ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 10 febbraio 2016

Tarzan o Cita?

Dai 2milioni del Family Day ai 13 Km di fila per Padre Pio: un affronto troppo grave per i compagni
A cura di Floriana Castro-

urlSanremo 2016. Alla manifestazione canora viene invitato il trafficante internazionale di bambini Elton John assieme al suo compagno. Motivo dell’intervento? Propaganda all’utero in affitto, e chi meglio di Elton John poteva pubblicizzare questo assurda assurda deviazione dal buon senso comune? Lui che per due anni in cui il bambino -nato da un cocktail di sperma mischiato a quello del suo compagno grazie all’affitto di una donna indigente- non ha fatto che piangere, un pianto inconsolabile, al punto che grazie alle decisive provviste di denaro Elton John decise di far prelevare dal seno della “madre biologica” (noi diremo madre e basta) il latte e farlo arrivare quotidianamente via jet privato in Inghilterra, per provare a lenire la sofferenza del piccolo Zac.  (clicca qui)

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Ovviamente la ramanzina sulla felicità che le donne indigenti costrette a vendere i propri ovociti (spesso rischiando la vita, spesso rischiando la fertitilità) possono dare ai ricchi e viziati occidentali omosessuali o eterosessuali che credono di poter comprare vita umana col danaro non sarà gratis: i soldi, tanti soldi (500.000 euro) li pagheranno i contribuenti italiani che a spese proprie saranno costretti a subire quest’ulteriore tentativo di indottrinamento perchè “ce lo chiede l’Europa”. Viene da chiedersi quindi: ma questo è un paese di omofobi o un paese decerebrato?   pare che  non abbia  importanza chiedersi se sia giusto o sbagliato ciò che si pubblicizza; sarebbe bello se qualcuno un giorno dicesse “ce lo chiede la coscienza”.
Comunque bisogna ammetterlo: è stato un duro inizio dell’anno per i nemici del buon senso (oltre che della fede). Il Family Day che ha spinto al Circo Massimo lo scorso 30 gennaio oltre 2 milioni di persone a spese proprie, con tutti i sacrifici che esso comporta, è roba tosta da digerire. Non è stato sufficiente oscurare o hackerare i siti che hanno preso posizione contro il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili. (clicca qui) Niente paura, si rimedia subito: ecco in tv arrivare la Littizzetto e compagnia bella a sparare le solite banali volgarità: fascisti, sessisti, omofobi e cattobigotti; si rimedia con una settmana di full immersion tra fiction, film, interventi televisivi, servizi, spettacoli,inneggianti alla bellezza e alla virtuosità dei rapporti omosessuali,  fino ad arrivare a quello che (purtroppo) continua ad essere il più seguito dagli italiani, Sanremo appunto.
Poca rilevanza si è data al fatto che all manifestazione siano intervenute diverse comunità di fratelli musulmani, sì, quelli che loro dicono essere il nostro futuro…
Ma non solo la batosta dei due milioni di persone del family day: i nostri hanno pure dovuto sopportare, a pochi giorni di distanza pure i 13Km di coda dei fedeli per visitare la salma diPadre Pio portata a Roma in occasione del Giubileo: troppo!
Marco Travaglio,toscani omosessualizzazione toscani piano kalergiil più talentuoso dei giornalisti italiani; un coraggioso giornalista senza peli sulla lingua, che riesce a parlare per ore dei misteri d’Italia senza mai però nominare la parola “massoneria” , sbotta in prima pagina :
“Altro che Isis, il Medioevo è già qui grazie a Padre Pio” .
Ma questo è poco: la massiccia affluenza di fedeli per visitare la salma di Padre Pio ha fatto svenire dalla rabbia un altro toscani cristianesimo“grande” della comunicazione, si tratta del fotografoOliviero Toscani, che ha così diavolescamente commentato:
«un uomo marketing della religione, le cui spoglie sono una mummia che esteticamente fa schifo». 
Toscani per chi non lo sapesse è il fotografo ufficiale di un’altra religione: quella delNuovo Ordine Mondiale. Da anni è impegnato in campagne mondialiste che esaltano il piano Kalergi per l’ omogenizzazione delle razze, è il primo che riceve una telefonata quando c’è da ritrarre dei gay che giocano a fare i mammi, ovviamente senza mai trascurare il vilipendio nei confronti di papi e religiosi, (ovviamente sempre cattolici) fino ad arrivare alla blasfemia nel 1973 con quella foto che fece il giro del mondo in cui si mostrava il sedere di una signorina con scritta l’evangelica frase Chi mi ama, mi segua” ,  la marca di jeans “Jesus” un’altra versione dei manifesti, si rifaceva sempre all’allusione biblica con lo slogan“non avrai altro jeans all’infuori di me”.url-6 L’accostamento tra frasi della Bibbia e immagini provocanti non mancò di scatenare accuse e polemiche, in un’Italia in cui i Cristiani potevano ancora se non altro manifestare la propria indignazione senza essere offesi con i termini volgari e spudorati che si usano adesso.
Mentre camminavo per strada riflettendo a tutto ciò per caso ho dato uno sguardo alle macchine posteggiate sulla strada. Ho voluto prestare attenzione a ciò che gli italiani espongono sullo specchietto della loro auto. Su trenta auto ho contato 4 arbre magique, 2 corni, 3 peluches, 5 nulla, 3 chincaglieria varia, il resto delle auto esponeva Crocifissi e Rosari.Una cosa risulta ovvia, a prescindere dal grado di religiosità di ognuno di loro, una cosa è certa, la stragrande maggioranza degli italiani è ancora legata profondamente alle sue radici e alla fede che i propri avi hanno avuto in quella Cristianità che oggi è così selvaggiamente derisa e vilipesa, e c’è da rallegrarsi di come nonostante i profondi lavaggi di cervello, perversioni dei costumi e insinuazioni varie sul Cristianesimo gran parte della popolazione cerchi ancora la protezione di Gesù Cristo e della Madonna. E’ per questo che l’Italia secondo lorsignori è  il fanalino di coda della barbara Europa, poco importa la gloriosa civiltà dell’Impero Romano che il mondo intero ha cercato di imitare; e che dire di tutta la storia del popolo italico: un popolo di Santi, poeti e navigatori, prima che fosse assaltata dalla massoneria internazionale in occasione di quel Risorgimento di cui l’Italia non aveva proprio nulla da risorgere.
Un faro per tutte le civiltà del mondo, altro che fanalino. Una piccola fetta di terra, che ha dettato stili di vità e di civiltà; tradita dai suoi indegni rappresentanti, venduta da parassiti, costretta ad utilizzare una valuta tedesca e posta sotto la tirannia della dittatura europea che ne ha divorato le membra e adesso cerca di risucchiare quel poco di buono che cerca di resistere. Ma anche l’amore per la propria Patria di questi tempi potrebbe essere interpretato come fascismo, oltranzismo od oscurantismo: non c’è spazio per patriottismi, né tanto meno per populismi. “Non la massoneria, siete voi catto-talebani la rovina del Paese, fuori dall’Italia bigotti!” questa è una delle tanti frasi che circolano sui social. E chi sarebbe la rovina del nostro paese? La sana e pacifica resistenza che ha visto riuniti milioni di italiani al Circo Massimo,url o quel vile esercito della sinistra che si fa chiamare “no-global” in realtà perfettamete allienato (oltre che pagato) con tutti i disegni dell’Alta Loggia?
(a sinistra uova contro il Tricolore in occasione della manifestazione No-Expo)
Quell’esercito che imbratta pubblicamente la nostra bandiera, simbolo di un Paese che vuol rimanere a galla; quell’ esercito traviato e smanioso di gettarsi ormai in mutande in quel melting pot degli orrori i cui vapori tossici hanno atrofizzato ormai i cervelli di tanti. Fuori dall’Italia? Chi dovrebbe andarsene, i nemici che la odiano o chi desidera tornare a vederla come maestra di etica e civiltà?
-Floriana Castro-
Antimassoneria Copyright 2016

http://antimassoneria.altervista.org/dai-2milioni-del-family-day-ai-13-km-di-fila-per-padre-pio-un-affronto-troppo-grave-per-i-compagni/

Elton John, i nastrini arcobaleno e una lunga storia pro LGBT. #IOBOICOTTOSANREMOividi


Scelte ben calcolate per far aumentare l’attenzione attorno al festival “più amato dagli italiani”.
DA CONCITA A ELTON
Se l’anno scorso, il dibattito politico era incentrato sulla cosiddetta “teoria del gender” e Carlo Conti invitò a cantare Conchita Wurst, un travestito che si esibisce in abito da donna pur mantenendo una folta barba, la presenza della star britannica Elton John – in occasione della serata inaugurale del festival il 9 febbraio – coincide non a caso con la discussione in Senato sul riconoscimento delle unioni civili e sull’introduzione della stepchild adoption.
SIMBOLO DELL’OMOSESSUALITA’
Elton John attualmente è un simbolo della lotta sui matrimoni omosessuali e sulla possibilità di adozione da parte di coppie dello stesso sesso (anche se fino al 1988 è stato sposato con la musicista, Renate Blauel). Sarà a Sanremo con il compagno, David Furnish che probabilmente si siederà nella prima fila del teatro Ariston per ascoltare la performance di Elton.
LA MADRE SURROGATA
Vent’anni di relazione, Elton e David si sono sposati nel 2014 e “hanno avuto” due bambini dalla stessa madre surrogata: Zachary Jackson Levon, nato a dicembre 2010 e Elijah Joseph Daniel, nato nel 2013. Con il primo bambino si è raccontato che sir Elton mandava un aereo tutte le mattine da Londra negli States per prelevare il latte materno e portarlo al piccolo (Il Giornale.it, 6 febbraio). «Sarà straziante per lui accorgersi che non avrà una mamma. Ma è così felice. Non ho mai visto un bambino più contento», disse durante la trasmissione “Today” dell’emittente Nbc (gay.tv, luglio 2012)
“DECIDERA’ LUI”
Non si sa se la star parlerà con la stampa in occasione della trasferta sanremese o farà qualche accenno alla sua vita privata dal palco. Interpellato a margine del tradizionale gala di benvenuto al Casinò di Sanremo, Carlo Conti ha tagliato corto: «Elton John è un ospite canoro del festival», ha detto il conduttore di Sanremo 2016 prima di lasciare il party.  Lo stesso Conti al Corriere della Sera (9 febbraio), ha precisato: «Unioni Civili? E’ a Sanremo per cantare ma può dire ciò’ che vuole ».
GANDOLFINI AVVERTE
Alla polemica si è aggiunta anche la voce di Massimo Gandolfini, presidente del ‘Family day’ 2016, che sull’argomento ha detto: «Chiediamo che ci si limiti alla sua performance canora, evitando che si trasformi in un comizio a favore dell’omogenitorialità. Il servizio pubblico – conclude Gandolfini – non può essere strumento di parte» (Il Messaggero, 8 febbraio).
PRECEDENTE INQUIETANTE
Certo, i precedenti di Elton John a Sanremo lasciano presagire “nubi”. La star manca a Sanremo dal 1994, quando si esibì con RuPaul, il più noto travestito della musica di allora. «Non c’è bisogno che faccia un comizio sul palco. La sua storia parla già molto chiaramente e parla di amore e di normalità forse per questo fa così paura già solo la sua presenza», azzarda Marilena Grassadonia, presidente delle Famiglie Arcobaleno.
STAR DAL PASSATO BURRASCOSO
Nel 1976 Elton John dichiara la sua omosessualità, qualche anno dopo si sposa con una donna, alla fine degli Ottanta ammette di essere stato tossicodipendente, alcolista e bulimico e infine inizia una storia col suo attuale compagno.
VIOLENZA E BACI
Ma non è solo la sua presenza a far discutere. Ci sono altre esibizioni destinate a far rumore, come quella di Hozier (probabilmente venerdì), il cantante irlandese conosciuto per il brano di successo mondiale “Take Me To Church” che denuncia le discriminazioni contro gli omosessuali: il video della canzone ha suscitato polemiche per alcune immagini violente e per una sequenza di baci tra uomini.
AMORE COME MORTE
Il suo brano lo stesso autore lo ha spiegato in maniera piuttosto inquietante: «Ho trovato l’esperienza di innamorarsi o essere innamorati simile ad una morte, la morte di tutto. Ti guardi mentre muori in un modo meraviglioso, e sperimenti per un momento brevissimo – se ti guardi per un momento attraverso i loro occhi – che tutto ciò che pensavi di te se ne va. In un senso di morte e resurrezione».
Insomma, sir Elton John e Hozier potrebbero trasformarsi in due potenti spot pro legge Cirinnà (Libero quotidiano, 9 febbraio).
DA PAUSINI A RENATO ZERO
Sul palco ci sarà anche Laura Pausini, che si è spesa in più di un’occasione a favore delle unioni civili. E a un festival tacciato da alcuni di essere ‘gay friendly’ si preparano a partecipare anche icone ‘trasversali’ come Patty Pravo e Renato Zero. E persino il co-conduttore  Gabriel Garko è entrato nell’occhio del ciclone.
GARKO PRO UNIONI GAY
«Sono consapevole di essere un sex symbol – ha detto Garko (Ansa.it, 9 febbraio) anche se la gente che mi conosce sa come sono. So che devo essere sognato e desiderato da più persone: se devo essere desiderato da un uomo che, per desiderarmi, ha bisogno di pensare che sono gay, va benissimo. Lo stesso vale se vuole sognarmi una signora di 60 anni». L’attore è favorevole anche alle unioni civili: «Penso che se due persone sono maggiorenni e consenzienti sono libere di fare quello che vogliono, non sono in grado di giudicare nessuno. L’importante è che non diano fastidio alle persone che non devono essere infastidite».
#IOBOICOTTOSANREMO
La comunità dei lettori de La Croce, il quotidiano diretto da Mario Adinolfi, ha anche lanciato un hashtag su Twitter: #ioboicottosanremo, a cui segue l’invito a spegnere la televisione durante l’esibizione della superstar britannica. «È un insulto per tutti coloro che pagano il canone Rai – spiegano gli organizzatori della protesta –  vedere la sfrontatezza con cui ancora una volta si usi la kermesse musicale per fare propaganda all’utero in affitto».

Gender: quando ai bambini si insegnava che non si può cambiare il proprio genere


NAZIONI UNITE JOLIE
Angelina Jolie alle Nazioni Unite
Ad Angelina Jolie è stata affidato un delicato compito di ingegneria socialesulla pelle della sua figlioletta Shilohche come vedremo risulta essere già fallito. L’impegno “umanitario” di una star così popolare come Angelina Jolie significa molto per le Nazioni Unite: è un aiuto ulteriore per narcotizzare la società mediaticamente traviata e ipnotizzata dagli imbonitori televisivi, privata ormai da una qualsiasi possibilità di reazione; una società che anziché rigettare tali diktat li assorbe passivamente. Angelina, infatti, in virtù della sua fama e dell’immesa ammirazione dei suoi fans, ha la possibilità di indirizzare l’ attenzione del pubblico in favore delle cause del NWO.
La Jolie è una delle principali figure di spicco della cultura mondialista: ambasciatrice dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), abituata a tenere discorsi filantropici alle Nazioni Unite. La Jolie collabora regolarmente per l’UNICEF e persino per la “Clinton Foundation” di Bill Clinton(clicca qui)
La Jolie è una sostenitrice sfegatata di tutte le iniziative del NWO: come suo padre, l’attoreJohn Voight, membro del CFR, è una fervente sostenitrice dello Stato di Israeleè attiva nel tutelare gli animali, opponendosi all’utilizzo di pellicce; partecipa regolarmente alla giornata mondiale dei profughisi è dichiarata favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso; insieme al marito Brad Pitt nel 2012 affermò che, in caso di matrimonio, avrebbe preferito sposarsi in uno Stato che consenta le unioni gay. Il loro matrimonio si è infatti celebrato in Francia, dove tali unioni sono permesse. La filantropa Jolie ha ricevuto molti riconoscimenti per le sue opere umanitarie, nel 2003 si è guadagnata il premio Citizen of the World Award, mentre nel 2007 ha ricevuto il Freedom Award, dallo stesso anno è divenuta membro dell’organizzazione Council on Foreign Relations. Impressionati dal suo interesse e dalla sua devozione per la causa, il 27 agosto 2001 a Ginevra, l’UNHCR la nominò Ambasciatrice di Buona Volontà. Le associazioni di cui fa parte la Jolie sono hanno tutte versato fiumi di milioni di dollari in sostegno alla macchina da guerra sovversiva LGBT.
LGBT FONDAZIONISono i poteri forti sovranazionali che tengono in scacco i governi nazionali con il loro immenso potere economico: gruppi industriali globalizzati e grandi fondazioni come: Rockefeller, Bill Gates, Apple, IBM, Amazon, Nike, Disney, Planned Parethood, . Grandi ONG come Amnesty International, Greenpeace e soprattutto l’ONU con tutti i suoi organismi tra cui l’Unicef e Save the Children. Verso queste ONG- il cui losco operato è coperto da falsi intenti umanitari – si è realizzato silenziosamente un vero e proprio trasferimento di potere, formalizzato tra l’altro nella conferenza di Istanbul sull’ambiente del 1996 che le rese partner ufficiali e necessari per i governi nonostante sia evidente perseguano interessi personali e sfuggano anche al controllo di ogni responsabilità. (decine di colossi finanziari mondialisti sostegono LGBT)
shilohLa Jolie ha il compito di dimostrare che una femmina può essere educata come maschio in barba al suo sesso biologico. La cavia di tale esperimento è la figlia Shiloh, nata nel 2006. La bambina si vede fotografata vestita e acconciata come un maschietto già dal 2009 quando aveva soltanto 3 anni, viene chiamata John e invogliata a giocare con macchinette e altri giochi per maschietti. Con questo esperimento la Jolie ha ricevuto il plauso di tutte le maggiori riviste patinate del mondo, da Vanity Fair a Marie Claire a Grazia che celebrano tanta saggezza, tanta modernità e tanto altruismo nel volere assecondare quello che secondo la Jolie non sarebbe altro che il desiderio della figlioletta, che ricordiamo aveva soltanto 3 anni quando si ritrovò ad essere protagonista di questo ripugnante esperimento! Vanity Fair addirittura titola “La lezione di Angelina Jolie, che non cura Shiloh” , contrapponendo il suo esempio a quello di Roberto Maroni all’epoca del convegno sulla famiglia organizzato a Milano il 17 gennaio 2015 da Alleanza Cattolica. «Io non forzerò mai nessuno dei miei figli ad essere quello che non è”. afferma la Jolie “Con Brad la lasciamo libera. Noi rispettiamo le sue scelte»(clicca qui)
SHILOH PITT
Shiloh Pitt vestita come un ragazzino
In sostegno all’impegno della coppia Brangelina vengono anche pedagogisti del politically correct come Irene Biemmi, pedagogista all’università di Firenze: «Giocare con le bambole e vestirsi di rosa, insomma, non devono essere considerati passatempi frutto di predisposizioni innate, ma soltanto di un apprendimento». Nel sui libro, “Federica e Federico” , la Biemmi, ci regala delle vere e proprie perle di saggezza e modernità :” se gli adulti si battono per il diritto di sperimentare ciò che vogliono, perché i bambini non possono? I ruoli non si impongono, scambiarli è alla base di una crescita sana». Gli fa eco Graziella Priulla, docente all’università di Catania e autrice di “C’è differenza. Identità di genere e linguaggi: storie, corpi, immagini e parole” , in cui afferma: ” Basta invitare un figlio a riordinare la tavola, come fa la sorella, e si è sulla strada giusta»(clicca qui)
Peccato che Jolie e company ignorino il totale fallimento dell’antesignano e primo teorico dell’educazione al gender, l’endocrinologo John Money. Money per chi non lo sapesse iniziò ad intervenire operando bambini ermafroditi. Oltre ad essere uno dei primi a legittimare la pedofilia, fu il l’ideatore della gender identity, basata sull’idea che l’identità di una persona non si fonda sui dati biologici della nascita, ma sugli influssi culturali e l’ambiente in cui cresce.
Il caso più famoso ed eclatante della follia di tale ideologia lo dimostrò a caro prezzo il piccolo Bruce Reimer (Canada, 1966) alla quale durante un banale intervento di circoncisione per un incredibile errore, il suo pene fu bruciato; si staccò a pezzetti e sparì completamente.
I genitori, disperati, dopo una serie di consulti medici, si affidarono a John Money, un medico che avevano sentito parlare alla tv dei miracoli della «riassegnazione sessuale» Bruce era, infatti, la cavia che egli attendeva per dimostrare la bontà delle sue teorie. Un piccolo maschio senza pene, da trasformare in una bambina.
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Bruce/Brenda Reimer. La cavia dell’esperimento (fallito) di Money
Money gli amputò il pene e consigliò ai genitori di crescere il piccolo come Brenda. Fu educato come la femminuccia e costretto a prendere ormoni per sviluppare attributi femminili.. Il piccolo Bruce/Brenda sin da subito mostrava tendenze tipicamente maschili: faceva pipì in piedi, si rifiutava di giocare con le bambole; continuava a comportarsi «come un maschiaccio», difendeva il fratello nelle zuffe. I genitori, frustrati dal comportamento della bambina, cercavano in tutti i modi di applicare i consigli di Money. Giravano nudi per casa, frequentavano campi nudisti, facevano pressioni sulla piccola perché assumesse atteggiamenti femminili. Tutto ciò li portò all’esaurimento: la mamma di Bruce/Brenda tentò il suicidio, il papà iniziò a bere. Money, intanto, pubblicò un nuovo libro di successo (Sexual Signatures) in cui tornò a parlare di Brenda, che «stava attraversando felicemente l’infanzia come una vera femmina».
Una volta diventato adolescente, Bruce cominciò ad innamorarsi di altre ragazzine, ad avere una fortissima crisi di identità e a girare da uno psicologo all’altro e a tentare più volte il suicidio. All’apice della sua depressione il padre gli confidò che egli era in realtà un maschio. Bruce/ Brenda dopo aver cercato di ritornare al suo sesso naturale e a quella che sarebbe stata la sua vita da uomo, facendosi amputare i seni, e cambiando nuovamente nome, arrivò persino a sposarsi con una giovane. bruce-brenda-e-david-colapinto-san-paoloMa il combattimento interiore non gli dava tregua: il duello tra la sua reale natura maschile e l’educazione femminile che aveva ricevuto continuava a devastarlo. La tragedia familiare dei Reimer distrusse psicologicamente l’intera famiglia, il suo fratello gemello Bryan si suicidò. Bruce/ Brenda non resse a quest’ulteriore dolore di cui si sentiva anche responsabile. Il 4 maggio 2004 guidò fino a un parcheggio desolato e si sparò un colpo di fucile alla testa. Aveva 38 anni. Prima di morire, lo sfortunato Reimer avvertì sull’assurdità e la pericolosità dell’ideologia di genere facendolo mettere per iscritto nel libro “As Nature Madre Him” di John Colapinto. «La sua prima domanda non fu come o perché i genitori potessero avere preso una simile decisione, né come potesse essere accaduto un incidente di circoncisione così devastante. Lei chiese invece il suo nome di nascita. Chiese, in effetti, Chi sono?». (clicca qui)
La clinica per l’identità sessuale di Money della Johns Hopkins a partire dalla sua fondazione nel 1966, fu chiusa. Nessuna delle cavie ne aveva tratto giovamento.
QUANDO I MANGA INSEGNAVANO CHE MUTARE IL PROPRIO SESSO BIOLOGICO E’ IMPOSSIBILE
lady oscarChi di voi non ricorda Lady Oscar? Il manga giapponese del 1971 che fu  trasposto anche in una serie televisiva anime, a partire dal 1982. Molti giovanissimi di oggi forse non ricorderanno la trama. Lady Oscar infatti contiene un messaggio che oggi, con i tempi che corrono potrebbe essere considerato politicamente scorretto. E’ forse per questo che da diversi anni non viene più riproposto in TV, essendo parecchio in contrasto con i libri gender dal titolo “maschio o femmina”, “piccolo uovo” ; “nessuno è perfetto” ecc. Libri che insegnano ai fanciulli fin dalla tenerissima età che il sesso biologico è scisso dal genere psicologico e che ognuno è libero di scegliere e cambiare il proprio genere di appartenenza in base a come si sente, e che addirittura un fanciullo/a può essere benissimo educato ad essere sia maschio che femmina indipendentemente dalla sua natura.
Ci troviamo nella Francia del 1755, quando nasce Oscar. Sullo sfondo troviamo ormai il preludio che porterà alla Rivoluzione Francese. Non esamineremo il contesto storico, ma soltanto l’aspetto psicologico e sessuale della protagonista. Nella versione fumetto si fa più spesso allusione alla bisessualità di Oscar,  non per niente è una delle beniamine di gay, lesbiche e transessuali, che la considerano -molto erroneamente- un’icona gay.  (il sito culuragay). In realtà risulta ovvio che la sua NON innata ambiguità sessuale deriva solo da condizionamenti esterni e dalla convinzione di essere maschio che le è stata inculcata. Pertanto Lady Oscar non può essere definita un’icona gay, ma un tragico esperimento fallito di indottrinamento all’ideologia di genere. La  versione televisiva destinata ai più piccoli, ammorbidisce questo aspetto scabroso della sua personalità, e la conseguenza della sua educazione maschile, soffermandosi più sull’amore per il conte di Fersen e successivamente per Andrè.
Nel 1755 l’ormai anziano generale De Jarjais dopo ormai numerose nascite di figlie femmine si ritrova ad essere nuovamente padre di una bambina. Deluso e sconfortato dal mancato dono di un figlio maschio decide di allevare la bambina come un ragazzo e di chiamarla Oscar usando pronomi e aggettivi maschili quando si riferisce a lei. La bambina sarà l’erede del generale e sin dalla sua prima infanzia viene convinta di essere un maschio ed educata all’arte della guerra e della spada. Al suo fianco viene posto Andrè Grandier, suo coetaneo non nobile, nipote della governante, che sarà l’unico a riconoscere la sua femmnilità al contario di tutti che vedranno in Oscar un vero e proprio ragazzo.“Quello che voglio non è un compagno di giochi, ma di spada”. (Oscar ad Andrè)
Nel 1769, il re di Francia Luigi XV propone al generale De Jarjais la possibilità per Oscar di diventare capitano delle guardie di sua maestà per proteggere da vicino la principessa Maria Antonietta d’Austria che si apprestava a recarsi in Francia per sposare il delfino Luigi che diventerà in seguito l’ultimo re di Francia Luigi XVI.
Il tormento interiore di Oscar si intensifica a partire da questo evento. Da qui innanzi infatti la sua ambiguità sessuale viene risaltata ancora maggiormente. L’androgina Oscar non può far altro che accettare l’incarico e si ritrova a doversi confrontare con la personalità delle dame e della principessa, la cui frivolezza e chiacchiera superflua la convincono sempre più di essere diversa da loro, Oscar è taciturna, altera e malinconica, non esterna mai le sue pulsioni e i suoi sentimenti femminili. Esplode spesso in stizze di rabbia e a volte che in zuffe con Andrè che sarà l’unico che rimarrà sempre al suo fianco. Per tutti l’esperimento del generale De Jarjais nel voler trasformare una femmina in un maschio sembra riuscito. Il capitano Oscar sfila altera nei corridoi della reggia di Versailles circondata degli sguardi e dalla curiosità di cortigiani e cortigiane. Il suo fascino turba sia donne che uomini e soprattutto urll’orfana Rosalie, una ragazza che Oscar aveva salvato dalla strada che si invaghisce dell’androgina comandante delle guardie reali che gode nell’alimentare la fantasia erotica della giovane.
Oscar sembra ormai rassegnata alla sua vita da uomo fino a quando si innamora del conte svedese Hans Axel di Fersen che invece è innamorato di Maria Antonietta,nel frattempo è diventata regina di Francia. Con il conte di Fersen, Oscar costruirà una profonda amicizia, ma il conte scoprirà che Oscar è una donna solo dopo un grave incidente da cavallo. Oscar sa bene che il conte non potrà mai vedere in lei nient’altro se non un grande amico, che spesso le ripete: “ mi chiedo perchè Dio vi abbia fatto nascere donna” . Da qui il combattimento tra la sua natura femminile e la sua educazione maschile diventa sempre più virulento. Oscar non sa chi è; si rende conto di non essere un uomo e di non essere nemmeno una donna, dato che è incapacitata a mostrare il suo lato femminile di cui nessuno -se non Andrè- sembra accorgersene. Andrè la ama sin da quando era bambino e la condizione di Oscar anche per lui sarà fonte di grande sofferenza.lady oscar e maria antonietta
Fersen, l’uomo che Oscar amava, nel frattempo dopo essere fuggito da Maria Antonietta di cui era innamorato torna in Francia per stare vicino alla regina che da qui innanzi si ritroverà sempre più a dover soffrire l’esplosione dell’odio popolare nei confronti dell’aristocrazia e della famiglia reale. Oscar questa volta sembra voler far di tutto per conquistare il bellissimo conte svedese, decide persino di andare a corte vestita, truccata e acconciata come una donna per conquistare Fersen, che non riconoscendola all’inizio la invita a danzare, ma una volta reososi conto che la bellissima dama altro non era che “il suo migliore amico Oscar” si stupisce, che Oscar nonostante la sua apparenza potesse celare un cuore di donna. Fersen non potrà mai ricambiare i suoi sentimenti, perciò decide di allontanarla. Dopo quest’ennesimo dolore, dovuto all’impossibilità di Oscar di vivere serenamente la sua femminilità, decide di lasciare la reggia di Versailles e le guardie reali per fuggire da Fersen e dalla regina Maria Antonietta che Fersen amava.
Riceve quindi l’incarico di comandante della Guardia Nazionale. Da qui innanzi, Oscar si ritroverà a gestire degli uomini molto diversi dalle guardie reali. I soldati della guardia nazionale sono rozzi, aggressivi, arruolatisi solo per indigenza ed estremamente riluttanti nell’ eseguire gli ordini di una donna. Il padre di Oscar, il generale Jarjais ormai vicino alla morte si rende conto dell’utopia che aveva inseguito per anni nell’aver allevato la figlia come un uomo; si rende conto dell’assurdità di tale decisione e dalla confusione e il tormento interiore che Oscar ha patito durante tutta la sua vita a causa del suo egoismo.Alchè la supplica piangendo di cancellare il passato e di decidersi a vivere come una dama abbandonando per sempre la vita maschile alla quale egli l’aveva indirizzata, ma Oscar gli risponde di non saper vedere un futuro diverso dal suo passato e nonostante la consapevolezza di essere biologicamente donna, l’educazione che ha ricevuto le impedisce di poter vivere diversamente e di sentirsi più uomo che donna.
Soprattutto adesso dopo la delusione con il conte di Fersen Oscar decide di evidenziare ulteriormente la sua mascolinità e di debellare completamente la sua natura biologica, che secondo lei è responsabile di tutta la sua infelicità.
Come prima cosa liquida Andrè dal suo ruolo di attendente, dal momento che ha deciso di vivere come un uomo più che mai non avrà più bisogno del suo aiuto.
urlAndrè, ferito dall’orgoglio di Oscar, dopo tanti anni trova finalmente il coraggio di cosa sente per lei e le grida i suoi sentimenti, di cui lei non si era mai resa conto, quindi, la afferra, la bacia e la scaraventa sul letto. Oscar si ritrova spiazzata dalla foga di Andrè e in lacrime gli chiede di non umiliarla. (guarda la scena) Andrè, tornato in sè le chiede perdono per questo eccesso di passione e le dice una frase che dovremmo ripetere a tutti i teorici dell’ideologia di genere:
“ una rosa è sempre una rosa che essa sia bianca o rossa. Una rosa non potrà mai essere un lillà. Lo stesso vale per te, non potrai mai cancellare di essere nata donna”.
Nonostante la caparbietà di Oscar, Andrè decide di seguirla ugualmente arruolandosi tra i soldati della guardia con il grande disappunto di lei. Ma questa nuova vita che avrebbe dovuto condurre Oscar verso la mascolinità più completa la conduce invece a ritrovare se stessa e a rendersi conto di ricambiare finalmente i sentimenti di Andrè,  l’unico che aveva saputo vedere da sempre in lei quello che era in realtà: una donna da amare.
“Lo so… che posso muovermi come voglio perché… tu mi segui sempre come un’ombra. Io da sola… non so fare nulla. (Oscar ad Andrè)
Finalmente Oscar, dopo aver mandato una lettere di addio al padre e al suo passato, si sente libera e felice per la prima volta nella sua vita e decide di abbandonare l’uniforme per sposarsi con Andrè una volta terminata la rivoluzione. Ma questa gioia non durerà tanto, infatti Andrè viene ucciso alla vigilia della presa della Bastiglia e durante tutta la notte Oscar vagando tra le strade di una Parigi infuocata dal caos della rivoluzione, in preda alla disperazione più totale non può far altro che pensare a quanto sarebbe stata felice se avesse avuto la possibilità di vivere la sua natura di donna e vivere liberamente la sua storia d’amore con Andrè.
“Avrei potuto amarti già da molti anni, ma, mi sono resa conto di chi ero troppo tardi, se me ne fossi resa conto prima avremmo potuto vivere momenti indimenticabili insieme. E’ questo che mi fa star male, che mi fa sentire terribilmente male!”
La serie si conclude con l’uccisione di Oscar il 14 Luglio 1789. Tragica fine, ma se non altro prima di morire aveva già ritrovato sè stessa; non finisce col suicidarsi come Bruce Reimer, ma del resto la storia di Lady Oscar è pur sempre un fumetto, un po’ troppo ottimista secondo noi, dato che  la realtà ci mostra che non è così facile sradicare un indottrinamento così mirato e strumentale.
sant antonio abateForse, gli autori di Lady Oscar ispirati dai primi fallimenti dell’ideologia gender hanno voluto donare all’infanzia, (ma non solo) un messaggio ben preciso; messaggio che gli attuali autori di libri gender per bambini sembrano ignorare completamente. Chissà se anche la Jolie come tutte le sue fans divoratrici di rotocalchi rosa che decideranno di imitarla un giorno si ritroveranno a piangere le lacrime amare che verserà dopo molti anni il generale De Jarjais, una volta resosi conto dei danni che il suo egoismo ha portato alla figlia.
E che dire della testimonianza reale e cruda dei gemelli Reimer? Testimonianze che ci avvertono sulla follia dell’ ideologia di genere: una follia destinata a fallire contro la potenza della natura che tutto domina, tutto governa e tutto travolgerà. Spero solo che le conseguenze di questi insensati esperimenti di ingegneria sociale sulla pelle degli indifesi non li paghino migliaia di esseri umani. “Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro” diceva Chesterton, aveva ragione da vendere!
-Floriana Castro- Antimassoneria Copyright 2016
http://antimassoneria.altervista.org/gender-quando-ai-bambini-si-insegnava-che-non-si-puo-cambiare-il-proprio-genere/

Santità, ecco cosa realmente fa, oggi, Emma Bonino


(di Mauro Faverzani) Hanno suscitato una ridda di reazioni – e non solo negli ambienti ritenuti “conservatori” – gli elogi riservati da papa Francesco a Giorgio Napolitano e ad Emma Bonino, dal Pontefice collocati addirittura «tra i grandi dell’Italia di oggi», secondo quanto precisato dal Corriere della Sera dell’8 febbraio, ovviamente ripreso da moltissimi altri media. Era prevedibile che questo passaggio non passasse inosservato.
Il passato di questi personaggi parla, anzi urla, come è stato fatto subito notare da molti osservatori. L’ex-Capo dello Stato, ingessato nel proprio ruolo istituzionale, ha dovuto mantenere un atteggiamento più defilato dalla politica attiva, pur con qualche acuto e con qualche stonatura di troppo (suo il veto al decreto, che avrebbe salvato Eluana Englaro, decreto che egli non volle firmare). Emma Bonino, no. Di lei c’è chi ha ricordato i 10.141 aborti praticati in gioventù, negli Anni Settanta, servendosi di una pompa per le biciclette, clandestinamente e fuorilegge: roba da macelleria. Ed è vero.
Ma va fatto notare come ancora oggi Emma Bonino non sia affatto cambiata; ancora oggi imperversa anzi sulla scena, per ribadire i vecchi cavalli di battaglia, quelli di sempre. Come lo spot pro-eutanasia diffuso lo scorso dicembre (meno di due mesi fa), sotto forma di saluto ad una “compagna” radicale, Dominique Velati, andata in Svizzera per sottoporsi al cosiddetto “suicidio assistito”, complici i Radicali, non a caso autodenunciatisi per averla aiutata a morire.
Certo, secondo quanto riportato dal Corriere, papa Francesco avrebbe anche spiegato e circoscritto le ragioni del suo elogio a Emma Bonino, ritenendo che abbia offerto «il miglior servizio all’Italia per conoscere l’Africa». Ed a chi gli ha fatto notare come sia agli antipodi della Chiesa, avrebbe ribattuto: «Vero, ma pazienza. Bisogna guardare alle persone, a quello che fanno». Ed allora guardiamo a quello che fa Emma Bonino.
È di pochi giorni fa la sua presa di posizione pubblica a favore delle unioni civili («È l’ora di essere civili», ha sentenziato, auspicando che il ddl resti così com’è, adozioni gay comprese), e poi ancora a favore della maternità “surrogata” e della stepchild adoption, criticando il Family Day ed accusando anzi la Chiesa di interventismo, benché meno che nell’«era Ruini» (il che dovrebbe far riflettere). Suo è anche il grido libertario e liberticida ad un tempo di «Non permettiamo che l’“io non lo farei” diventi “allora tu non lo devi fare”».
Ed ha aggiunto: «Abbiamo un sacco di richieste per l’eutanasia in Svizzera da persone che vogliono solo poter morire serenamente», neanche si trattasse di un’agenzia viaggi con biglietto di sola andata. Quanto all’Africa è bene sia chiaro come, tra i suoi obiettivi, figurino anche quelli che nel 2013, durante il suo intervento alle celebrazioni della Giornata dell’Africa, definì «i diritti delle donne africane», riferendoli però (non a caso) al protocollo di Maputo, protocollo adottato dall’Unione Africana l’11 luglio 2003 e che prevede contraccezione e pianificazione familiare, leggasi aborto e dintorni.
Concetto ribadito poi per caldeggiare le ratifiche da parte di 15 parlamenti degli Stati membri della stessa Unione, insistendo su «maternità consapevole, pianificazione familiare con riferimento alle pratiche contraccettive» ed «aborto. Il quadro è persino più chiaro della legge italiana in materia – ha esultato – quando prevede come possibile causa dell’interruzione della gravidanza non solo la salute fisica, ma anche quella psicologica sia della madre che del feto», il che per lei è motivo di giubilo. È questa l’Africa che piace ad Emma Bonino.
Allora, non importa chi, chiunque, specie a certi livelli, quando parla con un’icona o di un’icona del divorzio, dell’aborto, della fecondazione assistita, dell’eutanasia, dell’eugenetica, del permissivismo, del pro-choice e di molte altre devastazioni etiche come Emma Bonino, non può non tener conto di chi sia e di cosa mediaticamente certe battute comportino, come già in passato il saluto in piemontese del giugno 2013 e la telefonata premurosa del maggio 2015, subito riferiti dalla stessa interessata (ed era ovvio che lo facesse). Perché in queste faccende una dichiarazione imprudente o non adeguatamente meditata crea danni incalcolabili, a cascata. Occorre ricordarselo. (Mauro Faverzani)

Article printed from CR – Agenzia di informazione settimanale: http://www.corrispondenzaromana.it
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1 commento:

  1. Scusate, ma non ne posso più. E' un milione di volte peggio di qualsiasi orrenda guerra.Aborti a gogò, due tris quater gender, uteri in affitto,vecchi schifosi che cercano bambini e bambine, donne saffichie , uomini sodomiti,gentaglia perversa che con la corruzione satanica si compra bambini come fossero dei cani da compagnia. Dove sono coloro che dovrebbero gridare dai tetti che tutto ciò è in abominio a Dio? Vigliacchi e canaglie ecco cosa sono, vigliacchi e canaglie. jane

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