XI secolo: un Rabbino predice la Fine per il 2017!
Alfred Lakos |
Innanzitutto è necessario tener presente che il Messia atteso dagli Ebrei sarebbe ormai "dietro l'angolo" per la maggioranza della popolazione israelita (e d'altra parte anche molti cristiani pensano che il Ritorno del Cristo sia imminente; ndt).
Un Rabbī nato nel 1140 d.C. predisse la Fine dei Tempi nel 2017!
Judah ben Samuel fu un leggendario rabbino tedesco del dodicesimo secolo d.C.(1140-1217) che lasciò ai posteri diverse profezie sorprendenti e specifiche sul futuro di Israele e di Gerusalemme, puntualmente realizzatesi.
Conosciuto pure con il nome di Judah he-Hassid (Juda il Pio), questo personaggio visse e lavorò a Regensburg (Ratisbona) fino ai primi anni del 1200 e fu l'autore di numerosi libri in lingua teutonica.
Ludwig Schneider, fondatore della rivista "Israel Today", ha tradotto alcune delle sue opere nel corso degli ultimi anni, compreso "Il Libro del Devoto – Sefer Hassidim" e il "Libro dei calcoli – Sefer Gematriyot".
Dopo le crociate cristiane in Terra Santa, tra l'XI e il XIII secolo, si sviluppò una corrispondenza regolare tra gli Ebrei di quei luoghi e i Cristiani d'occidente. Così, ad esempio, i rabbini di Worms e di Regensburg, in Germania, erano a conoscenza che gli Ayyubiti di Saladino comandavano in Palestina dal 1187 d.C.
A quell'epoca, Judah ben Samuel pubblicò i risultati dei suoi calcoli biblici (Gematria) e le sue osservazioni astrologiche riassumendole come segue:
"Quando gli Ottomani, i Turchi – che erano già una potenza da non sottovalutare sul Bosforo a quel tempo – conquisteranno Gerusalemme, vi regneranno per otto giubilei. In seguito, la stessa Gerusalemme diverrà terra interdetta nel corso del nono, poi la città sarà di nuovo dominata dalla Nazione ebraica, che darà inizio al tempo messianico finale."
Un giubileo è un arco cronologico di 50 anni – dice il Levitico al par. 25, 8-13. È il cinquantesimo anno dopo il sette volte sette, periodo in cui ogni persona deve riprendere possesso della propria Terra.
I calcoli di Judah ben Samuel erano puramente teorici ai suoi giorni; non v'era assolutamente alcun segno del loro compimento. Era impossibile prevederne l'esito, visto che la prima delle sue predizioni si sarebbe dovuta realizzare 300 anni dopo il suo trapasso.
Ai Mamelucchi, che avevano regnato su Gerusalemme dal 1250 d.C., succedettero i Turchi-Ottomani che conquistarono il territorio nel 1517 e lo mantennero per 400 anni, corrispondenti appunto (50 x 8 = 400) ad otto giubilei, fino al 1917.
Francisco Goya - La Carica dei Mamelucchi alla Porta del Sole |
In quell'anno, con una precisione profetica impressionante, i Britannici, forti del mandato internazionale ricevuto, rovesciarono l'egemonia turca e in virtù di tale diritto la Terra Santa divenne libera.
Anche dopo la Guerra di Indipendenza (dal 1948 al 1949), avvenuta tra la neonata Israele e le nazioni arabe attaccanti (Egitto, Siria, Libano, Irak e Transgiordania) ribellatesi alla nuova "presenza" nel loro territorio, Gerusalemme rimaneva ancora divisa da una striscia di terra che passava esattamente al centro della città, con la Giordania che deteneva il controllo della sua parte orientale ed Israele che controllava quella ad ovest.
Tale striscia era chiamata "terra di nessuno" sia dagli Ebrei che dai Giordani.Chiunque vi si fosse introdotto sarebbe stato fucilato.
E così rimase fino al 1967 (precisamente a 50 anni dal 1917, come compimento del nono giubileo) allorché, nella famosa "Guerra dei Sei Giorni", Israele si appropriò della Cisgiordania, e l'intera Gerusalemme venne conquistata dall'esercito israeliano per ritornare ad essere, ancora una volta totalmente ebraica.
Da allora, secondo Judah ben Samuel, sarebbero cominciati i tempi messianici, vale a dire il decimo ed ultimo giubileo.
Diversi ricercatori e studiosi si sono occupati degli scritti di questo rabbino per cercare di comprendere come poteva aver raggiunto queste conclusioni, ma senza risultati. (Non ne riporto l'elenco per non tediare chi legge, ma la si può trovare nel testo d'origine; ndt).
Il segreto con cui Judah "il Pio" ha potuto arrivare a predizioni così precise, almeno a guardare dai calcoli reali, sta nel fatto di aver dedicato la propria vita all'Altissimo.
I suoi discepoli, come il Rabbino Isaac ben Moshe (Vienna), il Rabbino Baruch ben Samuel (Magonza) e il Rabbino Simcha (Spira), riportano che Judah ben Samuel era un modello di astinenza e di abnegazione, pervaso dall'ardente desiderio della venuta del Messia.
Egli veniva spesso chiamato "Luce di Israele", tanto che persino i vescovi andavano a chiedergli consiglio. Se qualcuno gli domandava da dove provenisse la sua saggezza, lui rispondeva:
«Il profeta Elia, precursore del Messia, mi apparve e mi rivelò molte cose dicendomi che la condizione preliminare della preghiera è di essere alimentata dall'entusiasmo e dalla gioia verso la Grandezza e la Santità di Dio».
"Elia appare ad Eliseo sul carro di Fuoco" – di Giuseppe Angeli (Venezia, 1712-1798) |
Conclusione di Sebirblu
Ecco la sintesi delle sorprendenti profezie di questo rabbino, come da schema successivo.
Nell'anno 1217 d.C., egli vaticinò che i Turchi-Ottomani avrebbero regnato su Gerusalemme per 400 anni (8 giubilei); lo annunciò addirittura tre secoli prima, dal momento che tale occupazione ebbe inizio nel 1517.
Compiutosi questo tempo con un'esattezza che ha del miracoloso, nel 1917 il generale George Allenby, al comando delle forze militari alleate, entrò nella Città Santa "a piedi", come segno di rispetto alla sacralità del luogo.
Durante i 50 anni successivi (nono giubileo), benché gli Ebrei decimati dall'olocausto della seconda guerra mondiale avessero preso possesso della loro antica Terra, in quel momento "di nessuno", come la chiamò il rabbino, fondando lo Stato di Israele nel 1948, le profezie di Judah ben Samuel si compirono in pieno.
Infatti, nel 1967, all'inizio del decimo giubileo, gli Israeliti, di nuovo provocati dagli Arabi, si impadronirono di Gerusalemme Est e di molti dei loro territori, ampliando considerevolmente la Nazione che si ricompose dopo la storica invasione romana del 70 d.C.
Il 2017, dunque, segnerà il termine dell'ultimo cinquantennio profetizzato con l'avvento dell'Era messianica e il nuovo millennio di Pace annunciato dall'Apocalisse di Giovanni.
La sigla E.V. sta per Era Volgare. |
A questo proposito invito i Lettori ad "unire i puntini" andando a confrontare quello che ho scritto QUI, QUI e QUI con le strane "coincidenze" astrologiche e gli eventi dell'anno alle porte.
Come si vede, è innegabile che il mosaico formantesi davanti agli occhi dei ricercatori si faccia sempre più interessante, sapendo leggere però ed interpretare nel modo giusto anche le Scritture.
Certo è che Judah "il Pio", santo lo era davvero, se ha potuto ben 800 anni prima della sua dipartita, lasciarci in eredità calcoli così precisi sulla fine dei tempi.
Traduzione, adattamento e cura di Sebirblu.blogspot.it
Fonte: resistanceauthentique.net
La reazione isterica di Israele rivela la vera natura del Sionismo
Consiglio di Sicurezza dell'ONU |
di Jacob Cohen
In seguito alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che ha chiesto “soltanto” la cessazione degli insediamenti, non lo smantellamento degli insediamenti ebraici su terreni conquistati con la forza (e mai riconosciuti dalla legge internazionale), Israele ha risposto con la violenza senza precedenti, come un bambino viziato a cui tutto era permesso e che viene improvvisamente rimproverato. Come è possibile che la comunità internazionale abbia ha avuto la sfrontatezza, la “Hutspa” (insolenza in ebraico) di voler mettere un bastone tra le ruote del carro del trionfo del sionismo in espansione?
Un po ‘di Storia: il Consiglio di sicurezza aveva già votato nel 1968 la risoluzione 242 che chiedeva l’evacuazione dei territori occupati con la forza. Al momento della colonizzazione dei territori non era ancora iniziata e gli Stati Uniti non erano gli alleati incondizionati di quello che considerano oggi il loro “cane da guardia” nella regione. La risoluzione è rimasta ovviamente inefficace (come anche le successive).
Netanyahu ha subito dichiarato che la nuova risoluzione ha un valore nullo e che per lui è tempo sprecato. Questo è ciò che ha reso grande la leadership sionista. Il diritto internazionale e la comunità con lo stesso nome sono considerate al di sotto di loro. Il “popolo eletto” a cui Dio ha dato la terra promessa è responsabile per i Gentili, ed per tutti i popoli dei “goyim” che decisamente non capiscono il destino unico e glorioso riservato ad Israele.
Il primo ministro sionista ha convocato gli ambasciatori dei paesi che hanno votato per la risoluzione il giorno di Natale per dare loro una lavata di capo. Cosa avrebbero detto le istituzioni dello Stato-sionista se un paese europeo avesse convocato l’ambasciatore israeliano a Rosh Hashanah (nel capodanno ebraico) ?
Netanyahu ha annullato un incontro previsto con il suo omologo britannico Theresa May per protestare contro il sostegno di Londra a questa risoluzione. Ha annullato la prossima visita in Israele del ministro degli esteri senegalese e ha ordinato al Ministero degli Esteri di cancellare tutti i programmi di aiuto in Senegal. Inoltre ha annunciato di rimuovere diversi milioni di dollari in contributi alle varie agenzie delle Nazioni Unite.
Gli “amici” di Israele in prima linea. Christian Estrosi (dirigente politico francese) condivide la posizione israeliana per sostenere Netanyahu nella questione della condanna del CSONU. Per quanto riguarda l’esilarante Guy Millière, questi ha pubblicato un articolo intitolato “Barack Hussein Obama, l’anti-semita della Casa Bianca, tradisce Israele”.
Liberman va oltre, per così dire, argomentando con la “rinascita dell’ antisemitismo“. Ha detto che la conferenza a Parigi il 15 gennaio è stato ” paragonabile al Dreyfus .”
Queste reazioni isteriche e sproporzionati mostrano come il regime sionista si sia messo con le spalle al muro in un vicolo cieco. Da un lato non può fermare la colonizzazione. Questo è un processo irreversibile che è partito in assoluto, cioè per inglobare il 90% dei territori della Cisgiordania. D’altra parte, scivola inesorabilmente verso una forma di stato bi-nazionale, come il Sud Africa durante l’apartheid.
Questa “manifestazione isterica” ha qualcosa di positivo. Si aggiorna la vera natura del sionismo e la sua evoluzione imperiale. Certamente oggi la maggior parte degli Stati hanno un certo timore di Israele. Basti vedere i loro tentativi di giustificare la risoluzione che avrebbero dovuto già da molto prendere e per cui si sono presi un lungo periodo di tempo e, soprattutto, da far rispettare.
Ma siamo vicini al rush finale. La questione che si dovrà porre un giorno, non è stato un errore enorme far creare un tale Frankenstein in questa regione? Solo che questo “Frankenstein” dispone di 6 sottomarini con centinaia di testate nucleari pronte per mandare a fondo il mondo.
Vorrei tanto che le cancellerie europee si divertano con questo nuovo puzzle.
Fonte: Egalitè et Reconciliation
Traduzione: L.Lago
La sorpresa di Natale
Vi avevo promesso che per Natale non vi sareste annoiati! Con una mossa a sorpresa , la prima in 40 anni, gli USA hanno votato, al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, contro i desideri ufficiali di Tel Aviv. Il miracolo per cui tanto avevano pregato gli amici della Palestina e i progressisti di Israele – alla fine è successo. Questo è uno dei primi effetti benefici della vittoria di Donald Trump – il lungo periodo di deferenza americana agli Ebrei è stato interrotto. Si, lo ha fatto l’amministrazione Obama – ma non l’avrebbe fatto se il Presidente-eletto fosse stata la Clinton.
Per quarant’anni gli Stati Uniti hanno messo il veto su qualsiasi risoluzione del Consiglio di Sicurezza per limitare, potenzialmente, il diritto inalienabile di Israele di considerare i “goyim” nel modo in cui voleva, rubando – tra l’altro – la loro terra e insidiando gli ebrei nella proprietà rubata. ( Modo di pensare in linea con la tradizionale visione ebraica per cui i “gentili” non hanno nessun diritto, come il gatto che non ha diritto al suo gomitolo o il cavallo che non ha diritto a una stalla. A meno che quei diritti che siano concessi dall’uomo). Le comunità del mondo digrignavano i denti, l’allegria di Israele sconfinava nella gioia, ma gli Usa restavano fermi nella loro difesa di Israele.
Nel 2011 lo stesso presidente Obama fece mettere il veto su una risoluzione praticamente identica a quella a cui, ora, ha permesso di passare. Da allora Obama ha speso 38 miliardi di dollari di aiuti militari a Israele. Che cosa è cambiato adesso? Perché questa volta Obama ha deciso che il destino di Israele merita un trattamento più duro?
Il New York Times lo ha spiegato con il senso di libertà dovuto al suo prossimo ritiro. Come i bambini che, l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze estive, si sentono liberi di fare scherzi e di regolare i conti, i politici quando sono in uscita, cercano di levarsi qualche sassolino dalla scarpa, spesso con gli ebrei, dai quali sono stati costretti a sopportare, a tollerare o avenerare.
Il leader della Malesia Mahathir Mohammad aspettò fino al suo ultimo giorno, nel 2003, per dire che gli ebrei ormai avevano preso il controllo dei paesi più potenti e che governavano il mondo per procura. Jimmy Carter e George Bush senior non aspettarono l’ultimo giorno e agirono nell’oro primo mandato per tentare di limitare gli insaziabili appetiti di Israele: non riuscirono ad essere rieletti. Obama, dopo due mandati completi, ora si sente libero di folleggiare un po’.
Questo potrebbe spiegare la tempistica, ma non il sentimento. Niente può infastidire un potente più della necessità di piegarsi a un potere oscuro. Non chinarsi di fronte ad un re, ma a qualcuno che non ha un esercito. La chiesa ha dato fastidio a molti governanti; gli ebrei sono un fastidio ancora più grande. Mai così tanti problemi da così pochi, disse un amico. Molti sperano che cadano. Anche i politici e gli statisti più prudenti gioirebbero se questa gente arrogante fosse riportata con i piedi per terra.
Per un presidente degli Stati Uniti, dovrebbe essere difficile sopportare queste frustrazioni. Lui, apparentemente l’uomo più potente della terra, è stato umiliato più volte dagli israeliani. Quando visitò Israele, il rabbino capo Obadiah Youssef disse che avrebbe dovuto baciare i piedi agli ebrei che gli avevano permesso di venire su quella terra. Le sue proposte per una soluzione della questione palestinese, piuttosto eque, furono bruscamente respinte e il suo Congresso ricevente Netanyahu con tanta pompa che raramente, si era mai visto.
Qual è la fonte terrena di questo potere di Israele? Ora, come fu nel 1917, è la capacità degli ebrei americani “di influenzare l’opinione pubblica americana per mezzo della loro macchina mediatica”. Questo è ciò che i Giudei dissero a Lord Balfour nel 1917, quando gli chiesero di promettere la Palestina agli ebrei e in cambio gli ebrei avrebbero tirato gli Stati Uniti dentro la prima guerra mondiale. In nessun altro paese gli ebrei sono potenti come negli Stati Uniti, e in qualunque altro posto siano potenti – lo sono per il sostegno e per l’insistenza degli Stati Uniti. Questa potrebbe essere un’altra fonte di frustrazione per un presidente americano.
E ora gli ebrei hanno perso sia Obama che Hillary Clinton, che avevano sostenuto. Non ce l’hanno fatta a convincere l’opinione pubblica americana. Ci hanno provato, hanno messo in moto tutti i loro mezzi, hanno fatto sfilare tutti i loro Maestri del Discorso, e malgrado tutto non ci sono riusciti. Trump si è infilato abilmente nella fessura lasciata aperta tra ebrei liberali e sionisti ed ha evitato di essere chiamato nemico degli ebrei, come aveva cercato di fare la potente ADL. Dopo le elezioni, il presidente eletto Trump aveva messo il gatto nel pollaio con la nomina di Friedman come l’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele. Così la fessura tra ebrei liberali ed ebrei sionisti duri è diventata una guerra.
“L’inferno si è appena ghiacciato”, ha scritto Mondoweiss, un sito ebraico progressista: Il New York Times in un articolo ha scritto che il “sionismo è razzista”. Gli ebrei d’America sono stati chiamati a scegliere: se sono razzisti e sionisti o se condividono i valori liberali.
L’estrema destra europea aveva usato per anni il trucco di fare appello ai sionisti contro gli ebrei liberali. Anche Breivik, l’assassino norvegese che fece un eccidio, diceva la stessa cosa. Ma i partiti europei di estrema destra, quelli che si rifiutavano di giocare sia con i sionisti che con gli ebrei liberali si sono trovati con il sedere scoperto, senza nessuna copertina dei media.
Ora uno schema simile è stato usato dagli inglesi – hanno dato agli ebrei quello che volevano, cioè Theresa May ha annunciato di aver deciso di accettare la definizione di antisemitismo della Memoria Alliance (IHRA) e di volerla integrare nella legislazione britannica, e nel stesso tempo, gli ebrei avrebbero facilitato l’astensione degli Stati Uniti, rendendo il testo appetibile per Obama.
Anche i russi hanno fatto la stessa cosa: si sono presi i canali televisivi dagli oligarchi ebrei, li hanno estromessi dal potere, ma hanno continuato a chiacchierare con i fondamentalisti della Chabad e con Netanyahu.
Il mondo sta cercando di liberarsi dall’ egemonia ebraica, ma questa complicata transizione prevede che venga utilizzata una setta di ebrei contro un’ altra. O almeno questo è quello che sentono i politici. Comunque il momento della libertà si sta avvicinando, come sta declinando l’egemonia Usa, anche quella ebraica la sta seguendo. Trump ha vinto anche senza i media ebrei, i Masters of Discourse erano tutti contro di lui. I politici dovranno imparare questa lezione e metterla in atto.
Il comportamento di Israele ha contribuito molto a questo cambiamento. Ai bianchi piace il fair play: hanno dato pieni diritti a ebrei e neri anche se questo non costituiva un loro vero vantaggio. Ma gli ebrei non badano molto all’equità, è il bottom line che conta. Il modo in cui hanno maltrattato i palestinesi ha superato ogni limite di tolleranza. Potrebbero abbandonare del tutto la Palestina e vivere bene solo nel 78% del territorio che ottennero con mezzi scorretti ma legali. Potrebbero accettare la soluzione dei due Stati, dove lo Stato Palestinese non ha nessun controllo sui suoi confini, sul cielo, sull’acqua o sull’esercito, ma ha ancora una bandiera e un inno nazionale.
Oppure, se vogliono l’intera terra di Palestina, dovrebbero trattare i palestinesi giustamente, dovrebbero dar loro gli stessi diritti in uno stesso Stato, invece di mandare lentamente sempre più colonie di ebrei su terra palestinese rubata con la pretesa di lavorare per creare due Stati. Ma gli ebrei preferiscono avere la botte piena e la moglie ubriaca. Questo stratagemma può funzionare per un po’, ma non per sempre, e per questo i sionisti stanno comprendendo che il loro potere ha dei limiti.
Il dramma del voto del Consiglio di Sicurezza merita di essere raccontato. L’Egitto ha presentato il progetto, e subito ha cominciato a subire pressioni da Israele. Il Generale Sisi è un sovrano piuttosto debole; è arrivato al potere con un colpo di stato militare, non è molto popolare ed è sensibile alle pressioni. Netanyahu ha chiesto a Trump di fare un discorsetto a Sisi e così ha fatto. Trump è preoccupato che i suoi avversari gli giochino qualche brutto scherzo prima dell’inaugurazione e ha bisogno di una certa protezione. Sisi ha accettato di rinviare il voto a tempo indeterminato. Ora Obama è rimasto piuttosto scocciato dalle interferenze di Trump e dal fatto che Netanyahu lo ha scavalcato. Un presidente alla volta, ha detto ottimamente.
Altri quattro stati hanno raccolto la mozione che l’Egitto aveva lasciato cadere. La Nuova Zelanda è stata minacciata da Netanyahu che ha promesso “guerra”, il richiamo del suo ambasciatore e la chiusura dell’ambasciata. Ma la Nuova Zelanda non si è mossa di un pollice. Già ci era passata con l’Inghilterra e le minacce di Netanyahu sono sembrate solo acqua calda. Qualche anno fa, aveva già mandato a casa l’ ambasciatore israeliano dopo che era emerso che gli assassini del Mossad andavano in giro con falsi passaporti NZ.
La mozione è stata presentata di nuovo. Netanyahu ha chiamato Putin per la disperazione. Putin è stato molto gentile e ha promesso di fare il possibile. L’uomo russo alle Nazioni Unite, Vitally Churkin, anzi ha cercato di rinviare la votazione a dopo Natale, o dopo l’insediamento di Trump, ma nessuno è stato d’accordo con lui. Così ha dovuto votare a favore della mozione.
Non poteva fare nient’altro: la Russia è un sostenitore forte e generoso della Palestina, oltre che storico protettore dei palestinesi. Fino a poco tempo la Russia non ha nemmeno riconosciuto le conquiste israeliane del 1948, e questo comprende anche Gerusalemme Ovest. Sulle carte dei russi, i confini di Israele sono le linee di demarcazione del piano di spartizione del 1947, cioè 7.000 km quadrati meno della linea verde del 1949. Gli israeliani avevano sottovalutato la fibra morale e religiosa russa.
Un giorno prima, il rappresentante di Israele, si era distratto durante il voto sulla Siria in seno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, proprio per compiacere Putin. Così Netanyahu si aspettava un quid pro quo, ma Putin ha preferito non mettere in pericolo la meritata e sudata reputazione russa di protettore della Palestina e della Siria. Il presidente russo è un uomo razionale. Vuole essere amico di Israele per molte ragioni, ma non a qualsiasi prezzo: non è né Sisi, nè una femminuccia. Oltre al fatto che Netanyahu non ha avuto esitazioni nel bombardare l’aeroporto e le unità dell’esercito siriano a Damasco, un paese alleato della Russia. Putin non ha risposto all’attacco, ma se ne è ricordato.
Ora Netanyahu ha una crisi isterica; minaccia il mondo con una guerra diplomatica e attacca il PNA. In un momento di delirio, ha chiamato gli ambasciatori dei paesi membri del Consiglio di Sicurezza chiedendo di venire al Ministero degli Esteri il giorno di Natale, come in caso di guerra. Ancora non vuol capire che ha perso. Israele e tutta la sua politica verso i palestinesi sono detestati da tutto il mondo perché sono arroganti e ingiusti.
Netanyahu spera che Trump cambierà tutto di nuovo a suo favore. Ne dubito. Ora Trump sente di aver bisogno dell’appoggio degli ebrei, ma dopo l’inaugurazione? Allora si accorgerà che questo costo potrebbe essere troppo alto. Trump probabilmente giocherà come Putin: sarà amichevole, ma baderà agli affari suoi.
E un Obama veramente irritato potrà sparare un altro colpo, il 15 gennaio 2017, quando il programma francese potrebbe far internazionalizzare i colloqui di pace. Questo è un grosso pericolo per la Netanyahu e per tutta la sua estrema destra.
Sembra che gli ebrei abbiano sopravvalutato notevolmente il loro peso reale. Hanno voluto credere che i protocolli fossero una loro Carta dei Poteri, mentre erano solo una storia. E queste storie hanno tutte una data di validità e una scadenza.
Israel Shamir è raggiungibile su adam@israelshamir.net
Fonte : http://www.unz.com/
28.12.2016