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PEZZO GROSSO: MA GALANTINO E CIVILTÀ CATTOLICA SANNO CHE
COSA DICEVA LUTERO SU PAPA E MESSA? (E GLI EBREI…)
“Caro Tosatti, ho letto la dichiarazione del segretario della Cei, mons. Galantino ‘La Riforma avviata 500 anni fa da Martin Lutero è stata opera dello Spirito Santo’. Faccio finta che sia una esternazione – farina del suo sacco – e dichiaro che ho coscienza (cattolica, non luterana) che le considerazioni che seguono non serviranno a nulla, solo perché son convinto che la decisione di luteranizzare il cattolicesimo non abbia nulla a che vedere (ohimè!) con un riavvicinamento ecumenico di riconciliazione.
E’ significativo anche leggere Civiltà Cattolica diretta da P. Spadaro (vero genio della strategia attuata da questo pontificato), quaderno 4016, appena uscito per il cinquecentenario. Vi è scritto : “Martin Lutero è stato considerato per secoli l’eretico per antonomasia. Oggi a 500 anni di distanza, la ricerca storica e gli studi recenti portano a chiederci: eretico lo era davvero?(…) è urgente una rilettura libera da luoghi comuni e da vulgate trasmesse acriticamente…ecc.”.
Vorrei proporre perciò alcune citazioni scelte di Lutero, “vulgate trasmesse acriticamente”, estratte dal saggio del sacerdote dott. Luigi Villa (“Martin Lutero – Editrice Civiltà, Brescia”); un teologo, nominato “agente segreto vaticano” (chissà che vuol dire) da Papa Pio XII su richiesta di san Padre Pio di Pietrelcina. (È morto nel 2012). Ecco qualche citazione di Martin Lutero.
“Io non ammetto che la mia dottrina possa esser giudicata da alcuno, neanche dagli Angeli.Chi non riceve la mia dottrina non può giungere alla salvezza” (ML, Weim, X, P II, 107, 8-11)
“Io son stato un grande mascalzone e omicida” ( WA WW 29,50,18).
“Il motivo per cui bevo tanto più forte, parlo tanto più licenziosamente, gozzoviglio tanto più frequentemente, è quello di pigliare in giro il diavolo che voleva canzonarmi”.
“Chi non si oppone con tutto il suo cuore al papato non può raggiungere l’eterna felicita!”.
“La Messa non è un sacrificio, o l’azione del sacrificatore …Le si dia qualunque altro nome, purché non la si macchi col nome di ‘Sacrificio’”.
“Papa, da vivo ero la tua peste, da morto sarò la tua morte”.
“Io non posso più pregare senza maledire!… Maledetto! Sia dannato il nome del papista!..Maledetto! Che sia dannato e annientato il papismo! Maledetto ! Che siano dannati i piani dei papisti! Ecco la mia preghiera !”.
“Quando la Messa sarà stata rovesciata, io sono convinto che avremo rovesciato con essa il papismo (…) Io dichiaro che tutti i postriboli, gli omicidi, i furti, gli assassini e gli adultèri sono meno malvagi di quella abominazione che è la Messa dei papi!”
Tutte le citazioni sono nell’opera citata.
Don Luigi Villa rileva anche l’appartenenza di Martin Lutero alla massoneria, setta dei Rosacroce ( Cfr. E.Innocenti, “Inimica Vis” Roma 1990, p.10)”.
Ed ecco le note personali. “Degli ebrei e delle loro menzogne” si intitola un libro di Lutero pubblicato nel 1543. Citiamo da “Storia e Chiesa”:
“Una pagina di storia poco conosciuta è quella del rapporto di Lutero con gli ebrei. La polemica dell’ex monaco agostiniano verso gli ebrei raggiunge vette di una violenza inaudita (che verranno richiamate anche al processo di Norimberga, in quanto il nazista Julius Streicher dirà che il dottor Martin Lutero ‘oggi, sarebbe sicuramente al mio posto sul banco degli accusati’) soprattutto, ma non solo, in uno scritto del 1543 intitolato ‘Degli ebrei e delle loro menzogne’.
In esso Lutero definisce gli ebrei “serpi velenose e piccoli demoni”, afferma che “In primo luogo bisogna dare fuoco alle loro sinagoghe o scuole; e ciò che non vuole bruciare deve essere ricoperto di terra e sepolto, in modo che nessuno possa mai più vederne un sasso o un resto“; poi che “bisogna allo stesso modo distruggere e smantellare anche le loro case, perché essi vi praticano le stesse cose che fanno nelle loro sinagoghe. Perciò li si metta sotto una tettoia o una stalla, come gli zingari“; poi che “bisogna portare via a loro tutti i libri di preghiere e i testi talmudici nei quali vengono insegnate siffatte idolatrie, menzogne, maledizioni e bestemmie”….
Questo testo fu molto valorizzato dai nazisti, al punto che lo stesso pogrom scatenato in Germania, Austria e Cecoslovacchia durante la cosiddetta notte dei cristalli fu voluto proprio nel giorno del compleanno di Lutero. ‘Il 10 novembre 1938 – scriveva allora il vescovo evangelico-luterano di Eisenach, Martin Sasse – bruciano in Germania le sinagoghe. Dal popolo tedesco viene finalmente distrutto il potere degli ebrei sulla nuova Germania e così viene finalmente incoronata la battaglia del Führer, benedetta da Dio, per la piena liberazione del nostro popolo’”.
Per chi è interessato, trovate di più su Storia e Chiesa.
Ora, capiamo i fervori ecumenici, anche se diretti a confessioni in via di sparizione ancora più rapida di quella cattolica, in certi Paesi; e sappiamo che nelle corti se il Re dice “A” bisogna subito dire “AAAAAAA” per non cadere in sospetto di disgrazia. Però, insomma…
MARCO TOSATTI
Lutero all'inferno, secondo la visione della Beata Serafina Micheli
La Beata SERAFINA MICHELI E LA VISIONE DI LUTERO ALL'INFERNO -
Nel 1883 Suor Maria Serafina Micheli (1849-1911) che è stata beatificata a Faicchio in provincia di Benevento e diocesi di Cerreto Sannita il 28 maggio 2011, fondatrice dell’Istituto delle Suore degli Angeli, si trovava a passare per Eisleben, nella Sassonia, città natale di Lutero. Si festeggiava, in quel giorno, il quarto centenario della nascita del grande eretico (10 novembre 1483) che spaccò l’Europa e la Chiesa in due, perciò le strade erano affollate, i balconi imbandierati e là dentro una chiesa ebbe la visione di Lutero in inferno.
Contro Lutero e il falso evangelo
Contro Lutero e il falso evangelo, Lorenzo de' Medici Press, pagine 176, euro 12,00
L’evangelo è il lieto, beatificante annuncio della realtà dello spirito, luce divina presente nell’uomo completamente distaccato dalla propria egoità psichica. Enunciato pienamente dalla filosofia classica, l’evangelo è stato ripreso nella mistica cristiana, ed è lì che Lutero l’ha incontrato, ribaltandone però completamente il senso. Partendo proprio dalla mistica medievale germanica, questo libro mostra il rovesciamento dell’evangelo operato dal Riformatore. Col suo odio per la filosofia, esaltando il sentimento particolare e negando la ragione universale, la teologia luterana gonfia ipertroficamente l’ego ed eleva al massimo grado quella menzogna che di ogni teologia è costitutiva essenziale.
Oggi, a cinquecento anni della Riforma protestante, mentre il mondo laico saluta in Lutero il fondatore di quell’individualismo in cui vive, le Chiese celebrano in lui un cristianesimo del mero sentire, senza spirito e senza verità: “non credenti” e “credenti” finalmente uniti nella negazione dell’evangelo.
Marco Vannini si occupa di Lutero dal 1987, quando ha curato le sue Prefazioni alla Bibbia, fino al recentissimo L’Anticristo. Storia e mito (2015). Nel corso di un pluridecennale scavo nella mistica, ha studiato in particolare quella germanica pre-protestante, editando l’intera opera, tedesca e latina, di Meister Eckhart, i Sermoni di Taulero, il Libretto della verità di Suso, il Libretto della vita perfetta dell’Anonimo Francofortese, più noto con quel titolo di Teologia tedesca che gli fu dato proprio da Lutero e che è fondamentale per capire il suo pensiero.
Dopo la Riforma, ha curato i Paradossi di Sebastian Franck, Conversione e distacco e Introduzione alla Teologia tedesca di Valentin Weigel, Sapienza mistica di Daniel von Czepko e Il pellegrino cherubico di Angelus Silesius (insieme a Giovanna Fozzer).
Tra i suoi ultimi lavori ricordiamo Inchiesta su Maria (con Corrado Augias, Rizzoli 2013) e Indagine sulla vita eterna (con Massimo Polidoro, Mondadori 2014).
BERGOGLIO : STIAMO PER DIVENTARE METODISTI E COME LORO SPEZZEREMO IL PANE…”ora è tempo di prepararsi, con speranza umile e impegno concreto, a quel riconoscimento pieno che avrà luogo, con l’aiuto di Dio, quando finalmente potremo ritrovarci insieme nella frazione del Pane. ” …..
Cari fratelli e sorelle,
ringrazio il Vescovo Abrahams per le sue cortesi parole e con grande gioia do il benvenuto a tutti voi, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’inizio del dialogo teologico metodista-cattolico.
Nel libro del Levitico il Signore annuncia il cinquantesimo anno come un anno particolare che prevede, tra l’altro, la liberazione degli schiavi: «Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti» (Lv 25,10). Siamo grati a Dio perché, in un certo senso, possiamo proclamare di essere stati liberati dalla schiavitù dell’estraneità e del sospetto reciproco. Nel cinquantesimo anno «ognuno tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia» (ibid.), aggiungeva il Signore a Mosè. Grazie a questi cinquant’anni di dialogo paziente e fraterno, possiamo veramente dirci gli uni gli altri, con le parole dell’apostolo Paolo: «non siete più stranieri»; (Ef 2,19): non nel cuore, ma nemmeno nell’appartenenza al Signore, in virtù dell’unico Battesimo, che ci ha costituiti in una fraternità reale. Sì, siamo e ci sentiamo «familiari di Dio» (ibid.).
A questa consapevolezza ci ha portati il dialogo. Il Concilio Vaticano II esorta tuttora a tendere a una più approfondita conoscenza e a un più giusto apprezzamento tra i cristiani di diverse confessioni attraverso un dialogo che proceda «con amore della verità, con carità e con umiltà» (Decr. Unitatis redintegratio, 11). Il dialogo vero incoraggia continuamente a incontrarci con umiltà e sincerità, desiderosi di imparare gli uni dagli altri, senza irenismi e senza infingimenti. Siamo fratelli che, dopo un lungo distacco, sono felici di ritrovarsi e di riscoprirsi a vicenda, di camminare insieme, aprendo con generosità il cuore all’altro. Così proseguiamo, sapendo che questo cammino è benedetto dal Signore: per Lui è iniziato e a Lui è diretto.
«Dichiarerete santo il cinquantesimo anno», diceva Dio a Mosè. Nel documento più recente della Commissione avete parlato proprio di santità. John Wesley aveva in animo di aiutare il prossimo a vivere una vita santa. Il suo esempio e le sue parole incoraggiarono molti a dedicarsi alle Sacre Scritture e alla preghiera, imparando così a conoscere Gesù Cristo. Quando intravediamo segni di vita santa negli altri, quando riconosciamo l’azione dello Spirito Santo nelle altre confessioni cristiane, non possiamo che rallegrarci. È bello vedere come il Signore semina largamente i suoi doni, è bello vedere fratelli e sorelle che abbracciano in Gesù la nostra stessa ragione di vita. Non solo: gli altri “familiari di Dio” possono aiutarci ad avvicinarci ancora di più al Signore e stimolarci a offrire una testimonianza più fedele al Vangelo. Ringraziamo allora il Padre anche per quanto ci ha concesso ben prima degli ultimi cinquant’anni, nei secoli passati e in tutto il mondo, nelle rispettive comunità. Lasciamoci rafforzare reciprocamente dalla testimonianza della fede.
La fede diventa tangibile soprattutto quando si concretizza nell’amore, in particolare nel servizio ai poveri e agli emarginati. «Proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti»: al cinquantesimo anno di dialogo questo invito antico della Parola viva risuona per noi particolarmente attuale. Fa parte della stessa chiamata alla santità che, essendo chiamata alla vita di comunione con Dio, è necessariamente chiamata alla comunione con gli altri. Quando, Cattolici e Metodisti, accompagniamo e solleviamo insieme i deboli e gli emarginati – coloro che, pur abitando le nostre società, si sentono lontani, stranieri, estranei – rispondiamo all’invito del Signore.
Guardando avanti, oltre i cinquant’anni, abbiamo una certezza: di non poter crescere nella santità senza crescere in una comunione maggiore. Questa è la strada che si apre innanzi nel cammino con la nuova fase di dialogo che sta per avviarsi sul tema della riconciliazione. Non possiamo parlare di preghiera e carità se, insieme, non preghiamo e non ci adoperiamo per la riconciliazione e per la piena comunione tra di noi. Che il vostro lavoro sulla riconciliazione sia un dono, e non solo per le nostre comunità, ma per il mondo: sia di stimolo a tutti i cristiani ad essere ovunque ministri di riconciliazione. È lo Spirito di Dio che opera il miracolo dell’unità riconciliata. E lo fa col suo stile, come ha fatto a Pentecoste, suscitando carismi diversi e tutto ricomponendo in un’unità, che non è uniformità, ma comunione. Perciò occorre che stiamo insieme, come i discepoli in attesa dello Spirito, come fratelli in cammino.
Vi ringrazio tanto per la vostra presenza; sono grato alla Commissione di dialogo per il lavoro compiuto e per quello futuro e al Consiglio Metodista Mondiale per il continuo sostegno al dialogo. La benedizione di questi ultimi cinquant’anni risiede nella grazia che abbiamo scoperto gli uni negli altri e che ha arricchito entrambe le comunità. Il compito non è terminato e siamo chiamati, mentre continuiamo a camminare, a guardare avanti. Abbiamo imparato a riconoscerci fratelli e sorelle in Cristo; ora è tempo di prepararsi, con speranza umile e impegno concreto, a quel riconoscimento pieno che avrà luogo, con l’aiuto di Dio, quando finalmente potremo ritrovarci insieme nella frazione del Pane. Vi vorrei invitare a pregare per questo, domandando al Padre il pane quotidiano che sostenga il nostro cammino: Padre nostro…
FONTE : NEWS.VA
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