ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 8 maggio 2017

Una profezia incompiuta


FATIMA, DE MATTEI: LA PROFEZIA INCOMPIUTA. SEGRETO NON SVELATO. IL PERITO CALLIGRAFO CONFERMA: È LA MANO DI SUOR LUCIA.

Sabato prossimo, 13 maggio, cadono i cento anni dalla prima delle Apparizioni della Madonna a Fatima. Nelle settimane passate ci siamo occupati varie volte di questo tema, sia in relazione al libro di José Maria Zavala “El secréto mejor guardado de Fatima”, che al nostro “Il segreto non svelato. A cento anni dal futuro della Chiesa”, sia riportando un’intervista del cardinale Joseph Zen Ze-kiun. Oggi vi offriamo una breve intervista del prof. Roberto de Mattei sul significato attuale e futuro di Fatima; e qualche brano di un’intervista di Begona Slocker, il perito calligrafo del Tribunale di Madrid che ha eseguito una perizia sulla presunta parte non svelata del Terzo Segreto attribuendola alla mano di suor Lucia Dos Santos, la terza dei veggenti della Cova de Iria.

Abbiamo trascritto qualche frase del prof. De Mattei:
“Il messaggio di Fatima è sicuramente l’evento più importante del XX secolo e 100 anni dopo mostra tutta la sua attualità. Fatima non sta alle nostre spalle, Fatima sta davanti a noi, è una profezia incompiuta, come lo stesso Benedetto XVI ebbe ad ammettere”.
“Ho la massima attenzione e devozione per questo messaggio che ci offre una chiave interpretativa per il nostro tempo. Il messaggio di Fatima come è noto è un tutto unico composto di tre parti. Una terrificante visione dell’Inferno alla quale pone rimedio la infinita misericordia di Dio espressa attraverso il Cuore Immacolato della Madonna. La seconda parte riguarda le nazioni è riassunta da quella frase secondo cui la Russia diffonderà nel mondo i suoi errori. A questa diffusione, che è il castigo per l’umanità impenitente la Madonna contrappone delle richieste fra cui la consacrazione della Russia al cuore immacolato di Maria fatta dal Papa e dai vescovi in unione con lui e la propagazione della devozione dei primi cinque sabati del mese, due richieste che non sono state ancora esaudite se non in minima parte”.
“E poi c’è la terza parte che è oggetto del libro di Tosatti a cui si riferiva. Non entro nella problematica del terzo segreto. Mi sembra che ciò che sappiamo è comunque impressionante, nella sua parte nota ci parla della persecuzione contro la Chiesa e le vittime sono precisamente identificate. Il macrocosmo della cristianità viene sottoposto a una terribile persecuzione. Le parole “penitenza, penitenza, penitenza” ci richiamano all’idea del peccato, all’esistenza del bene e del male. Colpiscono frontalmente il relativismo e l’edonismo dominante. Possiamo dire che il messaggio di Fatima è il messaggio per i nostri tempi”.

Begona Slocker è perita grafologa da venticinque anni. Suo padre, Luis Pérez Slocker, era grafologo e perito calligrafo dal 1954, alunno di Maite Ras, che introdusse in Spagna questa scienza. La Slocker si formò nella Società Spagnola di Grafologia, scienza di cui la perizia calligrafica è un ramo.
“Quando ho saputo che la perizia doveva essere pubblicata integralmente, ho avuto un momento di timore, perché ero cosciente che sarebbe stata esaminata con la lente di ingrandimento da periti di ogni genere, e ci sarebbe stato un giudizio professionale dei colleghi. Però sapevo che avendo lavorato con rigore, ci sarebbe stato poco da dire sugli argomenti che espongo nella perizia. I dati che offro sono corretti. Di fatto, ho ricevuto solo parole di felicitazione per la mia prudenza, basandomi solo su dati raffrontabili.
Così sicura? So solo che il mio lavoro è fatto con rigore, con tutte le conoscenze poste al servizio della perizia. Penso che sia impossibile scrivere identiche due lettere, perché abbiamo vita, movimento, ed è questo che da’ alla scrittura di una certa persona alcune differenze in una stessa lettera. Inoltre abbiamo segni personali che vengono dalla nostra parte non cosciente, e che è impossibile che un altro autore che non sia lo stesso li riproduca. La velocità è molto importante, perché è molto difficile da imitare, l’inclinazione, la coesione. Sono segni che un falsificatore non può mantenere in più di sei righe di seguito, perché la parte non cosciente tradisce e il movimento della mano obbedisce al cervello, non alle nostre intenzioni. E’ un caso chiaro, quello del documento che abbiamo studiato, in cui tutti questi fattori sono positivi, mai con differenze sufficienti per dubitare della sua autenticità”.
Il lavoro è stato compiuto con l’équipe abituale della Slocker, a cui appartiene anche Lorena Gilaranz, altro perito giudiziario, e poi è stato sottoposto a due dei periti grafologi più prestigiosi, che hanno dato il via libera; e in seguito la Slocker ha ottenuto la conferma della Società Spagnola di Grafologia.
Trovate l’integrale dell’intervista, in spagnolo, a questo LINK.
MARCO TOSATTI


Fatima, un mistero lungo cento anni


Pochi giorni ci separano dal centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima e dalla canonizzazione dei due (dei tre veggenti) a cui nel lontano 1917 apparì la Vergine sopra un piccolo lecce verdeggiante, confidando loro il messaggio più sconvolgente del xx secolo. Molte cose sono state dette, ufficiali e ufficiose, circa l’interpretazione attribuita ai tre “segreti”, ma soprattutto sull’esistenza di una quarta parte del segreto non rivelata dalla Chiesa e che sembra adombrare scenari di terribili guerre e distruzioni e di una vera e propria apostasia che si realizzerà nella Chiesa stessa. Sulla presenza di questa parte non rivelata pochi ormai dubitano, anche perché fu mons. Capovilla, segretario di papa Giovanni XXIII, ad ammettere l’esistenza di un “allegato” contenente affermazioni sconvolgenti sul quel “vescovo vestito di bianco” che lo stesso segretario, seguendo l’interpretazione di Papa Roncalli, definì come un’aggiunta di suor Lucia (l’unica custode del segreto) e non un testo formulato direttamente dalla Madonna. Vero è che lo stesso Giovanni XXIII nel 1960, letto integralmente il testo del terzo segreto (contenente forse anche l’“allegato”) decise di non rivelarlo perché conteneva qualcosa di veramente sconvolgente per la vita della Chiesa e rimandò ad una riflessione più profonda del plico.

              Giovanni Paolo II e suor Lucia

Fu Giovanni Paolo II nel 2000 a rivelare il testo del terzo segreto e toccò, all’allora Prefetto della Dottrina della Fede Ratzinger,  l’interpretazione teologica, che si concentrò, per lo più, sugli eventi del trascorso XX secolo che avevano minato la cristianità nel mondo (riferendosi in particolare all’avvento del Comunismo) e all’attentato che colpi, ferendolo, proprio il 13 maggio, Giovanni Paolo II in piazza San Pietro, quasi ad intendere che la missione profetica di Fatima fosse chiusa al passato. “Le vicende a cui fa riferimento la terza parte del «segreto» di Fatima sembrano ormai appartenere al passato…Nella misura in cui singoli eventi vengono rappresentati, essi ormai appartengono al passato. Chi aveva atteso eccitanti rivelazioni apocalittiche sulla fine del mondo o sul futuro corso della storia, deve rimanere deluso”. Così Ratzinger nel 2000 e così, in sintesi estrema, i protagonisti principali della vicenda “Fatima”, di cui Benedetto XVI è l’unico rimasto ancora in vita. Da pontefice, quasi sicuramente, venne poi a conoscenza della parte non rivelata, tanto che in un pellegrinaggio a Fatima nel 2010 pronunciò delle parole che sembravano contraddire apparentemente quelle che egli stesso aveva pronunciato da Prefetto solo dieci anni prima: “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”. E ancora: “oltre questa grande visione della sofferenza del Papa, che possiamo in prima istanza riferire a Papa Giovanni Paolo II, sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano. Perciò è vero che oltre il momento indicato nella visione, si parla, si vede la necessità di una passione della Chiesa, che naturalmente si riflette nella persona del Papa, ma il Papa sta per la Chiesa e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano”.

                                                            Jessica Gregori da piccola

Rimane un’ultima domanda: papa Francesco è mai entrato in possesso dell’”allegato” famigerato? Lui, papa regnante che si appresta a canonizzare i pastorelli di Fatima, è a conoscenza del suo contenuto? Molto difficile a dirsi. Rimane una telefonata che Bergoglio fece a mons. Capovilla il 2 aprile del 2013, a neanche un mese dalla sua elezione al Trono di Pietro, una telefonata che le cronache giornalistiche hanno riportato come cordiale ma che in alcuni osservatori più attenti ha suscitato una domanda: cosa poteva volere il Pontefice appena eletto da un anziano monsignore quasi centenario, uno dei pochi a conoscere per intero il testo di Fatima? Di certo sappiamo che la “quarta parte” del segreto non sarà mai rivelata, almeno in senso ufficiale dal Vaticano, perché in via ufficiosa non è da escludere che la Madonna possa aver affidato tale “segreto” a qualche altro veggente, perché il mondo sia avvertito e possa porvi rimedio con la preghiera e la volontà. Pare che su Fatima, Jessica Gregori, la “veggente” di Civitavecchia abbia qualcosa da dire in merito, lei che da bambina incontrò suor Lucia nel monastero di clausura a Coimbra, e che abbia scambiato con lei i “segreti” di Fatima, segreti che Jessica stessa dice di non poter, a tutt’oggi, rivelare per intero. Un’ennesima conferma che quello che è stato detto non è tutto: cosa sa la giovane di Civitavecchia che non può rivelare su Fatima che la Chiesa non ha già detto ufficialmente? Vedremo in questo centenario, a noi non resta che pregare come Nostra Madre ci ha detto a Fatima, con quella straordinaria arma che è il Santo Rosario: “Voglio che recitiate il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra”.
Matteo Carletti8 maggio 2017

1 commento:

  1. Resta però il problema dell'espressione spagnola "Juan Pablo", che nel testo tutto in portoghese dovrebbe essere "João Paulo" (vedi 16. riga del testo): un aspetto che la sig.ra "perita grafologa" non avrebbe dovuto trascurare, suppongo, prima di dichiararne l'autenticità.

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