·
CHIESA POLACCA SOTTO TORCHIO A CAUSA DI AMORIS LAETITIA.
PAPA E TENEREZZA, KAFKA E VATICANO.
La Chiesa polacca è sotto torchio. Non per le bugie che i nostri giornali mainstream raccontano sul Rosario ai confini e così via; si sa, il partito al governo e il suo Ufficio Affari Religiosi, leggi CEI sono profondamente interessati e forse non solo spiritualmente al nodo dell’immigrazione-invasione. E quelli sono giornali sensibili a certi input. No la Chiesa polacca sta pagando ancora una volta, come le è già capitato nella storia, in maniera drammatica e sanguinosa, la sua fedeltà al Magistero della Chiesa. Quello di sempre.
Nei giorni scorsi su La Nuova Bussola Quotidiana è uscito un articolo sulle linee guida proposte all’approvazione della Conferenza Episcopale Polacca in tema di famiglia e divorziati risposati. Era stato preparato da un ufficio – il Centro nazionale per la pastorale familiare della KEP – e quindi non è un documento venuto da Marte.
A chi scrive era giunta notizia di un passo del Nunzio a Varsavia, l’arcivescovo Salvatore Pennacchio, presso la KEP per fermare la pubblicazione del testo. Che conferma la dottrina di sempre della Chiesa, basata sulle parole di Gesù nel Vangelo, e che cioè non ci può essere vita coniugale attiva, con rapporti sessuali, per una persona il cui primo matrimonio sia ancora valido. Non esiste un “divorzio cattolico”.
Infatti la KEP non l’ha ancora ratificato. Ma il testo è stato reso pubblico. E questo ha provocato, a quanto sembra, uno dei non inediti e non inusuali accessi di ira del Pontefice regnante. Non ci sono notizie ufficiali, ma le indiscrezioni che ci risultano sono di una fonte (locale) ottima. Il Nunzio è stato diciamo così interessato alla questione e in un colloquio con il Primate di Polonia gli avrebbe significato il “Quos ego…” del Papa, convocandolo in Nunziatura. C’è chi ha accennato anche alla possibilità di ritorsioni pontificie, con un possibile pogrom di vescovi resistenti. Sarà vero? Come dicevamo la fonte è ottima, e sa di che cosa parla. Il tutto mentre su Twitter appariva il messaggio del Pontefice sulla tenerezza divina. Un po’ surreale, no?
Ma la cosa che colpisce in particolare chi scrive è l’atmosfera kafkiana di questa storia. I polacchi saranno bastonati, se e speriamo di no, saranno bastonati, non perché hanno disobbedito. Ma perché preferiscono, per la salvezza della loro coscienza, non aderire a una ambigua possibilità, espressa ambiguamente in un testo sulla cui valenza magisteriale si potrebbe discutere (credo che un’esortazione apostolica sia meno “pesante” di un’enciclica; ma accetto di imparare). È un meccanismo che conosciamo bene: nei regimi sovietici basta il non entusiasmo per condannarti. Pensate alla Rivoluzione Culturale, promossa dall’anziano e squilibrato Mao Tse Dong, e ai danni incalcolabili provocati alla Cina. Mentre gli intellettuali progressisti a occidente applaudivano…Nel Vaticano di oggi, lo strano cocktail di dittatura personale sudamericana spruzzata di sorveglianza e spionaggio stile sovietico (a pagamento vi dico chi sono i Laurentj Beria della situazione) va bevuto senza discutere, sorridendo felici. Fra gli applausi osannanti della stampa di regime.
MARCO TOSATTI
Nuove epurazioni "filiali" ai critici di Amoris Laetitia: licenziato un prof.
Thomas Heinrich Stark, firmatario della correctio inviata a Papa Francesco, insegnava filosofia in Austria
Heiligenkreuz Abbey - Wikimedia |
Mentre un folto gruppo di teologi ed ecclesiastici progressisti firmava la petizione Pro Pope Francis,
pubblicata oggi, lo scorso 15 ottobre il professor Thomas Heinrich
Stark, docente di Filosofia nello studio teologico-filosofico
dell’Abbazia di Heiligenkreuz in Austria, è stato sollevato dal suo
incarico di insegnamento dall’abate Maximiliam Heim e dal rettore
dell’istituto, padre Karl Wallner. Gli studenti hanno appreso del
licenziamento in una email del 18 ottobre. Le autorità accademiche li
informavano che avrebbero sostenuto l’esame del corso del professor
Stark con un altro docente, padre Marian Gruber. Le ragioni del
licenziamento di Stark si leggono in un comunicato pubblicato sul sito
dell’istituto e firmato dall’abate e dal rettore. Stark non è nominato
nel comunicato pubblico, ma il Foglio può confermare la sua identità sulla base dell’email agli studenti del 18 che ci è stato possibile leggere.
L’accusa rivolta a Stark è di essere stato un firmatario della Correctio filialis
rivolta a Papa Francesco, ossia del documento pubblicato il 24
settembre con cui 62 studiosi e sacerdoti (nel frattempo saliti a 245)
avevano mostrato il loro disagio di fronte agli atti e alle omissioni
del Pontefice che hanno indotto molti a sfruttare le ambiguità e le
confusioni di Amoris Laetitia per avvallare
una prassi eterodossa. Nel loro comunicato, l’abate e il rettore tengono
a sottolineare che “dalla sua fondazione nel 1802 lo studio
filosofico-teologico “Benedetto XVI” di Heiligenkreuz ha come carattere
essenziale l’insegnamento e l’azione indissolubilmente “cum Petro et sub
Petro”. “Per questo – aggiungono gli autori – ci distanziamo
risolutamente dal fatto che un docente temporaneo del nostro istituto
abbia firmato la pubblica critica al Papa Francesco che, in modo
eufemistico, è stata chiamata Correctio filialis de haeresibus propagatis”.
L’abate e il rettore tengono a precisare che Stark ha firmato solo a
titolo personale e che non detiene un posto permanente nel loro Studium.
Ciononostante avvertono l’urgenza di dissociarsi, affinché la sua firma
“non getti un’ombra sulla nostra istituzione”. Stark, tedesco di 57
anni, ha lavorato a lungo sul filosofo Ernst Cassier per il suo
dottorato a Düsseldorf. In tempi recenti aveva criticato la teologia di
Walter Kasper in lezioni pubbliche e interviste, sostenendo che il
cardinale tedesco aveva una impostazione troppo viziata dall’idealismo
tedesco che conduceva inevitabilmente all’eterodossia. Non sorprende
ritrovarlo tra i critici della “proposta Kasper” che, secondo molti, è
stata fatta propria dallo stesso Papa in Amoris Laetitia.
Heiligenkreuz è la più antica abbazia cistercense rimasta
ininterrottamente attiva dalla sua fondazione nel 1133. Benedetto XVI
visitò l’abbazia nel 2007 durante il suo viaggio in Austria.
Heiligenkreuz è ricca di vocazioni, tanto da contare 88 monaci – un
record mai raggiunto negli ultimi 300 anni, che ha permesso di inviarne
recentemente quattro per riaprire il monastero di Neuzelle nel
Brandeburgo, con l’obiettivo di consolidare questa nuova fondazione con
altri rinforzi nel corso del 2018. La liturgia dell’abbazia si ispira
alla riforma della riforma auspicata da Papa
Benedetto e ora difesa dal cardinale Robert Sarah, ossia una liturgia
che usi il messale riformato da Paolo VI, ma che rispetti il decoro e il
senso del sacro che sembra assente in molte celebrazioni postconciliari.
Il licenziamento del professor Stark non deve quindi essere letto
come la reazione della gerarchia progressista alle critiche di un
docente conservatore, ma piuttosto come la lotta tra la fazione
neoconservatrice, che si rivela ultramontanista e smaniosa di ubbidire
al Papa sempre e comunque, e il mondo tradizionale che non esita a
correggere atti e omissioni del Papa stesso, quando questi risultino in
contraddizione con il vangelo e la Tradizione. Il caso del professor
Stark si aggiunge al licenziamento, deciso dal vescovo locale Francisco
Javier Martínez, del professor Joseph Seifert dall’Istituto di Filosofia
dell’arcidiocesi di Granada. Anche in questo caso il reato era
l’assenza di entusiasmo per Amoris Laetitia.
http://www.ilfoglio.it/chiesa/2017/10/19/news/nuove-epurazioni-filiali-ai-critici-di-amoris-laetitia-licenziato-un-prof-158720/
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.