle battaglie pubbliche e ai sit in organizzati preferisce sanare le ferite negli ospedali da campo. L’antifona suonava come la pietra tombale sui programmi di risveglio e conseguente presenza nello spazio pubblico. Anche perché nel frattempo la Corte suprema ha stabilito – con voto decisivo del giudice conservatore Anthony Kennedy – che le nozze tra persone dello stesso sesso sono costituzionali. E la reazione dei vescovi, nonostante il nuovo corso, è stata pari a una dichiarazione di guerra: “Indipendentemente da ciò che una risicata maggioranza della Corte suprema possa decidere in questo momento storico, la natura della persona umana e del matrimonio rimane invariata e immutabile. E’ profondamente ingiusto e immorale che il governo dichiari che due persone dello stesso sesso possono unirsi in matrimonio”. 

Vent’anni prima del discorso di Benedetto XVI ai presuli americani, dinanzi ai plaudenti coniugi Clinton, Giovanni Paolo II gridò a Denver che questa è l’epoca in cui “è soprattutto la famiglia ad essere attaccata. E viene negato il carattere sacro della vita umana”. Due decenni dopo, capita che una famiglia omosessuale sia invitata alla Casa Bianca, come parte del comitato d’accoglienza organizzato per il Pontefice. Marge Winters e sua moglie Andrea Vettori, che da tempo sognavano di incontrare Francesco, si sono viste recapitare a casa il prezioso invito. Marge, quattro mesi fa, era stata licenziata da una scuola cattolica di Philadelphia, in seguito alle proteste dei genitori di alcuni studenti riguardo le sue nozze con la compagna Andrea. Mons. Chaput s’era detto d’accordo con la scelta, non immaginando di trovarsi ora a salutare Francesco vicino alle due signore. Ma il vento è cambiato, e il Papa domani si troverà davanti anche vescovi come Francis Quinn, emerito di Sacramento che intervistato da America magazine ha rilanciato questioni “che non avrei mai predicato pubblicamente in passato”, quale ad esempio il tema dell’ordinazione sacerdotale delle donne, argomento su cui Bergoglio ha già detto che non sarà messo all’ordine del giorno – “l’ha detto Giovanni Paolo II, con una formulazione definitiva. Quella porta è chiusa”. A giudizio del presule, “lo Spirito sta chiamando le donne a essere diaconi e preti, ma lo Spirito si è dimenticato di dirlo alla chiesa”.

Il Papa conteso al Congresso che lotta sui finanziamenti all’aborto

La guerra culturale permanente all'assemblea di Washington

L'Aula del Congresso degli Stati Uniti
Washington. Il Congresso che domani accoglie Francesco è un’assemblea in guerra culturale permanente, con i democratici che trepidano nella speranza di una carezza del Papa nel verso giusto e i repubblicani che garbatamente arricciano il naso quando il discorso finisce su climate change, diseguaglianze economiche, immigrazione. Ma la issue che domina il dibattito di questi giorni a Capitol Hill è l’attività di Planned Parenthood, ovvero aborto e contraccezione, non proprio i temi sui quali i progressisti sperano di trovare terreno comune con il Papa. La settimana scorsa la Camera ha approvato una misura per chiudere temporaneamente il rubinetto dei finanziamenti pubblici all’associazione che provvede servizi sanitari, un’interruzione di un anno che permetterebbe di condurre un’inchiesta sulle pratiche raccontate da una serie di video girati da un’associazione pro life e che hanno fatto il giro del mondo.

ARTICOLI CORRELATI Auguriamoci un Papa americano scandaloso, sennò è un film già visto Che cosa dirà (o dovrebbe dire) Papa Francesco? Speranze, critiche e analisi della stampa americana "E' ora di dire sì alla contraccezione". La richiesta del New York Times a Papa Francesco Il Papa atterra nell'America dimessa di Obama. Oggi va alla Casa Bianca Pastorale americana di FrancescoGli attivisti riprendono alcuni dirigenti di Planned Parenthood mentre discutono a tavola dell’uso di organi e tessuti dei feti per la ricerca medica. Quando la bolla di Planned Parenthood è scoppiata in mondovisione, il cardinale di Boston, Sean O’Malley, si è espresso duramente contro la cultura dell’aborto e “la pratica comune di ottenere organi fetali”, azioni che “non rispettano l’umanità e la dignità della vita umana”. O’Malley faceva riferimento alla “cultura dello scarto” condannata da Francesco, e aveva raccomandato di mettere questi fatti “al centro dell’attenzione nella presente controversia pubblica”. Così è stato. Facendo leva sulla legge che vieta di finanziare l’aborto con fondi federali, alcuni repubblicani al Congresso hanno introdotto disegni di legge per togliere i finanziamenti a Planned Parenthood, e hanno subordinato a questo passaggio il voto alla legge di bilancio, minacciando lo shutdown dei servizi federali, che scatterà il 1° ottobre in assenza di un accordo. E’ la stessa strategia usata nel 2013 con il definanziamento dell’Obamacare. Allora il tentativo politico fallì, e rischia di fallire anche questa volta, visto che gli sfilacciati repubblicani non hanno i 60 voti al Senato necessari per passare la misura e l’establishment del partito vuole evitare di passare un’altra volta come la causa di un impopolare shutdown. La senatrice repubblicana Kelly Ayotte ha pubblicamente contestato la linea del definanziamento dell’associazione con un disegno di legge, suggerendo che non vale la pena andare a un scontro che non si può vincere.

Ma il senatore Ted Cruz, fra gli animatori della fronda anti Planned Parenthood, ha indetto una “guerra di fede” che poco si cura dell’esito immediato della singola battaglia. Quello che conta, per dirla con l’espressione cara a Barack Obama, è stare dalla parte giusta della storia per quanto riguarda aborto e contraccezione. “Se pensano di far sentire il Papa più benvenuto, si sbagliano”, ha detto al New York Times Nancy Pelosi, leader dell’opposizione democratica che è cattolica in tutto, salvo quando si parla di vita e famiglia. Nello stesso articolo il direttore dell’associazione National Right of Life, David O’Steen, ricorda con tagliente understatement che “da quello che capisco questa non è considerata una questione minore dalla chiesa”. Ma la chiesa, nella versione che piace ai democratici, “non deve necessariamente parlare con una sola voce”, come ha ricordato la cattolica Kathleen Sebelius, esecutrice dell’Obamacare; e dunque nell’abbraccio misericordioso della chiesa conciliante ci sta l’editoriale con cui il New York Times vorrebbe convincere Francesco ad aprire ai contraccettivi sulla base della popolarità di cui la pillola gode fra i cattolici in molti paesi, ma ci sta pure, a quanto pare, anche il voto con cui la sinistra ieri ha bloccato al Senato il disegno di legge che avrebbe messo fuori legge l’aborto dopo la ventesima settimana. Un sondaggio di HuffPost/YouGov, non proprio un istituto di reazionari, dice che il 59 per cento degli americani è contrario all’aborto nella fase avanzata della gravidanza, ma in questo caso la popolarità non offre indicazioni prescrittive né ricette politiche per chi fa le leggi. “Quando il Papa avrà ascoltato i cattolici ordinari sul modo in cui le regole sulla contraccezione hanno un effetto sulle loro vite, potrebbe essere più aperto a rivalutarle”, scrive il Times. Difficilmente potrà ascoltare i cattolici ordinari che sono vittime delle regole civili sull’aborto.

Sul www.ilfoglio.it potete seguire il viaggio del Papa con aggiornamenti 24 ore su 24, articoli, commenti, foto esclusive, rassegna stampa e tweet in diretta a cura dei nostri inviati
di Mattia Ferraresi | 23 Settembre 2015 

http://www.ilfoglio.it/papa-in-america/2015/09/23/il-papa-conteso-al-congresso-che-lotta-sui-finanziamenti-allaborto___1-v-133039-rubriche_c570.htm

La prima volta di Bergoglio negli Stati Uniti

Lo aspetta un popolo cattolico dai confini più ampi di quelli che risultano nei registri. E anche molto influenzato dalle correnti "liberal" in materia di matrimonio e di omosessualità. Proprio alla vigilia del sinodo

di Sandro Magister


ROMA, 22 settembre 2015 – Atterrando a Washington dopo aver visitato Cuba, papa Francesco mette piede in un paese nato protestante, ma nel quale oggi quasi metà della popolazione ha un legame con il cattolicesimo.

Infatti, a quel 20 per cento di cittadini degli Stati Uniti che si professano cattolici a titolo pieno vanno aggiunti un 9 per cento che si dicono cattolici per affinità culturale, un altro 9 per cento che sono cresciuti in un ambito cattolico pur avendolo poi lasciato e un 8 per cento che ha dei parenti prossimi che sono cattolici e con loro va a messa.

Ne consegue che nell'insieme il cattolicesimo ha una presa sul 45 per cento del cittadini degli Stati Uniti e addirittura sull'84 per cento dei "latinos", che sono la parte della popolazione più in crescita e vedranno canonizzato da papa Francesco un "loro" santo, Junipero Serra, in una cerimonia celebrata quasi tutta in spagnolo.

Si deve al Pew Research Center di Washington una nuovissima radiografia del cattolicesimo degli Stati Uniti, pubblicata alla vigilia dell'arrivo del papa, che consente di esplorare a fondo alcuni caratteri del "popolo di Dio" in questo paese:

> U.S Catholics Open to Non-Traditional Families

Come già si intuisce dal titolo dell'indagine, i cattolici americani sono anch'essi molto influenzati dalle correnti politico-culturali dominanti in Occidente, sulle questioni che riguardano la famiglia e la sfera sessuale. Cioè proprio sulle questioni che hanno originato questo viaggio di Francesco negli Stati Uniti, primariamente motivato dalla sua volontà di partecipare all'incontro mondiale delle famiglie a Philadelphia, alla vigilia di un sinodo dedicato anch'esso alla famiglia.

Se è vero infatti che il 90 per cento dei cattolici degli Stati Uniti vedono nella famiglia con un padre e una madre sposati l'ambiente ideale per la crescita dei figli, è molto ampia anche la percentuale di chi ritiene nello stesso tempo accettabile che dei bambini crescano con genitori singoli (87 per cento), oppure divorziati (83 per cento), oppure solo conviventi (83 per cento), oppure dello stesso sesso (66 per cento).

Se a loro si chiede se la Chiesa debba o no riconoscere i matrimoni omosessuali, il 46 per cento dei cattolici americani rispondono sì, contro una pari quota di no. Ma sono comunque in netta maggioranza (62 per cento) quelli che vorrebbero che la Chiesa consenta la comunione ai conviventi e a chi si è risposato civilmente mentre è in vita il coniuge sposato in chiesa.

Tra chi va a messa tutte le domeniche (un quarto del totale) e chi ci va più di rado le differenze si notano. I primi sono più fedeli al magistero della Chiesa. Ma anche tra di loro i contrari alla comunione ai divorziati risposati non raggiungono la metà, fermandosi al 42 per cento.

Sugli orientamenti pesano le esperienze personali. Un quarto dei cattolici americani adulti hanno avuto un divorzio e uno su nove si è risposato civilmente. Uno su dieci convive senza sposarsi e quasi la metà hanno convissuto per un certo periodo della loro vita. Tra i divorziati, un quarto hanno richiesto e ottenuto la dichiarazione di nullità del loro matrimonio sacramentale.

Allargando l'attenzione ai grandi campi d'azione della Chiesa nel mondo, quasi due terzi dei cattolici degli Stati Uniti (il 62 per cento) giudicano "essenziale" per chi è cattolico "operare in aiuto dei poveri e dei bisognosi", mentre solo il 29 per cento ritengono essenziale "operare per affrontare i mutamenti climatici".

Più della metà dei cattolici fanno la comunione sempre o quasi sempre, quando vanno a messa. Ma ciò avviene di più tra la popolazione bianca, mentre i "latinos" si comunicano più di rado.

Invece, non ci sono differenze tra etnie, età e gradi di istruzione per quanto riguarda la pratica della confessione sacramentale. Qui l'unica differenza sensibile è tra chi va a messa regolarmente e chi no. Il 68 per cento dei primi si confessano almeno una volta all'anno, mentre solo il 27 per cento dei meno assidui lo fa.

In ogni caso, in un paese a forte concorrenza tra fedi religiose come gli Stati Uniti, l'appartenenza alla Chiesa di tanti cattolici non è affatto assicurata per sempre. Quattro su dieci dei cattolici sotto i 30 anni ritengono possibile che in futuro essi lascino la Chiesa.

Sono questi i cattolici ai quali papa Francesco parlerà, nelle sue tappe negli Stati Uniti, naturalmente senza trascurare che il suo raggio di ascolto è a 360 gradi.

Tra i cattolici americani, la sua popolarità non eguaglia oggi quella altissima di Giovanni Paolo II nei primi anni Novanta e supera di poco il picco toccato da Benedetto XVI nel 2008 subito dopo la sua visita negli Stati Uniti.

Ma è comunque ragguardevole, con l'86 per cento di favorevoli e di  molto favorevoli:

> Trends in Papal Favorability Among U.S. Catholics

Ed è probabile che questo suo viaggio la veda crescere ancor di più.

__________


Il programma e i discorsi integrali del viaggio:

> Viaggio apostolico a Cuba e negli Stati Uniti, 19-28 settembre 2015

Sulla sua tappa cubana:

> Francesco e il lupo. Ma gli agnelli? (23.9.2015)

> "Cuba si apra a Cuba". Il sogno del cubano medio (22.9.2015)

> Stati Uniti e Cuba, il diavolo e l'acqua santa (11.9.2015)

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351135

2 commenti:

  1. https://twitter.com/antoniospadaro/status/646312906045329408/photo/1

    2Tessalonicesi 2,3-12

    3 Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, 4 colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio.
    5 Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? 6 E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. 7 Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. 8 Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l'iniquo, 9 la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, 10 e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi. 11 E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna 12 e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. e certo.. "l'altare papale" peccato che il Padrona di casa che stava li già prima che arrivasse Bergoglio sia stato oscurato dalle chiappone dei cosiddetti "sacerdoti" che tra una foto e l'altra hanno dimenticato il rispetto per il luogo ove ogni giorno si compie il Supremo Sacrificio del Redentore!

      Elimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.