ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 23 agosto 2016

Frastornati dal delirio teologico

Meeting CL Rimini – adesione al Piano Kalergi
e Madonnine censurate
Ennesima passerella mondialista al Meeting di Comunione e Liberazione e "nuove sorprese"    Video in allegato
di Sergio Basile
Meeting CL Rimini 2016 - Piano Kalergi, passerelle mondialiste, Madonnine censurate











 Mattarella, Kalergi e i vertici di CL                       
Rimini - di Sergio Basile - "Il confronto e l'accoglienza di culture e storie diverse sono ancora la base dell'Italia (…). Non ci difenderemo alzando muri verso l'esterno, o creando barriere divisorie al nostro interno. Al contrario!". E' stato questo il cuore del messaggio di Mattarella al Meeting di Rimini, l'ennesimo slogan integrazionista che piace a Bruxelles, malgrado gli esodi biblici che stanno investendo l'Italia, dalla Cina e dal Sud del mondo, e i gravissimi pericoli che il popolo italiano sta correndo: ennesima prova dell'adesione totale dei nostri politici di riferimento, anche e soprattutto di quelli che da "Costituzione" dovrebbero difendere l'Italia, al Piano Kalergi (1) e ai progetti di distruzione indotta dell'Europa e delle tradizioni nazionali, celati ipocritamente dietro il vessillo europeista. E' paradossale notare come il palcoscenico di un "meeting (pseudo) cattolico" venga sistematicamente utilizzato, come ormai "tradizione", per veicolare ancora una volta messaggi di chiarissima matrice massonica, protesi a confondere la mente e gli orizzonti dei giovani cristiani di domani.
Come non ricordare i falsi proclami di salvezza "nazional-popolari" vomitati senza ritegno dal privatizzatore-apolide Mario Monti dal palco del Meeting 2012? Ma non è una novità! Da tempo ormai CL (Comunione e Liberazione) si presta a far da passerella alla "politica" che strizza l'occhio alla loggia, la stessa politica (anti-cristiana) figlia dei propugnatori di compromessi storici che hanno portato alla svendita pilotata dell'Italia, all'integrazionismo selvaggio, all'aborto, al divorzio e all'imbarbarimento programmato della società italiana; la stessa che oggi vede in questa ostentata "cultura dell'incontro" (falso incontro), invero, il più diabolico programma massonico degli ultimi quattro secoli, portato avanti nel tempo, con pazienza e religioso fervore, dai dissolutori assoluti delle radici cristiane dell'Europa, quali Andrae, Comenius, St. Yves, Mazzini e Kalergi (2).
  Passerelle "mondialiste" e pacchi di Malox      
Il mondo "cattolico" dei movimenti tipo CL, dovrebbe in teoria, in un mondo normale (e seguendo i dettami del Vangelo) opporsi a tutto ciò, protestare, indignarsi, ma questo non avviene con scientifica puntualità da ormai troppo tempo. Il cancro è in metastasi. Ci si è abituati al compromesso e all'ipocrisia e non si ha né il coraggio, né – forse – la voglia di invertire rotta. E' d'obbligo chiedersi il perché! E magari farlo a partire proprio dalle origini e dalla drammatica involuzione di quel movimento post-conciliare noto come "Comunione e Liberazione" che tanti politici "europeisti" (e "bipartizan") ha sponsorizzato - direttamente o indirettamente - alcuni dei quali posti in ruoli chiave degli ultimi goveri non eletti o delle istituzioni europee: Maurizio Lupi, Angelino Alfano e Mario Mauro, giusto per fare qualche nome. E che dire del fedelissimo Roberto Formigoni? E degli idilliaci rapporti con Andreotti, Tremonti, Berlusconi, Monti, Letta, Bersani e Renzi? Insomma un minestrone di ideologia, politica e pseudo-religione difficile da digerire, specie per un vero credente in Gesù Cristo. Pacchi di malox in arrivo per molti osservatori! 
 CL – Origini e involuzione                                       
Ma come nasce “Comunione e Liberazione”? L’ideatore del "progetto originario" fu Don Luigi Giussani, sacerdote scomparso nel 2005, già assistente per il ramo Gioventù Studentesca (GS) di Azione Cattolica (il primo movimento catto-laico d’Italia). Molti aderirono all’organizzazione ispirati da Giussani, tuttavia nel ’68 si registrò un copioso contro-esodo e gran parte degli attivisti furono affascinati dai neonati movimenti sinistroidi, abbandonando la causa. Allora GS, sempre più lontana dai metodi e dalla aspirazioni originarie di Azione Cattolica, divenne un movimento autonomo, trasformandosi in "Comunione e Liberazione": nome-slogan concepito, in teoria, quale alternativa all’idea social-comunista di una liberazione rivoluzionaria, tanto in voga in quegli anni in Italia (ma anche oggi, sia pur con sigle e bandiere di diverso colore). La "comunione" – almeno nell'idea d'origine del movimento – doveva essere con Gesù e non con i politici europeisti, social-comunisti o liberal-capitalisti, in un modo o nell'altro, magari, invischiati nella pece nera della loggia. Ma evidentemente tra il dire e il fare ci sono in mezzo i quattrini e i finanziamenti facili. Questa è l'amara realtà dei fatti! I leader ciellini sul finire degli anni Sessanta si posero l’obiettivo di testimoniare la necessità e radicalità del Vangelo come risposta alle esigenze umane ed alla politica/democrazia (democratismo rivoluzionario.. troppo demo-cratico e sempre meno crist-iano). Tuttavia, se guardiamo alla storia del meeting degli ultimi 30 anni - ed alla luce dell'evolversi dei fatti di cui sopra - sembra che quest'ultima mitizzata prerogativa (la "democrazia": figlia legittima dello spirito della Rivoluzione Francese) (3) abbia preso largamente il sopravvento, travolgendo la prima (lo spirito evangelico) e diventando non l'oggetto da trasformare e verso cui indirizzare l'azione evangelizzatrice, bensì il fine stesso dell'azione. La fede nel Dio Trino, ancora una volta, sembra esser stata travolta dalla fede nel dio quat-trino.
 Il trionfo degli imbecilli e degli apostati              



Nel 1975, alcuni ciellini guidati da Roberto Formigoni, d'intesa con alcuni esponenti della DC, crearono un soggetto politico noto come "Movimento popolare" (scioltosi poi nel 1993). Giussani pur non riconducendolo direttamente a Comunione e Liberazione, di fatto non ne prese mai le distanze. In breve tempo questi ciellini penetrarono nei Consigli studenteschi di numerosi atenei e CL subì, volente o nolente, una nuova curiosa trasformazione, culminante nella fondazione della Compagnia delle Opere (CdO), associazione nazionale non confessionale, d'ispirazione (pseudo) cattolica capace di mettere assieme qualcosa come 36.000 imprese (con 40 sedi in Italia e 16 all’estero) godendo di una rete di relazioni imprenditoriali e bancarie di prima fascia. Insomma una lobby a tutti gli effetti, perseguente scopi di lucro accanto a quelli no-profit. Lobby o addirittura "setta" – per qualcuno – ribattezzata dal giornalista Ferruccio Pinotti con l'espressione “La lobby di Dio”. In effetti, alla luce dei molti scandali che hanno coinvolto CdO, della carrellata di ospiti osannati dal popolo ciellino e dagli strani intrecci sviluppatisi negli ultimi anni, Comunione e Liberazione si configura sempre più come una lobby con esponenti posti nei luoghi chiave della società "che conta". Una lobby che ormai si schiera apertamente, dando voce ai protagonisti in negativo della scena politica, in favore delle menzogne europeiste di tutti i "colori" e le portate. L'importante è adeguarsi al "politically correct" e dar voce ai potenti! Ora la parola d'ordine pare sia integrazionismo! Kalergi, la loggia e la CIA ringraziano! A fare le spese di questa caduta di stile e morale (cristiana) negli ultimi giorni persino la statua della Madonna, coperta presso lo stand della casa editrice "Shalom" per non urtare la sensibilità delle altre religioni (Sic!). Insomma, il trionfo degli apostati e degli imbecilli. Domenica scorsa, a metterci una pezza e a indurre ad un esame di coscienza i ciellini ci ha pensato un prete di periferia, di Vila Marina-Gatteo, diocesi di Cesena-Sarsina, che si è presentato al meeting con una madonnina nello zaino, ben visibile dietro le spalle del sacerdote (vedi foto in copertina). Che dire! Buon risveglio a tutti! Specie ai fedelissimi di CL. Che Gesù possa presto ritornare ad aprire gli occhi ai ciechi e le orecchie ai sordi.
 Sergio Basile (Copyright © 2016 Qui Europa)
partecipa al dibattito – infounicz.europa@gmail.com
____________________________________________________________________________________________
 Video correlati                                                           

► Mattarella a Meeting Rimini: non ci difenderemo alzando i muri


Meeting CL Rimini – adesione al Piano Kalergi e Madonnine censurate



Martedì, 23 Agosto/ 2016   

di Sergio Basiled


I dati dicono che gli europei sono in via d’estinzione

(di Antonio Socci su “Libero”, 23 agosto 2016) C’è un tweet recente di papa Francesco che dice:“Chiediamo che vengano rispettati i popoli indigeni, minacciati nella loro identità e nella loro stessa esistenza”. Benissimo. Condivido. Però mi chiedo:perché questo pontefice non difende anche il diritto all’identità e alla sopravvivenza degli “indigeni” italiani ed europei? Perché la loro identità sarebbe da considerare cosa deteriore e detestabile? E perché la loro esistenza non dovrebbe essere salvaguardata?

ESTINZIONE

Se c’è un popolo che rischia davvero l’estinzione, oggi, è proprio quello europeo, anzitutto a causa di una deriva nichilista che, dagli anni Sessanta, ha spento la sua forza morale e spirituale, producendo una catastrofe demografica.
Pat Buchanan ha scritto:
“Oggi nessuna grande nazione dell’Occidente ha una natalità capace di scongiurare l’estinzione dei suoi nativi. Per la fine del secolo, altri popoli ed altre culture avranno in gran parte ripopolato il Vecchio Continente. L’Uomo Europeo pare destinato a finire come le 10 tribù perdute di Israele: superate in numero, assimilate e scomparse. E mentre i popoli europei, Russi, Tedeschi, Britannici, Baltici, calano in numero, la popolazione dell’Africa, stima l’ONU, raddoppierà in 34 anni, giungendo a due miliardi”.
Con la marea migratoria inoltre non si prospetta solo la sostanziale “sostituzione” dei popoli europei (quello italiano in primis), ma anche una radicale sostituzione di cultura e di identità, perché buona parte di quella immigrazione – comunque quella egemone (anche per la forza economica dei Paesi arabi) – è islamica.
Guglielmo Piombini, un acuto studioso, ha intuito che l’“arma demografica” dell’Islam non è puntata solo contro Israele:
“Agli inizi del Novecento un abitante della terra su tre era di origine europea…
Nel 2000 la popolazione di origine europea è diventata un sesto di quella mondiale, e salvo riprese dei tassi di natalità (…) sarà solo un decimo nel 2050. Oggi diciotto delle venti nazioni del mondo con la più bassa natalità sono europee, e non vi è un solo paese europeo il cui tasso di fertilità (che in media è di 1,4 figli per donna) si avvicini a 2,1, il minimo necessario per la stabilizzazione della popolazione”. Per contro “il 40 per cento della popolazione araba ha meno di 14 anni, e i tassi di natalità sono ben più elevati: per fare alcuni esempi, è di 3,2 figli per donna in Algeria; 3,4 in Egitto e Marocco; 5,2 in Iraq; 5,5 in Palestina; 6,1 in Arabia Saudita; 6,6 a Gaza”.

MAGHREB EUROPA

E’ stato un grande studioso del mondo islamico come Bernard Lewis nel 2004 su Die Welt a prevedere – per la fine del secolo – l’ingresso dell’Europa nell’area musulmana. E il commissario europeo Frits Bolkestein – quello famoso per la direttiva sulla liberalizzazione – prese molto sul serio questa sua previsione: “Un crescente numero di paesi europei sta diventando multietnico come conseguenza della continua crescita delle comunità islamiche e in alcune grandi città la maggioranza dei residenti avrà origini non europee. In aggiunta, la popolazione dell’Europa sta cominciando ad invecchiare, mentre la popolazione del Nordafrica e del Medio Oriente è in rapida crescita”.
Bernard Lewis sostiene che l’Europa diventerà parte del Maghreb, l’Occidente arabo, perché l’immigrazione e la demografia puntano verso questa direzione. Io non so se tutto questo si verificherà, ma se lo scenario si rivela corretto, allora la liberazione di Vienna [dalla minaccia turca] sarà stato vano…. L’Europa sarà islamizzata”. In effetti l’Eurabia è alle porte se si osserva quello che sta già accadendo in interi quartieri di Londra, di Parigi e Bruxelles che nel giro di pochi anni sarà a maggioranza musulmana. Ma anche se si osserva quello che sta accadendo in Italia.

CASO BERGOGLIO

E’ evidente che un’emigrazione di massa e incontrollata verso l’Italia e l’Europa – come quella che papa Bergoglio ogni giorno propugna e sponsorizza – porta al capolinea della nostra civiltà. Perfino un uomo pacifico, ma di buon senso, come il Dalai Lama, Premio Nobel per la pace, ha lanciato l’allarme, qualche settimana fa, dichiarando alla Frankfurter Allgemeine Zeitung:
“Se guardiamo i profughi, proviamo compassione. Ma sono diventati troppi. Europa e Germania non possono diventare arabe”. Poi ha aggiunto: “Moralmente” dovrebbero “restare solo temporaneamente”, poi tornare nel loro Paesi e dovremmo “aiutarli nella ricostruzione”.
A maggior ragione per i migranti economici noi dovremmo scoraggiare il loro esodo (peraltro tragico e sfruttato dalle mafie e dai terroristi). E dovremmo invece aiutare lo sviluppo dei loro Paesi. Giovanni Paolo II e Benedetto XVI infatti affermavano che anzitutto bisogna tutelare “il diritto di non emigrare”. Invece tutta la predicazione di papa Bergoglio va nel senso diametralmente opposto. Egli sembra totalmente indisponibile a vedere sia il depauperamento dei Paesi d’origine, sia la possibile “invasione” dell’Europa e la fine della civiltà “indigena” d’Europa.
Eppure anche un grande antropologo come Claude Lévy-Strauss, famoso proprio per la sua difesa di tutte le culture minoritarie e minacciate, negli ultimi anni fece questa considerazione, che oggi suona di impressionante attualità:
“Ho cominciato a riflettere in un momento in cui la nostra cultura aggrediva le altre culture, di cui perciò mi sono fatto testimone e difensore. Adesso ho l’impressione che il movimento si sia invertito e che la nostra cultura sia sulla difensiva di fronte alle minacce esterne e in particolare di fronte alla minaccia islamica. Di colpo, mi sento etnologicamente e fermamente difensore della mia cultura”.
Bisogna però aggiungere che se oggi la nostra cultura è costretta “sulla difensiva” – come scrive Lévy-Strauss – non è solo per la “minaccia islamica” o la marea emigratoria. E’ pure un’autodemolizione dall’interno dovuta al diffuso nichilismo che ci ha deprivato delle ragioni della vita e delle nostre identità.E’ anche un’autodemolizione morale dovuta a élite culturali occidentali che hanno diffuso un generale odio delle nostre radici giudaico-cristiane e greche. Facendo dilagare una “dittatura del relativismo” tanto intollerante verso le nostre radici e la nostra storia cristiana, quanto impotente e disarmata di fronte all’islamismo.

TRADIMENTO

Dov’è un’ancora di salvezza? Pochissimi intellettuali hanno saputo andare contro corrente finendo per essere rigettati e isolati. L’unica speranza sarebbe la Chiesa. In effetti fino al 2013 abbiamo avuto pontefici come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI che hanno alzato una voce potente in difesa dell’Europa e in difesa delle ragioni della vita. Hanno cercato di risvegliare spiritualmente e moralmente le coscienze dei popoli europei. Invece Bergoglio ha capovolto le posizioni. La sua continua predicazione sembra puntare proprio alla fine della nostra civiltà in cui – seguendo i rozzi stereotipi della Teologia della liberazione – egli vede solo male, solo colonialismo e imperialismo. Così però non sarà solo l’Europa (con il suo sistema democratico) a tramontare: sarà anche il suicidio della Chiesa.
 Antonio Socci Da “Libero”, 23 agosto 2016

Article printed from CR – Agenzia di informazione settimanale: http://www.corrispondenzaromana.it
URL to article: http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-dalla-rete/i-dati-dicono-che-gli-europei-sono-in-via-destinzione/


Fraintendimenti masochistici intorno al diritto di asilo – di Piero Vassallo

di Piero Vassallo
.
z.ozpdrvzLa statistica, che contempla un miliardo di africani distribuiti su 30 milioni di chilometri quadrati e 742 milioni di europei, residenti su 10 milioni di chilometri quadrati, obbliga a suggerire una seria riflessione intorno agli incitamenti a sbarcare in Italia, gridati ai migranti da ecumenisti di varia (pia, laica e criminosa) risma: ha senso tollerare se non promuovere l’immigrazione degli africani? Ha senso invitarli a partecipare al dramma della disoccupazione o all’azione malavitosa? Non sarebbe più sensato aiutare gli africani a fare un buon uso delle enormi risorse della loro terra?
Il danaro speso per mantenere gli immigrati, trasportati dalla macchina di uno sbarco massiccio, che, nella mente dei mandanti arabi, ha il significato di una stralunata colonizzazione, ad ogni modo, costituisce un freno allo sviluppo delle opportunità d’impiego per gli italiani.
Non per caso, ogni anno 107.000 giovani italiani, dotati di eccellenti titoli di studio, emigrano, trasferendo all’estero un patrimonio di competenze acquisite a spese (ingenti) delle rispettive famiglie e dello stato (a spese dei contribuenti, in ultima analisi).
E’ consolante sapere che una quota del denaro versato all’erario dai contribuenti italiani è spesa per il mantenimento di immigrati refrattari alle nostre tradizioni religiose e civili? E’ confortante sapere che la macchina del buonismo penalizza il lavoro italiano e incrementa l’oziosità degli immigrati?
Sono sbarcati in Italia (e benedetti dal rovente/sfrenato ecumenismo predicato da un’autorità religiosa che sulle pagine di Riscossa Cristiana è definita sarcasticamente Omissis) un milione e mezzo di maomettani, uomini privi di una qualificazione al lavoro, oltre che della voglia di faticare. Purtroppo una  quota ingente di tale massa finisce la sua corsa migratoria negli accoglienti ingranaggi della malavita.
Ora la popolazione italiana è gravata dal peso di una forte disoccupazione giovanile oltre che umiliata dal dramma degli anziati licenziati prima di aver raggiunto l’età della pensione. Ha senso incrementare il peso della disoccupazione accogliendo stranieri e destinandoli al parcheggio riservato ai disoccupati? Ha senso fingere di non vedere che la larga disoccupazione degli immigrati scende con prodigiosa facilità nel sottosuolo dello sfruttamento, dell’arrangismo e del malaffare?
Eccitati o frastornati dal delirio teologico e dall’ideologia impropriamente detta “buonista”, esportiamo intelligenza qualificata, importiamo neghittosità e malcelata ostilità sfoggiando masochismo esterofilo.
Dallo schermo di una televisione privata un urlante deputato progressista afferma – spavaldamente e con alto sprezzo del ridicolo – che una ingente frazione del reddito nazionale è prodotta dagli immigrati. In larga misura, secondo il tele-demagogo, il cibo che consumiamo ci sarebbe procurato dal lavoro degli immigrati.
Nella luce di un tale vaneggiamento gli italiani si trasformano in accattoni nutriti dai lavoratori stranieri, in maggioranza musulmani. Al seguito di un tale bufala si arriva, al galoppo bovino, al meeting di Rimini e al vergognoso nascondimento della statua della Madre di Dio.
L’autorevole e/o pia circolazione di leggende metropolitane intorno ai benefici elargiti dagli immigrati è il segno di una (purtroppo) ostinata inclinazione al delirio teologico e ad un’invincibile attitudine all’annientamento della dignità della nazione italiana, tradita dalla spocchia di una classe politica mentalmente debragata.

Redazione
23/8/2016


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.