ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 29 settembre 2017

“Uragano Jorge del gaudio?”

Uragano Francesco
Quella lettera in latino che gli dà dell’eretico, e la reazione del Papa: 
“Macché offeso. Ora fa il repulisti”


Osservatore Romano/LaPresse
L’altro giorno nei dintorni di piazza San Pietro, all’ora di pranzo (cioè alle 13.30, quando suona la campanella oltre le mura), la calma era piatta. Visi sorridenti, soliti grandi appetiti, occhiali da sole a nascondere borse e occhiaie. Eppure, poco prima, una lettera in latino lunga, lunghissima, dava al Papa dell’eretico. Come Giordano Bruno o come uno dei tanti Pontefici medievali che si prendevano schiaffi in faccia da sovrani sbruffoncelli. Sessantadue firmatari, tra cui molti blogger, diversi paralefebvriani, banchieri e intellettuali. “Che buco nell’acqua che hanno fatto”, mi dice poco dopo, davanti a due piatti di Gricia strabordante (prima s’era già mangiato il carciofo unto e bisunto), il monsignore che non vedevo da prima dell’estate.
  

“Hanno aspettato mesi, un anno, e hanno fatto ’sta roba qui. Bah! Un grande assist a chi non vedeva l’ora di sbertucciarli e di irriderli”. Ma il Papa sarà offeso, azzardo io. In risposta ottengo una fragorosa e imbarazzante risata, con gli occhietti del presule che dietro le lenti degli occhiali mi guardavano con tanta compassione. “Ma figurati! Non aspettava altro che leggere questa cosa, che lui ritiene roba da disperati, degna di custodi da museo chiusi in uffici e consorterie. E’ proprio ’sta roba che gli dà manforte a fare il repulisti”. Salutandoci, mentre passa un vescovo vestito da vescovo anche al ristorante al quale dà una pacca sulla spalla e si complimenta per le fortune calcistiche della Roma, mi raccomanda di drizzare le antenne in vista dell’autunno inoltrato: “Vedrai la risposta ai firmatari della correzione filiale. Se finora s’è parlato di aria fresca a piegare un po’ le palme nei Giardini vaticani, tra un po’ sarà il caso di parlare dell’uragano Irma”.
CORREZIONE FILIALE: QUASI QUADRUPLICATE LE ADESIONI. MIGLIAIA DI FIRME POPOLARI. PAROLIN: DIALOGARE…

  
MARCO TOSATTI

Si sono quasi quadruplicate, a partire dalle quaranta iniziali le adesioni di studiosi, professori teologi e religiosi alla “Correzione Filiale” consegnata al Pontefice l’11 agosto a Santa Marta e resa nota domenica scorsa, dopo che non era stata ricevuta nessuna risposta agli organizzatori. Attualmente hanno aderito in 156 studiosi. A fianco dell’iniziativa, che come sappiamo è riservata a persone di una certo livello accademico o teologico, se ne sono sviluppate altre, di appoggio. Quella di Life Site News ha raggiunto, a ieri, oltre le cinquemila adesioni (5025, per l’esattezza). Mentre quella lanciata da One Peter Five, di Steve Skojec, ieri aveva raccolto più di diecimila adesioni (10624, per la precisione). So dell’esistenza di altre raccolte di firme in appoggio popolare alla “Correzione Filiale”, ma non sono in grado in questo momento di fornire dati più precisi. È da ricorda comunque che nei mesi scorsi una “Supplica filiale” al Pontefice, sempre su questo tema, aveva raccolto centinaia di migliaia di firme in tutto il mondo. Si tratta comunque di iniziative totalmente staccate e indipendenti rispetto ai “Dubia” avanzati al Papa e alla Congregazione per la Dottrina della Fede da quattro cardinali, di cui al momento sono in vita Brandmüller e Burke. E non è improbabile che a breve periodo ci possano essere novità di rilievo anche su quel fronte.

Appare sempre più evidente che non si tratta di iniziative folcloristiche, come vorrebbero far credere con maggiore o minore abilità e finezza gli agenti della propaganda iperpapista. Così come risulta sempre più incredibile e surreale il rifiuto a un confronto sui temi concreti e il silenzio del Pontefice. Non bastano certo battutine su San Tommaso, avidamente rilanciate dai tifosi papalini a sciogliere perplessità e a riportare ordine in una situazione di cui Amoris Laetitia è stata il detonatore di confusione massima.

Con toni diversi persone diverse se ne stanno rendendo conto. Una frase del Segretario di Stato, il card. Pietro Parolin, è indicativa. A margine di un incontro di Aiuto alla Chiesa che Soffre gli è stata posta una domanda sulla Correzione Filiale. Il braccio destro del Pontefice ha detto: “È importante dialogare anche all’interno della Chiesa”. E la persona che fino a pochi mesi fa rivestiva il ruolo più importante in Vaticano in campo teologico, il cardinale Gerhard Müller, in una intervista rilasciata a Edward Pentin, del National Catholic Register, ha detto che la Chiesa non ha bisogno di “polemiche e polarizzazioni”, ma al contrario di “più dialogo e reciproca fiducia”. Müller ha lanciato l’idea di una commissione composta da variii cardinali, nominati dal papa, che discutano teologicamente sulle parti controverse dell’Amoris Laetitia con rappresentanti dei Dubia e della Correzione. Forse si può leggere la dichiarazione del Segretario di Stato anche alla luce di questa proposta.

Vogliamo poi riportare le parole del solo vescovo firmatario, René Henry Gracida, novantaquattro anni, emerito di Corpus Christi, che ha così spiegato le sue ragioni: “Alcuni amici – scrive Gracida – mi hanno chiesto i motivi per cui ho scelto, domenica scorsa, di firmare la correzione filiale. Sinceramente mi sorprende che qualcuno senta il bisogno di chiederlo, perché la risposta è semplice e, spero, è evidente: amo la Chiesa. Amo la Chiesa in quanto corpo mistico di Cristo. Amo la Chiesa come comunità di uomini e donne fedeli, giovani e vecchi, liberali e conservatori. Mi dispiace vedere che le persone soffrono, come soffro anch’io, per la crisi che affligge la Chiesa”. La correzione filiale “è così ben scritta, così rispettosa, così completa, così dettagliata” che il presule si attendeva “molti dei miei fratelli vescovi fossero felici di firmarla. Forse ingenuamente, ho pensato che la mia firma potesse incoraggiare altri vescovi a rendere pubblici i loro punti di vista, ma molti sono timidi e temono ritorsioni da parte di Roma”

Una delle adesioni più recenti è quella di don Andrew Pinsent don Andrew Pinsent, cinquantuno anni, di Brighton, direttore per la ricerca del Centro Iam Ramsey di Oxford su scienza e religione, sacerdote, teologo (laureato alla Gregoriana) e filosofo; inoltre è uno scienziato, con una laurea in fisica. Pinsent, ritiene “manipolato in modo ridicolo” l’ultimo sinodo, ( e chie legge questo blog, e chi leggeva San Pietro e Dintorni, sa quante prove abbiamo portato in questa direzione), ricorda che le richieste di chiarezza al Pontefice sono rimaste inevase, e che “come ha recentemente avvertito il professor Josef Seifert, prima di essere licenziato a causa delle sue posizioni, ci troviamo di fronte al rischio di una totale distruzione degli insegnamenti morali della Chiesa cattolica. Vorrei aggiungere che le contraddizioni ora introdotte negano la ragione stessa e sono catastrofiche per la missione della Chiesa. Dal momento che ho donato la mia vita al sacerdozio esclusivamente per la salvezza delle anime, ho dovuto aggiungere il mio nome alla correzione”.

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