Il rabbino capo di Roma su Papa Francesco: “Il suo messaggio è pericoloso per l’ebraismo”
Riccardo Di Segni: «Gli ebrei sembrano giustizialisti, i cristiani buoni e misericordiosi»
Riccardo Di Segni, 65 anni |
Inattesa gelata nei rapporti mai così buoni tra Vaticano e fratelli maggiori.
Inoltre «è un Papa molto interessante, con il quale si riesce a dialogare», afferma Di Segni. Ma, secondo, il rabbino, «continuare a usare, come fa il Papa, il termine “farisei” con una connotazione negativa può rinforzare il pregiudizio in un pubblico non preparato». Il leader spirituale della più antica comunità ebraica d’Europa riferisce la risposta del pontefice: «Capisco benissimo. Io sono gesuita e anche la parola “gesuita” fa un brutto effetto». «Ho visto - sottolinea Di Segni - che poi ci è stato più attento».
Il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, a margine del convegno dei giovani di Confindustria a Capri, ha replicato alle dichiarazioni riportate nell’intervista: «Noi non diciamo assolutamente questo, queste sono cose degli anni 50», ha detto. «Queste cose oggi nella teologia assolutamente non ci sono», ha sottolineato monsignor Galantino rispondendo ad una domanda
Il portavoce della Comunità ebraica romana Fabio Perugia ha poi precisato che «il titolo dell’intervista (“Io, ebreo, temo il dio di Francesco”, n.d.r.) sul giornale L’Espresso non trova riscontro in nessuna dichiarazione rilasciata alla giornalista».
CITTÀ DEL VATICANO
http://www.lastampa.it/2015/10/16/italia/cronache/il-rabbino-capo-di-roma-attacca-il-papa-il-suo-messaggio-pericoloso-PEl9skV1D9wPHXqxG4BLgM/pagina.html
Bergoglio ha confidato di seguire “con grande preoccupazione la situazione di forte tensione e di violenza che affligge la Terra Santa”. Per questo ha voluto pregare “perché Dio rafforzi in tutti, governanti e cittadini, il coraggio di opporsi alla violenza e di fare passi concreti di distensione. Nell’attuale contesto medio-orientale è più che mai decisivo che si faccia la pace nella Terra Santa: questo ci chiedono Dio e il bene dell’umanità”.
(tratto da)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/18/papa-francesco-medio-oriente-ha-bisogno-di-gesti-di-pace-non-di-vendetta/2138240/
Papa Francesco: “Medio Oriente ha bisogno di gesti di pace, non di vendetta
Durante l'angelus Bergoglio ha detto di seguire "con grande preoccupazione la situazione di forte tensione e di violenza che affligge la Terra Santa". L'appello è arrivato al termine della celebrazione durante la proclamazione dei santi: per la prima volta viene canonizzata una coppia di sposi
(tratto da)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/18/papa-francesco-medio-oriente-ha-bisogno-di-gesti-di-pace-non-di-vendetta/2138240/
Israele alza un nuovo muro a Gerusalemme tra il quartiere arabo e quello ebraico
Secondo il portavoce del ministero degli Esteri Emmanuel Nachshon,
si tratta solo di «una misura di sicurezza per gli abitanti, senza alcun
valore politico»
AFP
Alcune delle barriere usate per
costruire il muro fra il quartiere arabo di Jabel Mukaber e il quartiere
ebraico di Armon HaNaziv
La polizia israeliana ha iniziato a posizionare una barriera di
cemento dentro Gerusalemme lungo il confine fra il quartiere arabo di
Jabel Mukaber e il quartiere ebraico di Armon HaNaziv. Si tratta di pareti di cemento con la scritta «Barriera temporanea di polizia»
che, secondo il portavoce del ministero degli Esteri Emmanuel Nachshon,
costituiscono «una misura di sicurezza per gli abitanti» e «non hanno
valore politico» ovvero non implicano la rinuncia al principio di
Gerusalemme «capitale unica e indivisibile di Israele».
Da Jabel Mukaben sono venuti molti dei terroristi che nelle ultime
settimane hanno compiuto attacchi, da Alaa Abu Jamal che con un
furgoncino ha investito e poi ucciso a colpi di machete due israeliani
nel quartiere di Gheula ai due palestinesi che hanno tentato di
impossessarsi di un bus di linea proprio ad Armon HaNatziv. La polizia non ha reso ancora pubblico il tracciato della barriera in
via di costruzione e non è ancora chiaro se verrà posizionata anche ai
confini degli altri quartieri arabi di Gerusalemme Est. Negli ultimi
giorni le forze di sicurezza israeliane hanno creato numerosi posti di
blocco attorno ai quartieri arabi di Gerusalemme Est - da dove è
arrivato oltre l’80 per cento degli attacchi delle ultime tre settimane -
con il risultato di «chiudere del tutto 11 strade al traffico» secondo
una mappa tracciata dall’Associazione per i Diritti Umani in Israele.
18/10/2015
corrispondente da GERUSALEMME
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