Quegli strani auguri dei Padri commissari
Sul sito
ufficiale dei Francescani dell'Immacolata sono comparsi gli auguri dei
Rev. Padri Commissari (Don Sabino Ardito SDB, P. Carlo Calloni OFM Cap., P.
Gianfranco Ghirlanda SJ).
Innanzi tutto, vorei dire che apprezzo di cuore i loro
auspici, e assicuro le mie pur povere preghiere per la riuscita - secondo il
Cuore di Cristo e dell'Immacolata - della missione loro affidata.
Detto questo, non posso esimermi dall'esternare qualche perplessità
circa le parole che accompagnano gli auguri:
Perché nasca la fede ci vuole la prova della tomba vuota.
Bisogna come Pietro e Giovanni perdere lei proprie sicurezze
artificiali: allora si avrà il coraggio di entrare nel vuoto.
Bisogna che anche noi troviamo il coraggio di entrare nella
«tomba di Dio» che ci costruisce il presunto possesso della verità.
la fede della resurrezione in e con Cristo sta al fondo del
vuoto di noi stessi.
Non mi convince del tutto il riferimento all'ingresso, nel
sepolcro di Cristo, dei santi Apostoli Pietro e Giovanni.
Detto ingresso è presentato come un "entrare nel
vuoto", con la conclusione che "la fede della Resurrezione in e con
Cristo sta al fondo del vuoto di noi stessi", perdendo le "sicurezze artificiali".
Le mie perplessità nascono dal fatto che nei racconti
evangelici della Resurrezione non si parla mai di "vuoto", né di
"tomba vuota"; chi va al sepolcro trova l'"Angelo del
Signore" (Mt 28,2), "due angeli i bianche vesti" (Gv 20,12);
chi entra nel sepolcro incontra "un giovane, seduto sulla destra,
vestito d’una veste bianca (Mc 16,5), "due uomini (…) in abito sfolgorante
(Lc 24,4); le donne "non avendo trovato il suo corpo" dicono agli
Apostoli "di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che
egli è vivo" (Lc 24,23). Pietro e Giovanni trovano "i teli posati là
e il sudario (Gv 20, 6-7).
È vero che "non trovarono il corpo del Signore
Gesù" (Lc 24,2), e che Pietro "vide soltanto i teli" (Lc 24,12);
ma non per questo possiamo parlare di "vuoto", giacché la scena è
riempita di luce, di angeli, di presenza divina.
E non mancano i motivi di credibilità della resurrezione: i
lini intatti ripiegati, che dissolvono la paura del furto del cadavere:
"«Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno
posto!»" (Gv 20,2).
Neppure mi convince il discorso sulle "sicurezze
artificiali", che "come Pietro e Giovanni" siamo invitati dai
commissari a "perdere".
Dal racconto evangelico si evince che tanto i discepoli
quanto le donne non avevano nessuna sicurezza, né naturale né
"artificiale": quando S. Maria Maddalena va per la prima volta al
sepolcro "era ancora buio" (Gv 20,1). Nessuno pensava alla
resurrezione e tutti, sinedrio e discepoli, avevano paura di una cosa sola, il
furto del cadavere: gli uni temendo che i discepoli potessero sottrarre il
corpo e poi dicessero "È risorto"; gli altri temendo che, dopo
l'eventuale annuncio della resurrezione, il Sinedrio potesse produrre il corpo
di Gesù, a bella posta sottratto, sogghignando: "Ecco il vostro
risorto".
I Vangeli non ci parlano di alcuna sicurezza, ma di buio, di
dubbio, di paura, che si dissolvono nella corsa verso il sepolcro; questo,
sebbene non vi si trovi più il corpo del Signore, non è vuoto, ma pieno di luce
e di presenza divina, unite al segno dei lini ripiegati.
S Maria Maddalena incontrerà poi Gesù stesso proprio presso
il sepolcro.
Il dubbio, il vuoto, la paura sono presenti alla partenza
del viaggio verso il sepolcro, non all'arrivo. Al sepolcro si abbandonano
dubbi, non certezze. Prima dell'arrivo al sepolcro, i discepoli non avevano
nessuna certezza - neppure soltanto "umana" - da abbandonare.
Mi chiedo ora che cosa può aver mosso i Rev.di Padri
Commissari a scrivere questa strana premessa agli auguri.
Se il messaggio che i Padri vogliono far passare è un'idea
per cui con il "vuoto" si intende qualcosa di simile al
"nulla" di S. Giovanni della Croce, mi pare che la spiegazione per
causas sia un uso un po' accomodatizio della storia sacra.
Mi chiedo il perché di questa forzatura? Non sarà mica una
sorta di messaggio implicito circa le "sicurezze artificiali" (i.e.
fedeltà alla regola francescana, consacrazione all'Immacolata etc.) del
Fondatore e della "vecchia guardia" (per inciso la gran maggioranza)
dei Francescani dell'Immacolata, "sicurezze" di cui si ha
l'intenzione di fare il "vuoto"?
Avendo seguito con apprensione tutte la recenti vicende dei
Francescani dell'Immacolata, l'unico vuoto che vedo è … un Fondatore svuotato
di tutto, privato dei suoi figli e delle sue figlie; svuotato della sua
reputazione, lasciato in balia, quale mite David - senza alcuna difesa da parte
dei nuovi Superiori - , di novelli Simei (cf 2 Sam 16, 5-8; rotocalchi,
trasmissioni scandalistiche, scrittori blasfemi, webmaster anonimi), consegnato
loro da novelli Assalonne.
Voglia il Cielo che questi auguri pasquali non siano le
motivazioni ante litteram di una sentenza - sicurezza
artificialissima - già scritta: "Delenda Carthago", "Écrasez
l'Infâme", "Distruggiamoli tutti" (Sal 74,8).
di don Alfredo Morselli
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