ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 13 giugno 2017

Non siamo soli..!

DIO BLOCCA MANO Jihadista pronta a Sgozzare FRATE!


"Caino e Abele" di Sebastiano Ricci  (1659-1734)

Ciò che riporto è solo un esempio di come la Fede Vera possa essere determinante e miracolosa per affrontare qualsiasi pericolo si presenti all'uomo, sia di ordine naturale (cfr. QUI statue), che derivante dai nostri simili, a volte demòni incarnati. (Cfr. anche QUI, prete fucilato).

Questi casi passano inosservati ai più, ma non a coloro che conservano nel proprio intimo la CERTEZZA ASSOLUTA di Non Essere Soli.

Essi alimentano costantemente in sé quella Fiamma Viva che li mette al riparo da qualsiasi minaccia e con lo sguardo fisso al Cielo veleggiano su altri livelli, rendendosi irraggiungibili al Male, che al massimo può toglier loro il soffio della vita, ma NON OLTRE!

E mentre i cristiani di tutto il mondo vengono barbaramente perseguitati, oppressi ed uccisi nell'indifferenza pressoché generale, ci ritroviamo con un Pontefice indegno di rappresentare il Cristo in Terra e la Sua Chiesa bimillenaria... ma di questo ne accennerò brevemente poi, perché il Falso Profeta continua imperterrito la sua opera di demolizione, nell'incredibile acquiescenza planetaria.


Il medico francescano Abuna Nirwan Al-Banna'

Lo jihadista non è riuscito a decapitarmi e mi ha detto:
"Chi sei, visto che non riesco ad abbassare il coltello?"

Abuna Nirwan Al-Banna', è un sacerdote francescano originario dell'Iraq che prima dell'ordinazione ha studiato Medicina.

Destinato alla Terra Santa, nel 2004 si è visto concedere dalle Suore Domenicane del Rosario, fondate da Santa Marie Alphonsine Danil Ghattas (palestinese canonizzata nel 2015), una reliquia della loro fondatrice e un rosario da lei utilizzato, che padre Nirwan porta sempre con sé.

Quando nel 2009 Benedetto XVI ha approvato il miracolo per la beatificazione della religiosa, è stato chiesto dalla Santa Sede che si procedesse alla riesumazione del suo cadavere.

In genere il compito spetta al vescovo locale, che designa un medico presente. È stata allora affidata ad Abuna Nirwan tale funzione con l'incarico di elaborarne un rapporto medico.

Due anni prima era accaduto un fatto davvero straordinario, reso noto da padre Santiago Quemada nel suo blog con il titolo "Un sacerdote en Tierra Santa":

La storia che racconteremo si è svolta il 14 luglio 2007. Abuna Nirwan, in quel tempo, aveva deciso di recarsi dai suoi cari in Iraq. Era andato con un taxi "contrattato" alla frontiera siriana. Lo ha esposto egli stesso nell'omelia di una Messa che ha celebrato a Bet Yalla:



«In quel momento non c'era la possibilità di andare in aereo a trovare la mia famiglia. Era proibito. Il mezzo di trasporto era l'automobile. L'idea era quella di andare a Baghdad e da lì arrivare a Mosul, dove vivevano i miei genitori.

L'autista aveva paura per la situazione che si viveva nel Paese. Una famiglia – padre, madre e una bimba di due anni – ci ha domandato se poteva viaggiare con noi. Il tassista mi aveva riferito la loro richiesta e io non ho sollevato obiezioni.

Erano musulmani. Il guidatore era cristiano. Ho detto loro che nella macchina c'era spazio e che potevano aggregarsi. Ci siamo fermati ad un distributore, e un altro giovane, anch'esso musulmano, ha espresso lo stesso desiderio di venire con noi a Mosul. Visto che c'era posto è stato accolto pure lui.

La frontiera tra la Giordania e l'Iraq si apriva solo all'alba. Quando è spuntato il sole è stata sollevata la barriera e circa cinquanta o sessanta auto hanno iniziato a muoversi lentamente, una dietro l'altra.

Abbiamo proseguito il viaggio. Dopo più di un'ora ci siamo dovuti fermare ad un posto di blocco dove era in corso un'ispezione. Abbiamo preparato i passaporti. L'autista, in apprensione, ha detto: "Ho paura di quel gruppo".

Prima era un check-point militare, ma i membri di un'organizzazione terroristica islamica avevano ucciso i militari e avevano preso il controllo del luogo.

Quando siamo arrivati, ci sono stati chiesti i passaporti e non siamo scesi dall'auto. Hanno portato i documenti all'interno di una struttura. Poi, l'addetto è tornato e, rivolgendosi a me, ha detto: "Padre, stiamo procedendo con le indagini. Potete andare nell'ufficio".

"Molto bene" ‒ ho risposto ‒ "se dobbiamo andare andremo". Abbiamo camminato per un quarto d'ora fino ad arrivare alla baracca che ci avevano indicato.

Una volta arrivati là, ne sono usciti due uomini a volto coperto. Uno di loro teneva nelle mani una telecamera e un coltello. L'altro, con una folta barba, aveva in mano il Corano.




Si sono avvicinati al punto in cui ci trovavamo e uno di loro ha chiesto: "Padre, da dove viene?" Ho risposto che venivo dalla Giordania. La stessa domanda è stata posta all'autista.

Poi l'uomo armato si è rivolto al ragazzo che viaggiava con noi, l'ha afferrato da dietro con le braccia e lo ha ucciso con il coltello.

Mi hanno legato le mani dicendomi: "Padre, stiamo registrando tutto questo per al Jazeera (che si trova in Qatar, nazione ora emarginata da quasi tutti i paesi arabi; ndr). Vuole dire qualcosa? Per favore, non più di un minuto". Ho replicato: "No, voglio solo pregare". Così, mi hanno lasciato un minuto di tempo.

Poi quell'essere mi ha spinto fino a costringermi a cadere in ginocchio e ha precisato: "Sei un sacerdote, ed è proibito che il tuo sangue cada a terra perché sarebbe un sacrilegio". Quindi è andato a prendere un secchio ed è tornato per sgozzarmi.

Non ricordo quali preghiere ho recitato in quel momento. Avevo molta paura, e rivolgendo il pensiero a Marie Alphonsine, ho detto: "Non dev'essere un caso che ti porti con me. Se è necessario che il Signore mi porti via sono pronto, ma se non è così, ti chiedo che non muoia nessun altro".

L'individuo mi ha afferrato la testa con la mano e, tenendomi con forza la spalla, ha alzato il coltello. Dopo qualche momento di silenzio ha esclamato:

"Chi sei?" Ho risposto: "Un frate". E lui: "E perché non riesco ad abbassare il coltello? Chi sei?" Poi, senza lasciarmi il tempo di rispondere, ha intimato: "Padre, tu e tutti gli altri tornate alla macchina." Così, sveltamente, siamo tornati al veicolo.

Da quel momento ho smesso di avere paura di morire. So che un giorno morirò, ma adesso ho più chiaro nella mente che sarà solo quando Dio vorrà.

Da allora non ho più timore di nulla e di nessuno. Quello che mi accadrà sarà per volontà di Dio, ed Egli mi darà la forza per prendere la Croce. Ciò che conta è avere fede. Dio si prende cura di chi crede in Lui.»

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

Nel video ripreso da Telepace, il protagonista di questa incredibile storia:




Ed ecco invece come, ad ogni piè sospinto, la "Guida" suprema del cristianesimo ‒Bergoglio ‒ si esprime, quale "esempio trascinante" di tutti coloro che vogliono, con tanta  fiducia  in  lui,  seguire le orme e gli insegnamenti del Cristo. (Cfr. QUI e QUI).

Qui, nel video a seguire (tratti presi dall'apertura del Convegno ecclesiale 2016), secondo il Papa, Gesù "non era un pulito", e spiegando la parabola dell'adulteraprosegue dicendo che Egli "si fa un po' scemo", mentre più avanti asserisce che "in maggioranza i matrimoni sacramentali sono nulli", elogiando le convivenze.




In quest'altro post di Francesco Lamendola, da me pubblicato con relativi video, il Falso Profeta dice che "Gesù si è fatto Peccato", "si è fatto Diavolo".

Addirittura, in questo filmato, egli dichiara "il Fallimento di Dio" mostrando ai giovani un piccolo libretto contenente la Via Crucis e motivandolo con la Sua morte e sepoltura, senza minimamente accennare alla divina Resurrezione, speranza ed incoraggiamento di tutti popoli cristiani che soffrono temendo il martirio e la persecuzione subiti dal Cristo.




Poi si permette di insegnare il Vangelo stravolgendone letteralmente il significato nelle parabole:

nel primo video parla del paralitico di Bethesda, definendolo accidioso e indolente(cose da pazzi! Confrontare con il testo evangelico per rendersene conto!) Tra l'altro  è l'unico miracolo in cui a Gesù non viene chiesta nessuna guarigione, ma la offre Luispontaneamente per i meriti e la Fede  dell'uomo che da 38 anni è impossibilitato a muoversi.




Nel secondo video possiamo ascoltare l'Omelia del Capo della Chiesa dire agli astanti ‒ più o meno sotto "ipnosi" ‒ che Maria nel trovarsi sotto la Croce avrebbe pensato alla rassicurazione ricevuta dall'Angelo sulla Regalità del Cristo... che sarebbe stato grande fra tutte le genti... e nel silenzio del suo cuore avrebbe detto in cuor suo: "Bugie! Sono stata ingannata!"




Ed infine il 7 giugno, nel terzo video, proprio in occasione dell'Udienza generale di mercoledì in Piazza San Pietro, Bergoglio ha detto:

[...] "Ma il Vangelo di Gesù Cristo ci rivela che è Dio che non può stare senza di noi: Lui non sarà mai un Dio "senza l'uomo"; è Lui che non può stare senza di noi, e questo è un mistero grande! Dio non può essere Dio senza l'uomo: grande mistero è questo!" [...] QUI il testo completo.




Ricordiamoci sempre che il Maligno (Ved. QUI) tra molte parole giuste semina la zizzania (il loglio appunto) e gli sprovveduti, che non conoscono a fondo le Scritture ma soprattutto il Vangelo, facilmente vengono ingannati prendendo "lucciole per lanterne" nel ritenere sempre, a torto, infallibile ciò che viene dal "Papa", ma quando si sveglieranno ne subiranno tutte le conseguenze perché molte sono ormai le avvisaglie da quattro anni a questa parte.

(Per documentarsi di più cliccare sull'etichetta Bergoglio e Profezie).

Ma si dirà, cosa c'entra questo con il racconto iniziale del frate medico Nirwan Al-Banna'? C'entra, eccome! Perché mentre il Cristianesimo Vero sta affondando per mano proprio di "chi" ne dovrebbe sostenere il Messaggio, diffuso con l'Esempio e con l'Opera dal suo Fondatore divino, altri Esseri ignoti ed ignorati, ma ardenti e coraggiosi,  ne  sigillano  l'insegnamento  seguendo  le  Sue  orme  a costo  della  vita!

Infatti, in ogni parte del mondo dove ci sono martiri e popoli perseguitati perché cristiani, aumentano e si moltiplicano le vocazioni e i convertiti ai valori cristici (cfr. QUIQUI e QUI),  rendendo  viva  la  parabola  del  lievito  scritta  in  Mt. 13, 33:

«Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». 

E sarà così che la Vera Chiesa Mistica (cfr. QUI) non morirà, ma come la mitica fenice tornerà a risorgere dalle ceneri del suo passato, più viva e più forte che mai.


Sebirblu,
 12 giugno 2017
Relazione, adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it

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