ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 10 agosto 2017

Ma siamo veramente ridotti così?



https://www.youtube.com/watch?v=MdM4sIt_dk8

Il Puntatore. Alleluja delle lampadine



Ricordo molti anni fa, in una parrocchia di Moteverde Vecchio qui a Roma, che al tempo frequentavo. Ad un certo punto mi introducono l'Alleluia delle lampadine, titolo che al momento mi apparve arcano.

Poi cominciò la dimostrazione pratica del canto stesso e ricordo di aver provato una sensazione di agghiacciato imbarazzo. Ma siamo veramente ridotti così? E ricordo i vari preti che, per fare i "ggiovani", si dimenavano attirandosi la simpatia dei malaccorti e la commiserazione degli avveduti.

Pensavo sarebbe stato bene, durante l'esecuzione di questo un provvido blackout, ma prevedendo i tempi dell'infinita misericordia, la potenza celeste ha forse non ritenuto opportuno di accontentarmi. Il problema non è solo la musica, ma il testo: "la nostra festa non deve finire e non finirà". La nostra festa? Ma non è un canto per la Messa? La Messa è la nostra festa? Ma la Messa non è un dono che riceviamo, la partecipazione al Sacrificio di Nostro Signore? Mi sembra che di festa non ci sia poi molto.

Ma il testo poi prosegue dicendo: "perchè la festa siamo noi che camminiamo verso te". Ecco spiegato tutto! La Messa non è più un qualcosa che ci viene dall'alto, ma qualcosa che facciamo noi dal basso, il profano che si sostituisce al sacro. Se si guardasse ai testi di molti altri canti del dopoconcilio il tono non sarebbe poi diverso. Questa idea che il sacro viene dal basso non ha certamente sacralizzato la società, anzi, ha profanizzato il tempio. Si è confuso il partecipare verso l'alto il banalizzare verso il basso.
di Aurelio Porfiri 
http://www.campariedemaistre.com/2017/08/il-puntatore-alleluja-delle-lampadine.html

it.news
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Inseminazione cane-donna – Il cardinale Schönborn "non vuole giudicare"

Il festival "artistico" austriaco Ars Electronica, sovvenzionato dallo stato austriaco e da fondi della UE, premierà l'8 settembre la "artista" slovena Maja Smrekar per aver preso uno dei suoi ovuli ed averlo inseminato con lo sperma del suo cane.

L'addetto stampa del cardinale di Vienna Christoph Schönborn fa notare che ciò non ha creato una nuova vita e che lui "non vuole giudicare il valore artistico" della stupidata di Smrekar, scrive il giornale Heute.

Foto: Christoph Schönborn, © Evangelische Kirche in Österreich, CC BY-SA#newsGejqzawjwb

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