11_Fatima, Tre Fontane, Akita: “tre formulazioni di uno stesso segreto”. Da Fatima alle Tre Fontane (prima parte)
Le apparizioni mariane (soprattutto quelle degli ultimi due secoli, a partire da Parigi 1830) sono interconnesse da un meraviglioso “filo d’oro” (o “filo azzurro”, in relazione al colore mariano per antonomasia), assimilabile a quell’unico progetto mariano salvifico che la Vergine Maria, per volontà di Dio, sta portando avanti con le sue apparizioni e manifestazioni nel mondo. Per queste intime e misteriose relazioni talvolta i singoli eventi mariofanici si comprendono meglio, assumono sfumature contenutistiche più profonde e svelano ulteriori misteri se le si mettono in relazione le une con le altre, similmente a quanto avviene con i tasselli d’oro di un mosaico che sono già preziosi in sé stessi ma di cui si coglie il pieno significato e valore solo all’interno del mosaico completo che ciascun pezzo contribuisce a comporre.
È quello che avviene in modo avvincente con Fatima accostata alle manifestazioni della Vergine della Rivelazione (1) a Bruno Cornacchiola, protestante convertitosi in seguito alle apparizioni (12 Aprile 1947, Roma). A parte le connessioni più generali che si possono cogliere un po’ tra tutte le apparizioni mariane, è significativo questo fatto: attraverso le rivelazioni della Vergine a Cornacchiola – incredibile ma vero! – è possibile scoprire il contenuto ed il significato integrale del Segreto di Fatima per “una via alternativa ed indiretta”.
Evidentemente, non mi avventurerei in una simile tesi se non avessi “le spalle ben coperte”, se non ci fossero cioè seri studi e meticolose ricerche che non faccio altro che portare alla luce. Mi riferisco, in questo caso, al giornalista napoletano Saverio Gaeta (2) che, nel 2016, ha pubblicato un libro in cui ha riportato i Diari inediti del veggente delle Tre Fontane, depositati negli archivi del SACRI (l’Associazione “Schiere Ardite di Cristo Re Immortale” fondata dallo stesso Cornacchiola) a cui ha potuto accedere con il permesso degli eredi dell’opera e del messaggio del veggente.
Sin dal giugno 1948 aveva scritto sui suoi taccuini: “LA VERGINE MI HA FATTO CAPIRE CHE IL MESSAGGIO DI FATIMA CONTINUA ALLE TRE FONTANE”. Questa costatazione è programmatica. “Baipassando” molte cose interessanti per motivi di spazio, per le quali rimando alla lettura del libro di Gaeta, arrivo direttamente al punto che interessa il discorso relativo al “Segreto” (3). La Madonna, in pratica, affidando a Cornacchiola il “Segreto delle Tre Fontane” gli ha in qualche modo chiesto di “riscrivere in parte il Segreto di Fatima, soprattutto la terza parte”.
Il 12 aprile 1947, il giorno dell’apparizione della Vergine, gio di Bruno ricevette il messaggio dalle labbra della Madonna. Poi lo trascrisse in larga parte al rientro a casa la sera e lo completò in altre tre date: 21 febbraio 1948, 15 agosto 1949 e 15 agosto 1958. Il veggente – come testimoniò –, sentiva come un “nastro registrato” che gli ricordava le parole che Madonna gli trasmise durante l’apparizione del 12 aprile; questo “nastro”, poi, è come se si riavvolgesse per proseguire prima nel ’48, poi nel ’49 e infine nel ’58. Consegnò, al termine della stesura, quel documento al papa a Pio XII. Da quel momento il testo cadde nel “buco nero” degli Archivi vaticani (come emblematicamente diceva card. Ottaviani) e non se ne seppe più niente.
Ma quel Segreto era troppo importante e la rivelazione del Cielo doveva riproporsi. Il 2 febbraio 1960, infatti, la Madonna chiede a Bruno di “fare memoria e riscrivere quel segreto”. Interessante sapere che l’8 febbraio 1960 una notizia veniva resa nota dall’Agenzia stampa Ani che informava: “Fonti vaticane ci comunicano che non verrà rivelato il Terzo Segreto di Fatima”. Ma poiché quella “fuga di notizie” (non si trattava infatti di un comunicato stampa ufficiale) è posteriore di qualche giorno all’incontro in Vaticano in cui si decise di non pubblicare il Segreto di Fatima, c’è da pensare davvero che vi sia coincidenza cronologica tra la decisione del Vaticano e la richiesta della Madonna a Cornacchiola di riscrivere quel segreto.Gaeta conclude: « Dunque, almeno a viste umane, non è scorretto pensare che il far riscrivere a Cornacchiola il messaggio del 1947 si debba attribuire a una volontà superiore di evitare che anche quest’ultimo restasse definitivamente nel buio degli archivi (come avvenne per il Segreto di Fatima, appunto) » (4).
Ebbene, proprio in quel 1960 Cornacchiola sentì di nuovo il “nastro del ‘47”; riscrisse tutto su un quaderno depositato poi nell’archivio del SACRI. I contenuti di questo testo, come delle altre straordinarie rivelazioni che il veggente ha continuato a ricevere lungo gli anni fino alla morte avvenuta il 22 maggio 2001, si trovano tutte raccolte nel libro di Gaeta. Quanto importante doveva esser quel Segreto se la Madonna volle che un altro suo figlio eletto “riscrivesse” quei contenuti? Che pensare di tutto questo? Qui entriamo davvero nei misteri del Cielo, nei disegni imperscrutabili dell’Onnipotente. Questa storia spinge a delle considerazioni.
Innanzitutto, parafrasando il Salmo (113-114), faccio riflettere che “Dio fa quello che vuole”, come in Cielo così sulla Terra. Anche quando gli uomini non corrispondono come Lui si aspetta, questo non gli impedisce, in ogni modo, di portare a termine la sua volontà, i sui progetti salvifici. Gli uomini sono strumenti del suo volere, sia i buoni che i cattivi; persino i demoni sono a suo servizio come “castaldi della sua Giustizia” (san Francesco d’Assisi). I piani del Cielo non sono frustrati perché nessuno è al di sopra di Dio e nella sua bontà Egli premette a volte vengano alla luce eventi e parole (come la scoperta dei Diari del Cornacchiola) che figurano come una chiara didascalia della sua Sovranità assoluta sulla storia e della sua Onnipotenza e Sapienza Eterne.
Per la fattispecie, nel caso della “riscrittura” del Segreto ordinata dalla Madonna a Bruno, è facile pensare che il senso di quella richiesta dipendesse dalla preveggenza di Dio di tutte le vicende che avrebbero coinvolto quel testo così importante del Segreto di Fatima e, per evitare che rimanesse parzialmente occultato, ha trovato il modo di conservarne la memoria e il contenuto per altre vie, attraverso ulteriori rivelazioni fatte in altro luogo, in altro tempo e ad altro percipiente.
Note:
1) La Chiesa, pur non avendo ancora riconosciuto ufficialmente il caso, l’ha sempre manifestamente sostenuto. In particolare l’apertura del culto della Vergine della Tre Fontane fu un segno concreto della tacita approvazione delle apparizioni anche perché, in questo caso, si aggiungono altri fattori importanti che giocano a favore del riconoscimento dell’autenticità da parte della santa Sede. Bruno incontrò il papa Pio XII il 9 dicembre 1949, in chiusura della celebrazione della cosiddetta «Crociata della bontà» in piazza San Pietro. In quell’occasione consegnò un segreto che la Madonna voleva arrivasse al Pontefice e che presumibilmente riguardava anche la proclamazione del dogma dell’Assunta che il Papa fece solennemente appena 3 anni dopo le apparizioni. Pio XII, inoltre, esortò il veggente a tenere conferenze sulla sua esperienza e benedisse il simulacro della Madonna che si trova nel Santuario che parti da piazza san Pietro per giungere processionalmente al Santuario. Col tempo, la competente autorità ecclesiastica, oltre ad autorizzare il culto alla Vergine della Rivelazione, volle che la cura della Grotta fosse affidata ai Padri Francescani Conventuali. In seguito lo stesso Vicariato di Roma iniziò i lavori di sistemazione generale di quel luogo a cui è riconosciuto il titolo di «sacro boschetto della Grotta Miracolosa». Anche l’Osservatore Romano, organo ufficiale della Santa Sede, elencando in un suo articolo i più celebri Santuari Mariani, menzionò anche quello delle Tre Fontane. Anche san Giovanni Paolo II, nel 1997, parlò di Nostra Signora delle Tre fontane del Terzo millennio, riconoscendo implicitamente le apparizioni della Vergine.
2) S. Gaeta si è distinto per diverse pubblicazioni in tema di Apparizioni mariane e può essere considerato, ormai, un esperto nel campo. Si tratta di un autore “insospettabile”, ci tengo a precisarlo: ricercatore accurato e rigoroso e intellettualmente onesto. È, inoltre, un credente sincero e convinto. È la passione per il fenomeno delle apparizioni di Maria che lo ha portato a studiarle e approfondirle. Il fatto che contenuti di notevole serietà siano stati veicolati da lui, lontano “anni luce” da ogni sospetto di “complottismo”, penso sia un fattore importante che contribuisce ad accreditare il messaggio di cui si fanno latori i suoi testi.
3) Lo scrittore ha avuto modo di consultare personalmente i Diari (scritti a mano) di Bruno Cornacchiola, depositati presso l’associazione SACRI fondata dallo stesso veggente. Molte sono le profezie già avveratesi: dalla tragedia di Superga, alla bomba al Laterano del 1993, alla misteriosa morte di Aldo Moro. Tutte queste profezie compiute attestano inequivocabilmente l’autenticità di queste apparizioni e messaggi mariani. Molte profezie, tuttavia, riguardano eventi futuri, o “in progress”, di cui possiamo già scorgere ben delineato sotto ai nostri occhi il progetto architettonico: dall’avvelenamento con sostanze tossiche presenti nell’aria e nei cibi, fino ad arrivare alla persecuzione del “popolo che viene da Oriente”. Grande attenzione da parte della Madonna riguardava soprattutto la situazione interna alla Chiesa, che sarebbe arrivata ad un tragico allontanamento dalla fede (apostasia interna).
4) S. Gaeta, Il veggente. Il segreto delle Tre Fontane. Edz. Salani, Milano, 2016, p. 69. Rimando anche ad una conferenza di Gaeta tenuta a Ravenna il 2 aprile scorso dal titolo “Fatima tutta la verità”. Verso la fine, rispondendo ad una domanda circa le connessioni tra Fatima e Le Tre Fontane, tratta brevemente del mistero dei “due Segreti prospettici”. Reperibile su: https://www.youtube.com/watch?v=94Z0VxMFcSQ
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