ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 12 gennaio 2016

In octava Befanae?

“NON SONO UN CORVO, MA UNA PASSERA!” - LA PAPESSA CHAOUQUI: “I SEGRETI DEL VATICANO? E’ STATO PUBBLICATO SOLO IL 5% DEL LAVORO DELLA COMMISSIONE E IO NON SONO UNA SPROVVEDUTA: HO BUONI ARCHIVI - SO CHE IL PAPA HA CHIESTO SPIEGAZIONI SUI TEMPI DEL PROCESSO...”

“Sebbene tutto sia stato portato a conoscenza del Promotore di giustizia, si è deciso di non processare per esempio i postulatori delle cause dei Santi che avevano commesso gravissime irregolarità. Non sono stati nemmeno bloccati i loro conti correnti allo Ior, che riguardavano almeno cento cause”... -

Andrea Morigi per “Libero Quotidiano”

chaouqui balda vallejoCHAOUQUI BALDA VALLEJO
Avevo già pronto il titolo per l' intervista: «Non sono un corvo, ma una passera». Dopo lo scandalo Vatileaks, Francesca Immacolata Chaouqui è stata dipinta come una specie di Mata Hari, grazie anche ai suoi messaggi piuttosto osé a monsignor Lucio Vallejo Balda. Lei invece mi contesta: «Ma anche no. Piuttosto sono diventata una mucca. Ho già una pancia enorme».

Al quarto mese di gravidanza, imputata per divulgazione di documenti riservati, la «papessa», come si autodefiniva, dice di attendersi una condanna dal tribunale della Santa Sede che la sta processando. Al telefono, tornata a Roma dopo una pausa nella sua San Sosti, in Calabria, tenta di rimettere ordine alla vicenda.

CONFERENZA STAMPA FRANCESCA CHAOUQUI A SAN SOSTICONFERENZA STAMPA FRANCESCA CHAOUQUI A SAN SOSTI
A che punto è il dibattimento?
«Riprenderà ai primi di marzo. Sabato prossimo è previsto il giuramento dei periti. Soltanto io ho nominato il mio di parte, Stefano De Nardis».

A quali quesiti dovranno rispondere?
«Dovranno ricostruire la procedura di estrazione dei messaggi scambiati fra me e monsignor Vallejo Balda, stabilire se è stata svolta correttamente e se sono stati riportati integralmente. E infine occorrerà decidere se stralciarli, cioè se hanno a che fare con il processo».

È l' anno della Misericordia.
FRANCESCA CHAOUQUI A SAN SOSTI IN CALABRIAFRANCESCA CHAOUQUI A SAN SOSTI IN CALABRIA
«Tutto è possibile ma è prematuro: il processo riprenderà e si svolgerà», ha detto oggi il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, rispetto a una possibile grazia del Pontefice.

Lei che cosa si attende?
«Nulla. È lo Stato del Vaticano che mi processa. Se hanno deciso di portarmi a processo senza prove, ho la certezza che mi condanneranno senza prove. Nel fascicolo processuale non ci sono gli estremi per la mia imputazione e il fatto che io sia lì non ha senso».

Non teme di aggravare la sua situazione, continuando a parlare con i giornalisti?
«Il reato è consegnare documenti riservati ai giornalisti. Non certo parlarci».

chaouquiCHAOUQUI
Ne ha messi nei guai parecchi, da Nuzzi a Sallusti, a Fittipaldi, passando per l'editore Paolo Berlusconi…
«Li ho messi io nei guai? Hanno fatto dei libri senza alcun mio contributo. Hanno avuto successo. Dei loro guai non ho colpa io. Per quanto riguarda Sallusti, poteva vigilare meglio su quanto accadeva nel suo giornale. Ma anche lo stesso Berlusconi ha spiegato che le mie non erano pressioni».

Cosa si rimprovera?
«Guardi, io avrei dovuto forse parlare con qualcuno, magari con il segretario di Stato, ma penso che non sarebbe cambiato nulla»

francesca chaouqui a ballaro da massimo gianniniFRANCESCA CHAOUQUI A BALLARO DA MASSIMO GIANNINI
Ma a chi si riferiva quando minacciava monsignor Balda via whatsapp: «Lo dico al mio capo»?
«Al Santo Padre. Ho sempre usato quel termine, anche pubblicamente».

E lei poteva dirglielo?
«Eh, direi di sì! In quel caso mi riferivo a tutte le stranezze del monsignore che si toglieva le scarpe e beveva nei locali pubblici. Per questo gli consigliavo di farsi visitare da uno psichiatra».

Anche il messaggio: «Se continui a fare di testa tua con noi hai chiuso» sembra riferito a un gruppo di persone. Quanti eravate?
FRANCESCA CHAOUQUI E VALLEJO BALDAFRANCESCA CHAOUQUI E VALLEJO BALDA
«Una serie di persone che davano una mano a Balda».

E quando lo invitava ad andare da una sua «cugina morbida»?
«Stavo parlando di una cosa da mangiare».

Quanti amici le sono rimasti, ora che è caduta in disgrazia?
«Ma quale disgrazia? No, assolutamente. Questo processo ha cambiato ben poco nella mia vita. I clienti che avevo continuo ad averli. Le persone che frequentavo continuo a frequentarle, sia potenti che no. Non ho mai guadagnato un centesimo dal Vaticano. Nessun prelato mi ha mai presentato una singola persona. Semmai il contrario».
nuzzi fittipaldi chaouquiNUZZI FITTIPALDI CHAOUQUI

Chi le è ostile?
«Da dieci giorni dopo la nomina, quella parte della Segreteria di Stato che non è stata coinvolta nella nomina da parte del Santo Padre ha deciso che andavo disintegrata».

Intende anche il cardinale Tarcisio Bertone?
«No. Lui era già fuori dai giochi. Chi deve capire, in Vaticano, capirà».

Ma c'era la P4...
«Sicuramente gli appalti erano un affare. Ma ora le cose nel governatorato sono cambiate.
il processo vatileaks nuzzi fittipaldi chaouquiIL PROCESSO VATILEAKS NUZZI FITTIPALDI CHAOUQUI
Inevitabilmente, nella macchina burocratica dei dicasteri, che è lì da decenni, vi sono persone che hanno i loro amici da portare avanti. La Cosea doveva proprio verificare la possibilità di una managerizzazione dei lavoratori della Santa Sede».

I vostri consigli sono stati accolti?
«In parte sì, in parte no. La riforma è ancora abbastanza indietro. La Cosea doveva sparire dopo aver dato il proprio contributo. Mons. Balda sosteneva che chi aveva fatto parte della commissione doveva cessare da ogni incarico. Invece si sono riciclati tutti. Diffondere le carte doveva essere l'ultimo scrollone alla Curia».
gianluigi nuzziGIANLUIGI NUZZI

A che è servito?
«A nulla. La segreteria dell' Economia non è riuscita a svolgere il proprio compito. Il cardinale George Pell non è riuscito per i suoi errori e per il suo coinvolgimento nello scandalo della pedofilia in Australia. Questo lo ha indebolito e marginalizzato. Ma che non sia cambiato molto è dimostrato dal fatto che il numero due laico della segreteria, Danny Casey, guadagna 14mila euro al mese. Domenico Giani (il capo della Gendarmeria del Vaticano, ndr) ne guadagna 4mila ed è responsabile della sicurezza del Papa».

E il Papa che può fare?
«Mi hanno detto in questi giorni che è piuttosto seccato per la vicenda. La persona che ha voluto gli arresti gli ha detto dapprima di non essere sicuro che fossi incinta. Poi che effettivamente lo ero, ma costituivo un pericolo per lo Stato. E comunque che il processo sarebbe finito nel giro di una settimana. E so che ora il Papa ha chiesto spiegazioni sui tempi».
gianluigi nuzzi e emiliano fittipaldiGIANLUIGI NUZZI E EMILIANO FITTIPALDI

Lei adesso se ne sta tranquilla in maternità. Poi che ha intenzione di fare?
«Io vado avanti fino in fondo, fino al carcere. Ma sono certa che quello stesso tribunale dovrà processare anche chi ha rubato in Vaticano. Se mi sottraessi, significherebbe che l'intero sistema giudiziario della Santa Sede è una buffonata. Io non solo andrò, ma mi difenderò come un leone in questo grado di giudizio, anche se non so esattamente da cosa. Se sarò condannata, andrò in galera. E mi auguro che abbiano il coraggio di rinchiudermici. Io intanto ho diviso l' attività dei miei clienti fra i miei colleghi. In cella scriverò un libro sulla vicenda, perché sono convinta di dover andare avanti».
francesca chaouquiFRANCESCA CHAOUQUI

Quanti altri documenti non sono stati resi pubblici?
«Non è uscito neanche un quarto, anzi nemmeno il 5% del lavoro della Cosea, che è proseguito per nove mesi. Sebbene tutto sia stato portato a conoscenza del Promotore di giustizia, si è deciso di non processare per esempio i postulatori delle cause dei Santi che avevano commesso gravissime irregolarità. Non sono stati nemmeno bloccati i loro conti correnti allo Ior, che riguardavano almeno cento cause. Sebbene questo tocchi l' infallibilità del Papa nel nominare i Santi».

Lei non ha più carte?
«Noon sono una sprovveduta. Andreotti diceva che bisogna avere non solo grandi amici, ma anche grandi archivi».

E il Vaticano quanti segreti nasconde ancora?
francesca chaouquiFRANCESCA CHAOUQUI
«Credo che non sia stato nascosto nulla a Cosea. La mappatura ormai è completa».

E da allora in poi?
«Dopo l' arrivo di Parolin alla segreteria di Stato direi che si è voltata definitivamente pagina».


FRANCESCA CHAOUQUI INTERVISTATA DALLE IENEFRANCESCA CHAOUQUI INTERVISTATA DALLE IENEFRANCESCA CHAOUQUIFRANCESCA CHAOUQUIFRANCESCA CHAOUQUIFRANCESCA CHAOUQUIFRANCESCA CHAOUQUI E IL MARITO CORRADO LANINOFRANCESCA CHAOUQUI E IL MARITO CORRADO LANINOfrancesca chaouquiFRANCESCA CHAOUQUI


http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/non-sono-corvo-ma-passera-papessa-chaouqui-segreti-116558.htm


Chaouqui, tutte le ultime sortite mediatiche

Chaouqui, tutte le ultime sortite mediatiche Le chiacchiere di paese, e quelle in Vaticano. Le polemiche con i concittadini calabresi, e quelle con l’altro (presunto) corvo di Vatileaks 2, monsignor Lucio Angel Vallejo Balda. Le interviste rilasciate alla stampa estera, e la conferenza stampa convocata tra le duemila anime di San Sosti.
Sono i due piani apparentemente molto distanti l’uno dall’altro (almeno come i 500 chilometri che separano il piccolo comune calabrese da Roma) ma che nell’incredibile vicenda di Francesca Immacolata Chaouqui finiscono per sovrapporsi, mischiando vita pubblica e privata in un cocktail mediatico scoppiettante.
Lei passa dalle durissime accuse alla Santa Sede – “esiste in Vaticano un gruppo di persone che oggi, se potessero vedere il Santo Padre morto, sarebbero felici” – alla querela sventolata sulla pagina Facebook contro un compaesano che s’è permesso di criticarla. Si muove dalle relazioni con i vertici della Chiesa cattolica, dai contatti con i più stretti collaboratori di Papa Francesco, alla ostentata (via social) normalità della vita quotidiana tra pancione con bimbo in arrivo e viaggio a Parigi.
LE ACCUSE AL PAPA
L’ex esponente della Cosea arrestata alcuni mesi fa in Vaticano e ora sotto processo (qui tutte le accuse) tra Natale e Capodanno s’è lasciata andare a pesanti critiche nei confronti di Papa Francesco. Del quale, peraltro, s’è sempre detta una fiera sostenitrice (“Ormai la mia vita è stata consacrata alla missione del Santo Padre di cambiare la Chiesa. Il mio problema è sempre stato quello di aiutare il Papa”, ha scandito a San Sosti).
Il 21 dicembre così scriveva su Facebook: “Io non so dove il Papa trovi la forza di continuare a parlare di riforma in un mondo che va avanti come se le cose che Egli dice non fossero mai esistite”. Il primo dell’anno rincara la dose. Su Twitter tuona: “Mentre chi ruba in Vaticano è impunito ed io in galera innocente, il Papa non parli di giustizia. Per rispetto dell’abito che porta”. Poi in un lungo post su Facebook approfondisce: “Che credibilità ha chi non reagisce contro le ingiustizie e poi parla dal pulpito di quelle ingiustizie denunciandole e disconoscendole?”, si chiede. “Sentire il Papa pronunciare la parola ‘giustizia’ quando nello Stato che Egli governa si sta celebrando un Processo inumano contro una donna incinta, arrestata senza nessuna prova di quello di cui mi accusano (credetemi nessuna o non andrei ogni giorno nelle televisioni e sui giornali di tutto il mondo a raccontare che sono innocente) fa rabbrividire. E fa indignare persino me con quell’uomo al cui servizio ho sacrificato la mia esistenza”. Infine ieri l’ultimo affondo: “Dio perdona con una carezza, non con un decreto, dice il Papa. In Vaticano però la giustizia perdona solo i ladri”.
IL RIFUGIO NELLA STAMPA ESTERA
Se c’è una categoria che in questi mesi Chaouqui ha dimostrato di non amare molto, è quella dei giornalisti italiani. A parte Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, coinvolti con lei nel processo Vatileaks 2 (ha sempre negato di avergli passato notizie da Oltretevere), la pierre se l’è più volte presa con i cronisti dei principali quotidiani. Uno che invece ha apertamente dichiarato di apprezzare è John L. Allen Jr., firma di Crux, giornale cattolico di Boston, al quale Chaouqui ha rilasciato un’intervista pubblicata all’interno di un lungo articolo che ripercorre la sua storia. “Ho finto ora di leggere tutti pezzi di Crux – scriveva su Facebook a Natale -. Senza dubbio, il più grande, obiettivo, avveduto, informato giornalista vaticanista su Vatileaks è John L. Allen Jr.. Leggete lui, anziché quello che circola fra le veline e veleni italiani”. Quindi ha cinguettato: “L’unico che mi ha fatto commuovere e che non ha mai pronunciato la parola baby-doll”. Non bastasse, pochi giorni dopo Chaouqui è comparsa prima sulle pagine del Guardian, spalleggiata dal suo avvocato Giulia Bongiorno, quindi su quelle del quotidiano spagnolo dell’Estremadura Hoy.
GLI ANNUNCI ALLA ZANZARA
C’è però un posto tra i media italiani dove Chaouqui che frequenta con passione: La Zanzara condotta da Giuseppe Cruciani e David Parenzo. Martedì sera della scorsa settimana è stata ospite negli studi di Radio24; lì si è detta “certa che partorirò in carcere”, ha attaccato la giustizia vaticana (“il Tribunale non ha nessuna intenzione di valutare la verità”, “secondo me c’è una sentenza preconfezionata”), ha pronosticato “un anno e mezzo” di pena, e ha annunciato il sesso maschile del figlio e pure il nome: Pietro. Poi, a differenza dei giorni precedenti, ha difeso il Papa (“il Santo Padre non se ne frega”) dicendo di “non volerlo investire di questa cosa” e di non averci mai parlato al telefono.
LO SHOW A SAN SOSTI E LE NUOVE ACCUSE A BALDA
La ciliegina sulla torta di questa strategia mediatica è stata la conferenza stampa di giovedì scorso a San Sosti. Arrivata come una star in sella a un’Harley Davidson, entrata nel pub prescelto con tanto di guardie del corpo e drappello di amici e familiari al seguito sotto le note di Fiorella Mannoia (“Io non ho paura”), ha difeso le sue ragioni in un lungo intervento rispondendo alle domande dei cronisti. Non tutta la stampa locale però ha apprezzato la sua performance, come nel caso del portale La C News 24 che in un articolo titolato “Cronaca di una Chaouqui annunciata” ha dato conto di alcune pesanti accuse della protagonista, come quando ha detto che Balda era un “ubriacone che andava nei locali di Roma togliendosi le scarpe”. Come se non bastasse, pochi giorni dopo su Facebook ha pure pubblicato una foto del prelato senza una scarpa all’interno di un locale romano. “Eccolo qui il prelato che mi accusa – scrive – quello che dice di essere stato ricattato al punto di convincersi a dare le carte ai giornalisti cedendo al mio ricatto. Speriamo che questa persona si penta… per me nessun rancore la verità… la dignità di ammettere le cose come stanno”. Inutile dire che nonostante si trattasse solo di alcune settimane fa, sembrano lontani anni luce i tempi in cui l’ex pierre del Vaticano diceva invece di volere perdonare monsignor Balda e lo descriveva come una “persona che aveva la lucidità e il coraggio di sfidare la curia accanto a Francesco. Uno che non si fermava davanti a niente, a nessuno. Uno che leggeva un bilancio in tre ore, che prendeva decisioni” (qui il link).
Quel raduno di giornalisti a San Sosti è stato un tale evento per la comunità locale che pure il sito di un progetto per le scuole della regione s’è preso la briga di raccoglierne la rassegna stampa (qui il link). A Francesca non è rimasto che esultare via Facebook: “E dicevano che non c’avrebbe filato nessuno….ottima rassegna, mancano le agenzie: sono uscite in 8 lingue. Circa 200 lanci in tutto il mondo”. Nel frattempo, il Fatto Quotidiano rilanciava le interviste ai compaesani, non troppo benevoli nei suoi confronti, e lei finiva per litigare, sempre via Facebook, con Luca Branda, sindaco di Sant’Agata di Esaro (altro piccolo comune dell’entroterra cosentino), reo di aver condiviso un commento critico nei confronti della pierre. Appuntamento al prossimo post su Facebook.

http://formiche.net/2016/01/12/chaouqui-tutte-le-ultime-sortite-mediatiche/

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