La famiglia di Al-Assad al completo, il Presidente con sua moglie ed i suoi figli, aveva celebrato la festa cristiana del Natale nel Monastero di Nostra Signora di Saydnaya, una località (abitata dalla comunità cristiana) molto vicina a Damasco, dove la famiglia si è soffermata per varie ore in compagnia dei monaci. Poi il Presidente ha pronunciato alcune parole che sono state calorosamente applaudite dai vicini che si affollavano nella cappella del Monastero.
Nell’anno precedente Al-Assad aveva fatto lo stesso presso Maalula, un’altra località cristiana che era stata appena liberata dall’Esercito regolare, una espressione che per i cristiani di Siria era un sinonimo di risurrezione.
Nell’anno precedente Al-Assad aveva fatto lo stesso presso Maalula, un’altra località cristiana che era stata appena liberata dall’Esercito regolare, una espressione che per i cristiani di Siria era un sinonimo di risurrezione.
In uno Stato laico il Presidente della Repubblica può rimanere al margine di qualsiasi espressione religiosa o deve partecipare a quelle. Lo stesso non si può fare in paesi come la Spagna, una monarchia “delle banane”, partecipare soltanto ad alcune di quelle. Qui non vedreme mai il capo di Stato in una moschea durante il Ramadan, neppure il Presidente del Governo.
Per questo occorre ricordare che, nello stesso modo che nei Balcani e nel Caucaso, è stato l’imperialismo- unico ed esclusivo- quello che ha voluto scatenare una guerra di religione in Siria fin dal principio, cosa che è sinonimo di uccisioni con apparenti motivazioni religiose, dove i cristiani erano destinati ad essere utilizzati come carne da cannone in un nuovo martirio.
Il problema che hanno avuto gli imperialisti è stato che i cristiani siriani hanno preso posizione dal principio, come tutte le altre confessioni religiose, a favore di Bashar Al.Assad e la loro montatura è stata affondata. Le forze imperialiste hanno creduto che la divisione confessionale della Siria fosse un punto debole del governo ed è risultato esattamente il contrario.
I cristiani della Siria, iniziando dalle loro massime autorità, sono andati molto più in là ed hanno denunciato pubblicamente il piano criminale degli imperialisti. Ad esempio, nel 2012, la Chiesa Ortodossa siriana aveva inviato un comunicato al Vaticano, che fu diffuso attraverso l’agenzia Fides, in cui si parlava di “certe ambasciate occidentali” che stavano cercando di imporre una “pulizia etnica” nella città siriana di Homs.
Al piano imperialista partecipavano tanto paesi come l’Arabia Saudita ed il Qatar, come la Brigata Al Faruk dell’autodenominato “Esercito Libero della Siria”, milizie di Al Qaeda ed altri gruppi wahabiti. In dichiarazioni rilasciate al sito libanese Al-Hakika, tanto il patriarca Ignatius IV Hazim, della Chiesa Ortodossa di Antiochia, come Zakkai, ed hanno insistito nel denunciare che le ambasciate occidentali di Damasco, in particolare quella francese, pretendevano di svuotare la Siria dai cristiani, ovvero creare un paese totalmente uniforme.
I patriarchi hanno affermato che la asmbasciate di Francia, Germania, Canada e Svezia avevano ordine di distribuire visti di entrata a tutti i siriani di confessione cristiana, senza nessuna formalità e senza obbligo di tornare in Siria alla scadenza dei documenti. L’unico vincolo era quello di documentare da parte di un qualche sacerdote di essere stati battezzati in una confessione cristiana, qualsiasi fosse.
I patriarchi hanno affermato che la asmbasciate di Francia, Germania, Canada e Svezia avevano ordine di distribuire visti di entrata a tutti i siriani di confessione cristiana, senza nessuna formalità e senza obbligo di tornare in Siria alla scadenza dei documenti. L’unico vincolo era quello di documentare da parte di un qualche sacerdote di essere stati battezzati in una confessione cristiana, qualsiasi fosse.
Questi paesi hanno fatto qualche cosa di più, hanno aggiunto i religiosi: realizzarono liste dei residenti cristiani e li hanno chiamati per telefono incitandoli ad abbandonare la Siria con ogni tipo di promesse. Avevano necessità di cavie per metterle davanti alle telecamere della TV e sviluppare la campagna di propaganda contro Bashar al-Assad ed il presunto” nuovo martirio dei cristiani”.
Il piano delle potenze occidentali era lo stesso degli jihadisti o, meglio detto, entrambi i piani erano complementari, motivo per cui i responsabili delle comunità cristiane hanno iniziato a fare una indagine in cui hanno scoperto che entrambi, forze imperialiste e jihadiste, operavano di mutuo accordo e che, a supporto dello stesso piano. intervenivano Arabia Saudita e Qatar.
Davanti all’evidenza, i vescovi cristiani si sono recati presso le ambasciate dei paesi occidentali ed hanno richiesto di cessare le loro attività, incluso si è prodotto un forte litigio tra Ignatuius IV e l’ambasciatore francese, Eric Chevalier, prima che questi abbandonasse il suo incarico a Damasco.
Il patriarca di Antiochia, che doveva poi morire in dicembre di quello stesso anno, non si è morso la lingua e ha accusato le ambasciate occidentali, citando espressamente quella francese, di risuscitare la tratta degli schiavi. Davanti alla grave situazione che cercarono di creare gli imperialisti, le Chiese cristiane di sono rivolte al Governo di Damasco al fine di impedire l’uscita dei crstiani dalla Siria, raccomandando che il governo provvedesse a ritirare i passaporti o gli negasse il visto di uscita.
Fonte: Diario de Octubre
Traduzione: Luciano Lago
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