Le apparizione di Fatima La missione di suor Lucia
In occasione della seconda apparizione, alla richiesta
di Lucia di portarla in cielo con i suoi cugini, la Madonna le rispose, come
abbiamo visto:
- "Sì, Giacinta e Francesco li porto tra poco. Ma
tu resti qui ancora qualche tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi
conoscere e amare. Vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore
Immacolato".
Queste parole indicano chiaramente che Lucia, oltre
che come depositaria dei segreti rivelati dalla Madonna, restava su questa
terra per compiere una determinata missione.
Bisogna anche ricordare che, già nella prima
apparizione, il 13 maggio, la Madonna aveva annunciato:
- "Sono venuta a chiedervi di venire qui per sei
mesi consecutivi, il giorno 13, a questa stessa ora. Poi vi dirò chi sono e che
cosa voglio. Poi ritornerò ancora qui una settima volta".
Doveva quindi esservi una settima apparizione della
Madonna alla Cova da Iria. Quando? In essa, che cosa voleva comunicare o
manifestare agli uomini la Madonna? Comunque sia, sembra ovvio ammettere che suor
Lucia dovrebbe essere ancora una volta la confidente della Madonna alla Cova da
Iria.
Stando così le cose, se questa settima apparizione non
è avvenuta segretamente, essa rappresenta una delle grandi aspettative relative
a Fatima.
Il 17 giugno 1921, Lucia partì da Aljustrel per
Oporto, e fu ricevuta come alunna interna nel Collegio delle Suore Dorotee, a
Vilar, alla periferia della città. Il 24 ottobre 1925 entra nell'Istituto di
Santa Dorotea, mentre contemporaneamente è ammessa come postulante nel convento
di questa stessa congregazione a Tuy, in Spagna, vicino alla frontiera
portoghese. Il 2 ottobre 1926 è novizia. Il 3 ottobre 1928 pronuncia i suoi
primi voti come sorella conversa. Sei anni dopo, lo stesso giorno di ottobre, emette
i voti perpetui. Prende il nome di religione di suor Maria dell'Addolorata.
In occasione della rivoluzione comunista in Spagna, è
trasferita, per ragioni di sicurezza, nel Collegio do Sardão, a Vila Nova de
Gaia, dove rimane per qualche tempo.
Più tardi, il 20 maggio 1946, suor Lucia può rivedere
il luogo delle apparizioni andando alla Cova da Iria, nella grotta del Cabeço e
nel podere dei Valinhos.
Posteriormente, il 25 marzo 1948, ha lasciato
l'Istituto di Santa Dorotea per entrare nel Carmelo di San Giuseppe, a Coimbra,
con il nome di suor Maria Lucia del Cuore Immacolato (23). Il 13 maggio dello
stesso anno ha vestito l'abito di santa Teresa, e il 31 maggio 1949 ha fatto la
professione come carmelitana scalza.
Le rivelazioni posteriori al 1917: i cinque primi
sabati
Nel segreto di luglio, la Madonna aveva detto:
- "Verrò a chiedere la consacrazione della Russia
al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati".
Quindi, il messaggio di Fatima non era definitivamente
chiuso con il ciclo delle apparizioni della Cova da Iria nel 1917.
Il 10 dicembre 1925, la santissima Vergine, con al
fianco il Bambino Gesù su una nuvola luminosa, apparve a suor Lucia, nella sua
cella nella casa delle Dorotee, a Pontevedra. Ponendole una mano sulla spalla,
le mostrò un Cuore circondato di spine, che aveva nell'altra mano. Il Bambino
Gesù indicandolo, esortò la veggente con queste parole: "Abbi compassione
del Cuore della tua santissima Madre, che è coperto di spine, che gli uomini
ingrati in ogni momento vi configgono, senza che vi sia nessuno che faccia un
atto di riparazione per toglierle".
La
santissima Vergine aggiunse: "Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato
da spine, che gli uomini ingrati in ogni momento mi configgono con bestemmie e
ingratitudini. Almeno tu vedi di consolarmi, e che tutti coloro che per cinque
mesi, il primo sabato, si confesseranno, ricevendo la santa comunione,
reciteranno un rosario e mi faranno compagnia per quindici minuti, meditando i
quindici misteri del rosario con l'intenzione di alleviare la mia pena, io
prometto di assisterli nell'ora della morte con tutte le grazie necessarie per
la salvezza di queste anime" (cfr. Memórias, p. 400; L.G. da Fonseca, pp.
364-365; W.T. Walsh, p. 324; G. De Marchi, p. 384; Antonio de Almeida Fazenda
S.J., pp. X-XI).
Il 15 febbraio 1926, il Bambino Gesù appare di nuovo a
suor Lucia, a Pontevedra, chiedendole se aveva già divulgato la devozione alla
sua santissima Madre. La veggente espone le difficoltà presentate dal
confessore, e spiega che la superiora era pronta a propagarla, ma che quel
sacerdote aveva detto che la madre da sola non poteva fare nulla. Gesù rispose:
"E’ vero che la tua superiora da sola non può fare nulla, ma con la mia
grazia può tutto". Suor Lucia espose la difficoltà di alcune persone a
confessarsi di sabato, e chiese che fosse valida la confessione di otto giorni.
Gesù rispose: "Sì, può essere stata fatta anche molti più giorni prima,
purché, quando mi ricevono, siano in grazia e abbiano l'intenzione di sollevare
il Cuore Immacolato di Maria". Suor Lucia fece anche l'ipotesi che
qualcuno dimenticasse, confessandosi, di formulare l'intenzione, al che Nostro
Signore rispose: "Possono formularla nella confessione seguente,
servendosi della prima occasione che avranno di confessarsi" (cfr.
Memórias, p. 400; A. de Almeida Fazenda, pp. XI-Xll; L.G. da Fonseca, p. 365;
G. De Marchi, pp. 385 e 389).
Nella notte dal 29 al 30 maggio 1930, Nostro Signore,
parlando interiormente a suor Lucia, risolse anche un'altra difficoltà:
"Sarà ugualmente accettata la pratica di questa devozione la domenica
seguente il primo sabato, quando i miei sacerdoti, per giusti motivi, così lo
concedano alle anime". Nella stessa occasione Nostro Signore comunica a
Lucia la risposta a quest'altra domanda: "Perché cinque e non nove sabati,
oppure sette, in onore dei dolori della Madonna?"
- "Figlia mia, il motivo è semplice: ci sono
cinque forme di offese e di bestemmie all'Immacolato Cuore di Maria:
"1. le bestemmie contro l'Immacolata Concezione;
"2. contro la Sua verginità;
"3. contro la maternità divina, nel contempo col
rifiuto di riconoscerLa come Madre degli uomini;
"4. coloro che cercano pubblicamente di inculcare
nel cuore dei bambini l'indifferenza, il disprezzo e perfino l'odio nei
confronti di questa Madre Immacolata;
"5. coloro che La oltraggiano direttamente nelle
Sue sacre immagini" (cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, pp. 408-410).
La divulgazione dei segreti
Il 17 dicembre 1927 Lucia andò vicino al tabernacolo,
nella cappella della casa delle Dorotee a Tuy, a chiedere a Nostro Signore come
avrebbe potuto soddisfare l'ordine del confessore di mettere per iscritto
alcune grazie ricevute da Dio, se in esse era racchiuso il segreto che la
santissima Vergine le aveva confidato. Gesù con voce chiara, le fece udire
queste parole: "Figlia mia, scrivi quanto ti chiedono; e scrivi anche
tutto quanto ti ha rivelato la santissima Vergine nella apparizione in cui ha
parlato di questa devozione [al Cuore Immacolato di Maria]. Per quanto riguarda
il resto del segreto, mantieni il silenzio" (cfr. Memórias e Cartas da
Irmã Lúcia, p. 400; L.G. da Fonseca, p. 39).
In conseguenza dell'ordine così ricevuto, Lucia rivelò
quanto era successo nella apparizione di giugno.
Più tardi, nel 1941, quando il vescovo di Leiria le
ordinò di ricordare tutto quanto potesse interessare la storia della vita di
Giacinta per una nuova edizione che se ne voleva fare stampare, la veggente,
avuto il permesso dal Cielo, rivelò due delle tre parti del segreto di luglio.
Ecco le sue parole:
"Il segreto consta di tre cose distinte, di cui
sto per rivelarne due.
"La prima, dunque, è stata la visione
dell'inferno".
E segue la narrazione delle due parti del segreto,
come le abbiamo riprodotte a suo luogo, riferendo l'apparizione di luglio (cfr.
Memórias, III, pp. 216-220; L.G. da Fonseca, pp. 50-51; J. Galamba de Oliveira,
p. 146).
Quanto all'altra parte del segreto (vedi nota 11), la
veggente l'ha scritta tra il 22 dicembre 1943 e il 9 gennaio 1944, sotto forma
di lettera indirizzata attraverso il vescovo titolare di Gurza, mons. Manuel
Maria Ferreira da Silva, che era stato suo confessore a Oporto, al vescovo di
Leiria, che allora era mons. José Alves Correia da Silva. Il documento, che secondo
dichiarazioni di suor Lucia non doveva essere reso pubblico prima del 1960 (24)
fu portato da mons. João Pereira Venancio, quando era ancora vescovo ausiliare
di Leiria, alla nunziatura apostolica a Lisbona. Da qui, l'allora nunzio a
Lisbona, poi cardinale, Fernando Cento, lo portò in Vaticano, dove giunse il 16
aprile 1957. Non consta che Pio XII ne abbia preso conoscenza. Ma fu letto da
Papa Giovanni XXIII e dal cardinale Alfredo Ottaviani, allora prefetto della
Sacra Congregazione del Santo Uffizio. Poi il documento fu depositato negli
Archivi segreti vaticani (cfr. S. Martins dos Reis, Synthèse critique de
Fatima, p. 69, e La voyante de Fatima dialogue et répond sur les apparitions,
p. 70).
Si sa da fonte sicura che suor Lucia scrisse questa
parte del segreto, su richiesta del vescovo di Leiria, in occasione di una
grave malattia da cui fu colpita (cfr. W.T. Walsh, p. 307).
La consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di
Maria
Il 13 giugno 1929, suor Lucia ebbe una splendida
visione della santissima Trinità e del Cuore Immacolato di Maria, durante la
quale la Madonna le comunica che "era giunto il momento in cui voleva che
partecipasse alla santa Chiesa il suo desiderio della consacrazione della
Russia, e la sua promessa di convertirla". La stessa suor Lucia scrive:
"Avevo chiesto e ottenuto dalle mie superiore e
dal confessore il permesso di fare l'ora di adorazione dalle undici a
mezzanotte, dal giovedì al venerdì. Una notte, sola, mi inginocchiai alla
balaustra, in mezzo alla cappella, a recitare prostrata le preghiere
dell'Angelo. Sentendomi stanca, mi alzai e continuai a recitare con le braccia
incrociate.
"L'unica luce era quella della lampada.
Improvvisamente tutta la cappella si illuminò di una luce soprannaturale, e
sull'altare apparve una croce di luce che arrivava fino al tetto. In una luce
più chiara, nella parte superiore della croce, si vedeva un volto di uomo con
il corpo fino alla cintola [l'eterno Padre], sul petto una colomba di luce [il
divino Spirito Santo], e inchiodato sulla croce il corpo di un altro uomo
[Nostro Signore Gesù Cristo]. Un poco sotto la cintola, sospesi nell'aria, si
vedevano un calice e una grande Ostia, sulla quale cadevano alcune gocce di
sangue, che scorrevano sul volto del Crocifisso e da una ferita del costato.
"Scivolando sull'Ostia, queste gocce cadevano nel
calice. Sotto il braccio destro della croce stava la Madonna (era la Madonna di
Fatima con il suo Cuore Immacolato nella mano sinistra, senza spada né rose, ma
con una corona di spine e fiamme)...
"Sotto il braccio sinistro [della croce], alcune
grandi lettere, come fossero di acqua cristallina che scorreva sull'altare
formavano queste parole: "Grazia e Misericordia".
"Compresi che mi veniva mostrato il mistero della
santissima Trinità, e ricevetti su questo mistero lumi che non mi è permesso
rivelare".
Quindi la Madonna mi disse: "E’ giunto il momento
in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con tutti i vescovi del
mondo, la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato, promettendo in
questo modo di salvarla. Sono tante le anime che la giustizia di Dio condanna
per peccati commessi contro di me, e perciò vengo a chiedere riparazione:
sacrificati con questa intenzione e prega" (cfr. Memórias e Cartas da Irmã
Lúcia, pp. 462 e 464) (25).
Attraverso i suoi confessori e il vescovo di Leiria,
la veggente fece in modo che la richiesta della Madonna giungesse, in quello
stesso anno, a conoscenza di Papa Pio XI, che promise di prenderla in
considerazione (cfr. G. De Marchi, p. 386; W.T. Walsh, pp. 329-330).
In una lettera del 29 maggio 1930 al suo confessore,
padre José Bernardo Gonçalves S.J., suor Lucia riferisce che Nostro Signore,
dopo averle fatto sentire in fondo al cuore la sua divina presenza, insistette
perché chiedesse al Santo Padre la approvazione della devozione riparatrice dei
primi sabati. Ecco le parole della veggente: "Se non mi inganno, il buon
Dio promette di porre termine alla persecuzione in Russia se il Santo Padre si
degnerà di fare, e di ordinare che lo facciano anche i vescovi del mondo
cattolico, un atto solenne e pubblico di riparazione e di consacrazione della
Russia ai santissimi Cuori di Gesù e di Maria, promettendo, Sua Santità, con la
fine di questa persecuzione, di approvare e raccomandare la pratica della già
indicata devozione riparatrice" (cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, p.
404).
Più tardi, attraverso un'altra comunicazione
interiore, Nostro Signore si lamentò con suor Lucia perché la consacrazione
della Russia non era stata fatta: "Non hanno voluto ascoltare la mia
richiesta!... Come il re di Francia, se ne pentiranno, e la faranno, ma sarà
tardi (26). La Russia avrà già sparso i suoi errori nel mondo, provocando
guerre, persecuzioni alla Chiesa: il Santo Padre dovrà soffrire molto" (cfr.
Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, p. 464).
Il 21 gennaio 1935, in una lettera a padre José
Bernardo Gonçalves S.J., suor Lucia dichiara che "Nostro Signore era molto
scontento perché non si era realizzata la sua richiesta" (cfr. Memórias e
Cartas da Irmã Lúcia, p. 412).
In una lettera allo stesso padre Gonçalves, del 18
maggio 1936, suor Lucia chiarisce: "Quanto all'altra domanda, e cioè se
sarà conveniente insistere per ottenere la consacrazione della Russia, rispondo
quasi lo stesso che ho detto altre volte. Mi spiace che non sia già stato
fatto; ma Dio stesso, che l'ha chiesta, ha permesso che sia andata così. [...]
Se è conveniente insistere? Non so. Mi pare che, se il Santo Padre la facesse
ora, Nostro Signore la accetterebbe e darebbe compimento alla sua promessa; e,
senza, dubbio, darebbe un piacere a Nostro Signore e al Cuore Immacolato di
Maria.
"Interiormente, ho parlato del problema a Nostro
Signore; e poco tempo fa gli chiedevo perché non convertiva la Russia senza che
Sua Santità facesse questa consacrazione. "Perché voglio che tutta la mia
Chiesa riconosca questa consacrazione come un trionfo del Cuore Immacolato di
Maria, per poi estendere il suo culto e porre la devozione a questo Cuore
Immacolato accanto alla devozione al mio divino Cuore". Ma, mio Dio, il
Santo Padre non mi crederà, se voi stesso non lo muovete con una speciale
ispirazione. "Il Santo Padre! Prega molto per il Santo Padre. Egli la
farà, ma sarà tardi. Tuttavia, il Cuore Immacolato di Maria salverà la Russia.
Le è affidata"" (cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, pp. 412 e
414).
Ancora a padre Gonçalves, ella scrive il 24 aprile
1940:
"Egli, [Nostro Signore], se vuole, può fare sì
che la causa proceda rapidamente. Ma, per castigo del mondo, lascerà che vada
lentamente. La sua giustizia, provocata dai nostri peccati, vuole così. Si
spiace, talora, non solo per i grandi peccati, ma anche per la nostra
svogliatezza e per la nostra negligenza nell'ottemperare alle sue richieste.
"[...] I delitti sono molti, ma, soprattutto, è ancora
molto maggiore la negligenza delle anime da cui si aspettava ardore nel suo
servizio. Il numero di quelle con cui egli si incontra è molto limitato"
(27) (cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, pp. 420 e 422).
Suor Lucia ritorna sugli stessi pensieri in una
lettera del 18 agosto 1940, sempre a padre Gonçalves:
"Suppongo che piaccia a Nostro Signore che vi sia
chi si interessi, presso il suo vicario sulla terra alla realizzazione dei suoi
desideri. Ma il Santo Padre non lo farà più. Dubita della realtà e ha ragione.
Il nostro buon Dio poteva, per mezzo di qualche prodigio, mostrare chiaramente
che è lui a chiederlo; ma si serve di questo tempo per punire il mondo di tanti
delitti con la sua giustizia, e prepararlo a un ritorno più completo a lui (28).
La prova che ci concede è la protezione speciale del Cuore Immacolato di Maria
sul Portogallo, in vista della consacrazione che gli hanno fatto (29).
"La gente di cui mi parla ha ragione di essere
spaventata. Tutto questo ci accadrebbe, se i nostri prelati non avessero
ascoltato le richieste del nostro buon Dio, e implorato così di cuore la sua
misericordia e la protezione del Cuore Immacolato della nostra buona Madre
celeste. Ma nella nostra patria vi sono ancora molti delitti e peccati; e
siccome adesso è l'ora della giustizia di Dio sul mondo, è necessario che si
continui a pregare. Perciò mi pareva bene che instillassero nelle persone,
accanto a una grande confidenza nella misericordia del nostro buon Dio e nella
protezione del Cuore Immacolato di Maria, la necessità della preghiera,
accompagnata dal sacrificio, soprattutto di quello che bisogna fare per evitare
il peccato" (cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, p. 426).
In una lettera datata 2 dicembre 1940, suor Lucia si
rivolse direttamente a Papa Pio XII, per ordine dei suoi direttori spirituali,
chiedendo che Sua Santità si degnasse benedire la devozione dei primi sabati ed
estenderla a tutto il mondo, aggiungendo:
"Nel 1929, la Madonna, per mezzo di un'altra
apparizione, ha chiesto la consacrazione della Russia al suo Cuore lmmacolato,
promettendo, in questo modo, di impedire la propagazione dei suoi errori, e la
sua conversione.
"[...] In diverse comunicazioni interiori Nostro
Signore non ha cessato di insistere su questa richiesta, promettendo
ultimamente, se Vostra Santità si degna di fare la consacrazione del mondo al
Cuore Immacolato di Maria, con speciale menzione della Russia, e di ordinare
che, in unione con Vostra Santità e nello stesso tempo, la facciano anche tutti
i vescovi del mondo, di abbreviare i giorni di tribolazione con cui ha deciso
di punire le nazioni dei loro delitti, attraverso la guerra, la fame e diverse
persecuzioni alla santa Chiesa e a Vostra Santità" (cfr. Memórias e Cartas
da Irmã Lúcia, p. 436; G. De Marchi, p. 385; J. Galamba de Oliveira, p. 153).
Il 31 ottobre 1942, nel radiomessaggio al Portogallo
in occasione della chiusura dell'anno giubilare delle apparizioni di Fatima,
Pio XII consacrò la Chiesa e il genere umano al Cuore Immacolato di Maria.
Nel 1943 suor Lucia ebbe un'altra rivelazione di
Nostro Signore, che riferisce in questi termini in una lettera a padre
Gonçalves, il 4 maggio dello stesso anno: "Per ordine di Sua Eccellenza
Reverendissima [il vescovo titolare di Gurza, mons. Manuel Maria Ferreira da
Silva], ho dovuto rivelare a S.E. l'arcivescovo di Valladolid un messaggio di
Nostro Signore per i Signori vescovi di Spagna, e un altro per quelli del
Portogallo. Dio vuole che tutti ascoltino la voce del buon Dio. Desidera che
quelli di Spagna si riuniscano in ritiro e determinino una riforma nel popolo,
nel clero e negli ordini religiosi; che alcuni conventi!... e molti membri di
altri!... capisce? Vuole che si faccia capire alle anime che l'autentica
penitenza che ora vuole ed esige consiste, anzitutto, nel sacrificio che
ciascuno deve imporsi per compiere i propri doveri religiosi e materiali.
Promette la fine della guerra entro breve tempo, per riguardo all'atto che si è
degnato fare Sua Santità. Ma siccome è stato incompleto, la conversione della
Russia è rimandata. Se i Signori vescovi della Spagna non ascolteranno i suoi
desideri, essa sarà ancora una volta il flagello con cui Dio li punirà"
(cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, p. 446).
Il 7 luglio 1952, con la lettera apostolica Sacro
Vergente Anno, Pio XII consacrò i popoli della Russia al Cuore Immacolato di
Maria.
In occasione del Concilio Ecumenico Vaticano II, 510
arcivescovi e vescovi di 78 paesi sottoscrissero una petizione nella quale
chiesero al vicario di Cristo di consacrare il mondo intero, e in modo speciale
ed esplicito la Russia e le altre nazioni dominate dal comunismo, al Cuore
Immacolato, ordinando che, in unione con lui e nello stesso giorno, lo
facessero tutti i vescovi dell'orbe cattolico. Il documento fu presentato
personalmente al Santo Padre Paolo VI da S.E. Rev.ma mons. Geraldo de Proença
Sigaud, arcivescovo di Diamantina (Brasile), nel corso di un'audienza privata,
il 3 febbraio 1964.
Papa Paolo VI, chiudendo la III Sessione del Concilio
Vaticano II, il 21 novembre 1964, "affidò il genere umano" al Cuore
Immacolato di Maria, nella stessa cerimonia in cui, applaudito in piedi dai
Padri Conciliari, proclamò la Madonna "Mater Ecclesiae" (cfr.
Insegnamenti di Paolo VI, vol. II, 1964, p. 678).
Giovanni Paolo II fece due consacrazioni del mondo al
Cuore Immacolato di Maria, una a Fatirna, il 13 maggio 1982, e l'altra a Roma,
il 25 marzo 1984. Entrambe le consacrazioni furono precedute da un invito del
Pontefice ai Vescovi perché si unissero a lui in questi atti. Ma non vi sono
dati positivi per valutare fino a che punto i Vescovi del mondo intero hanno
realizzato la consacrazione in unione con il Papa, né nel 1982, né nel 1984.
Pure, in nessuna delle due la Russia fu ricordata nominatamente.
Così, suor Lucia sostenne sempre, fino alla metà del
1989, che nessuna delle consacrazioni ricordate sarebbe stata
"valida", prendendo questa parola nel senso di ottemperanza dei
requisiti illustrati dalla Madonna alla veggente. Ma da allora in avanti suor
Lucia viene riconoscendo la validità della consacrazione fatta da Papa Giovanni
Paolo Il il 25 marzo 1984. Sulla posizione di suor Lucia discutono ora gli
esperti di Fatima, aderendo gli uni alla nuova posizione, preferendo gli altri
attenersi ai suoi pronunciamenti precedenti. L'argomento è troppo complesso per
essere illustrato in questa sede. Al momento basti osservare che,
pronunciandosi sull'eventuale rapporto di questa consacrazione con gli
spettacolari accadimenti avvenuti nell'Est europeo a partire dall'uscita di scena
del comunismo di stampo classico, soprattutto dal secondo semestre del 1989 -
rapporto che sembra essere all'origine del mutamento di posizione della
veggente - suor Lucia lascia chiaramente intendere che sta emettendo
un'opinione personale, e non sta trasmettendo una rivelazione soprannaturale.
Sull'interessante problema stiamo preparando uno studio, che verrà pubblicato
al momento opportuno. Dobbiamo infine pregare con fiducia perché, senza
ulteriore indugio, le parti ancora sconosciute del messaggio affidato ai
veggenti possano essere comunicate al popolo fedele, per il maggior bene delle
anime, per la sconfitta della Rivoluzione ugualitaria e gnostica e per la
glorificazione di Maria santissima.
Appendice
Un avvenimento miracoloso
Articolo di Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995)
La Folha de S. Paulo del 21 luglio [1972] ha
pubblicato una fotografia proveniente da New Orleans, in cui si vede una statua
della Madonna di Fatima che piange. Il documento ha suscitato un vivo interesse
nel pubblico. Penso, quindi, che alcune informazioni sull'argomento
soddisferanno le legittime esigenze di molti lettori.
Non conosco fonte migliore sul tema di un articolo
intitolato molto all'americana Le lacrime della statua hanno bagnato il mio
dito. Ne è autore padre Elmo Romagosa, ed è stato pubblicato il 20 luglio sul
Clarion Herald, settimanale di New Orleans distribuito in undici parrocchie
dello Stato della Louisiana.
* * *
I precedenti del fatto sono universalmente noti. Nel
1917, Lucia, Giacinta e Francesco ebbero diverse visioni della Madonna a
Fatima. L'autenticità di queste visioni fu confermata da diversi prodigi nel
sole, attestati da tutta una folla riunita mentre la Vergine si manifestava ai
tre bambini.
In termini generici, la Madonna incaricò i tre piccoli
pastori di comunicare al mondo che era profondamente dispiaciuta per la empietà
e la corruzione degli uomini. Se non avessero cambiato vita, sarebbe venuto un
terribile castigo, che avrebbe fatto scomparire diverse nazioni. La Russia
avrebbe diffuso ovunque i suoi errori. Il Santo Padre avrebbe dovuto soffrire
molto.
Il castigo sarebbe stato evitato solo se gli uomini si
fossero convertiti, se la Russia e il mondo fossero stati consacrati al Cuore
Immacolato di Maria e se si fosse fatta la comunione riparatrice del primo
sabato di ogni mese.
Da tutto questo viene naturale chiedersi se le
richieste sono state soddisfatte.
Nel 1942 Pio XII fece una consacrazione del mondo al
Cuore Immacolato di Maria. Suor Lucia sostenne che all'atto mancarono alcune
caratteristiche indicate dalla Madonna. Non intendo analizzare in questa sede
il complesso argomento. Registro soltanto di passaggio che è discutibile se la
seconda richiesta della Madre di Dio sia stata soddisfatta o no.
Quanto alla prima richiesta, cioè la conversione della
umanità, è tanto ovvio che non è stata soddisfatta, che mi dispenso
dall'entrare in particolari.
Siccome la Madonna ha posto il soddisfacimento delle
sue richieste come condizione perché fossero allontanati i flagelli
apocalittici da lei preannunciati, è logico che scenda sulla umanità la collera
vendicatrice e purificatrice di Dio, prima che ci venga la conversione degli
uomini e la instaurazione del Regno di Maria.
* * *
Dei tre bambini di Fatima, l'unica sopravvissuta è
Lucia, oggi religiosa carmelitana a Coimbra. Sotto la sua immediata direzione,
un artista ha scolpito quattro statue, che corrispondono per quanto possibile
ai tratti fisionomici con cui la santissima Vergine è apparsa a Fatima. Queste
statue, dette "pellegrine", hanno percorso il mondo, portate da
sacerdoti e da laici. Una di esse è stata recentemente condotta a New Orleans,
e li ha pianto.
Padre Romagosa, autore della cronaca a cui ho fatto
riferimento, aveva sentito parlare di queste lacrimazioni da padre Joseph
Breault M.A.P., che è l'accompagnatore della statua. Però era profondamente
riluttante ad ammettere il miracolo. Perciò chiese all'altro sacerdote di
avvertirlo appena il fenomeno avesse cominciato a prodursi.
Padre Breault, notando una certa umidità negli occhi
della Vergine pellegrina, il 17 luglio telefonò a padre Romagosa, che accorse
presso la statua alle 21,30, portando con sé fotografi e giornalisti. Di fatto,
tutti poterono notare una certa umidità negli occhi della statua, che fu subito
fotografata. Padre Romagosa passò allora il dito sulla superficie umida e
raccolse cosi una goccia di liquido, che fu pure fotografata. Secondo padre
Breault, questa era la tredicesima lacrimazione alla quale assisteva.
Alle 6,15 del giorno seguente, padre Breault telefonò
nuovamente a padre Romagosa, informandolo che dalle 4 del mattino la statua
piangeva. Padre Romagosa giunse poco dopo sul posto, dove, dice, "vidi una
grande abbondanza di liquido negli occhi della statua e una grande goccia di
liquido sulla punta del naso della stessa". Fu questa goccia, cosi
graziosamente pendente, che la fotografia divulgata dai giornali ha mostrato al
nostro pubblico.
Padre Romagosa aggiunse che vide "un movimento
del liquido mentre sgorgava lentamente dalla palpebra inferiore".
Ma egli voleva eliminare ogni dubbio. Aveva notato che
la statua aveva una corona fissata sul capo con un'asta metallica. Gli venne
spontanea una domanda: non poteva essere stata introdotta, nell'orifizio in cui
penetrava l'asta, una certa quantità di liquido, che poi era scorso fino agli
occhi?
Cessato il pianto, padre Romagosa tolse la corona dal
capo della statua: l'asta metallica era assolutamente asciutta. Allora
introdusse nel corrispondente orifizio un filo di rame rivestito di una carta
speciale, che avrebbe per forza assorbito ogni liquido che vi si trovasse. Ma
la carta usci assolutamente asciutta.
Ancora non soddisfatto da questa esperienza,
introdusse nell'orifizio una certa quantità di liquido, ma gli occhi si
mantennero assolutamente asciutti. Padre Romagosa allora rovesciò la statua:
tutto il liquido introdotto nell'orifizio usci normalmente. Era assolutamente
provato che dall'orifizio del capo — l'unico esistente nella statua — non era possibile
che filtrasse liquido negli occhi.
Padre Romagosa si inginocchiò. Finalmente credeva.
* * *
Il misterioso pianto ci mostra la Vergine di Fatima
che versa lacrime sul mondo contemporaneo, come un tempo Nostro Signore pianse
su Gerusalemme. Lacrime di affetto tenerissimo, lacrime di dolore profondo, in
previsione del castigo che verrà.
Verrà per gli uomini del secolo XX, se non
rinunceranno alla empietà e alla corruzione. Se non lotteranno in modo
particolare contro l'autodemolizione della Chiesa, il maledetto fumo di Satana
che, secondo lo stesso Paolo VI, è penetrato nel sacro recinto.
Quindi, lettore, lettrice, c'è ancora tempo per
arrestare il castigo!
Qualcuno dirà che questa non è una meditazione ideale
per una lieta domenica. Mi chiedo se non è preferibile leggere oggi questo
articolo sulla soave manifestazione della profetica malinconia di nostra Madre,
piuttosto che sopportare i giorni di tragica amarezza che verranno, se non ci
emenderemo.
Se verranno, mi pare logico che in essi vi sarà,
almeno, una speciale misericordia per quanti, nella loro vita personale,
avranno preso sul serio il miracoloso avvertimento di Maria.
Offro questo articolo alle mie lettrici e ai miei
lettori perché possano beneficiare di questa misericordia...
100° di Fatima, i 5 primi sabati del mese chiesti dalla SS. Vergine
Nel centenario di una delle più importanti apparizioni mariane della storia della Chiesa, prendiamo sul serio la pratica dei primi 5 sabati del mese, richiesti proprio dalla Vergine di Fatima in riparazione ai peccati contro il Suo Figlio Gesù, contro l’Eucaristia e gli altri Sacramenti, contro il suo Cuore Immacolato.
Cari Amici, nel Centenario di Fatima non possiamo e non vogliamo sottovalutare l’appello materno di Maria che vuole vederci tutti salvi.
La Nostra Mamma ha escogitato un sistema davvero semplice e alla portata di tutti: il Santo Rosario, ma anche un impegno mensile atto ad aiutarci a non farci sbandare troppo in questa “valle di lacrime”.
Ricordiamo che queste devozioni e queste pie pratiche non sono obbligatorie, non sono dogmi ma…. se un medico ci svelasse la medicina per salvaguardare il corpo da ogni malattia, non ascolteremo di più chi ci affidasse la medicina per salvare l’anima?
Nei due pdf che vi offriamo (vedete in basso e scaricateli), ci sono le cosiddette “pagelle”, due immagini che potrete stampare, o tenere come sfondo del vostro PC, e che vi aiuteranno a mantenere il passo, mese dopo mese, all’impegno che vorrete assumere.
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Che cosa sono questi “primi Sabati del mese”?
La Madonna apparendo a Fatima disse a Lucia: “Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato”.
Suor Lucia disse poi che ogni battezzato dovrebbe far proprio questo appello di Maria.
Nel segreto del 13 luglio 1917, la Madonna aveva detto:
«verrò a chiedere…. la comunione riparatrice nei primi sabati».
È questa la grande Promessa del Cuore di Maria.
Queste le Condizioni per ottenerla:
1 – Confessione, fatta entro gli otto giorni precedenti, con l’intenzione di riparare le offese fatte al Cuore Immacolato di Maria. Se uno nella confessione si dimentica di fare tale intenzione, può formularla nella confessione seguente.
2 – Comunione, fatta in grazia di Dio con la stessa intenzione della confessione.
3 – La Comunione deve essere fatta nel primo sabato mese.
4 – La Confessione e la Comunione devono ripetersi per cinque mesi consecutivi senza interruzione, altrimenti si deve ricominciare da capo.
5 – Recitare la corona del Rosario, almeno la terza parte (ossia cinque Misteri) con la stessa intenzione della confessione.
6 – Meditazione, per un quarto d’ora fare compagnia alla
Santissima Vergine meditando sui misteri del Rosario.
Noi consigliamo di cominciare il primo sabato del mese di febbraio per concludere, questo ciclo, nel mese di giugno dedicato ai Sacratissimi Cuori di Gesù e Maria. Inoltre, per chi volesse poi ripetere la pia pratica, la potrebbe iniziare ad agosto e così terminare la seconda nel mese di dicembre dedicato al Natale di N.S. Gesù Cristo e alla Immacolata Concezione.
Poi, ovviamente, ognuno può iniziare quando vuole. Tenete solo a mente che se si salta un mese si deve ricominciare…. perciò, prima si incomincia più probabilità si hanno di portare a frutto la pia devozione.
Alcune domande ricorrenti
– Perché dovrei fare questa pratica, non basta il Rosario quotidiano?
Non c’è nessun obbligo né per la recita del Rosario quotidiano, e neppure per queste devozioni. Questi atti sono un dono che Maria ci ha fatto per aiutarci e accompagnarci, quotidianamente, in questo nostro pellegrinaggio. Tuttavia è ovvio: colui che ama davvero Maria, farà di tutto per assecondarLa in ciò che ci chiede per la nostra salvezza. Chi ama Gesù, farà di tutto per fare tutto ciò che Lui ci chiede, il Rosario e queste devozioni sono un aiuto per questi nostri impegni di discepoli del Cristo. Nessuno giudicherà mai chi non farà queste pie pratiche, ognuno risponderà a Dio personalmente delle proprie scelte.
– Se non faccio questa pratica, mi salverò lo stesso?
La salvezza è un dono gratuito di Dio che dipende, principalmente, da Dio stesso. Da soli non potremo mai salvarci! Tuttavia Dio non è…. un distributore di bibite, o uno che agitando una bacchetta magica, ci risolve i problemi che derivano, per altro, dalle nostre colpe, infedeltà e responsabilità. Con l’Incarnazione divina e il “Fiat”, il Sì di Maria Santissima, Dio ha voluto coinvolgerci in prima persona, come si è lasciato coinvolgere Egli stesso in prima persona. Perciò, laddove è ovvio che la salvezza non viene dai nostri meriti, è anche vero che Dio ama vederci coinvolti nel Suo Progetto di salvezza per noi. Non possiamo rispondere con un “sì, o un no”, perché ognuno conosce la propria situazione. Le devozioni sono però quel sostegno all’anima, come le vitamine e gli integratori lo sono per il corpo. Infine lo vediamo in Famiglia: se un genitore, la mamma, ci chiedesse un favore, ci chiedesse di fare qualcosa, non lo faremo per lei anche se ciò ci costasse qualche sacrificio?
– Ma non sembrano un tantino superate queste cose?
Ma vedi! Tante volte ci lamentiamo con Dio perché, diciamo, “non ascolta le mie preghiere”…. Da quando in qua è superato chiedere un favore al genitore, al superiore, al datore di lavoro o ad un amico? E ci lamentiamo pure perché non ci concede quello che vogliamo noi! L’Apostolo ci aveva già ammonito in questo: “Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri. Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio?” (Gc.4,1-7) La Vergine Santa ci ha offerto un rimedio per superare questi ostacoli, ci ha donato il Suo Rosario e le pie pratiche che sono state sempre affidate ai Santi i quali le hanno poi divulgate quali mezzi “sicuri e certi” per ottenere i favori da Dio. L’apostolo Giacomo che abbiamo citato, dice ancora nello stesso brano: “Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. O forse pensate che la Scrittura dichiari invano: fino alla gelosia ci ama lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi? Ci dà anzi una grazia più grande; per questo dice: Dio resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia…”. Ora, queste pie pratiche sono un vero esercizio per la nostra anima, per sottomettere l’orgoglio e la superbia, e per esercitare in noi tutte le virtù, soprattutto l’umiltà che non è semplicemente una virtù, è assai di più. Nessuno è obbligato a fare queste devozioni, ma non esistono altri mezzi per fortificare l’anima e vincere le tentazioni, non esistono altre “vitamine” per l’anima.
– Io sapevo che i Sacramenti, quali la Confessione e l’Eucaristia, ricevuti in stato di grazia e con pentimento, bastano a salvarci… non è così? Perché la Madonna ci viene a complicare le cose?
Intanto la Vergine Santissima non viene mai per complicarci le cose, al contrario, Ella è sempre presente come una Mamma saggia e prudente, amorevole, rivelandoci piuttosto i desideri del Figlio Gesù perché, è bene sottolinearlo, la Madre non viene a noi all’insaputa del Figlio, e tutto ciò che ha detto e fa, lo ha fatto e lo fa nel Nome del Figlio e quale Suo desiderio. Maria riflette su di noi non solo un mare infinito di Grazie che provengono dal Figlio, ma anche l’identità del Suo Figlio Gesù con tutti i Suoi desideri di salvezza che sono, per altro, contenuti già nelle Sacre Scritture. Queste pratiche, dunque, non sostituiscono i Sacramenti, al contrario, ci preparano a ben riceverli. Queste pie pratiche predispongono le anime nostre ad una santa confessione, a desiderare e rimanere in stato di Grazia. Facciamo un esempio pratico. Siamo invitati ad una festa importante, come ci prepareremo? Non penseremo forse a tutte le opportunità per sistemare il corpo, i capelli, gli abiti, persino i profumi? Ecco, leggendo il Vangelo il regno dei Cieli è simile ad un banchetto nuziale in Matteo 22,1-14 e in Luca 14,16-24. La prima riflessione da fare riguarda la figura del re che “fece un banchetto di nozze per suo figlio”. Un re esigente, che vuole ad ogni costo che la sala del banchetto sia piena di invitati e che tutti indossino l’abito di nozze. Se, sulle prime, giudichiamo il re come un uomo orgoglioso e pure esigente, a ben rifletterci arriviamo invece a comprendere che il re (immagine di Dio Padre che manda il Figlio Suo sulla terra a farsi uomo, sposando così l’umanità intera) è immagine di Dio, esigentissimo nel senso che vuole fare degli esseri umani uno stuolo immenso di Suoi figli santi e che pertanto li vuole il più possibile simili a Gesù. Gesù stesso dice: “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste…” (Mt.5,48), è una parola! Chi potrebbe mai dire di se stesso di essere “perfetto” come il Padre? Gesù è il modello da seguire e la Madre ci offre le opportunità, i rimedi, per raggiungere la meta. Quindi non viene a complicare le cose, ma piuttosto a semplificarle. Certo, ci sono dei sacrifici da fare, ma quanti sacrifici facciamo spesse volte per cose mondane? All’anima da salvare, all’amore gratuito a Gesù e alla Sua Madre, ci pensiamo davvero?
– Ma le rivelazioni private non sono dogmi, non si è obbligati a fare queste cose!
Lo abbiamo spiegato sopra: nessuno ha mai parlato di obbligo, neppure la Vergine Santa ai tre Pastorelli ha mai parlato di obbligo. Neppure Gesù nei Vangeli parla di obbligo e tuttavia è chiaro che, se vogliamo raggiungere la meta (vuoi tu?), come spiegherà San Paolo nell’esempio dell’atleta: “deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta…” (Eb.12,1-2); “dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù….” (Filip.3,12-14), è ovvio che qualcosa dobbiamo fare. Sempre San Paolo lo spiega con l’esempio più significativo: “Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. Chiunque fa l’atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile. Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l’aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato…” (1Cor.9,24-27). L’esempio paolino è validissimo anche per noi oggi. Pensiamo alle Olimpiadi, ai tornei calcistici, alle coppe del mondo e quant’altro di simile. Non c’è l’obbligo per lo spettatore di seguire i campionati, ma se si sente uno “sportivo” non perderà un solo incontro e sarà pronto a fare ogni sacrificio per non perdere le partite. Così l’atleta, farà di tutto per salire sul podio, sacrificandosi per giorni interi, nessuno lo obbliga, ma se vuole vincere deve fare dei sacrifici. Noi vogliamo dirci “cristiani”, ma quando si tratta poi di devozioni si storce il naso e si cercano tutte le giustificazioni più stravaganti per omettere i sacrifici da farsi, con la pretesa poi di vincere lo stesso e magari di salire sul podio più alto….. Svegliamoci allora e cerchiamo di essere sinceri con noi stessi: “Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.” (1Tim.6,12). La Vergine Santa, possiamo dire in questo caso, è il nostro allenatore… ma per vincere dobbiamo ascoltare i Suoi suggerimenti, le proposte, le pratiche che ci offre.
Ave Maria.
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