Vederci chiaro
Non siamo indifferenti alle numerosissime vittime della follia nazista, a qualunque etnia siano appartenute; tutt’altro. Siamo anzi così sensibili alla sofferenza altrui che non possiamo non ricordare con profondo dolore anche le decine di milioni di persone soppresse dai regimi comunisti, nonché le innumerevoli schiere dei martiri trucidati in nome di Allah, a partire dal VII secolo fino a questo preciso istante e oltre, chissà per quanto tempo ancora. Non solo, ma ci piacerebbe che venisse altresì riconosciuto che l’unica opposizione seria, convinta e permanente all’ascesa di Hitler e alla sua politica venne dalla Chiesa Cattolica, ben prima di quel fatidico 1933 che Pio XI aveva pur dichiarato Anno santo della Redenzione.
I luterani, al contrario, si piegarono immediatamente al neo-pagano Drittes Reich e lo appoggiarono senza riserve, tanto che, a catastrofe ormai consumata, nel dicembre del 1945 si sentirono in dovere di fare una solenne richiesta di perdono. Il pastore Bonhoeffer (divenuto per questo un maestro indiscusso anche in casa cattolica) fu praticamente il solo, fra loro, a tentare tardivamente di fermare la sciagura; ma, molto prima di lui, personaggi del calibro dei cardinali von Galen a Colonia e von Faulhaber a Monaco si erano mossi con ben altra autorità, per non parlare dei tantissimi sacerdoti e religiosi che furono torturati e uccisi non perché cospiratori, ma semplicemente perché fedeli alla loro vocazione.
Perché continuano ad ossessionarci solo con la shoah? Per lo stesso motivo per cui gli Alleati (e la solita massoneria che li manovrava) non fecero nulla, allora, per impedirla, dopo aver rispedito in Germania interi bastimenti carichi di Ebrei che ne scappavano, ancor prima che scoppiasse la guerra e venisse avviata la cosiddetta soluzione finale. C’era bisogno di un pretesto indiscutibile per fondare lo Stato d’Israele in pieno ambiente arabo, fatto che da settant’anni è causa dell’insanabile tensione che sconvolge il Medio Oriente; ma c’era pure bisogno di selezionare la popolazione che avrebbe occupato i territori da cui sarebbero stati espulsi i Palestinesi. Quella piccola striscia di terra, in ogni caso, non poteva accogliere tutti gli Ebrei della diaspora; si imponeva pertanto la “necessità” di una drastica riduzione numerica (almeno il novanta per cento). Di chi ci si poteva servire per ottenere lo scopo senza alzare un dito contro i propri fratelli? Nulla di meglio dell’antisemitismo nazista.
Perciò – come già avevano finanziato la rivoluzione bolscevica – le banche ebraiche, inizialmente, sostennero l’ascesa di un gruppuscolo di invasati che, grazie a pratiche esoteriche e sataniche, riuscirono in pochi anni a incantare una Germania oltremodo umiliata dalle inique condizioni del Trattato di Versailles (1919) ed economicamente prostrata da un insolvibile risarcimento in denaro.
Un maestrino austriaco, nato da un figlio adulterino di un ebreo viennese, fu così, suo malgrado, strumento di un piano ben più diabolico. Quando furono promulgate le famigerate leggi razziali, gli Ebrei che contavano – con l’avallo di una commissione governativa composta da loro – poterono lasciare il Paese e stabilirsi oltreoceano, da dove avrebbero incrementato in modo decisivo quel processo di ascesa americana che era cominciato con la Grande Guerra in vista di soppiantare la britannica Regina dei mari, troppo conservatrice ai fini degli eversivi progetti di certi poteri occulti.
Quanto succede oggi risponde alla medesima logica e ai medesimi scopi. Il raggiungimento del dominio mondiale da parte delle lobby massoniche prevede l’instaurazione di una ristretta oligarchia finanziaria – e tutti sappiamo chi controlla questa oligarchia – che sia in grado di esercitare un controllo completo sulla vita degli individui sottomessi al suo servizio. Questi ultimi, tuttavia, devono essere ridotti al numero strettamente necessario per fornire una forza-lavoro sufficiente. Fin dagli anni ’50, nelle alte sfere dell’economia, ci si era resi conto che i progressi della tecnologia avrebbero presto consentito all’umanità di lavorare poche ore a settimana per garantire a tutti cibo e servizi in abbondanza; il segreto militare posto sulle nuove scoperte, invece, costringe ancora oggi la maggioranza degli uomini a un’esistenza da schiavi che o li rende nevrotici o li riduce in miseria. In mano a pochi privilegiati e piegato ai loro interessi, l’utilizzo di risorse tecnologiche sempre più sofisticate renderà presto superflua la presenza sulla Terra della maggior parte di noi, a cui l’ideologia ecologista imputa il dissesto climatico (provocato invece dalle scie chimiche e dall’uso impostoci di idrocarburi, che già da decenni potrebbero essere sostituiti da carburanti non inquinanti) e che tendenziose proiezioni demografiche considerano troppo numerosi per un futurosostenibile.
Ecco allora che, in forza della nuova formula magica, ai Paesi poveri vengono imposti, in cambio di aiuti finanziari, aborto, contraccezione e sterilizzazione di massa, mentre in quelli ricchi l’infeconda ideologia omosessualista avanza incontrastata. Sotto stretto silenzio, invece, sono stati diffusi virus militari creati in laboratorio (come l’ebola e l’HIV); terremoti e maremoti vengono scatenati ad arte con esplosioni nucleari sotterranee o sparando sulla ionosfera onde elettromagnetiche ad altissima intensità; si manipola il clima in modo da provocare carestie, uragani o inondazioni… e ben altro ancora che ci sfugge. Come se non bastasse, è un susseguirsi continuo di guerre, spesso simultanee, per la maggior parte volutamente dimenticate dall’apparato mediatico controllato dal sistema; ma – ciò che è peggio – è che ci sono ormai tutte le premesse per una terza guerra mondiale (l’ultima di quelle previste dal piano descritto nella lettera di Lord Pike a Giuseppe Mazzini).
Le devastanti guerre del Golfo e la cosiddetta primavera araba, ben presto sfiorita, non sono state altro che tappe preparatorie: gli Stati Uniti hanno rovesciato quei regimi alleati che intendevano sottrarsi alla loro egemonia finanziaria smettendo di usare il dollaro nel commercio estero e creando una zona di scambio indipendente con una moneta propria, il dinaro d’oro. Quei governi non avevano affatto torto: visto che le riserve auree statunitensi si sono misteriosamente volatilizzate, sostituite da lingotti al tungsteno (che ha lo stesso peso specifico dell’oro, ma non vale nulla), i dollari immessi senza posa sul mercato sono carta straccia. Perché continuare a regalare il petrolio in cambio di quella? Ma – come è a tutti evidente – Afghanistan, Iraq, Egitto, Libia e Tunisia non sono riusciti nel loro intento; il dominio delle banche val bene le Torri gemelle, un certo numero di rivolte pilotate e, nel caso della Siria, diverse centinaia di migliaia di morti con l’aggiunta di qualche milione di profughi.
Là, però, le cose stanno andando un po’ diversamente dal previsto, visto che il signor Putin ha mostrato il pugno duro e continua a tener testa alla forza d’urto islamica manovrata da Israele. L’indecifrabile silenzio di quest’ultimo nei confronti del sedicente Califfato aveva pur una spiegazione: il celebre al-Baghdadi era o è – vivo o morto che sia – un agente del Mossad. Come vedete, prima o poi tutto viene a galla e il cerchio si chiude. Ma il mondo libero sembra aver trovato uno strenuo difensore, paradossalmente, proprio in Russia. Se qualcuno storce il naso riguardo ai metodi poco ortodossi del suo capo, tenga a mente che l’inquilino della Casa Bianca fornisce ogni mattina al Pentagono una lista di persone da ammazzare a distanza con i droni (poco importa se ci van di mezzo donne, vecchi e bambini), tanto è vero che, poco tempo fa, alcuni suoi dipendenti si sono pubblicamente dichiarati indisponibili a continuare con questa barbara pratica.
Putin, in ogni caso, dispone di un potere reale (a differenza del suo omologo americano, burattino della massoneria giudaica come i suoi predecessori) e la moneta del suo Paese – alla faccia delle sanzioni – poggia solidamente su riserve reali (oro vero acquistato a suon di yuan); e poi – dettaglio niente affatto secondario – sembra proprio che la fede trasmessagli dalla nonna stia portando frutto. Certo, i moralisti che condannano Costantino, Giustiniano e Carlo Magno grideranno allo scandalo; ma il buon Dio – grazie a Dio – sceglie chi Gli pare senza chiedere il loro parere. Postilla sul fronte ecclesiale: visto come vanno attualmente le cose (tanto per dirne una, si direbbe che l’intervento più cattolico all’ultimo Sinodo dei Vescovi sia stato quello del rappresentante del Patriarcato di Mosca, il metropolita Hilarion di Volokolamsk), chissà che non ci si debba preparare ad acclamare papa Kirill… A questo punto, tutto è possibile.
Don Giorgio Ghio
Sacerdote, nato a Roma il 12 luglio 1964, attivo in Sabina.
Grande Don Giorgio!!!!!
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