Domani, mercoledì 17 agosto, sarà resa pubblica la doppia nomina di monsignor Vincenzo Paglia a presidente della Pontificia accademia per la vita e a gran cancelliere del Pontificio istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia.
Paglia è dal 2012 presidente del Pontificio consiglio per la famiglia. Di questo dicastero, però, è già stata decretata la fusione con il Pontificio consiglio per i laici. Entrambi cesseranno le loro funzioni il 1 settembre prossimo e al loro posto nascerà il nuovo Dicastero per i laici la famiglia e la vita, di cui papa Francesco ha pubblicato lo statuto "ad experimentum" lo scorso 4 giugno.
E Paglia ambiva proprio a presiedere questo nuovo dicastero. Intanto, però, ha ottenuto dal papa la doppia carica di cui domani sarà insignito.
Nel 2012 la chiamata di Paglia in curia, nel ruolo di presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, fu uno degli errori più clamorosi compiuti da Benedetto XVI.
Paglia era esponente di spicco della Comunità di Sant'Egidio ed era dal 2000 vescovo di Terni.
Dove certamente non aveva messo in luce, nell'amministrare i beni terreni, la saggezza da "pater familias" che necessita in un buon vescovo.
La riprova è nel lungo e dettagliato comunicato d'addio del penultimo presidente dello IOR, il tedesco Ernst von Freyberg, al momento di lasciare la sua carica nel luglio del 2014.
A spiegazione del magro utile netto del bilancio dello IOR del 2013, di appena 2,9 milioni di euro contro gli 86,6 milioni di attivo dell'anno precedente, von Freyberg segnalò che lo IOR aveva dovuto mettere in bilancio anche "il deprezzamento di 3,2 milioni di euro di un sostegno finanziario concesso alla diocesi di Terni".
Il riferimento era al crack della diocesi umbra avvenuto quando ne era vescovo Paglia. La diocesi fu commissariata e lo IOR dovette tamponare per una buona metà gli oltre 20 milioni di deficit.
Ma anche come membro di primissimo piano della Comunità di Sant'Egidio Paglia non aveva mai brillato per competenza in materia di famiglia. Né lui né gli altri dirigenti della Comunità, compreso l'onnipotente suo fondatore Andrea Riccardi. Anche lui impropriamente delegato nel 2012 a occuparsi dei problemi della famiglia nella sua qualità di ministro per la cooperazione internazionale, nel governo "tecnico" presieduto da Mario Monti.
A gettare una luce sinistra su cosa accadeva, in materia di famiglia e di matrimonio, dietro la luminosa facciata della Comunità di Sant'Egidio, era stata, nel 2003, la richiesta di nullità del proprio matrimonio inoltrata al tribunale diocesano di Roma da un appartenente da 25 anni alla Comunità, sposatosi con una donna anch'essa della Comunità.
Alla richiesta di nullità costui allegò un memoriale. Nel quale documentava non solo come si fosse sposato "per costrizione", ma anche come il suo caso fosse parte di un più generale sistema autoritario che governava la Comunità di Sant'Egidio e che gestiva i fidanzamenti e i matrimoni dei suoi membri di vario grado.
Il memoriale uscì in questo servizio di www.chiesa:
Il tribunale diocesano di Roma accolse la richiesta e nella sua sentenza definitiva decretò nullo "per costrizione" quel matrimonio.
Eppure, miracolosamente, niente di tutto ciò ha danneggiato la carriera di Paglia, in costante ascesa anche sotto il pontificato di Francesco.
Il quale s'è ben guardato, ad esempio, dall'invitare al doppio sinodo dei vescovi sulla famiglia il predecessore di Paglia alla presidenza del Pontificio consiglio "ad hoc", il cardinale Ennio Antonelli, la cui competenza in materia era incomparabilmente superiore, ma che per sua sfortuna sosteneva con franchezza e nettezza posizioni contrarie alla comunione ai divorziati risposati.
Mentre nel frattempo Paglia si adoperava accortamente nella direzione opposta, in particolare patrocinando ufficialmente un seminario di esperti e teologi "aperturisti" confluito in un libro pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana nell'intervallo tra le due sessioni sinodali.
Oltre che aver tenuto fuori dal sinodo il cardinale Antonelli, papa Francesco aveva anche escluso da un ruolo attivo in esso l'istituto che teoricamente avrebbe dovuto esserne attore di primo piano: il Pontificio istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia, che ha come preside Livio Melina e ha avuto fino a oggi come gran cancelliere il cardinale Agostino Vallini, in quanto vicario di Roma e quindi anche gran cancelliere della Pontificia Università Lateranense nella quale l'istituto ha sede.
Ma ora tutto cambia. Il nuovo gran cancelliere dell'istituto sarà da domani Paglia. Con un incarico verosimilmente più che onorifico. Cioè finalizzato a cambiare uomini e orientamento dell'istituto stesso, adeguandoli al nuovo corso bergogliano.
Quanto alla Pontificia accademia per la vita, anch'essa affidata dal papa alle cure di Paglia, c'è da aspettarsi anche lì qualche terremoto.
Basti pensare che tra i membri ordinari dell'accademia c'è il filosofo austriaco Josef Seifert, fresco autore della più micidiale demolizione di "Amoris laetitia" finora pubblicata, che conclude le sue 26 pagine di requisitoria chiedendo a papa Francesco di rettificare le sue affermazioni eretiche.
Settimo Cielo di Sandro Magister 16 ago http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/08/16/ultimi-fuochi-di-paglia-con-una-doppia-nomina-in-arrivo/ Dicastero per laici, famiglia e vita. Ecco le nomine
18-08-2016
Con il Motu proprio Sedula Mater, pubblicato ieri, prende concretamente corpo il nuovo dicastero vaticano per laici, famiglia e vita che era già stato approvato ad experimentum lo scorso giugno. Finalmente viene nominato anche il Prefetto di questo nuovo dicastero, monsignor Kevin Farrel, attuale vescovo di Dallas negli Stati Uniti.
Farrel, irlandese di 68 anni, entrato nella congregazione dei Legionari di Cristo nel 1966 è stato ordinato sacerdote nel 1978; nel 1983 diviene semplice pastore diocesano a Washington. Viene quindi nominato ausiliare della diocesi nord americana nel 2001 da Giovanni Paolo II, quindi promosso a Vescovo di Dallas nel 2007. Secondo quanto riporta il noto vaticanista statunitense John Allen, Farrel è considerato un moderato “centrista”, con uno spiccato profilo pastorale e un forte orientamento alla giustizia sociale molto in sintonia con la sensibilità di Papa Francesco. Nel 2009, scrive Allen, Farrel pronunciò un discorso memorabile contro il dogmatismo e la mentalità chiusa che sarebbe stata praticata nell'Università di Dallas. In generale lo caratterizza uno spiccato equilibrio con un'avversione istintiva agli estremi ideologici, un ritratto che, in poche parole, potremmo definire “conservative corretto”. Non è un “guerriero culturale”, ma sui temi che sono al centro del dicastero che andrà a dirigere, aborto, eutanasia, matrimonio gay, etc., rimane comunque fermo alla dottrina della Chiesa.
Il nuovo dicastero, come noto, va ad accorpare gli attuali Pontificio Consiglio per i Laici e Pontificio Consiglio per la Famiglia, nell'ottica della riforma della Curia che è uno dei passaggi fondamentali di questo papato. Dall' 1 settembre il nuovo dicastero subentrerà nelle competenze e funzioni finora appartenute ai due Pontifici Consigli che va ad accorpare.
Lo statuto approvato ad experimentum in giugno prevede inoltre che al nuovo dicastero sia connessa anche la Pontificia Accademia per la Vita, mentre un particolare ruolo viene ad assumere l'Istituto Giovanni Paolo II per Studi su matrimonio e famiglia, perché, si legge all'articolo 10, l'Istituto operante nell'ambito dell'Università Lateranense, viene ad avere con il neo dicastero «un diretto legame (…) per promuovere un comune indirizzo negli studi su matrimonio, famiglia e vita».
In questo senso era molto attesa anche la nomina di un nuovo preside dell'Istituto, cosa che è puntualmente avvenuta ieri, insieme alla nomina del Prefetto. Al posto di monsignor Livio Melina viene nominato Preside dell'Istituto fondato da San Giovanni Paolo II monsignor Pierangelo Sequeri, noto teologo italiano, settantaduenne, preside della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e con vari incarichi a Roma. Sequeri è stato consultore al recente doppio Sinodo sulla famiglia e, ancor più rilevante, è stato segnalato più volte tra i membri del gruppo di lavoro ristretto che ha collaborato nella stesura dell'esortazione Amoris laetitia. Bisogna riconoscere che la nomina di Sequeri a preside dell'Istituto Giovanni Paolo II rappresenta una certa novità rispetto alla linea che l'Istituto stesso ha seguito durante i lavori del sinodo.
Amoris laetitia e la sua attuazione sembrano davvero l'elemento fondamentale di questo nuovo dicastero, e lo stesso Farrel rispetto all'esortazione si è sempre mostrato ampiamente favorevole, elogiando pubblicamente le interpretazioni che ne ha dato il cardinale Christoph Schönborn. Proprio ieri, in occasione della sua nomina, Farrel ha rilasciato un comunicato in cui dice di sperare di «esser parte dell'importante lavoro della Chiesa universale nella promozione dei laici e del suo apostolato per la pastorale della famiglia e a sostegno della vita umana secondo la recente esortazione apostolica del Papa, Amoris laetitia”.
Dei due prefetti che dirigevano i Pontifici Consigli per i Laici e per la Famiglia, ancora non si sa quale destino avrà il cardinale Stanislaw Rylko, anche se qualcuno lo indica come possibile successore del cardinale Stanis?aw Dziwisz, attuale vescovo di Cracovia e già in età da pensione. Mentre per monsignor Vincenzo Paglia è arrivata ieri la doppia nomina a Gran Cancelliere dell'Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, e a presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Nel chirografo che Papa Francesco ha riservato a monsignor Paglia per questa doppia nomina si dice che «dal Concilio Ecumenico Vaticano II ad oggi il Magistero della Chiesa su tali temi si è sviluppato in maniera ampia ed approfondita. E il recente Sinodo sulla Famiglia, con l’Esortazione Apostolica Amoris laetitia, ne ha ulteriormente allargato e approfondito i contenuti. È mia intenzione che gli Istituti posti sotto la tua guida si impegnino in maniera rinnovata nell’approfondimento e nella diffusione del Magistero, confrontandosi con le sfide della cultura contemporanea».
Il nuovo dicastero, quindi, anche considerando il particolare legame con l'Istituto Giovanni Paolo II e l'Accademia per la vita, si apre all'insegna di Amoris laetitia. Perchè si proceda, si legge ancora nel chirografo del Papa a monsignor Paglia, verso «un rinnovamento e ad un ulteriore sviluppo per iscrivere la loro azione sempre più chiaramente nell’orizzonte della misericordia». La rivoluzione “pastorale” di Papa Francesco prosegue.
Con il Motu proprio Sedula Mater, pubblicato ieri, prende concretamente corpo il nuovo dicastero vaticano per laici, famiglia e vita che era già stato approvato ad experimentum lo scorso giugno. Finalmente viene nominato anche il Prefetto di questo nuovo dicastero, monsignor Kevin Farrel, attuale vescovo di Dallas negli Stati Uniti.
Farrel, irlandese di 68 anni, entrato nella congregazione dei Legionari di Cristo nel 1966 è stato ordinato sacerdote nel 1978; nel 1983 diviene semplice pastore diocesano a Washington. Viene quindi nominato ausiliare della diocesi nord americana nel 2001 da Giovanni Paolo II, quindi promosso a Vescovo di Dallas nel 2007. Secondo quanto riporta il noto vaticanista statunitense John Allen, Farrel è considerato un moderato “centrista”, con uno spiccato profilo pastorale e un forte orientamento alla giustizia sociale molto in sintonia con la sensibilità di Papa Francesco. Nel 2009, scrive Allen, Farrel pronunciò un discorso memorabile contro il dogmatismo e la mentalità chiusa che sarebbe stata praticata nell'Università di Dallas. In generale lo caratterizza uno spiccato equilibrio con un'avversione istintiva agli estremi ideologici, un ritratto che, in poche parole, potremmo definire “conservative corretto”. Non è un “guerriero culturale”, ma sui temi che sono al centro del dicastero che andrà a dirigere, aborto, eutanasia, matrimonio gay, etc., rimane comunque fermo alla dottrina della Chiesa.
Il nuovo dicastero, come noto, va ad accorpare gli attuali Pontificio Consiglio per i Laici e Pontificio Consiglio per la Famiglia, nell'ottica della riforma della Curia che è uno dei passaggi fondamentali di questo papato. Dall' 1 settembre il nuovo dicastero subentrerà nelle competenze e funzioni finora appartenute ai due Pontifici Consigli che va ad accorpare.
Lo statuto approvato ad experimentum in giugno prevede inoltre che al nuovo dicastero sia connessa anche la Pontificia Accademia per la Vita, mentre un particolare ruolo viene ad assumere l'Istituto Giovanni Paolo II per Studi su matrimonio e famiglia, perché, si legge all'articolo 10, l'Istituto operante nell'ambito dell'Università Lateranense, viene ad avere con il neo dicastero «un diretto legame (…) per promuovere un comune indirizzo negli studi su matrimonio, famiglia e vita».
In questo senso era molto attesa anche la nomina di un nuovo preside dell'Istituto, cosa che è puntualmente avvenuta ieri, insieme alla nomina del Prefetto. Al posto di monsignor Livio Melina viene nominato Preside dell'Istituto fondato da San Giovanni Paolo II monsignor Pierangelo Sequeri, noto teologo italiano, settantaduenne, preside della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e con vari incarichi a Roma. Sequeri è stato consultore al recente doppio Sinodo sulla famiglia e, ancor più rilevante, è stato segnalato più volte tra i membri del gruppo di lavoro ristretto che ha collaborato nella stesura dell'esortazione Amoris laetitia. Bisogna riconoscere che la nomina di Sequeri a preside dell'Istituto Giovanni Paolo II rappresenta una certa novità rispetto alla linea che l'Istituto stesso ha seguito durante i lavori del sinodo.
Amoris laetitia e la sua attuazione sembrano davvero l'elemento fondamentale di questo nuovo dicastero, e lo stesso Farrel rispetto all'esortazione si è sempre mostrato ampiamente favorevole, elogiando pubblicamente le interpretazioni che ne ha dato il cardinale Christoph Schönborn. Proprio ieri, in occasione della sua nomina, Farrel ha rilasciato un comunicato in cui dice di sperare di «esser parte dell'importante lavoro della Chiesa universale nella promozione dei laici e del suo apostolato per la pastorale della famiglia e a sostegno della vita umana secondo la recente esortazione apostolica del Papa, Amoris laetitia”.
Dei due prefetti che dirigevano i Pontifici Consigli per i Laici e per la Famiglia, ancora non si sa quale destino avrà il cardinale Stanislaw Rylko, anche se qualcuno lo indica come possibile successore del cardinale Stanis?aw Dziwisz, attuale vescovo di Cracovia e già in età da pensione. Mentre per monsignor Vincenzo Paglia è arrivata ieri la doppia nomina a Gran Cancelliere dell'Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, e a presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Nel chirografo che Papa Francesco ha riservato a monsignor Paglia per questa doppia nomina si dice che «dal Concilio Ecumenico Vaticano II ad oggi il Magistero della Chiesa su tali temi si è sviluppato in maniera ampia ed approfondita. E il recente Sinodo sulla Famiglia, con l’Esortazione Apostolica Amoris laetitia, ne ha ulteriormente allargato e approfondito i contenuti. È mia intenzione che gli Istituti posti sotto la tua guida si impegnino in maniera rinnovata nell’approfondimento e nella diffusione del Magistero, confrontandosi con le sfide della cultura contemporanea».
Il nuovo dicastero, quindi, anche considerando il particolare legame con l'Istituto Giovanni Paolo II e l'Accademia per la vita, si apre all'insegna di Amoris laetitia. Perchè si proceda, si legge ancora nel chirografo del Papa a monsignor Paglia, verso «un rinnovamento e ad un ulteriore sviluppo per iscrivere la loro azione sempre più chiaramente nell’orizzonte della misericordia». La rivoluzione “pastorale” di Papa Francesco prosegue.
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