ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 5 novembre 2017

L'arte diabolica di amoreggiare con gli eretici

Non sequitur - Il francobollo del Santo Sinodo Ortodosso per il Dogma dell'Infallibilità Pontificia

Emissione filatelica straordinaria
per la proclamazione del Dogma dell'Infallibilità Pontificia
al Concilio Vaticano I
Il protestantesimo, culla del modernismo teologico

Il modernismo teologico, condannato dal papa san Pio X già agli inizi del ’900, è un sistema teologico denso di errori che conduce alla relativizzazione delle verità di Fede con la conseguente centralità del “soggettivo”. Anch’esso è contenuto embrionalmente nel protestantesimo.

Il Protestantesimo ha dato un contributo notevole anche a quello che sarebbe stato il cosiddetto modernismo teologico. 
Il modernismo teologico è «l’indirizzo eterodosso, delineatosi fra gli studiosi cattolici alla fine del secolo scorso [1800, n.d.a.] e nei primi anni del presente [1900, n.d.a.], che si proponeva di rinnovare e interpretare la dottrina cristiana in armonia col pensiero moderno» (Enciclopedia Cattolica, 1952). San Pio X lo definì nell’enciclica Pascendi del 1907 «la sintesi di tutte le eresie» perché è «un complesso di errori in tutti i campi della dottrina cattolica (Sacra Scrittura, dogmi, culto, filosofia)» (Enciclopedia Cattolica). Più sinteticamente possiamo dire che il modernismo è la relativizzazione del dogma con la conseguente centralità del “soggettivo”, per cui non ci sarebbe nulla di definito e di definitivo (men che meno le verità cattoliche), ma tutto sarebbe in divenire.
Utilizzando sempre un metodo sintetico e schematico, vediamo quali sono i motivi che spiegano il rapporto protestantesimo-modernismo.

Il nuovo concetto di fede

Per Lutero la fede non è più l’adesione dell’intelletto alle verità rivelate, così come afferma il Cattolicesimo, bensì un atto di fiducia cieco. Pertanto il ruolo della volontà, ben presente nel concetto cattolico di fede, si svincola dall’intelligenza per sfociare nel volontarismo. In tal modo lo stesso ruolo del subcosciente, dell’intimo, del soggettivo, del vissuto diventano decisivi. Tutti tratti, questi, enfatizzati dal modernismo. Si pensi, per esempio, alla convinzione secondo cui la situazione esistenziale del singolo potrebbe giustificare anche una situazione oggettiva di peccato. Oppure alla concezione soggettiva della coscienza, che da “luogo” in cui riconoscere cosa è oggettivamente bene e cosa è oggettivamente male, diventa invece “luogo” in cui poter decidere cosa è bene e cosa è male.  

La nuova teologia sacramentale
Spesso si afferma che sul piano sacramentale la differenza tra il Cattolicesimo e il luteranesimo è che questo avrebbe ridotto i Sacramenti da sette a due (che poi, peraltro, non sono nemmeno due perché nell’Eucaristia viene tolta la transustanziazione). In realtà questa affermazione è molto riduttiva e non spiega ciò che deve essere spiegato. 
La differenza significativa è che Lutero non riconosce più il sacramento come «segno efficace della grazia» riducendolo di fatto a valore simbolico. Va da sé che questa dimensione simbolica “soggettivizzi” il sacramento stesso redendolo funzionale al più intimo e personale sentimento religioso e questo non è più un mezzo per aderire a qualcosa di oggettivo e fuori dell’uomo.
Il passaggio dall’esegesi all’ermeneutica

Anche in merito al “Sola Scriptura” va fatta un’importante precisazione. 
Questa non è solo uno spostamento di individuazione di una fonte rivelativa, per cui possiamo semplicemente dire che le fonti da due diventino una: la Scrittura per l’appunto. No, si tratta di qualcosa in più, perché, togliendo la Tradizione, Lutero fa sì che la Scrittura non rimanga così come è, bensì si offra come terreno d’interpretazione soggettiva. Dunque Lutero determina il passaggio dall’esegesi all’ermeneutica: la Rivelazione non è più nel dato oggettivo dello scritto, bensì nell’interpretazione di chi legge lo scritto. 
Siamo (embrionalmente) al pentecostalismo, ovvero alla convinzione della Rivelazione come qualcosa di mutevole e di ancora “aperto”.
Altro elemento tipico del modernismo teologico.

dal Numero 43 del 5 novembre 2017
di Corrado Gnerre
http://www.settimanaleppio.it/dinamico.asp?idsez=18&id=1527

Messe in comune e sacramenti coi luterani? Preghiamo per il ritorno alla fede dei vescovi sbandati

Sabato, 4 novembre/ 2017 
Domani 5 Novembre previsto esperimanto di messa in comune coi luterani 
di Don Floriano Pellegrini
SACRAMENTI E MESSE IN COMUNE COI LUTERANI

 Messa in comune - L'esperimento sacrilego       
    Da Santa Marta è partito un “invito” non ufficiale (in stile bergogliano) 
          alle Comunità Cattoliche di Base di San Paolo fuori le mura, 
                                 con sede a Roma, in via Ostiense,
          al fine di “organizzarsi” per dare inizio insieme ai luterani 
                           a sperimentare la “messa ecumenica”.
       Le Comunità di Base hanno prontamente risposto pubblicando
     un documento sulla necessità urgente dell’ospitalità Eucaristica 
                   all’interno della Chiesa Cattolica e protestante.
                                     La messa in scena sacrilega
                   dovrebbe andare in onda domani 5 Novembre!
   Qui è possibile leggere il documento diramato dalle comunità (pdf)
 L'arte diabolica di amoreggiare con gli eretici     
Roma – di Don Floriano Pellegrini – Intanto alcuni vescovi continuano ad amoreggiare con i Luterani in vari sconvenienti contesti. Infatti, in queste ore, siamo stati costretti a leggere un'altra disgustosa notizia, targata Conferenza Episcopale Italiana:
    un vescovo, sconosciuto alla stragrande maggioranza dei cattolici italiani,
   auto-certificandosi di parlare a nome di tutti (il che è sommamente falso!)
                                     ha firmato il 31 ottobre 2017,
     giorno del quinto centenario dall’inizio della Riforma di Martin Lutero,
          l'ennesima dichiarazione "ecumenica", balorda e fuorviante.
 La fuorviante via dei sacramenti congiunti          
In essa, invece di ribadire quello che s'era sempre insegnato e detto (e non mi si venga a dire che papi e vescovi finora sono stati degli stupidi), ossia che Martin Lutero era caduto in gravi errori dottrinali, ne fa persino l'elogio, invitando tutti i cattolici italiani a rafforzare ancor più i rapporti con i Protestanti, addirittura nella
  celebrazione di alcuni sacramenti, quali il battesimo e il matrimonio
                 e nelle cosiddette liturgie di riconciliazione,
          inventate al tempo del penoso Concilio Vaticano II. 
 Professiamo con forza l'adesione alla dottrina   
Ho sentito alcuni cristiani del Cadore e della Carnia, nonché di Zoldo e posso dire che, indignati con tale vescovo e i suoi capi e spalleggiatori, noi professiamo ancora la nostra adesione all'insegnamento della Chiesa quale ci è stato trasmesso e, quindi, in coerenza,
condanniamo tale vescovo Ambrogio Spreafico (foto grande al centro),
                    presidente della Commissione episcopale
                 per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso 
                      della Conferenza Episcopale Italiana,
a farsi un serio esame di coscienza, se mai sia ancora in grado di farselo.
Prendiamo poi le distanze dai contenuti di tale dichiarazione, dichiarando a nostra volta che faremo di tutto per farla decadere; e al signor Heiner Bludau, (vedi foto grande a destra) che si definisce pastore e decano della Chiesa Evangelica Luterana in Italia, noi non riconosciamo la qualità di vero pastore, né alla sua Comunità la qualità di vera Chiesa, come sempre ci è stato insegnato.
         Preghiamo per la conversione e il ritorno alla Fede
   dei vescovi sbandati e ormai oltre la soglia dell'apostasia!
Don Floriano Pellegrini (Copyright © 2017 Qui Europa)
partecipa al dibattito:
infounicz.europa@gmail.com / redazione.quieuropa@gmail.com
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