ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 8 dicembre 2017

Una serie di "Francesco"?

"Così la Chiesa finì", ecco le conseguenze di Bergoglio

La Chiesa finisce abbracciando il modernismo. Questo è l'ammonimento contenuto nel nuovo libro di Aldo Maria Valli, vaticanista del Tg1
"Così la Chiesa finì" è il titolo del nuovo libro di Aldo Maria Valli. Il vaticanista di punta del Tg1 immagina - mediante un racconto distopico - la dissoluzione del cattolicesimo.
Un processo lungo, che avviene tramite il succedersi di una serie di "Francesco", pontefici accomunati dalla necessità dottrinale di adeguare la forma, la sostanza e le istanze della religione cattolica allo "spirito del tempo". Il Vaticano - nell'opera di Valli - abbandona progressivamente i dogmi di fede, sino a promulgare l'esistenza del "Superdogma dell'accoglienza": l'unica verità dottrinale riconosciuta come tale. La Chiesa immaginata dal giornalista rinuncia - insomma - a se stessa: sposa la postmodernità, adotta il "bispensiero", stralcia ogni tradizione e usanza, pubblica "Il Vocabolario della Chiesa Accogliente", aderisce ad una neolingua di orwelliana memoria, introduce il sacerdozio femminile, concede l'eucarestia a tutti, termina di essere una monarchia assoluta, riduce la liturgia ad un fenomeno di "aggregazione sociale", approva la poliandria, riabilita Marcione, abolisce le tipiche forme d'espressione pastorale e così via. Nasce - infine - la "Nuova Chiesa antidogmatica", che proclama il "Superdogma dell'accoglienza". Nell'immaginario Concilio Ecumenico Vaticano V - inoltre - i cristiani si riuniscono in un'unica fede: un avvenimento che, nonostante l'intenzione bonaria di base e la valenza sempieterna del dialogo, finisce per divenire uno degli elementi determinanti per la dissoluzione finale.

Aldo Maria Valli affida ad un Cantore Cieco il compito di raccontare questa storia: un unico testimone che, sfidando le proibizioni del mondo rappresentato come "unificato" dal giornalista, riesce - con un messaggio in bottiglia - a tramandare la cronaca delle tappe della scomparsa del cattolicesimo. In uno scenario dominato dal relativismo e dalla secolarizzazione, l'unica preziosa testimonanza dell'estinzione della religione cattolica è affidata - non a caso - ad un personaggio di chiaro richiamo omerico. I pontefici che si susseguono dopo Bergoglio al soglio di Pietro - come anticipato - si chiamano tutti "Francesco". Scrive l'autore sulla rivoluzione subita dal ruolo del papa: "Come ben potete intuire, un papa oggi non è apprezzato quando mette in guardia dalle conseguenze pratiche dell'ateismo, o quando, avendo a cuore la tenuta della comunità sociale e denunciando la mancanza di un collante, chiede a tutti di vivedere "come se Dio esistesse", non è ammirato quando avverte che il più povero fra i poveri, sebbene non si veda, è il bambino che non viene lasciato nascere...". La religione cattolica - nel libro di Valli - finisce per abbracciare mortalmente il mondo, i suoi rinnovati schemi comunicativi i e le sue deformazioni culturali. Uno dei primi testi che contribuisce al sorgere del processo narrato - poi - è l'enciclica "Captatio Benevolentiae": pubblicata da Papa Francesco IV. Questo documento "contiene le istruzioni da seguire perché si metta fine a ogni differenza tra la Chiesa e il mondo". Curiosamente - ancora - ad ispirare la lettera apostolica del papa è un cardinale di cui Valli cita solo le iniziali: "W.K.". Walter Kasper, cardinale tedesco realmente esistente e avversario teologico di Benedetto XVI, che non viene mai nominato, ma rispetto al quale si potrebbe supporre l'esistenza di un riferimento indiretto.
Sì, perché nel romanzo distopico del vaticanista c'è spazio anche per Joseph Ratzinger. Il papa Emerito viene descritto come il grande sconfitto della storia: un uomo che ha lottato per la salvezza della fede, ma la cui battaglia si è infranta inesorabilmente contro le tendenze neomoderniste dominanti. L'opera stessa - in realtà - si apre con una "profezia" di Benedetto XVI, un aforisma reale sulla "graduale perdita" della fede nel mondo occidentale e sul conseguente "ridimensionamento" della Chiesa. Ma com'è accaduto - nel corso della storia ecclesiale - che tutti i papi siano finiti per chiamarsi "Francesco"? Scrive il Cantore Cieco rivolgendosi al lettore: "Ebbene, devi sapere che il capostipite dei Francesco, ovvero papa Francesco I, l'argentino Josè Maria Bergoglio, fu così amato dal mondo, così osannato, così stimato, che la Chiesa dell'epoca, sotto il pontificato del successore, papa Francesco II, stabilì che da allora in avanti tutti i pontefici sarebbero stati scelti tra cardinali sudamericani e tutti si sarebbero chiamati Francesco". "Coloro che amano" - nel mondo figurato da Valli - governano le logiche del mondo, ma tutto è distrutto, umanità compresa. L'uomo - infatti - è ormai privato tanto delle religioni quanto della libertà. Un romanzo - quello edito da LiberiLibri - che più che una distopia sembra essere un avvertimento sulle conseguenze di un certo modo di intendere il magistero papale.
Walter

Mons. Schneider: I cattolici saranno giudicati da Dio per non aver chiesto al Papa di porre fine alla confusione

Nella nostra traduzione da LifeSiteNews" - 27 novembre 2017.

Mons. Athanasius Schneider sostiene i cattolici tradizionali, compresi gli aderenti alla Fraternità di San Pio X. Insieme ai vescovi del Kazakistan, è stato tra i primi a rilasciare una dichiarazione di resistenza agli errori di Amoris Laetitia [qui - qui] e, al pari del card. Burke, si distingue per la sua infaticabile evangelizzazione itinerante in tutto il mondo.

Uno dei vescovi più chiari ed espliciti del mondo riguardo all'attuale crisi nella Chiesa ha detto che Dio chiederà conto nel giudizio finale ai cattolici del nostro tempo che hanno ignorato la crisi perché non hanno chiesto al Papa di porre fine alla confusione nella Chiesa.
Mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana in Kazakistan, in un'intervista rilasciata a Michael Matt del giornale "The Remnant"(1) afferma che "i veri amici del papa" sono i cardinali, vescovi e laici "che esprimono pubblicamente la loro preoccupazione per le questioni molto importanti sullo stato di confusione nella Chiesa. Essi sono realmente amici del Papa".
Ha definito le preoccupazioni e il chiedere chiarezza, "un atto di carità verso il Papa". Ha aggiunto di esser convinto che quando il Papa affronterà il suo giudizio davanti a Dio, "sarà grato a quei cardinali, vescovi e laici che lo hanno invitato a offrire chiarezza".

Il vescovo Schneider ha detto che coloro si esibiscono nell'"adulazione al papa" e "negano le prove" che l'ambiguità negli insegnamenti del Papa sta causando confusione giovano né al Papa né a se stessi quando dovranno affrontare il loro giudizio finale.
Circa coloro che dicono al Papa: "Va tutto bene", nonostante la "situazione disastrosa", il vescovo ha avvertito che al momento del giudizio Dio chiederà loro "cosa avete fatto quando c'era confusione, perché non avete alzato la voce per difendere la verità?"
Il vescovo Schneider vede la Chiesa come una "grande famiglia di Dio" e all'interno della famiglia dobbiamo avere l'opportunità di parlare "senza timore di essere puniti o isolati". Ha notato che questo "spirito di famiglia" è stato "sottolineato dal Concilio Vaticano II" e che nella Chiesa dovrebbe essere incoraggiato un "clima di famiglia".
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

1. Da The Remnant apprendiamo che Il vescovo Schneider conosce molto bene cosa significa essere parte di una "Chiesa sotterranea". Era nato in Unione Sovietica tra i tedeschi etnici provenienti dall'Ucraina e, dopo la seconda guerra mondiale, il giovane Anton (il suo nome in quel momento) la sua famiglia fu inviata dal regime di Stalin a un gulag negli Urali. Lì sono stati strettamente coinvolti con la Chiesa sotterranea (esperienza condensata con accenti toccanti nel suo libro Dominus est [qui]), e quando la sua famiglia è stata finalmente rilasciata dal campo di concentramento, ha lasciato l'Asia centrale per l'Estonia.

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