ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 6 ottobre 2017

Volersi bene..?

Un vescovo Conciliare vuole bene ai Tradizionalisti?... Egli non riesce a vedere come il Vaticano II conduca all’Inferno.

Riporto le riflessioni, chiare e puntuali, di Mons. Richard Nelson Williamson (stmarcelinitiative.com) in merito ad alcune affermazioni di Mons. Athanasius Schneider, ritenuto da tanti vescovo "tradizionalista". Da leggere e meditare...
p.Elia
 
Mons. Athanasius Schneider (nella foto), originario della Germania, ma ora vescovo di Astana in Kazakistan, si è fatto conoscere dai tradizionalisti in questi ultimi anni per le sue molte affermazioni almeno apparentemente amichevoli per la Tradizione cattolica. Per esempio l’anno scorso si è associato pubblicamente agli interrogativi che i quattro cardinali hanno presentato sulla dottrina esposta da Papa Francesco nel documento pontificio, Amoris Laetitia. Quando si fa tanto per criticare lo scivolamento a “sinistra” della Chiesa, è possibile che poi non si comprenda o apprezzi l’essere attaccato da “destra”, ma qui è in giuoco la Verità, non le nostre piccole personalità.


Eccellenza, molte grazie per le tante volte che Lei ha avuto il coraggio di difendere apertamente la Verità, ma bisogna capire che l’intera Verità è molto più forte, e più esigente, di quanto si pensi. Lei ha concesso ultimamente un’intervista a Adelante la Fe. Per favore, non ne faccia una questione personale, se cito (in corsivo) alcune delle sue risposte e le critico:—
Sono convinto che nelle attuali circostanze, Mons. Lefebvre avrebbe accettato senza esitare la proposta canonica di Roma di una Prelatura personale.
Eccellenza, questo è impossibile. Mons. Lefebvre credeva, e provava con argomenti tratti dalla teologia e dalla storia della Chiesa, che il Vaticano II è stato un tradimento senza precedenti dalle più alte autorità della Chiesa nei confronti di 1900 anni di immutabile dottrina della Chiesa. Ma la Roma ufficiale sta ancora seguendo quel Concilio oggettivamente infido. Quindi porre la FSSPX sotto questa Roma significherà porre la volpe a capo del pollaio. Monsignore speraba sempre che Roma tornasse sulla retta via. Essa non l’ha ancora fatto.
Mons. Lefebvre fu un uomo con un profondo “sensus ecclesiae”, o senso della Chiesa.
Questo è vero, perché prima di tutto aveva una comprensione profonda e chiara della dottrina o dell’insegnamento cattolico, che è il cuore della Chiesa. “Andate, INSEGNATE a tutte le nazioni”, fu l’ultima istruzione di Gesù ai Suoi Apostoli ( Mt. XXVIII, 20). Il Vaticano II ha tradito la dottrina cattolica, e così è esattamente il forte senso della Chiesa di Monsignore che gli fece ripudiare quel Concilio. Gli odierni conciliaristi a Roma non potranno mai ricostruire la Chiesa.
Egli consacrò quattro vescovi nel 1988 perché era convinto che vi fosse un reale stato di necessità.
Fu la crisi oggettiva a dare origine alla convinzione soggettiva, e non il contrario. Il nostro mondo moderno è mentalmente malato di soggettivismo. Monsignore era un oggettivista.
Se la FSSPX rimane canonicamente indipendente per troppo tempo, i suoi membri e i suoi seguaci perderanno il senso della necessità di essere soggetti al Papa, e finiranno non più cattolici.
Il Papa è il Papa allo scopo di “confermare i suoi fratelli” nella Fede. Vedi Luca XXII, 32. Se egli è un Papa conciliare con la sua fede corrotta dal Vaticano II, non può più dare ciò che non ha. E’ per l’essere soggetti ai Papi conciliari che innumerevoli cattolici da dopo il Concilio hanno perso la vera Fede.
Nessun cattolico può scegliere a quali Papi sarà o non sarà soggetto. Dio guida la Sua Chiesa. 
L’attuale crisi nella Chiesa è senza precedenti, perché mai prima d’ora nella storia della Chiesa c’era stata una serie di Papi che hanno minato la vera Fede, come si è visto a partire dal Vaticano II. Questo significa che i cattolici devono – eccezionalmente – giudicare i loro Papi, vescovi e sacerdoti. Con questa crisi Dio purifica la Sua Chiesa e, quando la purificazione sarà completa, Egli concederà alla Sua Chiesa un grande e vero Papa cattolico.
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Nel luglio di quest’anno Mons. Schneider ha autorizzato la pubblicazione di un articolo in cui ha espresso delle opinioni ancora più cattoliche e di sostegno alla Tradizione. Se non era ancora un vero alleato, lo è diventato? Per rispondere alla domanda, bisogna distinguere: soggettivamente, il suo cuore è al posto giusto perché vuole salvare le anime con la fedele applicazione dell’immutata Tradizione, ma oggettivamente la sua mente ancora non lo è, perché egli ancora pensa, o dice di pensare, che l’intento originale del Vaticano II non era quello di creare una nuova Chiesa. Ma, Eccellenza, Nostro Signore ha detto che è dai frutti che li conosceremo. E i frutti del Vaticano II?

Così, molto di ciò che Mons. Schneider dice questa volta sulla Tradizione cattolica è dottrina cattolica, interamente vera. Per esempio, la Tradizione è il criterio per giudicare tutte le dottrine successive, e in caso di dubbi sollevati da ambiguità o novità, la Tradizione ha la priorità. Ci sono ambiguità e novità nel Vaticano II che si scontrano con la Tradizione e l’”ermeneutica della continuità” è insufficiente per risolvere tale scontro. Ahimè, per 50 anni una Nomenclatura (di stile burocratico comunista) all’interno della Chiesa ha usato le ambiguità del Vaticano II per distorcere l’intento originale del Concilio e per creare una nuova Chiesa di tipo relativista e protestante. Il culmine sta oggi nell’uso delle oggettive ambiguità del Concilio e delle sue distanze dalla Tradizione, per bloccare ogni discussione, dichiarando che tali ambiguità e distanze sarebbero “infallibili”. Ma questa “infallibilità” del Concilio deve finire e cedere il posto alla libera e aperta discussione teologica, alla quale una FSSPX riconosciuta canonicamente potrebbe dare un contributo prezioso. La vera dottrina è la sola ad essere veramente pastorale e la sola che esprime la volontà di Dio per la salvezza delle anime. Fin qui l’ultimo articolo del Vescovo.

Ma, Eccellenza, cosa la rende così sicuro che l’intento originario del Concilio non fosse quello di creare una Neochiesa protestante? Pensa che le ambiguità non fossero volute? Non ha letto, per esempio, Padre Schillebeeckx che ha ammesso che esse sono state collocate come bombe ad orologeria da scoppiare dopo il Concilio? Forse molti Padri del Concilio hanno potuto dire dopo, come Gulielmo II di Germania, “Ich habe es nicht gewollt”, io non la volevo (la I Guerra Mondiale). Ma certamente non erano tutti a non volere la Neochiesa, la volevano i personaggi che influivano. Lei non può pensare che la “nuova chiesa”, come lei stesso la chiama, sia venuta fuori dal Concilio per caso! Approfondisca i libri scritti sul Concilio, come Il Reno si getta nel Tevere di Ralph Wiltgen. Il Concilio è stato una lotta epica e i cattolici l’hanno persa.

E se la Neochiesa è frutto di una minoranza cospiratrice che ha mosso una massa di cardinali, vescovi, sacerdoti e laici a realizzarla, perché questi guardavano troppa televisione e non pregavano abbastanza, pensa Lei davvero che “una libera e aperta discussione teologica” possa risolvere il problema? Sei mesi prima di morire, Mons. Lefebvre diceva che il vero problema col Vaticano II non era tanto nei principali errori facilmente riscontrabili, come la libertà religiosa, la collegialità e l’ecumenismo, quanto in un omni-pervasivo soggettivismo che svuota la dottrina cattolica della sua forza oggettiva e di conseguenza dissolve la Chiesa cattolica. E la questione non sta nemmeno nel fatto che questo l’abbia detto Monsignore, ma nel sapere se è vero. Ed è clamorosamente vero. La mente dell’uomo moderno è stata ridotta in poltiglia, per sua stessa colpa e per quella della massoneria in particolare. Eccellenza, sa qualcosa della Massoneria? O pensa, come tante povere anime sono state indotte a pensare, che si tratti di un’organizzazione innocua di benefattori ingiustamente calunniati?

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