ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 27 novembre 2016

Per chi ha fede ha un valore grandissimo

La festa della Medaglia Miracolosa 

Domani, 27 novembre, è la prima domenica d’Avvento, ma è anche il giorno della festa della Medaglia Miracolosa.

di Don Giorgio Maffei  (*)
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zctlbmdnnLa Festa della Medaglia Miracolosa non è inferiore alle altre feste della Madonna solennemente celebrate con una giornata di precetto, o comunque con una particolare liturgia del giorno.
Questa festa non è neppure segnata nel calendario, non solo nei calendari destinati ad uso profano, ma neanche nell’ «Ordo», ossia nel calendario liturgico della Chiesa. Non parliamo del calendario riformato, nel quale è stato cancellato un gran numero di feste ormai entrate nella Tradizione, ma anche del calendario “vecchio”. Nel Messale, anzi solo in alcuni messali antichi, troviamo la Messa relegata in fondo, tra quelle “in aliquibus locis”, ossia celebrate in alcuni luoghi dove la devozione è particolarmente sentita. Insomma, come se si trattasse di una devozione secondaria e di poco conto. Figuriamoci oggi che a momenti non si usa più nemmeno l’acqua benedetta, quale valore può avere la celebrazione di una piccola medaglietta e della relativa festa.

Per chi non ha fede, non ha nessun valore, ma, per chi ha fede ha un valore grandissimo. Infatti, la Festa della Medaglia Miracolosa, insieme alla Festa della Madonna di Lourdes, è strettamente collegata alla Festa dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima; l’una è intesa a prepararla e l’altra a confermarla. Vediamo come sono andate le cose.
L’8 dicembre 1854, il sommo pontefice Pio IX proclamò solennemente il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine Santissima. Non che si sia scoperto allora che la Santissima Vergine è la Piena di Grazia e la Tutta Bella: la venerazione popolare la riteneva tale fin dal tempo degli Apostoli, come la riteneva Assunta al Cielo in anima e corpo, benché anche questo dogma sia stato proclamato il 10 novembre 1950 da Pio XII, quindi molti secoli più tardi.
Tuttavia, quando i tempi erano maturi per proclamarla ufficialmente e solennemente Immacolata, la Madonna stessa volle dare qualche segno della sua volontà, naturalmente a vantaggio dei suoi figli. Non per sé, ma per noi.
Precisamente 24 anni prima di quella fatidica data, il 27 novembre 1830, la Madonna apparve a Santa Caterina Labouré, nel suo convento di Parigi: bella, maestosa, tenendo sotto i suoi piedi il serpente. La Santa Vergine indica che così voleva essere rappresentata sulla Medaglia, con la scritta molto significativa, anzi rivelatrice: “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi”, giaculatoria con la quale desiderava essere invocata. Era il preannuncio, la preparazione, l’evento precursore della proclamazione del dogma.
Quando la Chiesa, nel 1854, proclamò infallibilmente il dogma dell’Immacolata, i soliti materialisti, increduli e beffardi, ci risero sopra, dicendo: “Cos’importa a noi di queste cose? Quale bene, quale vantaggio ne viene all’umanità ? Ci sono altri problemi da risolvere: c’è la giustizia sociale da instaurare, c’è la promozione umana da sostenere, ci sono i diritti dell’uomo sulla terra, l’uguaglianza tra tutte le classi da difendere, la pace, il lavoro, il progresso… Questa è la vera religione! Questo il vero vangelo! Altro che dogmi!”. Stava spuntando la mala pianta dell’eresia modernista, seguita pure da molti cattolici che avevano perduta la fede, o l’avevano travisata; eresia combattuta energicamente dal santo Papa Pio X, ma oggi diffusissima nel mondo cattolico, a cui aderiscono purtroppo anche tanti pastori. Ma allora cominciava a diffondersi, venefico frutto della rivoluzione francese.
Ebbene, la risposta della Madonna alle critiche e alle derisioni degli increduli non tardò. Soltanto quattro anni dopo, apparendo a Lourdes, disse a santa Bernardetta, che insistentemente le aveva chiesto come si chiamasse: “Io sono l’Immacolata Concezione”, confermando la verità di ciò che era stato definito dalla Chiesa.
E, se anche questo lasciò indifferenti gli ostinati nemici della Chiesa, seguirono gli strepitosi miracoli, numerosi ed innegabili, di fronte ai quali anche molti increduli, più sensibili e più onesti, si convertirono.
zmdglmrclTre eventi strettissimamente collegati tra loro: il preannuncio con l’ apparizione del 1830 a Santa Caterina Labouré ed il suggerimento della Medaglia Miracolosa, la proclamazione del dogma nel 1854 da parte di Pio IX e la conferma, con l’apparizione di Lourdes nel 1858, a Santa Bernardetta.
A noi, oggi, interessa particolarmente il primo evento: l’apparizione a santa Caterina Labouré. Già la stessa apparizione è piena di simboli, ciascuno con un suo preciso significato.
Il serpente che la Santa Vergine tiene sotto i piedi vuole mostrare l’assoluto dominio di Maria su Satana, come era stato predetto da Dio fin dall’inizio: “Porrò inimicizia tra te e la donna ed Ella ti schiaccerà il capo” (Gen. 3,15), ossia ti vincerà e libererà i figli che confidano in Lei e ricorrono a Lei.
In che modo ricorrono a Lei? Con la preghiera fiduciosa, devota, assidua, in modo particolare con la recita, ogni giorno, del Santo Rosario, possibilmente intero. Questo è ben rappresentato dagli anelli che porta nelle dita delle mani, da ciascuno dei quali partono raggi di luce. Gli anelli sono quindici, come quindici sono i misteri contemplati nel Rosario. I raggi sono le grazie che Ella sparge su coloro che la invocano.
Ad un certo momento dell’apparizione, però, santa Caterina vide che alcuni anelli non emettevano luce. La Madonna spiega: “Sono le grazie che non posso concedere, perché non sono pregata abbastanza”.
Noi abbiamo bisogno della Madonna, ma anche la Madonna ha bisogno di noi: occorre sempre la nostra volenterosa ed attiva collaborazione. La Madonna è una fonte inesauribile di grazie, ma non ne gode se non chi a questa fonte va ad attingere. Chi prega, ottiene. Chi prega poco e male, ottiene poco. Chi prega molto e bene (“bene” non solo nella recita materiale delle preghiere, ma anche con le disposizioni interiori di fede, di umiltà, di desiderio sincero e vivo della perfezione spirituale), ottiene molto. Chi non prega per niente, non ottiene niente e il demonio è ancora potente su di lui. Molti si chiedono: “Ma, come può essere che il demonio sia tanto potente? Gesù, morendo sulla croce, non lo ha vinto e incatenato? E Maria, Immacolata e Regina potentissima, non gli ha schiacciato la testa? E, allora?”.
Ecco: il demonio è potente con quelli che sono disposti a servirlo, non con quelli che gli resistono nella fede, seguono con tutte le forze il Signore, ne fanno la volontà e, inoltre, si mettono sotto la protezione di Maria. Quando Dio cacciò Lucifero dal Paradiso, non gli tolse i doni di intelligenza e di potenza che gli aveva dato, limitandosi ad impedirgli di fare tutto il male che egli avrebbe voluto fare. Quando Gesù mori sulla croce, senza ancora togliergli i doni che gli aveva dato, lo ha messo nell’impossibilita di nuocere alle anime dei veri credenti, ma non alle anime di coloro che non vogliono credere, che non ascoltano la parola di Dio, o l’ascoltano, ma non la mettono in pratica e non onorano Colei che Egli ha costituito regina e madre di tutti gli uomini, per salvarli dalle astuzie e dagli sforzi del maligno, come fu rappresentato dal sangue dell’agnello con cui gli ebrei avevano segnato gli architravi delle porte delle loro case, salvandosi in quella notte, mentre gli egiziani non furono altrettanto protetti. (Es.12,21-23).
Altrettanto è detto nell’Apocalisse, per indicare coloro che credono in Gesù Cristo, Agnello di Dio, lo seguono obbedendo alla sua dottrina e coloro che lo rifiutano, facendo il male: “Beati coloro che lavano le loro vesti nel sangue dell’Agnello, per aver diritto all’albero della vita e per entrare per le porte della città (eterna). Fuori i cani, i venefici, gl’impudichi, gli omicidi, gl’idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna”. (Apoc.22,14-15).
Se oggi, dunque, il demonio e tanto potente, è perché ha trovato un numero sterminato di imprudenti e di fuorviati che gli danno retta.
Maria Santissima libera i suoi figli dalle insidie del demonio, soprattutto dalle quelle di ordine spirituale che il Nemico tende loro per farli cadere in peccato. È questo aiuto che noi dobbiamo principalmente cercare dalla Madonna, pregandola e invocandola con l’uso di quei mezzi che Ella stessa ci ha dato, tra i quali la Corona del Santo Rosario e, appunto, la devozione alla Medaglia Miracolosa. Ma la nostra Mamma Celeste non ha cura soltanto delle anime. Ella ha cura anche dei corpi e delle necessità materiali e, se il Signore, per sua misteriosa e sempre giusta provvidenza, non ha disposto diversamente, ci protegge da tanti mali e pericoli temporali che incontriamo in questa vita.
Santa Caterina Labouré si sentiva tanto tranquilla e contenta, perché sapeva, ossia credeva fermamente, che la Madonna vegliava su di lei e sulla sua comunità. Ogni volta che si trovavano in qualche difficoltà, ella rincuorava le consorelle, ripetendo sempre: “Non temete: c’è la Madonna!”. E tutto andava bene.
Quando, nel 1863, un incendio minacciò la casa di Reuilly, mentre tutti erano spaventati, suor Labouré diceva tranquillamente il suo Rosario in mezzo al giardino, assicurando che la Madonna avrebbe risparmiato la casa. Come avvenne, infatti, contro ogni previsione. Ciò non significa che si debba spegnere ogni incendio con la sola recita del Rosario, o che non occorra mai chiamare i pompieri.
Quando noi possiamo materialmente fare qualcosa per evitare un disastro, dobbiamo farlo e non pretendere un miracolo. Se Dio dà i mezzi e le possibilità materiali per fuggire un pericolo, vuol dire che ce ne vuol liberare attraverso l’uso prudente e diligente di quei mezzi. Dio non fa miracoli inutili.
È nei casi in cui, almeno noi personalmente, non possiamo fare niente come allora suor Caterina, che dobbiamo avere fiducia nell’intervento miracoloso di Dio attraverso la Madonna, o i suoi Santi. E naturalmente, rendercene anche in qualche modo degni.
Noi molto spesso facciamo il contrario: pretendiamo miracoli dove non ce n’è bisogno, dove il Signore ci dà i mezzi per provvedere da noi, magari senza neanche meritarlo, e dubitiamo dell’aiuto di Dio nei casi in cui Lui solo può liberarci, o difenderci, o salvarci. Se ci fosse questa fede nella società, accompagnata dalle opere di una vita santa, ci accorgeremmo che tanti problemi del mondo sarebbero facilmente risolti anche senza sindacati, anche senza conferenze e vertici di pace, anche senza partiti politici e tanti sforzi umani che gli increduli preferiscono ai dogmi della Chiesa e all’uso di quei sacramentali, come la Medaglia Miracolosa, per ottenere in breve, senza fatica e in maniera molto migliore, ciò che legittimamente si desidera.
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(*)  Don Giorgio Maffei – Ferrara, 1° maggio 1921 – Rimini, 13 novembre 2015
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La meravigliosa storia della Medaglia miracolosa 

Domani, 27 novembre 2016, prima domenica di Avvento, è anche il giorno della festa della Medaglia Miracolosa. Riproponiamo questo articolo di Corrado Gnerre, pubblicato il 27 novembre dello scorso anno.

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La meravigliosa storia della Medaglia miracolosa
di Corrado Gnerre
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Il cattolicesimo e il valore dei “segni”
Nel Cristianesimo si dà grande importanza alla vita interiore, anzi possiamo dire che esso è l’unica religione della vita interiore. Si afferma, giustamente, che la conversione è adesione del cuore e che la dimensione della preghiera deve essere vissuta in “spirito e verità”. Eppure nel Cristianesimo si esprime con chiarezza anche l’importanza del “segno”. San Bernardo di Chiaravalle nell’epistola 11 così scrive: «(…) poiché siamo carnali, Dio fa che il nostro desiderio e il nostro amore comincino dalla carne». Nel Cristianesimo tutto diviene avvenimento, tutto diviene fatto, tutto diviene fisicamente visibile, tutto deve divenire segno.
L’Incarnazione è il segno per eccellenza. È l’amore che si fa fatto, che diviene avvenimento. È l’amore che non si contenta di rimanere sul piano verbale ed intellettuale, ma che pretende farsi carne, passione, condivisione. È l’amore che diviene visibile.
Il grande avvenimento della Medaglia miracolosa s’inserisce pienamente in questa prospettiva.
zzzzmdmrclsLe apparizioni
La storia della Medaglia miracolosa risale al 1830, a Parigi, a Rue du Bac, nella Casa Madre delle Suore di san Vincenzo de’ Paoli e di santa Luisa de Marillac. Vi furono delle apparizioni della Madonna a suor Caterina Labouré, poi diventata santa. Ella tenne nascosto il segreto per ben 46 anni, cioè fino alla morte, rivelandolo soltanto al suo confessore.
Nel luglio e nel novembre del 1830 avvennero le due principali apparizioni della Vergine Santissima nella Cappella del Noviziato. La prima delle due accadde di notte. Avvertita dall’Angelo Custode, santa Caterina si recò nella Cappella e andò ad inginocchiarsi ai piedi della Madonna che stava seduta al lato destro dell’altare. La Santa poté addirittura poggiare le sue mani sulle ginocchia della Madonna e contemplare il suo volto. Ella raccontò: «In quel momento provai la gioia più dolce della mia vita». Il colloquio durò più di due ore.
Nella seconda apparizione santa Caterina ricevette dalla Vergine la missione di far coniare la celebre Medaglia che sarà poi definita “miracolosa”. La Madonna stessa le indicò il modello facendoglielo vedere. Leggiamo il racconto di santa Caterina: «Il 27 novembre 1830, che capitava il sabato antecedente alla prima domenica di Avvento, alle cinque e trenta di sera, facendo la meditazione in profondo silenzio, mi parve di sentire dal lato destro della cappella un rumore come il fruscio di una veste di seta. Avendo volto lo sguardo a quel lato, vidi la Santissima Vergine all’altezza del quadro di San Giuseppe. La sua statura era media, e la sua bellezza tale che mi è impossibile descriverla. Stava in piedi, la sua veste era di seta e di color bianco-aurora, fatta, come si dice “alla vergine”, cioè accollata e con maniche lisce. Dal capo le scendeva un velo bianco sino ai piedi. Aveva i capelli spartiti e una specie di cuffia con un merletto di circa tre centimetri di larghezza, leggermente appoggiato ai capelli. Il viso era abbastanza scoperto; i piedi poggiavano sopra un globo; o meglio, sopra un mezzo globo, o almeno io non ne vidi che una metà (più tardi la Santa confesserà di aver visto sotto i piedi della Vergine anche un serpente color verdastro chiazzato di giallo). Le sue mani, elevate all’altezza della cintura, mantenevano in modo naturale un altro globo più piccolo che rappresentava l’universo. Ella aveva gli occhi rivolti al cielo, e il suo volto diventò risplendente, mentre presentava il globo a Nostro Signore. Tutto ad un tratto le sue dita si ricoprirono di anelli, ornati di pietre preziose, le une più belle delle altre, le une più grosse e le altre più piccole, le quali gettavano dei raggi gli uni più belli degli altri: questi raggi partivano dalle pietre preziose; le più grosse gettavano raggi più grandi, e le più piccole raggi meno grandi, sicché tutta se ne riempiva la parte inferiore, e io non vedevo più i suoi piedi… Mentre io ero intenta a contemplarla, la Santissima Vergine abbassò gli occhi verso di me e intesi una voce che mi disse queste parole: “Questo globo che vedete rappresenta tutto il mondo, in particolare la Francia ed ogni singola persona…”. E la Vergine Santissima aggiunse: “Sono il simbolo delle grazie che io spargo sulle persone che me lo domandano”, facendomi comprendere quanto è dolce pregare la Santissima Vergine e quanto Ella è generosa con le persone che La pregano; quante grazie Ella accorda alle persone che gliele cercano e quale gioia Ella prova nel concederle. In quel momento, io ero e non ero…Non so…io godevo. Ed ecco formarsi intorno alla SS.ma Vergine un quadro alquanto ovale, sul quale in alto, a modo di semicerchio dalla mano destra alla sinistra di Maria si leggevano queste parole scritte a lettere d’oro: “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi”. Allora si fece sentire una voce che mi disse: “Fate, fate coniare una medaglia su questo modello; tutte le persone che la porteranno, riceveranno grandi grazie specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia…”. All’istante mi parve che il quadro si voltasse e io vidi il rovescio della Medaglia. Vi era la lettera M (iniziale del nome Maria) sormontata da una croce senza crocifisso che aveva come base la lettera I (iniziale del nome Iesus, Gesù). Più sotto poi vi erano due cuori, uno circondato di spine (quello di Gesù), l’altro trapassato da una spada (quello di Maria). Dodici stelle infine circondavano il tutto. Poi tutto disparve, come qualcosa che si spegne, ed io sono rimasta ripiena non so di che, di buoni sentimenti, di gioia, di consolazione».
Per santa Caterina le difficoltà furono tante. Ma due anni dopo, il 30 giugno 1832, venivano coniati i primi 1500 esemplari. La Santa diffuse la Medaglia tra gli operai, gli ammalati, i soldati, i poveri…per oltre 40 anni, fino alla sua morte che avvenne il 31 dicembre 1876. Fra i miracoli operati dalla Medaglia miracolosa vi fu la conversione dell’ebreo Alfonso Ratisbonne, avvenuta il 20 gennaio del 1842.
Il corpo di santa Caterina riposa sotto l’altare, nella Cappella delle apparizioni, ai piedi della sua Regina Immacolata. Nella ricognizione, le sue mani che avevano toccato la Madonna e i suoi occhi che l’avevano contemplata apparvero conservati straordinariamente bene.
I significati
Concludendo possiamo dire che per questo avvenimento sono da evidenziare due significati importanti.
Il primo è specificamente mariologico e riguarda la Vergine come colei a cui il Signore della storia ha affidato la storia stessa e la salvezza di ognuno. Nel cosiddetto protovangelo Dio chiaramente dice che dopo il peccato originale gli uomini si sarebbero divisi in due stirpi: quella del demonio e quella della Donna che avrebbe schiacciato la testa del serpente. Nel messaggio visivo della Medaglia miracolosa è chiaro questo invito a porsi sotto il manto dell’Immacolata.
Il secondo significato è più di carattere simbolico ma ugualmente importante. In un tempo in cui si diffondeva sempre più l’individualismo ed un concetto di libertà intesa in senso assoluto, la Vergine venne a richiamare l’uomo alla dipendenza, addirittura offrendo un umile oggettino come vincolo; per giunta da portare preferibilmente al collo a mo’ di giogo per significare visibilmente la dipendenza.
La promessa
La Madonna disse a santa Caterina Labouré: «Fate coniare una medaglia su questo modello. Tutte le persone che la porteranno riceveranno grandi grazie, specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia».
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http://www.riscossacristiana.it/la-meravigliosa-storia-della-medaglia-miracolosa-di-corrado-gnerre/

La medaglia miracolosa - storia e significati



 Il 27 novembre di quest’anno si ricorda il 185° anniversario delle apparizioni della Vergine Maria a Caterina Labouré, all’epoca 24enne novizia della Compagnia delle Figlie della Carità, fondate da S. Vincenzo de Paoli e da S. Luisa de Marillac. Le apparizioni avvennero a Parigi, al numero 140 di Rue du Bac, nella Cappella di quella che oggi è la Casa madre della Compagnia, nell’anno 1830, che in seguito gli storici definirono come quello dell’inizio della seconda rivoluzione francese.

Le apparizioni

Le apparizioni avvennero da luglio a dicembre e la giovane, che la Chiesa proclamerà Santa, si intrattenne per tre volte con la S. Vergine. Durante i mesi precedenti Caterina aveva visto per tre giorni consecutivi San Vincenzo de Paoli che le mostrava il suo cuore, di tre colori diversi: dapprima le apparve bianco, colore della pace; poi rosso, colore del fuoco; infine nero, simbolo delle disgrazie che sarebbero cadute sulla Francia e su Parigi in particolare.

Poco tempo dopo, Caterina vide il Cristo presente nell’Eucaristia, al di là delle apparenze del pane.


«Ho visto Nostro Signore nel Santissimo Sacramento, durante tutto il tempo del mio Seminario, eccettuate le volte durante le quali dubitavo »

In seguito, il 6 Giugno 1830, festa della Santa Trinità, il Cristo le apparve come un Re crocifisso, spogliato di tutti i suoi ornamenti.

Il 18 luglio 1830, la vigilia della festa di San Vincenzo, che Caterina ama molto, la giovane novizia ricorre a colui di cui ha visto il cuore, traboccante d’amore, perché l’aiuti ad esaudire il suo grande desiderio di vedere la Santa Vergine. Alle 11, 30 di notte, si sente chiamare per nome.

Un misterioso bambino è ai piedi del letto e la invita ad alzarsi: « La Santa Vergine ti attende» le dice. Caterina si veste e segue il bambino che diffonde raggi di luce dappertutto dove passa

Arrivati nella cappella, Caterina si ferma dalla parte della sedia del sacerdote, situata nel coro. Ode allora come il fruscio di una veste di seta. La sua piccola guida le dice: «Ecco la Santa Vergine »

Caterina esita a credere. Ma il fanciullo ripete con una voce più forte: « Ecco la Santa Vergine. »

Caterina corre ad inginocchiarsi presso la Madonna che è seduta sulla sedia (del sacerdote) « Allora, ho fatto un balzo per avvicinarmi a lei, e mi sono messa in ginocchio sui gradini dell’altare, con le mani appoggiate sulle ginocchia di Maria.


Il momento, che ho passato così, è stato il più dolce di tutta la mia vita. Mi sarebbe impossibile dire ciò che ho provato. La Santissima Vergine mi ha detto poi come avrei dovuto comportarmi con il mio confessore e molte altre cose.

Caterina riceve l’annuncio di una missione e la richiesta di fondare una Confraternita di Figlie di Maria. Ciò sarà fatto dal Padre Aladel il 2 Febbraio 1840.

La Medaglia

Il 27 Novembre 1830 alle 17,30, durante la meditazione nella cappella, Caterina vede come due quadri viventi che passano in dissolvenza incrociata.

Nel primo, la Santa Vergine è in piedi su una semisfera (globo terrestre) e tiene tra le mani un piccolo globo dorato. I piedi di Maria schiacciano un serpente.

Nel secondo, dalle sue mani aperte escono raggi di uno splendore abbagliante. Nello stesso tempo Caterina ode una voce, che dice:

«Questi raggi sono il simbolo delle grazie che io riverso su coloro che me le domandano».

Poi un ovale si forma attorno all’apparizione e Caterina vede scriversi in un semicerchio questa invocazioneprima sconosciuta.


« O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te ».

scritta in lettere d’ oro.

Subito dopo la medaglia si gira e Caterina vede il rovescio: in alto una croce sormonta la M di Maria, in basso due cuori, l’uno incoronato di spine, l’altro trapassato da una spada. Caterina ode allora queste parole:

«Fai coniare una medaglia, secondo questo modello. Coloro che la porteranno con fede riceveranno grandi grazie»

Nel mese di dicembre del 1830, durante la meditazione, Caterina sente di nuovo un fruscio, questa volta dietro l’altare. Lo stesso quadro della medaglia si presenta vicino al tabernacolo, ma un po’ più in dietro.


«Questi raggi sono il simbolo delle grazie che la Santa Vergine ottiene per le persone che gliele chiedono… Non mi vedrai più».

E’ la fine delle apparizioni. Caterina riferisce al suo confessore, il Padre Aladel, circa le richieste della Madonna. Il Sacerdote reagisce negativamente, proibisce a Caterina di pensare a queste cose.

Il 30 Gennaio 1831, il noviziato termina e Caterina prende l’abito. Il giorno dopo, va all’ospizio di Enghien fondato dalla famiglia d’Orléans, che si trova al N° 12 di via de Picpus, à Reuilly, nella zona Est di Parigi, in un quartiere povero, dove lei servirà i poveri per ben 46 anni, in incognito.


Significati

Le parole e le immagini impresse sul diritto della medaglia esprimono un messaggio con tre aspetti intimamente legati.

« O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te ».


…miracolosa

Qualche mese dopo le apparizioni, Suor Caterina, inviata al ricovero di Enghein (Parigi, 12°) per curare gli anziani, si mette al lavoro. Ma una voce interiore insiste: si deve far coniare la medaglia. Caterina ne riparla al suo confessore, Padre Aladel.

Nel Febbraio 1832 scoppia a Parigi una terribile epidemia di colera, che provocherà più di 20.000 morti. In Giugno le Figlie della Carità cominciano a distribuire le prime 2.000 medaglie, fatte coniare da Padre Aladel.

Le guarigioni si moltiplicano, come le protezioni e le conversioni. Fu un avvenimento straordinario. Il popolo di Parigi chiamò la medaglia «miracolosa».

Nell’autunno 1834 c’erano già più di 500.000 medaglie. Nel 1835 nel mondo intero ce n’era già più di un milione. Nel 1839 la medaglia era diffusa in più di dieci milioni di esemplari. Alla morte di suor Caterina, nel 1876, si contava già più di un miliardo di medaglie!


…luminosa

L’identità di Maria ci è rivelata qui esplicitamente: la Vergine Maria è immacolata fin dal concepimento. Da questo privilegio, che le deriva dai meriti della Passione di suo Figlio Gesù Cristo, ne scaturisce tutta la sua potenza d’intercessione, che ella esercita per coloro che la pregano. Ed è per questo che la Vergine invita tutti gli uomini a ricorrere a Lei nelle difficoltà della vita.

L’ 8 dicembre 1854 Pio IX proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione: Maria, per una grazia speciale, che Le è stata concessa prima della Redenzione, meritata da suo Figlio, è senza peccato fin dal suo concepimento.

Quattro anni più tardi, nel 1858, le apparizioni di Lourdes confermeranno a Bernadetta Soubirous il privilegio della Madre di Dio.

I suoi piedi sono posati sulla metà del globo e schiacciano la testa al serpente

La semisfera è il globo terrestre, il mondo. Il serpente, come presso gli Ebrei e i Cristiani, simboleggia Satana e le forze del male.

La Vergine Maria stessa, è impegnata nella battaglia spirituale, nella lotta contro il male, di cui il nostro mondo è il campo di battaglia. Maria ci chiama ad entrare nella logica di Dio, che non è la logica di questo mondo. E’ questa la grazia autentica, quella della conversione, che il cristiano deve chiedere a Maria per trasmetterla al mondo.

Le sue mani sono aperte e le sue dita sono ornate di anelli ricoperti di pietre preziose, dalle quali escono raggi, che cadono sulla terra, allargandosi verso il basso.

Lo splendore di questi raggi, come la bellezza e la luce dell’apparizione, descritte da Caterina, richiamano, giustificano e nutrono la nostra fiducia nella fedeltà di Maria (gli anelli) nei confronti del suo Creatore e verso i suoi figli, nell’efficacia del suo intervento (i raggi di grazia, che cadono sulla terra) e nella vittoria finale (la luce), poiché lei stessa, prima discepola, è la primizia dei salvati.


…dolorosa

La medaglia porta sul suo rovescio una lettera e delle immagini, che ci introducono nel segreto di Maria.

La lettera « M » è sormontata da una croceLa « M » è l’iniziale di Maria, la croce è quella di Cristo.

I due segni intrecciati mostrano il rapporto indissolubile che lega Cristo alla sua santissima Madre. Maria è associata alla missione di Salvezza dell’umanità da parte del figlio suo Gesù e partecipa, attraverso la sua compassione (cum+ patire= patire insieme), all’atto stesso del sacrificio redentivo di Cristo.

In basso, due cuori, l’uno circondato da una corona di spine, l’altro trapassato da una spada:

il cuore coronato di spine è il cuore di Gesù. Ricorda l’episodio crudele della Passione di Cristo, prima della morte, raccontata nei Vangeli. Il cuore simboleggia la sua Passione d’amore per gli uomini.

Il cuore trafitto da una spada è il cuore di Maria, sua Madre. Si riferisce alla profezia di Simeone, raccontata nei Vangeli, il giorno della presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme da Maria e Giuseppe. Simboleggia l’amore di Cristo, che è in Maria e richiama il suo amore per noi, per la nostra salvezza e l’accettazione del sacrificio del suo Figlio.

L’accostamento dei due Cuori esprime che la vita di Maria è vita d’intima unione con Gesù.

Attorno sono raffigurate dodici stelle.

Corrispondono ai dodici apostoli e rappresentano la Chiesa. Essere Chiesa, significa amare Cristo, partecipare alla sua passione, per la Salvezza del mondo. Ogni battezzato è invitato ad associarsi alla missione del Cristo, unendo il suo cuore ai Cuori di Gesù e di Maria.

La medaglia è un richiamo alla coscienze di ciascuno, perché scelga, come Cristo e Maria, la via dell’amore, fino al dono totale di sé.

Caterina Labouré morì in pace il 31 dicembre 1876: «Parto per il cielo… vado a vedere Nostro Signore, sua Madre e san Vincenzo».

Nel 1933, in occasione della sua beatificazione, si aprì il loculo nella cappella di Reuilly. Il corpo di Caterina fu ritrovato intatto e trasferito nella cappella della rue du Bac; qui venne installato sotto l’altare della Vergine al Globo.


Fonte: Chappelle Notre Dame de la Médaille Miraculeuse

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