Il Giubileo della misericordia e il cane Diesel
L'8 dicembre Papa Francesco inaugurerà il Giubileo della misericordia. "Giubileo" e "misericordia", prima ancora di essere parole di Dio sono parole dell'uomo. C'era un popolo, gli ebrei, fatto di uomini liberi. Essi, una volta giunti a casa loro dopo un lungo esodo, avevano ereditato ciascuno un pezzo di terra a testa. Questo infatti era il contenuto del loro sogno: un terra promessa. E così era: ogni famiglia aveva una parcella di essa. Però anche l'ebreo poteva perdere la libertà e ciò avveniva attraverso i debiti: nasceva così la schiavitù. Essere costretti a lavorare e vivere per altri, fino al punto di dare all'altro il proprio terreno, di rimanere senza terra.
Quel popolo libero e di liberi, però, aveva nelle proprie tradizioni un meccanismo che permetteva di temperare quella schiavitù. Ce lo raccontano sia l'Esodo (21, 2-11) che il Deuteronomio (15, 12-18) quando prescrivono che il settimo anno venissero liberati gli ebrei che erano schiavi per debiti e i terreni venissero non arati, cioè anche per essi ci fosse riposo. Il settimo anno si torna liberi, si riposa. La schiavitù non è per sempre perché, prima ancora di essere debitori, si è dei riscattati dalla schiavitù dell'Egitto.
Cosa accade quando le settimane diventano anni e sono sette? Avviene che questa liberazione è ancora più radicale: viene ridonata anche la libertà per aver perso la propria terra, la propria casa, il proprio terreno. Ecco quindi che Levitico (25,8) prescrive che il cinquantesimo anno ogni terreno torni alla propria famiglia, cioè al proprietario di cinquant'anni prima. Il momento della restituzione radicale è scandito dal suono del corno che ne proclama l'inizio: il giubileo è l'anno in cui suona il corno (jobel, è il termine ebraico che indica il corno d'ariete) cioè nasce la misericordia che dona libertà (Lv 25).
Le cose divine, i grandi giubilei, le cose grandi, sono come i grandi viaggi, sono fatti di piccoli passi, iniziano sempre partendo da un passo. La storia dei Giubilei ora mette il piede su un terreno che è scivoloso per il sangue. Parigi. Tra le cose piccole di Parigi, tra i piccoli passi, c'è anche la storia del cane Diesel. La misericordia è il contenuto del Giubileo e nel vangelo la misericordia ha anche l'immagine dei cani. Per questo associo Diesel al Giubileo. Nel vangelo il cane lecca le ferite e mangia briciole cadute (Lc 16, Mc 7).
Le foto di Diesel, il cane morto durante il blitz, sono state condivise in molti social e riportati in tutti i giornali. Mi piace tanta attenzione verso un cane. Forse molti non lo sanno ma il cane è un fatto giubilare, evangelico. Per Dio, un cane non è mai solo un cane. È bello sia così anche per l'uomo. Le foto di tanti cani poliziotto che sminano terreni in zone di guerra, che trovano superstiti sotto le macerie di terremoti e bombe, mi dicono che nella relazione con il cane c'è qualcosa di speciale che vale la pena mettere a fuoco. Le stesse parole che si usano per indicare il cane e il suo mondo di relazioni sono molto evangeliche: fedeltà, amicizia, servizio, padrone, attesa, festa, difesa, affetto. Tutto questo un cane riesce a darlo a chiunque sia il riferimento di cui possa fidarsi. Se si può fidare, lui si affida. È cosa evangelica, preziosa, giubilare. Trovatemi un uomo che protegga sempre e incondizionatamente la persona di cui si fida e le persone che quest'ultimo ama. L'avete trovato? Sono contento. Sappiate, tuttavia, che un cane lo fa sempre.
Prete e scrittore
Infatti, i cristiani vengono ammazzati, aborti a gogò, la gente schiatta, e i benpensanti piangono per... un cane morto.
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