ITALIA LA "CYBER GUERRA" CONTRO PAPA FRANCESCO.
INTERVISTA A GIACOMO GALEAZZI
I siti web
tradizionalisti scatenano una sorta di “cyber guerra” contro l’operato
di Papa Francesco. Quali sono i siti e chi sono questi super integralisti
“cattolici”? Ne parliamo con Giacomo Galeazzi, vaticanista del quotidiano
La Stampa, autore, insieme ad Andrea Tornielli, di una inchiesta su questa
area ecclesiale che vive di nostalgici risentimenti contro il Vaticano II
e la modernità.
Galeazzi, lei e Andrea Tornielli siete stati autori di una
bella inchiesta giornalistica sulla resistenza (o dissenso) a Papa
Francesco pubblicata nei giorni scorsi su Vatican Insider, vogliamo
approfondire alcuni nodi della vostra inchiesta. Incominciamo col fare una
piccola mappa: Dove è collocata maggiormente l'area del dissenso?
Il dissenso si manifesta maggiormente, non
solo con libri, ma, come già detto, con lo strumento del web. La rete
diventa, così, l'arma per scatenare l'opposizione a Francesco. Può farci
qualche nome dei maggiori oppositori?
“A tenere unita la galassia del dissenso
è l’avversione a Francesco. E’ un' area composita che spazia dai
lefebvriani che hanno deciso di «attendere un Pontefice tradizionale» per
tornare in comunione con Roma, ai cattolici leghisti che contrappongono
Francesco al suo predecessore Ratzinger e lanciano la campagna «Il mio
papa è Benedetto». Ci sono gli ultraconservatori d ella Fondazione Lepanto
e i siti web vicini a posizioni sedevacantiste, convinti che abbia ragione
Socci a sostenere l’invalidità dell’elezione di Bergoglio soltanto perché
nel conclave del marzo 2013 una votazione era stata annullata senza essere
scrutinata. Il motivo? Una scheda in più inserita per errore da
un cardinale. La votazione era stata immediatamente ripetuta proprio per
evitare qualsiasi dubbio e senza che nessuno dei porporati elettori sollevasse
obiezioni. In questa galassia ci sono anche prelati e intellettuali
tradizionalisti firmano appelli o protestano contro le aperture pastorali del
Pontefice argentino sulla comunione ai divorziati risposati e sul dialogo
con il governo cinese”.
Quanto peso ha questa area?
“Dopo l’uscita della nostra
inchiesta sulla “Stampa”, un bravo collega del quotidiano “Avvenire”,
Luigi Rancilio si è fatto proprio questa domanda: quante persone coinvolge
questo fronte anti Bergoglio sul web? Così, ha analizzato il traffico dei
blog e dei siti citati nel mese di settembre, usando Similarweb (che
non sarà preciso al 100% ma è molto affidabile). Ecco i risultati: La nuova
Bussola quotidiana 11.200 lettori medi al giorno.Il blog di Antonio Socci
6.833 lettori medi al giorno. Il Timone 3.253 lettori medi al giorno. Il
blog di Sandro Magister sull'Espresso 2.870 lettori medi al
giorno. Riscossa Cristiana 2.440 lettori medi al giorno. Unavox 1.456
lettori medi al giorno .Il blog di Don Giorgio De Capitani 730 lettori
medi al giorno. Il blog Chiesa e postconcilio 284 lettori medi
al giorno Rosso porpora 57 lettori medi al giorno. Facendo anche
finta che nessuno di questi siti o blog abbia lettori in comune (cosa
impossibile) stiamo parlando di 29.123 persone al giorno. Quindi,
Papa Francesco può dormire sonni tranquilli. Il dissenso verso il Papa
unisce persone e gruppi tra loro molto diversi e non assimilabili”.
La
linea pastorale di Francesco che, sulla scia del Vaticano II, propone una
ecclesiologia inclusiva (la visione della "Chiesa come ospedale da
campo") è contestata da alcuni cardinali e da una parte della Curia
Romana. Cosa contestano a Papa Francesco?
Qual è la critica più feroce dal
punto di vista teologico?
“Uno dei principali centri di resistenza, secondo lo
storico ultratradizionalista Roberto De Mattei (presidente della
fondazione Lepanto) è l’Istituto Giovanni Paolo II per la famiglia. Nel mirino
dei critici c’è anche il contributo che la politica migratoria di
Francesco, a giudizio dei suo detrattori, fornisce alla destabilizzazione
dell’Europa e alla fine della civiltà occidentale. Tra coloro che vengono
considerati stelle polari da parte di questo mondo ci sono soprattutto il
porporato statunitense Raymond Leo Burke, patrono dei Cavalieri di Malta,
e il vescovo ausiliare di Astana, Athanasius Schneider. I vescovi
cattolici nel mondo sono più di cinquemila, ci ha ricordato il sociologo
Massimo Introvigne, il dissenso riesce a mobilitarne una decina, molti dei
quali in pensione, il che mostra appunto la sua scarsa consistenza”.
Abbiamo visto che la Rete diventa il grande contenitore dove alberga il
risentimento, la delegittimazione (e in taluni casi anche l'odio) nei
confronti del Papa. Pur tra differenze di posizioni, quello che appare è
che vi sia una "regia" comune che alimenta questo dissenso. C'è?
Oppure è una visione da "complottisti" immaginare questo?
“Introvigne
sostiene che questo dissenso è presente più sul web che nella vita reale ed
è sopravvalutato: ci sono infatti dissidenti che scrivono commenti sui
social sotto quattro o cinque pseudonimi, per dare l’impressione di essere
più numerosi. Ed è un movimento che non ha successo perché non è unitario.
Ci sono almeno, secondo Introvigne, tre dissensi diversi: quello politico
delle fondazioni americane, di Marine Le Pen e di Matteo Salvini che non
sono molto interessati ai temi liturgici o morali - spesso non vanno
neppure in chiesa - ma solo all’immigrazione e alle critiche del Papa al
turbo-capitalismo. Quello nostalgico di Benedetto XVI, che però non contesta il
Vaticano II. E quello radicale della Fraternità San Pio X o di de Mattei e
Gnocchi, che invece rifiuta il concilio e quanto è venuto dopo”.
Tra i
protagonisti, oltre a teologi ed alcuni elementi della gerarchia, vi sono i
giornalisti. Tra i più noti ricordiamo: Magister (più sofisticato), Socci
(sostenitore della tesi della invalidità della elezione di Francesco) e
Rusconi (tradizionalista ticinese). Ho notato l'assenza di Aldo Maria
Valli, vaticanista del TG1, tra i più critici, sia pure raffinato, nei
confronti del Papa. Perché?
“Abbiamo scattato una fotografia
dell’esistente. E’ stato un lavoro capillare e faticoso. Sicuramente ci
sono anche altre voce di dissenso a Francesco, abbiamo riportato quelle che
riteniamo più significative. Il dissenso verso il Papa unisce persone e
gruppi tra loro molto diversi e non assimilabili: ci sono le prese di
distanza soft del giornale online «La Bussola quotidiana» e del mensile
«Il Timone», diretti da Riccardo Cascioli. C’è il quasi quotidiano rimprovero
al Pontefice argentino messo in rete dal vaticanista emerito
dell’«Espresso», Sandro Magister. Ci sono i toni apocalittici e irridenti
di Maria Guarini, animatrice del blog «Chiesa e Postconcilio», fino
ad arrivare alle critiche più dure dei gruppi ultratradizionalisti e
sedevacantisti, quelli che ritengono non esserci stato più un Papa valido
dopo Pio XII”.
Non c'è solo la teologia il dissenso riguarda anche la
"politica", e anche la "geopolitica
della misericordia", di Francesco. Qui lo spettro va dai cattolici
conservatori americani (che votano Trump) ai cattoleghisti che tifano per
Putin. Non è assurdo avere come interlocutore Putin da contrapporre a Papa
Francesco? Senza dimenticare la destra "sovranista". Su che basi
si fonda questa fronda?
“Abbiamo visitato i luoghi e incontrato i
protagonisti di questa opposizione a Francesco, numericamente contenuta ma
molto presente sul web, per descrivere un arcipelago che
attraverso Internet ma anche con incontri riservati tra ecclesiastici,
mescola attacchi frontali e pubblici a più articolate strategie.
Introvigne ci ha fatto notare una sorprendente caratteristica comune a molti
di questi ambienti: È l’idealizzazione mitica del presidente russo
Vladimir Putin, presentato come il leader “buono” da contrapporre al Papa leader
“cattivo”, per le sue posizioni in materia di omosessuali, musulmani e
immigrati. Con il dissenso anti-Francesco collaborano fondazioni
russe legatissime a Putin”.
Pensa che queste posizioni abbiano una qualche
possibilità di avere un consenso più largo nella comunità ecclesiale?
“Nel
libro “Il Concilio di Papa Francesco” (Elledici) ho avuto modo di elencare
ragioni e temi che dividono questi oppositori di Bergoglio dalla
larghissima maggioranza dei fedeli. Tra i nemici di Francesco, molti hanno
come “grande nemico” il Vaticano II. Francesco, proprio perché è il
primo Papa che non ha partecipato al Concilio, ha come indirizzo
fondamentale la realizzazione e l’attualizzazione della primavera
conciliare. E ciò contrasta con il luogo comune di un periodo storico
della Chiesa del tutto concluso e, ormai, da celebrare con un obbligato
ossequio retorico, più o meno convinto, più o meno ipocrita. Francesco
ritiene che il Concilio, al contrario, sia rimasto largamente inapplicato
e che, invece di celebrarlo ritualmente, appunto, vada vissuto
nella quotidiana esperienza pastorale. Il richiamo al Concilio mi ha
consentito, anche attraverso una vasta ricognizione tra le opinioni
dei più autorevoli protagonisti del dibattito ecclesiale, di formulare
distinzioni tra termini che si confondono troppo per essere
chiarificatori. Quelli che ricordano l’essenziale differenza, per esempio,
tra miseria e povertà, per cui la prima è indegnità, la seconda è stile di vita
e il Vangelo dice, appunto, «beati i poveri», non «beati i miseri».
Proprio per contestare ingenue o maligne assimilazioni ideologiche, è
utile ricordare le parole di Francesco che rivendicano la
primogenitura della parola evangelica sull’importanza della «cura dei
poveri», rispetto a rivendicazioni marxiste totalmente estranee alla
concezione cristiana della vita”.
Papa Francesco come reagisce di fronte a
tutto questo?
“Francesco è un dono provvidenziale alla Chiesa e al mondo. Basta
seguire ogni giorno su “Vatican Insider” l’attività di Bergoglio e vederne
gli straordinari effetti globali per capire la portata storica del suo
pontificato. A chi acriticamente attacca Bergoglio a testa bassa e, pur
definendosi cattolico, arriva a insultarlo sui siti ultratradizionalisti
definendo il Vicario di Cristo “un monotono clown di basso conio” di
leggere “Il nome di Dio è misericordia” (Piemme), il libero nel quale il
Papa dimostra splendidamente e in maniera inequivocabile ad Andrea
Tornielli come il Vangelo sia l’unica linea guida della sua azione. Le risposte
di Bergoglio a Tornielli fanno capire in maniera inequivocabile come il
Pontefice abbia a cuore esclusivamente l’evangelizzazione. Mediocri
e meschini veleni di piccole pozze inquinate non riescono neppure a
sfiorare il grande fiume alimentato dallo Spirito Santo”.
di Pierluigi Mele 18 ottobre 2016
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