ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 26 agosto 2017

Vidérunt me, et movérunt cápita sua (Ps.108:24)

CONSACRARE ANCORA LA RUSSIA?_Una nuova prospettiva...

Nell’apparizione del luglio 1917 la Vergine del Rosario di Fatima aveva predetto: « Verrò a chiedere la consacrazione della Russia ». La richiesta fu esplicitata IL 13 GIUGNO 1929. Lucia, ormai religiosa professa tra le religiose di S. Dorotea, si trovava in convento a Tuy, in Spagna. In seguito ad una grandiosa visione della SS. Trinità, la Vergine Maria che era presente prese la parola e disse alla veggente:

« È arrivato il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con tutti i vescovi del mondo, la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato, promettendo di salvarla con questo mezzo. Sono tante le anime che la giustizia di Dio condanna per i peccati commessi contro di me, che vengo a chiedere riparazione: sacrificati per questa intenzione e prega » (2).

Nel corso degli anni, dal momento in cui la richiesta della Consacrazione della Russia fu fatta pervenire ai Pontefici, questi la reiterarono in varie occasioni con tentativi che non soddisfecero, però, le modalità richieste dalla Madonna.

Da parte degli studiosi di Fatima è dibattuta la questione se la consacrazione fatta da Giovanni Paolo II nel 1984 abbia ottemperato a tutte le condizioni poste dalla Vergine SS. o lo abbia fatto solo parzialmente o non lo abbia fatto per nulla e se quindi quella consacrazione è da considerarsi quella definitiva o bisogna aspettarne un’altra che la “completi”. Anticipo che la mia è una posizione mediana tra queste due.


Quella di coloro che sostengono che tale consacrazione « non sia stata mai fatta » (nel senso che non rispondendo del tutto alle richieste della Madonna è stata RIGETTATA dal Cielo) non mi sembra sostenibile perché, oltre al fatto che suor Lucia ha sempre parlato, rispetto a quella consacrazione, di un attto “valido” e “gradito a cielo”, esistono degli effetti insindacabili che dimostrano che le promesse della Vergine, almeno in parte, si sono compiute (il crollo dell’Impero sovietico “senza colpo ferire”; certi indizi di conversione della Russia, nazione al presente più sana nei principi morali e religiosi dei paesi dell’UE…) (3).

In particolare, il crollo del colosso sovietico (URSS) ha dell’incredibile. Ad essere onesti non si può far a meno di riconoscere la mano di Dio in tutto questo. In effetti « quando è crollato il Comunismo sovietico – un impero che controllava mezzo mondo, che aveva armi nucleari da distruggere tutta la terra, che sembrava immortale – esso è caduto come sono cadute le mura di Gerico al suono della tromba, senza che si scatenasse quel terzo conflitto mondiale che ovunque si temeva » (4).

Il noto mariologo Manfred Hauke in una sua documentata conferenza su Fatima tenuta durante il Convegno Mariologico Internazionale sulla Mariologia del beato Giovanni Paolo II (Frigento, 23-25 settembre 2013) – e reperibile sul sito www.manfredhauke.dee –, ha tuttavia dimostrato che suor Lucia avrebbe ricevuto un’ingiunzione da parte della Segreteria di Stato, secondo la quale « non avrebbe dovuto più importunare il Sommo Pontefice con quella questione della consacrazione della Russia ». Inoltre nella formula del 25 marzo 1984 manca ancora la menzione esplicita della Russia e, in quell’occasione, non si riuscì ad ottenere la partecipazione congiunta di tutti i vescovi del mondo all’atto di consacrazione del Papa, la qual cosa non può dirsi senza valore o secondaria. L’uso della circumlocuzione « quei popoli dei quali tu stessa stai aspettando fiduciosa la nostra consacrazione », come è risaputo, fu suggerito da ragioni “prudenziali” (5).

Per quanto riguarda la menzione esplicita della Russia, si potrebbe tuttavia notare che, in effetti, la Madonna non ha “dettato” la formula consacratoria e non ha proibito di usare termini sinonimici alla parola “Russia”, che avessero il medesimo referente reale. Per cui non sembra che la validità della consacrazione dovesse necessariamente essere legata alla presenza materiale della parola “Russia” nella formula consacratoria: come sarebbe stata valida la consacrazione fatta con la parola “URSS”, così potrebbe essere ritenuta sostanzialmente valida la consacrazione fatta con l’espressione « quei popoli dei quali tu stessa stai aspettando fiduciosa la nostra consacrazione » perché la sua “intentio prima” è identica alla sigla “URSS” e alla parola “Russia”.

Stando così le cose, la questione starebbe ora, però, nel valutare se sia il caso di “importunare ancora il Santo Padre con quella questione della consacrazione”, allo scopo di farne una che sicuramente risponda in toto alle condizioni poste da Nostra Signora. A mio modesto avviso, considerando gli sviluppi del piano rivelativo dei messaggi mariani post-Fatima, bisognerebbe puntare, attualmente, sul fare una “consacrazione ufficiale” non più e non solo della Russia ma di tutte le “nazioni neopagane” che ormai sono diventate pure peggiori della Russia quanto a disastro dei valori, a leggi inique, a scristianizzazione, apostasia da Dio. Consacrazioni, possibilemente, fatte dalle Conferenze Episcopali dei Paesi perché queste, come la storia ha dimostrato, hanno sempre avuto effetti di gradissimo rilievo, anche sul piano sociale. Nei messaggi mariani degli ultimi decenni, infatti, la Vergine SS. non reitera la richiesta di riconsacrare la Russia al suo Cuore Immacolato ma di estendere la consacrazione a tutte le nazioni, diocesi, famiglie, gruppi intra ed extra ecclesiali. A mio avviso, quindi, la Madre del Cielo, conoscendo e apprezzando le ottime intenzioni del suo amato figlio Giovanni Paolo II oltre ai suoi tentativi di obbedire sinceramente alle sue richieste, avrebbe potuto voler superare le difficoltà estendendo, in tempi recenti, la richeista di consacrazione a paesi e altri enti sociali ed ecclesiali che, al presente, hanno ancora più bisogno della Russia di consacrazione e, dalla cui conversione, può davvero dipendere la ripresa e la pace del mondo.

Tornando alle conseguenze politiche, sociali e culturali dell’atto consacratorio emesso da Giovanni Paolo II, mi viene da pensare che davvero questo Pontefice è stato uno di quegli abili timonieri della storia – quelli che muovono gli ingranaggi segreti degli eventi servendosi di strumenti soprannaturali – quando quel 25 marzo 1984 consacrò la Russia al Cuore Immacolato di Maria.

Al di là degli onesti confronti tra gli studiosi di Fatima per chiarire se a quell’atto manchi ancora qualcosa o sia completo, tengo a ribadire che quella Consacrazione fu di certo “VALIDA E GRADITA AL CIELO”, come sempre suor Lucia ha fatto sapere (valida e gradita a Dio, almeno su questo non vi è alcun dubbio, suor Lucia lo ha affermato sin da subito) (6).

E, così, il “timone sterzò” e la storia registrò degli eventi imprevedibili a cui, se lo storico agnostico fa fatica a trovare una spiegazione, quello credente vi riconosce un’origine soprannaturale. Si tratta di “coincidenze” che sono passate, per lo più sotto silenzio:

« Dall’esplosione del 13 maggio 1984 a Severomorsk (un mese e mezzo dopo la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria fatta da Giovanni Paolo II), nella quale vennero distrutti i due terzi degli armamenti della flotta Sovietica; agli incendi del maggio 1988 (a metà dell’anno mariano 1987-88), quando due fabbriche di combustibili per missili, una statunitense in Nevada e l’altra Sovietica in Ucraina, furono rasi al suolo; dallo smembramento dell’Unione Sovietica (l’8 dicembre 1991) all’ammainabandiera sul Cremlino (il successivo 25 dicembre), in due date che soltanto per la Chiesa cattolica sono la festa dell’Immacolata Concezione e il Natale, mentre quella ortodossa russa non festeggia l’Immacolata e celebra il Natale il 7 gennaio secondo il calendario giuliano » (7).

Note

1) Memorie di Suor Lucia, Secretariado dos Pastorinhos, Fatima 20058, p. 188.

2) Un cammino sotto lo sguardo di Maria. Biografia di suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria, a cura del Carmelo di Coimbra, OCD, Roma 2014, p. 218.

3) Onde evitare fraintendimenti, tuttavia, occorre ricordare che sempre suor Lucia ha spiegato con chiarezza il senso della conversione della Russia promessa dalla Madonna in conseguenza della consacrazione di quel paese al suo Cuore Immacolato: si tratta di una conversione non al Cristianesimo in modo indistinto o genericamente ai principi cristiani ma della conversione e ritorno alla Fede e alla Chiesa cattolica.Quindi quello di cui si può parlare è un processo di conversione “in fieri” della Russai che si constata da certi avvenimenti storici recenti, un processo che tuttavia attende di procedere e soprattutto di compiersi.

4) D. Manetti, Fatima, l’urgenza della conversione, 7.12.2014, in La nuova Bussola Quotidiana.

5) Inoltre è doveroso ricordare che, dopo aver detto le parole “quei popoli”, mentre recitava la Consacrazione del 1984 a Piazza San Pietro, Papa Giovanni Paolo aggiunse spontaneamente le seguenti parole al testo preparato: ” …. dei quali Tu Stessa stai aspettando fiduciosa la nostra consacrazione”. Mentre la frase aggiunta non compare nel testo stampato prima della Consacrazione del mondo del 1984, compare invece nella cronaca, riportata dall’Osservatore Romano, di ciò che il Papa disse realmente: in L’Osservatore Romano, 26-27 marzo 1984, pp. 1; 6.

6) Saverio Gaeta, saggista e studioso delle apparizioni del massimo rispetto e sincero credente, nel suo recente libro su Fatima, riporta testimonianze interessanti che sembrano confermare la tesi della sostanziale validità dell’atto di consacrazione pronunciato da Giovanni Paolo II il 25 marzo 1984 a cui tuttavia mancò qualcosa per essere completo. Che questa incompletezza dipenda dalla prima clausola (la menzione della Russia) o dalla seconda (la partecipazione congiunta di tutti i vescovi del mondo) penso sia secondario rispetto alla constatazione che, a quell’atto, “qualcosa mancò”. Tra le testimonianze raccolte da Gaeta, la più pregnante è la seguente: « In un’intervista a Famiglia Cristiana il 2 luglio 2000 il vescovo Pavol Hnilica dettagliò un importante episodio del quale era stato protagonista il 25 marzo 1984: “Va al Cremlino in visita come turista e quando torna annuncia di aver celebrato la dentro una Messa in segreto. Quindi riparte per Fatima: “Sono andato da suor Lucia per chiederle se l’atto era valido secondo il desiderio della Madonna. Sapevamo che molti vescovi non erano d’accordo. La sua risposta è stata che L’ATTO ERA VALIDO MA INCOMPLETO e che tuttavia Dio era contento perché il Santo Padre ha fatto tutto quanto era possibile” »: S. Gaeta, Fatima, Tutta la verità. La storia, i segreti, la consacrazione, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2017, pp. 204-205.

7) Ivi, pp. 7-8. Si veda anche la completa rassegna di queste e altre piccole “coincidenze storiche” legate alla efficacia della consacrazione dell’84 riportate da padre Padre G. Elia, Il Segreto di Fatima. Salvati da una profezia, Su

https://gloria.tv/article/B7QQPTCYGPfQ42MsSzgSPsAoZ


UNA BUSTA ED UN ALLEGATO_Fatima ed il mistero del Terzo Segreto (parte quinta)



Alla luce di ulteriori e recenti apporti degli studiosi di Fatima, sembra non vi siano più dubbi ormai sull’esistenza di due buste differenti fatte inviare da suor Lucia in Vaticano relative al Terzo Segreto. Questo allegato sembra possa contenere delle parole di suor Lucia ed altre attribuite alla Vergine SS., come alcune testimonianze di testimoni fidati porterebbero a concludere.

Dopo le brevi note introduttive, presento delle riflessioni sintetiche sul Terzo segreto attingendo dal ricco bagaglio di dati accumulati, nel corso degli anni, dagli studiosi di Fatima.

Innanzitutto sembra non vi siano più dubbi sull’esistenza di due buste differenti fatte inviare da suor Lucia in Vaticano relative al Terzo Segreto. In effetti, spiega Gaeta, « dal momento in cui il segreto venne letto da Giovanni XXIII hanno cominciato ad accavallarsi testimonianze e indizi contraddittori (…) che hanno fatto sorgere l’ipotesi che in realtà le buste siano due una contenente il testo della “Terza parte” rivelata nel 2000 e l’altra un “allegato” con la spiegazione della visione » (1). E aggiunge: « resta il fatto che una notevole quantità di testimonianze sembrano avvalorare l’ipotesi dell’allegato » (2). S. Gaeta, in proposito, ha realizzato una tabella riassuntiva molto chiara (3):



L’allegato di cui si parla dovrebbe contenere, presumibilmente, il prosieguo delle parole della Vergine riportate da suor Lucia nelle sue “Memorie”: “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, ecc. Questo non ditelo a nessuno. A Francesco si, potete dirlo”, quanto meno a giudicare da due dati. Uno è quello riportato da J. Alonso che, in un suo opuscolo sul Terzo Segreto, ricorda che, inserendo questa frase nella “Quarta memoria”, suor Lucia avrebbe mostrato il contenuto essenziale del Terzo Segreto, come la veggente lascia trasparire nella risposta al vescovo da Silva che le chiedeva di redigere la “erza ed ultima parte del Segreto del 1917: « non è necessario ad ogni costo, dato che in un certo senso l’ho già detto » (4).

inoltre frere Michele de la Sainte Trinité fa sapere che, nell’autunno del 1952, Papa Pio XII inviò in missione speciale a Fatima un sacerdote, padre Joseph Schweigl, S.J. La sua missione era quella di interrogare suor Lucia nel suo convento, a Coimbra, in Portogallo. Rientrando da Fatima nel 1952 confidò ad un collega dell'istituto Russicum di Roma: « non posso rivelare nulla di ciò che ho appreso a Fatima riguardo al terzo Segreto ma posso dire che ha due parti: una riguarda il Papa e l'altra, a rigor di logica (...) dovrebbe essere la continuazione delle parole "in Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede” » (5).

Di contenuto simile fu una conversazione telefonica che l’antico segretario di Papa Roncalli ebbe il 18 luglio 2006 con lo studioso Solideo Paolini, che gli faceva notare il problema delle due date in cui Paolo VI avrebbe letto il Segreto, 27 giugno 1963 secondo lo stesso arcivescovo Capovilla, il 27 marzo 1965 secondo l’arcivescovo Bertone: « Monsignor Capovilla: “Ma io giustifico, forse il plico Bertone non è lo stesso del plico Capovilla”. E io subito interrompendolo: “Quindi entrambe le date sono vere perché del Terzo Segreto ci sono due testi?”. Qui c’è stata una breve pausa di silenzio, poi monsignore riprese: “Per l’appunto!” » (6).

Questo allegato sembra possa contenere delle parole di suor Lucia ed altre attribuite alla Vergine SS. Questo è quanto si ricava dalla nota testimonianza di mons. Stanislao Dziwisz, il fidato segretario di Giovanni Paolo II, che confidò al vaticanista Marco Tosatti: « non sempre si capisce bene che cosa dice la Madonna e che cosa dice suor Lucia » (7). Questa difficoltà non può certo riferirsi alla visione pubblicata nel 2000 dal momento che in essa non compare nessuna parola della Madonna. A rigor di logica, l’annotazione di mons. Dziwisz deve riferirsi ad un altro testo in cui vi si trovino come incrociate parti riferite dalla Madonna ed altre da suor Lucia.

Note:
1) S. Gaeta, Fatima. Tutta la verità. La storia, i segreti, la consacrazione, San Paolo, Cinisello Balsamo 2017, p. 77.
2) Ivi, p. 114.
3) Ivi, pp. 78-79. Lo schema così formattato l'ho preso in prestito da www.famigliacristiana.it/articolo/1917--2017-il-c…
4) Cf Padre J. Alonso, La verdad sobre el Secreto de Fatima, Fátima sin mitos, Ediciones Sol de Fátima, Madrid, 2a edición, 1976, p. 64.
5) Frere Michel de la Sainte Trinité, The whole truth about Fatima, volume 3, parte 2, capitolo 5.
6) S. Paolini, Non disprezzate le profezie, Immaculate Heart Publications, Buffalo, New York 2010, p. IX.
7) M. Tosatti, Il Segreto non svelato, Piemme, Casale Monferrato 2002, pp. 50.
CRISI DELLA FEDE E APOSTASIA: Il contenuto dell'ipotetico allegato_Fatima ed il mistero del Terzo Segreto (parte sesta)



Le numerose ed autorevoli testimonianze circa il contenuto del Segreto di Fatima rendono manifesti, nella sostanza, i due blocchi tematici fondamentali di cui il presunto allegato parlerebbe: l’autodistruzione del mondo e il castigo di Dio o sotto l’aspetto delle catastrofi naturali o della “guerra distruttrice” (atomica o nucleare?) e la questione del crollo della fede nel mondo e dell’apostasia nella Chiesa.

PS A chi sia interessato a seguire il discorso sul Segreto di Fatima in maniera più ampia invito a visitare il nostro canale in cui ho pubblicato le precedenti puntate oppure il sito tempidimaria.com, nella categoria: Fatima. Speciale Centenario_Il Segreto

Cosa è possibile sapere sul contenuto di questo ipotetico allegato? Per la conoscenza dei suoi contenuti fondamentali è notevole quanto da una parte si scopre dalle numerose testimonianze di membri della entourage vaticana che hanno letto, nel corso degli anni, il Segreto o ne hanno in altro modo avuto contatto (si parla perciò di “testimoni diretti” e “testimoni indiretti” a seconda dei casi); dall’altra dalle parole stesse di suor Lucia, rilasciate oralmente o per iscritto che si ricollegano, presumibilmente, a importanti contenuti del Segreto, pur non essendovi una esplicita connessione; ancora, dalle ferree induzioni di padre J. Alonso, l’archivista ufficiale di Fatima per 16 lunghi anni. Infine, per completare il quadro, hanno una grande importanza le interviste rilasciata da Giovanni Paolo II a Fulda nel 1980 e quella rilasciata da Benedetto XVI l’11 maggio 2010, in partenza per Fatima. Ebbene, questi diversi filoni di testimonianze rendono manifesti, nella sostanza, i due blocchi tematici fondamentali di cui il presunto allegato parlerebbe:

- L’autodistruzione del mondo e il castigo di Dio o sotto l’aspetto delle catastrofi naturali o della “guerra distruttrice” (atomica o nucleare?);
- La questione del crollo della fede nel mondo e dell’apostasia nella Chiesa.


Tra le esternazioni dei diretti testimoni del Terzo Segreto (quelli che hanno letto i plichi), due chiarissime, nella loro forma concisa, sono quelle del card. Ottaviani, prefetto del Sant’Uffizio – esistente fino alla riforma della Curia romana sotto Paolo VI – e quella di card. Ciappi, teologo personale dei Pontefici dal maggio del 1955 all’ottobre del 1989.

Il primo, nella conferenza del 11 febbraio 1967 alla Pontificia Accademia mariana su “Il Terzo Segreto di Fatima”, affermò: « vi posso dire soltanto questo, che verranno tempi molto difficili per la Chiesa e che c'è bisogno di molte preghiere perché l'apostasia non sia troppo grande » (1). Il secondo, invece, confidò in una lettera al professor Baumgartner di Salisburgo che « nel Terzo Segreto viene predetto tra le altre cose che la grande apostasia nella Chiesa inizierà dai suoi vertici » (2).

Importante da riferire è anche la testimonianza del vescovo di Fatima, Alberto Cosme do Amaral. Il 10 settembre 1984 parlò del Terzo Segreto durante un dibattito svoltosi presso l’Università Tecnica di Vienna, in Austria. I suoi commenti, che furono pubblicati nell’edizione del febbraio 1985 della rivista Mensagem de Fatima, sono i seguenti: « Il Segreto di Fatima non parla né di bombe atomiche, né di testate nucleari o di missili Pershing o SS-20. Il suo contenuto riguarda la nostra fede. Identificare il Segreto con annunci catastrofici o con un olocausto nucleare equivale a snaturare il significato del messaggio. La perdita della fede di un continente è assai peggiore dell’annientamento di una nazione; ed è un fatto che la fede sia in continua diminuzione in Europa » (3).

Dieci anni dopo, non più vescovo titolare, riaffermò la propria testimonianza in un’intervista pubblicata nel 1995, aggiungendo un’altra piccola ma importante informazione: “Prima che a Vienna (nel 1984) affermassi che il Terzo Segreto riguardava solo la nostra Fede e la perdita della Fede, mi ero consultato con Suor Lucia e ne avevo prima ottenuto l’approvazione”.

Questa crisi della fede e della Chiesa era stata individuata dallo stesso J. Alonso come contenuto fondamentale del Terzo segreto. Ricoprendo l’ufficio di archivista ufficiale, padre Alonso ha avuto accesso ai documenti e a suor Lucia in persona. Per questo la sua testimonianza è di fondamentale importanza. Circa il Terzo Segreto, prima della sua morte avvenuta nel 1981, rilasciò testimonianze rilevanti che ne illuminano il grave contenuto profetico. Nel suo dettagliato studio: “La verità sul Segreto di Fatima” offriva le seguenti considerazioni:

« Nel periodo che precede il grande trionfo del Cuore Immacolato di Maria, accadranno cose terribili. Quest’ultime formano il contenuto della terza parte del Segreto. Quali sono queste “cose terribili?” Se “in Portogallo, si conserverà sempre il dogma della Fede” (…) – come riporta suor Lucia nel testo del Segreto –, se ne può chiaramente dedurre che in altre parti della Chiesa questi dogmi diverranno oscuri o saranno addirittura persi del tutto ».

« E’ pertanto decisamente possibile che in questo periodo intermedio in cui ci troviamo (tra il 1960 e prima del trionfo del Cuore Immacolato di Maria), il testo faccia espliciti riferimenti alla crisi della Fede della Chiesa ed alla negligenza degli stessi pastori ».

« Una conclusione sembra quindi fuori di dubbio: il contenuto della parte non pubblicata del Segreto non si riferisce a nuove guerre o a sconvolgimenti politici, bensì ad avvenimenti di tipo religioso ed interni alla Chiesa, i quali per loro stessa natura sono decisamente più gravi » (4).

In un altro suo libro, “Il Segreto di Fatima, Fatti e Leggende” pubblicato nel 1976, Padre Alonso aggiunse, alla sua ipotesi che il Terzo Segreto riguardi la crisi della Fede all’interno della Chiesa, il convincimento che esso parli anche della negligenza dei pastori, specialmente quelli della più alta gerarchia:

«La parte non pubblicata del testo parla di circostanze concrete? E’ assai possibile che esso parli non solo di una vera crisi della Fede all’interno della Chiesa durante questo periodo transitorio ma che, proprio come il Segreto di La Salette ad esempio, esso contenga riferimenti concreti ai conflitti interni dei cattolici o alla caduta dei sacerdoti e dei religiosi. Forse si riferisce persino ai fallimenti della gerarchia più alta della Chiesa. Per quanto ne so, niente di tutto ciò è alieno ad altre affermazioni di Suor Lucia sull’argomento» (5).

Dopo suor Lucia, Padre Alonso è stato l’autorità principale su Fatima. Vorrei far notare che lo studioso si è, nel corso degli anni, incontrato spesso con la veggente e le ha fatto molte domande mentre lavorava al proprio importantissimo studio su Fatima. E’ pertanto certo che egli si sarebbe consultato preventivamente con suor Lucia prima di rilasciare tali coraggiose affermazioni riguardo al contenuto del Terzo Segreto, tenendo presente quanto ufficiale fosse considerata la sua voce su Fatima e quanto egli stesso fosse consapevole di questo ruolo. E se Padre Alonso si fosse sbagliato nelle sue conclusioni, è certo che Suor Lucia lo avrebbe informato, poiché ella non ha mai esitato a correggere qualunque affermazione fatta da prelati o da altri autori riguardo a Fatima, qualora fosse stata erronea.

Nel 2010, papa Benedetto XVI rilasciò una testimonianza significativa. In essa individuava un contenuto decisivo del messaggio di Fatima nella “passione della Chiesa a causa del peccato terrificante nella Chiesa”. Queste le sue parole:
« Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante:che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia » (6).

Più che altro ciò che fa riflettere e che da forza alle conclusioni che traggo – si badi, con numerosissimi altri studiosi di Fatima – è “dove” papa Benedetto trovi questo riferimento nel messaggio di Fatima, dal momento che se l’indicazione di una passione della Chiesa per cause esterne compare chiaramente (guerra, Comunismo, ideologie, martiri della fede, ecc.), non avviene altrettanto per quel che riguarda una passione per cause interne, che è invece del tutto assente nelle parole della Madonna contenute nelle parti note del Messaggio e del Segreto. Questo fa pensare che il Papa, profondo conoscitore del messaggio e del segreto di Fatima, abbia voluto “rivelare” qualcosa che poteva completare, quanto alla sostanza, ciò che la Santa Sede pubblicò nel 2000 e che, per motivi forse di prudenza, aveva ritenuto fosse pericoloso rendere noto.

Che il messaggio segreto di Fatima parli anche di questa crisi interna lo testimonia anche un fatto storico molto interessante e sconosciuto ai più. Il 10 Luglio 1977, l’allora patriarca di Venezia Albino Luciani andò a Coimbra, fatto chiamare da suor Lucia. La santa veggente gli consegnò un messaggio per l’allora pontefice Paolo VI, messaggio che lei aveva ricevuto da Gesù in persona e Questi voleva che arrivasse al Papa. In questo messaggio si sottolineavano due punti. Nel primo Gesù parlava della necessità di una riforma morale della Chiesa. Il secondo punto era di una certa drammaticità: il Signore diceva alla veggente che non sarebbe finita la sofferenza del mondo se non fosse cessato il peccato dei sacerdoti e dei consacrati. Il popolo di Dio ed il mondo intero, infatti, sono sconvolti, tuttora, dalla confusione, dallo scandalo e dal peccato perpetrato da sacerdoti, vescovi e religiosi.

Frère Michel de la Sainte Trinité, autore dell’imponente trilogia “Tutta la verità su Fatima”, alla luce della ricchissima documentazione raccolta, ha proposto una ricostruzione del Segreto:

« Mentre in Portogallo il dogma della fede sarà sempre conservato, in molte nazioni, quasi nell’intero mondo, la fede si perderà. I pastori della Chiesa difetteranno gravemente nei doveri del loro ministero. Per colpa loro, le anime consacrate e infedeli si lasceranno sedurre in gran numero da perniciosi errori diffusi dovunque. Questo sarà il tempo della battaglia decisiva tra la Vergine e il diavolo. Un’ondata di disorientamento diabolico dilagherà nel mondo. Satana si introdurrà fino al più alto vertice della Chiesa; accecherà le menti e indurrà il cuore dei Pastori; poiché Dio li abbandonerà a se stessi come castigo per il loro rifiuto di obbedire alle richieste del Cuore Immacolato di Maria. Questa sarà la grande apostasia predetta per gli ultimi tempi; il “falso Agnello” e il “falso Profeta” tradiranno la Chiesa a vantaggio della “bestia”, secondo la profezia dell’Apocalisse » (7).

Voci autorevoli sul tema collimano e si completano. Quello che davvero conta è sapere che anche quello della “passione della Chiesa per il peccato terrificante che esiste nella Chiesa” – e quindi a causa di un terribile crollo di Fede, di gravi defezioni morali e dottrinali dello stesso clero, effetto di una vera e propria apostasia interna –, è un tema decisivo annunciato dalla Vergine del Rosario di Fatima per mettere tutti in guardia sullo sconvolgimento epocale che interessa il nostro recente passato e soprattutto in nostro presente.

Mi sembra interessante, inoltre, riproporre l’ipotesi lanciata da Antonio Socci, vaticanista, il quale, partendo dal presupposto di una parte inedita del Segreto (da lui rilanciata nel libro dal titolo giornalistico “Il quarto segreto di Fatima”), ha rilevato che « alla morte di Lucia il Papa si sentì in dovere di tener fede all’impegno assunto con la veggente che quel 13 maggio 2000, davanti alle telecamere di tutto il mondo, gli consegnò una lettera il cui contenuto resta tuttora misterioso (come molti suoi scritti e memorie segretati). Ma come rendere nota quella parte del terzo Segreto che ha atterrito tutti i Papi che l’hanno letta? Questo era il problema. Da notizie riservate in nostro possesso, confermate da tre autorevoli fonti vaticane, risulta che Papa Wojtyla e il cardinale Ratzinger decisero di tener fede all’impegno rivelando quel contenuto in forma velata, cioè nei contenuti essenziali, ma senza dichiararne la fonte. L’occasione scelta fu la Via Crucis del Venerdì santo che nel 2005 cadeva il 25 marzo. Infatti fu una Via Crucis molto insolita non solo perché, stranamente, a scriverne il testo fu il cardinale Ratzinger, ma anche perché segnò il passaggio di consegne fra Papa Wojtyla (che sarebbe morto una settimana dopo) e lo stesso prelato. Sicuramente quel drammatico testo fu scritto o riveduto a quattro mani, una sorta di testamento comune dei due pastori ».

Prosegue il saggista: « I passaggi che fecero più impressione furono proprio quelli dove era racchiuso il “quarto segreto”. Fin dalla prima stazione c’è un riferimento penitenziale all’infedeltà di Pietro: “Quante volte abbiamo, anche noi, preferito il successo alla verità, la nostra reputazione alla giustizia. Dona forza, nella nostra vita, alla voce sottile della coscienza, alla tua voce. Guardami come hai guardato Pietro dopo il rinnegamento”. Quindi viene “alla storia più recente”, a riconoscere “come la cristianità, staccatasi dalla fede, abbia abbandonato il Signore”. Denuncia “il potere delle ideologie, intessute di menzogne” che “hanno costruito un nuovo paganesimo” e per eliminare Dio hanno eliminato l’uomo. Ma, aggiungono i due autori, “non dobbiamo pensare anche quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di Lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Lui!… Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue, è certamente il più grande dolore del Redentore”. E ancora: “Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti… Con la nostra caduta ti trasciniamo a terra e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarti. Tu però ti rialzerai”. Come si deduce anche da queste parole, qualcosa di grave deve esserci, nel messaggio di Fatima, che si riferisce alla Liturgia e alla crisi del Clero » (8).

Note:

1) M. Tosatti, La profezia di Fatima, Piemme, Casale Monferrato 2007, p. 87.
2) G. Mura, The third Secret of Fatima: has it been completely revealed?, in Catholic,marzo 2002.
3) Frère Michel de la Sainte Trinitè, The whole Truth about Fatima, vol. III: “The Third Secret”, Immaculate Heart Publications, Buffalo, New York 1990, pp. 675-676.
4) Ivi, p. 687. Quello di frère Michel è uno studio monumentale. A Lui va tutto il merito del ricercatore di “professione” per l’ampissima documentazione che colleziona nei suoi tre volumi e per gli strumenti che offre, così, ad una più ampia e competa ricostruzione e valutazione dell’evento-messaggio di Fatima.
5) Ivi, p. 705.
6) Papa Benedetto XVI, Intervista concessa ai giornalisti durante il volo verso il Portogallo, 11 maggio 2010: w2.vatican.va/…/hf_ben-xvi_spe_…
7) Frère Michel de la Sainte Trinitè, The whole Truth about Fatima, vol. III, conclusione.
8) A. Socci-S. Paolini, I due Papi e il ritorno della Messa in latino, in Libero 1 luglio 2007.

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