ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 10 aprile 2016

Non si può sapere tutto



http://opportuneimportune.blogspot.it/2016/01/pecca-fortiter-sed-apostata-fortius.html

MESSORI: IL PAPA VA IN SVEZIA A FESTEGGIARE LO SCISMA. MA NON C’E’ NIENTE DA CELEBRARE


A Lund, l’antica città universitaria , si incontrerà con i vertici di quel poco che resta della comunità luterana e faranno festa insieme.
Francesco più volte ( anche per sua stessa ammissione ) ha mostrato di non conoscere a fondo molti aspetti della storia della Chiesa.  Non si può sapere tutto: è un limite che vale anche per i papi.
Bergoglio ha comunque a disposizione fior di specialisti che potrebbero ricordargli quanto così sintetizzò   Henri Pirenne , uno dei maggiori storici del secolo scorso: “ Il luteranesimo, in gran parte dei Paesi che lo accettarono, fu imposto con la forza dai principi e dai nobili che concupivano i beni della Chiesa e non parve loro vero di poterli sequestrare. La convinzione religiosa ha avuto un ruolo assai modesto nella espansione della nuova fede. Gli adepti sinceri , convinti e disinteressati, almeno all’inizio erano assai pochi . Imposto d’autorità e accettato per obbedienza esso ha proceduto per annessione , spesso forzata “.
Proprio in Svezia , dove andrà Francesco , commosso di potere solennizzare i 500 anni dell’inizio della Riforma assieme ai fratelli protestanti, proprio in Svezia , violenza e cinismo regi raggiunsero il massimo.
Il fondatore della nuova dinastia scandinava , Gustavo I Wasa , ben lontano da preoccupazioni religiose , per mero interesse economico e politico vide nel luteranesimo un modo per riempire le casse vuote dello Stato e per legare a sé la nobiltà, suddividendo tra loro il bottino costituito dalle proprietà della Chiesa.
Il popolo ne fu indignato e più volte insorse , ma fu schiacciato da Gustavo . I suoi successori furono costretti, dal malcontento della gente nei confronti della nuova fede imposta manu militari, a tollerare almeno che restassero aperti alcuni santuari mariani.  Proprio a Lund, dove Francesco si recherà, tutte le chiese furono rase al suolo , tranne la cattedrale , pur ovviamente denudata di ogni decorazione , all’uso riformato.   Le pietre degli edifici cattolici abbattuti furono impiegate per la fortificazioni e la cinta muraria della città.   Insomma , per dirla chiara : è difficile capire che cosa ci sia , in Svezia da onorare e da festeggiare per un cattolico .   Ma, forse, il vescovo di Roma vorrà spiegarcelo , nel suo soggiorno scandinavo.
VITTORIO  MESSORI
(dall’ultimo Vivaio)
     



Terraferma!



Nel 1992, con uno di quegli atti destinati a suscitare clamore, il Papa GPII “riabilitava” Galileo, a distanza di 359 anni dalla sua condanna, quella famosa in cui lui fu costretto ad abiurare ma, uscendo dal tribunale, sembra aver detto la famosa frase “Eppur si muove“. Forse che Woytila era polacco, quindi connazionale di Copernico, forse che voleva cancellare una brutta pagina della storia della chiesa, ma sta di fatto che il suo gesto, bello ma un po’ tardivo, potrebbe non avere il valore che tutti pensano. In sostanza, a distanza di quasi 400 anni, nessuno è ancora riuscito a dimostrare, scientificamente, che la Terra si muove. E quindi, perchè riabilitare Galileo?
Per capire meglio, serve fare un minimo di storia. Nel dibattito fra geo-centristi (la Terra è immobile, e tutto il resto gira, con modalità e percorsi diversi, con cicli ed epicicli) ed elicoentristi (il Sole sta fermo e la terra, insieme a tutti gli altri pianeti gli girano intorno) andava avanti da secoli, da Aristotele a Tolomeo a Brahe (geocentristi) da una parte, a Pitagora, Keplero e Copernico (eliocentristi) dall’altra, fino a che il genio di Isaac Newton, con le sue leggi sulla meccanica e sulla gravità, supportato poi da molti altri dopo di lui, primo fra tutti il noto Ernst Mach, “toglievano” in un certo senso importanza alla questione. Perchè? Perchè nel momento in cui veniva definita la legge di gravitazione universale, che definisce la forza di attrazione di due corpi come proporzionale al prodotto delle masse ed inversamente proporzionale al quadrato delle distanze, non aveva più senso dire che un corpo ruota intorno ad un altro, perchè entrambi, in realtà, ruotano intorno ad un unico punto che si chiama “centro di massa” del sistema costituito dai due corpi in esame.
Certo, a questo punto direte: “Ma se uno dei due (es.. il Sole) ha una massa incomparabilmente maggiore dell’altro (es,: la Terra), il centro di massa dei due sarà, inevitabilmente, praticamente uguale al centro di quello con la massa superiore, al limite leggermente spostato, ma, di fatto, tutto lì.” E fin qui, il ragionamento, non fa una piega. Peccato che nell’universo non si possa estrapolare un sistema fatto di solo due corpi: esiste una quantità inimmaginabile di corpi celesti che, ancorchè lontani, esercita una sua forza di attrazione sia sul sole che la terra per cui considerare solo questi due non dà conto di tutto il resto. Ma allora, esistono prove certe che ci dicano chi sta fermo e chi si muove? La domanda è sicuramente posta male: chi sta fermo e chi si muove “rispetto a cosa?” sarebbe giusto domandare. Le osservazioni, ad esempio, sul parallasse (quel fenomeno per cui due stelle, a distanza di 6 mesi, si vedono in posizione reciproca diversa) possono essere spiegate altrettanto bene sia con un modello geocentrico che con un modello eliocentrico, proprio perchè l’assenza di un sistema di riferimento permette di vedere il movimento da entrambi i punti di vista.
Però.
Esiste un però. E il però è costituito da un paio di esperimenti che danno (o darebbero, se fossimo disponibili ad accettare le conseguenze logiche di tutto ciò che osserviamo) una risposta definitiva. Il primo è relativo alla cosiddetta “aberrazione” stellare, il fenomeno per cui, nel corso di un anno, una stella sembra non occupare mai la sua posizione media, ma in qualche maniera ci gira intorno con una piccola traiettoria ad ellisse. Il secondo riguarda invece l’etere.
Aberrazione stellare.
Come detto, il fenomeno dell’aberrazione stellare riguarda la presunta posizione di una stella nel corso dell’anno, tale per cui, tenendo fisso il telescopio puntato sulla stella nel corso dell’anno, la proiezione sulla lente lato astronomo percorre, nel corso dell’anno, una piccola ellisse. L’astronomo reale Bradley osservò che questa era dovuta al percorso che la Terra compie, nel corso di un anno, intorno al solo (diametro: 300 milioni di km). Altri però osservarono che anche se la terra stava ferma, ed era il Sole (ed il sistema stellare intero) a girare intorno alla Terra, il fenomeno sarebbe stato lo stesso. Ancora una volta: totale equivalenza dei due modelli, zero a zero e palla centro. Fino a che un italiano, tale Ruggero Boskovic, ebbe un’idea: bastava riempire il telescopio di acqua. Cosa succede con l’acqua? Succede che la luce della stella che entra nel telescopio viene rallentata dall’acqua e a questo punto le cose cambiano: se la Terra sta ferma e le stelle si muovono, non cambia nulla: l’aver rallentato la luce per l’ultimo tratto del suo cammino non altera la proiezione sulla lente dell’osservatore: tutto rimane come prima. Ma se è la terra che si muove rispetto a stelle fisse, l’aver rallentato il percorso della luce nel tratto finale fa “atterrare” la proiezione della stella in un punto diverso, dando origine così ad una ellisse diversa. Tutti furono d’accordo con l’idea di Boskovic, ma, alla fine? Chi se ne importava? Tutti sapevano che era la Terra a muoversi, per cui non valeva la pena di fare l’esperimento.
airy
Fino a che un francese, Arago, mise dei prismi nel telescopio e notò dei comportamenti strani della luce, anche qui incompatibili con il movimento della terra. Allora un astronomo inglese, tale Airy, si decise a fare l’esperimento, con due telescopi identici, solo che uno dei due riempito d’acqua. E il risultato fu che le due proiezioni delle due ellissi erano identiche. Quindi, nessun movimento terrestre. Ma si poteva ammettere questo? No di certo, infatti l’esperimento passò alla storia come “l’Airy’s Failure (il fallimento di Airy)”, tanta era l’impossibilità a credere che la terra fosse ferma.
Michelson Morley e l’interferometro
interferometro
Ho già accennato qui a questo esperimento, ma forse serve specificare un pochino meglio. Se siete su una barca su un lago immenso, e vedete una nave in lontananza che vi gira intorno, e vi venisse il  sospetto che siate voi, e non la nave, a girare intorno, potreste fare una prova molto semplice: mettere una mano in acqua e sentire la corrente. Se l’acqua (il vostro sistema di riferimento) è ferma, verosimilmente potrete concludere che siete voi fermi e la nave vi sta girando intorno. Basandosi su questo stesso principio Albert Michelson voleva vedere l’effetto della somma (o sottrazione) delle velocità della luce con quella della Terra, con uno strumento chiamato interferometro che mandava la luce avanti e indietro lungo due direzioni ortogonali, tali per cui, risentendo in maniera diversa dell’effetto del moto della terra, avrebbero dovuto rilevare la velocità della stessa (la spiegazione di dettaglio con relative formule matematiche la potete trovare qui). In sostanza, se c è la velocità della luce, e v quella della Terra, si sarebbe voluto vedere l’effetto della somma (o della sottrazione). Semplificando, per ragioni di spazio, quello che trovò Michelson fu, in buona sostanza, che
c  =  c – v  =  c + v .
C’era un modo molto semplice di spiegare la cosa (alla portata di uno studente delle medie, direi): concluderne che v è nulla, uguale a zero. Ma questo non poteva essere accettato, e gli scienziati si lanciarono ad inventare le teorie più assurde. E cominciò la famosa Teoria della Relatività, sia Ristretta che Generale.
E vorrei dire: “… ma questa è un’altra storia…” ma credo proprio, ahimè, che della stessa storia si tratti. Approfondiremo un’altra volta.
http://www.ingannati.it/2016/04/09/terraferma/

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