http://opportuneimportune.blogspot.com/2015/10/puro-spirito-conciliare.html
Primato del papa e decentralizzazione. Il teorema di Francesco
È stato subito promosso tra i grandi discorsi programmatici di questo pontificato. Eppure, dopo tre giorni, in Vaticano ne circola ancora solo laversione italiana, quella letta da Francesco sabato 17 ottobre nella cerimonia per il cinquantesimo anniversario dell'istituzione del sinodo dei vescovi.
Eccone i passaggi salienti. Il punto che più si incrocia con le discussioni in corso nel sinodo sulla famiglia è quello riguardante la "decentralizzazione", cioè l'affidamento agli episcopati nazionali "del discernimento di tutte le problematiche che si prospettano nei loro territori".
Ad esempio i vescovi tedeschi, ma non solo, hanno un concetto molto estensivo di tale autonomia. E già lo mettono in pratica dando la comunione ai divorzisti risposati senza nemmeno aspettare le conclusioni del sinodo.
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UN ISTITUTO DA PERFEZIONARE
[…] Fin dall'inizio del mio ministero come Vescovo di Roma ho inteso valorizzare il Sinodo, che costituisce una delle eredità più preziose dell'ultima assise conciliare. Per il Beato Paolo VI, il Sinodo dei Vescovi doveva riproporre l'immagine del Concilio ecumenico e rifletterne lo spirito e il metodo. Lo stesso Pontefice prospettava che l'organismo sinodale "col passare del tempo potrà essere maggiormente perfezionato". […]
Dobbiamo proseguire su questa strada. […] Quello che il Signore ci chiede, in un certo senso, è già tutto contenuto nella parola "Sinodo". Camminare insieme – Laici, Pastori, Vescovo di Roma – è un concetto facile da esprimere a parole, ma non così facile da mettere in pratica. […]
CONSULTARE IL POPOLO DI DIO
Il "sensus fidei" impedisce di separare rigidamente tra "Ecclesia docens" ed "Ecclesia discens", giacché anche il Gregge possiede un proprio "fiuto" per discernere le nuove strade che il Signore dischiude alla Chiesa. È stata questa convinzione a guidarmi quando ho auspicato che il Popolo di Dio venisse consultato nella preparazione del duplice appuntamento sinodale sulla famiglia. […]
Il cammino sinodale inizia ascoltando il Popolo, che "pure partecipa alla funzione profetica di Cristo", secondo un principio caro alla Chiesa del primo millennio: "Quod omnes tangit ab omnibus tractari debet".
ASCOLTARE I PASTORI
Il cammino del Sinodo prosegue ascoltando i Pastori. Attraverso i Padri sinodali, i Vescovi agiscono come autentici custodi, interpreti e testimoni della fede di tutta la Chiesa, che devono saper attentamente distinguere dai flussi spesso mutevoli dell'opinione pubblica. […]
"CUM PETRO ET SUB PETRO"
Infine, il cammino sinodale culmina nell'ascolto del Vescovo di Roma, chiamato a pronunciarsi come "Pastore e Dottore di tutti i cristiani": non a partire dalle sue personali convinzioni, ma come supremo testimone della "fides totius Ecclesiae", "garante dell'ubbidienza e della conformità della Chiesa alla volontà di Dio, al Vangelo di Cristo e alla Tradizione della Chiesa".
Il fatto che il Sinodo agisca sempre "cum Petro et sub Petro" - dunque non solo "cum Petro", ma anche "sub Petro" - non è una limitazione della libertà, ma una garanzia dell'unità. […]
LA PIRAMIDE ROVESCIATA
Gesù ha costituito la Chiesa ponendo al suo vertice il Collegio apostolico, nel quale l'apostolo Pietro è la "roccia", colui che deve "confermare" i fratelli nella fede. Ma in questa Chiesa, come in una piramide capovolta, il vertice si trova al di sotto della base. Per questo coloro che esercitano l'autorità si chiamano "ministri": perché, secondo il significato originario della parola, sono i più piccoli tra tutti. […]
SINODALITÀ NELLE CHIESE PARTICOLARI
In una Chiesa sinodale, il Sinodo dei Vescovi è solo la più evidente manifestazione di un dinamismo di comunione che ispira tutte le decisioni ecclesiali.
Il primo livello di esercizio della sinodalità si realizza nelle Chiese particolari. […] Il Consiglio presbiterale, il Collegio dei Consultori, il Capitolo dei Canonici e il Consiglio pastorale: soltanto nella misura in cui questi organismi rimangono connessi col "basso" e partono dalla gente, dai problemi di ogni giorno, può incominciare a prendere forma una Chiesa sinodale: tali strumenti, che qualche volta procedono con stanchezza, devono essere valorizzati come occasione di ascolto e condivisione.
VERSO UNA "SALUTARE DECENTRALIZZAZIONE"
Il secondo livello è quello delle Province e delle Regioni Ecclesiastiche, dei Concili Particolari e in modo speciale delle Conferenze Episcopali. […] In una Chiesa sinodale, come ho già affermato, "non è opportuno che il Papa sostituisca gli Episcopati locali nel discernimento di tutte le problematiche che si prospettano nei loro territori. In questo senso, avverto la necessità di procedere in una salutare decentralizzazione".
IN UNA CHIESA "TUTTA SINODALE"
L'ultimo livello è quello della Chiesa universale. Qui il Sinodo dei Vescovi, rappresentando l'episcopato cattolico, diventa espressione della collegialità episcopale all'interno di una Chiesa tutta sinodale. […]
SINODALITÀ, PAPATO ED ECUMENISMO
L'impegno a edificare una Chiesa sinodale – missione alla quale tutti siamo chiamati, ciascuno nel ruolo che il Signore gli affida – è gravido di implicazioni ecumeniche. […]
Sono persuaso che, in una Chiesa sinodale, anche l'esercizio del primato petrino potrà ricevere maggiore luce. Il Papa non sta, da solo, al di sopra della Chiesa; ma dentro di essa come Battezzato tra i Battezzati e dentro il Collegio episcopale come Vescovo tra i Vescovi, chiamato al contempo – come Successore dell'apostolo Pietro – a guidare la Chiesa di Roma che presiede nell'amore tutte le Chiese.
Mentre ribadisco la necessità e l'urgenza di pensare a "una conversione del papato", volentieri ripeto le parole del mio predecessore il Papa Giovanni Paolo II: "Quale Vescovo di Roma […] ascolto la domanda che mi è rivolta di trovare una forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all'essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova". […]
Settimo Cielo 19 ottIntervento al Sinodo di Mons. Hoser: “Humanae Vitae ha aperto la crisi post conciliare”
Mons. Henryk Hoser, vescovo di Varsavia (Polonia), ha pubblicato sul sito della conferenza episcopale polacca il suo intervento tenuto nell’Aula sinodale lo scorso 10 ottobre. Proponiamo ai lettori una nostra traduzione:
L’Instrumentum laboris del Sinodo cita brevemente la grave questione e la infinitamente complessa realtà della fertilità coniugale, sempre associata, fin dalla creazione della sessualità umana.
Il documento giustamente sottolinea la necessità di “riscoprire il messaggio dell’enciclica Humanae vitae di Paolo VI” e “la sua ricchezza di sapienza”, ma non entra nel vivo di essa. Pubblicata nel 1968, mal ricevuta, contestata e relativizzata dai pastori e, di conseguenza, dai fedeli, l’enciclica veramente profetica ha aperto la crisi post-conciliare. Questa si caratterizza per la messa in dubbio sistematica dell’insegnamento del Magistero della Chiesa.
Eppure l’enciclica ha proposto una visione integrale della persona umana nelle sue dimensioni spirituali e corporali. Ha inoltre previsto le conseguenze della pratica della separazione della sessualità e della fertilità umana oggi sempre più radicale, a seguito dell’uso sempre più massiccio di contraccezione. Ecco le parole: “i contraccettivi apriranno una via larga e facile all’infedeltà coniugale e un generale abbassamento della morale; la perdita del rispetto delle donne e, senza più curarsi del suo equilibrio fisico e psicologico, arrivi a considerarla come semplice strumento di godimento egoistico; l’atteggiamento delle autorità pubbliche incuranti delle esigenze morali. Chi impedirà ai governanti di favorire e persino di imporre ai loro popoli, ogni qualvolta lo ritenessero necessario, il metodo di contraccezione da essi giudicato più efficace?” (Cfr. Humanae Vitae n°17) Questa previsione, purtroppo, si è ampiamente realizzata.
La contraccezzione e il suo complemento, l’aborto provocato, non sono considerati e sufficientemente sottolineati nel testo dell’Instrumentum laboris. Ma questo è un grave problema che destabilizza l’unione coniugale e famigliare. La fertilità umana, una componente della persona, è stata sistematicamente maltrattata e poi distrutta dalla dissoluzione della coppia.
Un’alternativa giusta e valida risiede nella conoscenza della fertilità (consapevolezza della fertilità) e la possibilità di utilizzarla conformemente alle esigenze della paternità responsabile.
La cosiddetta comunità internazionale versa annualmente 8,1 miliardi di $ USA per i programmi di contraccezione di 69 paesi meno sviluppati. Al contrario, i pochi organismi di promozione dei metodi naturali, Federazione Africana dell’Action famiglia o TCAF, Istituto Europeo di Famiglia Education o IEEF, vivono grazie ai rari finanziamenti offerti da pochi benefattori chiaroveggenti, come Aiuto alla Chiesa che soffre.
Papa Giovanni Paolo II ci ha dato una perspicace analisi di come è vera la differenza antropologica e al tempo stesso morale, tra la contraccezione e il ricorso ai ritmi periodici della fertilità:
“Alla luce della stessa esperienza di tante coppie di sposi e dei dati delle diverse scienze umane, la riflessione teologica può cogliere ed è chiamata ad approfondire la differenza antropologica e al tempo stesso morale, che esiste tra la contraccezione e il ricorso ai ritmi temporali: si tratta di una differenza assai più vasta e profonda di quanto abitualmente non si pensi e che coinvolge in ultima analisi due concezioni della persona e della sessualità umana tra loro irriducibili. La scelta dei ritmi naturali comporta l’accettazione del tempo della persona, cioè della donna, e con ciò l’accettazione anche del dialogo, del rispetto reciproco, della comune responsabilità, del dominio di sé. Accogliere poi il tempo e il dialogo significa riconoscere il carattere insieme spirituale e corporeo della comunione coniugale, come pure vivere l’amore personale nella sua esigenza di fedeltà. In questo contesto la coppia fa l’esperienza che la comunione coniugale viene arricchita di quei valori di tenerezza e di affettività, i quali costituiscono l’anima profonda della sessualità umana, anche nella sua dimensione fisica. In tal modo la sessualità viene rispettata e promossa nella sua dimensione veramente e pienamente umana, non mai invece «usata» come un «oggetto» che, dissolvendo l’unità personale di anima e corpo, colpisce la stessa creazione di Dio nell’intreccio più intimo tra natura e persona.” (Familiaris consortio, n°32)
Si tratta di una constatazione magistrale da far comprendere a tutti gli uomini di buona volontà. E che la saggezza ci accompagni sempre e ovunque.
+ Henryk Hoser SAC
Arcivescovo di Varsavia (Polonia)
Di seguito offriamo ai lettori la visione integrale del docu-film “Inattesa. L’ultima enciclica di Paolo VI” con un contributo del Card. Carlo Caffarra.
http://sinodo2015.lanuovabq.it/intervento-al-sinodo-di-mons-hoser-humanae-vitae-ha-aperto-la-crisi-post-conciliare/
Francesco scrive e benedice il leader delle okkupazioni
Scambio epistolare tra Francesco e Andrea Alzetta, conosciuto come "Tarzan", uno dei leader dei movimenti per la casa di Roma. Salvini: "Non c'è più religione"
Scambio epistolare tra Francesco e Andrea Alzetta, conosciuto come "Tarzan", uno dei leader dei movimenti per la casa di Roma. Salvini: "Non c'è più religione"
Papa Francesco ha scritto ad Andrea Alzetta, conosciuto come "Tarzan", uno dei leader deimovimenti per la casa di Roma, incoraggiandoli nelle loro iniziative per il diritto all’abitazione dei meno abbienti.
Bergoglio ha scritto in risposta ad una lettera che gli era stata inviata dallo stesso Alzetta di Action. "Papa Francesco - si legge in un messaggio a firma dell’assessore della Segretaria di Stato mons. Brian Wells e recapitato ad una suora che ha fatto da collegamento - invia una parola di paterna comprensione e di vivo incoraggiamento. Nell’assicurare la spirituale partecipazione di Sua Santità alla preoccupante questione evocata mi premuro di significarle che Egli non cessando mai di promuovere i valori della giustizia e della solidarietà, più volte ha richiamato l’attenzione degli organi competenti in favore delle fasce più deboli della società".
Il caso della lettera (datata 6 agosto 2015 mentre quella di "Action. Diritti in movimento", era stata inviata a luglio) è approdato sulle pagine del quotidiano inglese The Guardian. "Incredibile. Non ho mai pensato nella mia vita che avrei scritto al Papa, e che lui avrebbe risposto! Tuttavia, al giorno d’oggi a chi avremmo potuto rivolgerci?", commenta Alzetta. Che poi aggiunge: "Questo Papa è uno dei pochi che si mette senza esitazione dalla parte degli ultimi", aggiunge Alzetta che nel recente passato è stato tra gli scranni dell’Aula Giulio Cesare come consigliere comunale. L’"inaspettata corrispondenza" è iniziata, si legge nell’ articolo del The Guardian, dopo l’occupazione, avvenuta a maggio scorso, di due edifici chiamati "La tenuta Vaselli", di proprietà del Comune di Roma e situati proprio ad un chilometro dalla residenza papale di Castel Gandolfo. Alzetta aveva scritto al Papa "per informarlo sulle condizioni di centinaia di famiglie in emergenza abitativa" ed ha fatto "appello alla sua sensibilità" riguardo le battaglie dei senzatetto, dei migranti e i disoccupati della Capitale.
"Ora speriamo - aggiunge Alzetta - di riuscire a concretizzare un incontro con lui. Vogliamo chiedergli di mettere a disposizione di chi non ha casa alla fine del Giubileo le strutture che si stanno mettendo in piedi per l’accoglienza in vista dell’Anno santo straordinario".
Duro il commento del leader della Lega Nord: "Papa Francesco avrebbe scritto una lettera di incoraggiamento al signor Andrea Alzetta (conosciuto come ’Tarzan’), ex consigliere comunale di Roma di Sel, con decine di denunce per "occupazione abusiva, violazione di domicilio, invasione e devastazione di edificio, blocchi stradali e resistenza pubblico ufficiale". Mi rifiuto di crederci! Se invece fosse vero, non c’è più religione...".
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